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Autore: Clive Danbrough    18/12/2009    3 recensioni
Ambientato prima degli eventi narrati nel primo Assassin's Creed, Altair, infallibile Priore della setta degli Assassini, dovrà cimentarsi in pericolose missioni commissionategli dal maestro Al Mualim. Ho cercato di scrivere questa fanfic in un linguaggio che si addicesse al massimo a un capolavoro come Assassin's Creed, e vi prego di commentare per sapere che cosa ne pensiate. Buona lettura!
Genere: Azione, Avventura, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Altaïr aprì gli occhi. Fissando la volta spoglia del soffitto sopra di sé, si concentrò sul rumore che lo aveva svegliato. Era un suono flebile, che solamente un orecchio dall’udito estremamente fine come il suo, forgiato dall’esperienza di molti anni al servizio degli Assassini, poteva percepire. Il rumore si avvicinava, e Altaïr si alzò, avvicinandosi alla porta di legno. Si trattava di passi felpati, di piedi abituati a muoversi di soppiatto... proprio come quelli di un Assassino.

«Ora inconsueta per le visite» mormorò Altaïr a bassa voce.

Era mezzanotte passata, ed era estate. Lungo il corridoio che il misterioso visitatore stava percorrendo silenziosamente, non c’erano altre porte fuorché quella della sua camera. Chiunque egli fosse, era lì per lui. In pochi secondi, la mente di Altaïr era passata dal sonno profondo a uno stato di concentrazione estrema. Benché fossero infime le probabilità che un intruso si fosse introdotto nel castello di Masyaf eludendo la sorveglianza delle vedette, l’esperienza gli aveva insegnato che non si può mai dare nulla per scontato.

L’inatteso ospite si trovava ora dinanzi alla soglia della sua dimora. Solo un sottile uscio di legno li separava, e Altaïr si era già stancato di giocare con quella preda che si credeva un predatore.

In un attimo, afferrò la maniglia e spalancò l’anta, mentre una micidiale lama nascosta sbucava dalla sua mano. Avrebbe travolto ed eliminato l’uomo, se non si fosse tempestivamente accorto che si trattava di Malik, il fratello che più di tutti gli altri considerava un buono a nulla.

«Pace, Altaïr!» gridò questi, sorpreso e sconvolto dalla fulminea e imprevedibile reazione del Priore.

«Malik! Che cosa ti spinge a rischiare la vita cercando di cogliermi di sorpresa di notte?» domandò Altaïr, sprezzante.

«Non intendevo disturbare il tuo sonno, ma notizie importanti sono giunte dalla Terra Santa».

«Parla, dunque. E sii essenziale».

«Il re d’Inghilterra, al comando della sua orda di infedeli, ha espugnato la città di Acri. Ciò significa una sola cosa».

Altaïr inspirò a fondo. Non ebbe bisogno che il confratello terminasse il discorso perché intuisse quant’altro avesse da riferirgli.

«È iniziata la Terza Crociata. Presto Salah al-Din e il re cristiano, con i loro eserciti, insanguineranno le pianure della Terra Santa» pronunciò lentamente l’Assassino, rivolto più a sé stesso che a Malik.

  
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