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Autore: lady hawke    19/12/2009    3 recensioni
Sirius e la sua giovane fidanzata, Cornelia Lethifold, non riescono ad accordarsi su dove passare il Natale, finendo per litigare, perchè Sirius non ha alcuna intenzione a rinunciare ai propri amici. Riusciranno i tre fantasmi dei Natali Passati, Presenti e Futuri a portarlo a più miti consigli? Mutuato dal racconto di Charles Dickens
EPILOGO online!
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Regulus Black, Sirius Black, Sorpresa
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Cornelia, Sirius e la famiglia Lethifold'
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Note: Storia prettamente natalizia per le mie mie amiche/amanti/mogli ecc. XD. Nel è un personaggio di mia proprietà e creazione: toccatelo e vi faccio a pezzi con la motosega ^___^ Compare in una mia storia "Lo strano caso del cane che abbaiava a mezzanotte" e in una storia a più mani pubblicata sotto il nick Stormtroopers in stilettos "Lo strano caso del cane accalappiato a mezzanotte", ma non è necessario averle lette. Vi lascio alla lettura!


Natale è un momento di gioia, di serenità, di amore. È il momento più bello dell’anno, per molti. Ma non è detto che in tutte le case ci sia un’atmosfera festosa.
- Perché dobbiamo litigare per una cosa così idiota? – sbottò Cornelia, stanca.
- Perché dovrei passare la Vigilia con quella tua famiglia di pazzi, scusa? – perché sopportare Connie, quella nonna strega piccola e rotondetta quando poteva starsene con James, Remus e compagnia?
- Perché stiamo insieme da un anno e mezzo, forse? – era più di un’ora che Sirius cambiava stanza del suo appartamento per evitare di discutere. Che infido codardo! Passava le giornate a fare il leone, e quando doveva dimostrare qualcosa faceva il pagliaccio.
- E allora? Non mi sembra che questo ci obblighi a passare ogni fottuto momento della giornata insieme, no? – imperativo: non cedere. Se avesse mollato con quello Nel l’avrebbe fagocitato, se lo sentiva nelle ossa. Non avrebbe mai più potuto dire no: quindi tanto valeva essere chiaro ora.
- Sirius, per favore, ai miei farebbe piacere. Solo stasera, per domani e Santo Stefano puoi andare con chi ti pare. – si era appoggiata allo stipite della porta della camera da letto. Si era ormai ridotta a pregarlo. Ecco perché aveva evitato l’argomento fino all’ultimo, costringendola a dire ai suoi famigliari che non lo sapeva per motivi di lavoro! Avrebbe ceduto almeno al compromesso?
- No, ormai ho promesso, e niente al mondo mi farà cambiare i miei programmi, Cornelia.
Campanello d’allarme: stava usando il suo nome completo, pessimo, pessimo segno. Eppure tacere era chiederle troppo.
- Hai deciso di fare il bambino e mettermi il muso, Sirius?
Il mago la guardò: era incredibilmente scocciata, lo vedeva chiaramente; dargli del bambino era un’accusa stupida e infantile perché non avrebbe mollato la presa. Lei non aveva alcun diritto di arrivare come una leggera brezza primaverile e decidere per lui.
- Ho deciso di fare come dico io, più che altro. – commentò il più calmo possibile, mentre si avvicinava a lei per fissarla negli occhi.
- E’ la tua ultima parola sulla questione? – chiese lei, furiosa.
- Sì.
- Bene. – sibilò la strega. – Farò altrettanto. – aggiunse, prima di sparire con un crac inquietante dalla casa di Black.

***

Cornelia si Materializzò all’interno del suo appartamento come una furia. Erano solo le cinque di pomeriggio, ma il sole aveva già augurato la buona notte a tutta Londra. Era molto più offesa e mortificata di quanto potesse pensare; come osava trattarla in quel modo? Era forse una scarpa vecchia da prendere e gettare in un angolo dopo un anno e mezzo? Le veniva da piangere dalla rabbia e dalla frustrazione. Che Merlino fulminasse quell’egoista, narcisista, infantile mago che la faceva stare così e di cui non riusciva a fare a meno.
- Se Connie fa domande la trapasso da parte a parte con il coltello del pesce. – le sfuggì ad alta voce, mentre andava ad aprire l’acqua della doccia per cominciare a prepararsi. Divertita dall’immagine truculenta che aveva evocato ridacchiò fra sé e sé: sempre meglio che mugugnare per un imbecille senza sentimenti.

***

Sirius trasse un sospiro di sollievo quando Nel se ne andò da casa sua. Non era mica il fidanzato ufficiale da tirarsi dietro come un cane ammaestrato, lui! Aveva già presenziato pranzi e cene della famiglia Lethifold, e gli era bastato, tante grazie. C’erano traumi che non poteva sopportare più di una volta l’anno, e per il 1986 aveva già dato.
Inoltre aveva un dovere morale nei confronti di Remus e dei Potter: la vigilia di Natale la passava con loro da molto prima che Nel si mettesse in mezzo con le sue pretese ridicole. - Sicuro che tu e Nel non fate niente? – gli aveva chiesto Lily non più di una settimana prima. Ecco, a quella domanda aveva risposto con un mugolio sprezzante, prima di allontanarsi dalla simpatica signora Potter fingendo di avere un sacco di cose da fare.
Un po’ si sentiva in colpa; nessuno gli avrebbe fatto pesare in alcun modo la sua legittima scelta di passare almeno un giorno con la fidanzata, durante le feste. Ma lui non ne aveva la benché minima intenzione, e avrebbe mantenuto le distanze il più possibile.
E poi poteva forse dare con un giorno di ritardo i regali a Harry e Julian? Gli avrebbe certamente spezzato il cuore…
Dopo essersi auto-convinto per altri cinque minuti buoni si lasciò cadere sul letto: aveva tutto il tempo riposarsi prima di andare a Godric’s Hollow. Ripensò brevemente allo sguardo infuriato della strega: le sarebbe certamente passata in fretta, come succedeva sempre. Si trovava sempre un modo per fare la pace. E con questo si addormentò, sereno come un bambino.
  
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