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Autore: Barsine    26/06/2005    3 recensioni
la tua armatura sfavillava del tuo nome ormai marchiato a fuoco sulle mie labbra
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Stanotte ti ho sognato: cavalcavi al mio fianco, il pennacchio si slanciava orgoglioso sull’elmo scintillante e le ali del tuo cavallo si spiegavano per raggiungere la luce del nostro trionfo, coi tuoi occhi grifagni ti scagliavi sul nemico e mi sorridev

Philotas

 

 

 

 

 

 

   Ieri notte ti ho sognato: cavalcavi al mio fianco, il pennacchio si slanciava orgoglioso sull’elmo scintillante e le ali del tuo cavallo si spiegavano per raggiungere la luce del nostro trionfo; coi tuoi occhi grifagni ti scagliavi sul nemico e mi sorridevi quando realizzavi che eri tu, quel ragazzino insolente e tracotante alla corte di Pella, che ti trovavi a perseguire il tuo glorioso futuro sulla scia dell’Asia misteriosa al fianco degli eroi che da sempre pervadono le nostre menti. E tutt’intorno, il clangore di un riverbero di sarisse e scudi che si battevano con feroce euforia, e la tua testa svettava fierissima tra tutte assieme alla smorfia irriverente del tuo ghigno mentre sfilavi tra i nemici caduti, la tua armatura sfavillava del tuo nome ormai marchiato a fuoco sulle mie labbra, che mi fiammeggiano a pronunciarlo.

   Non fu il sogno a tramutarsi in un incubo, non fu il caldo torbido a sgualcirmi in una notte d’estate, non fu il canto tormentoso di un usignolo ad appassionarmi, e ancor meno un pugnale a configgersi nel mio petto inerme; fu il tuo grido a svegliarmi e a farmi agghiacciare il sangue, a farmi affondare la testa nei cuscini più forte che potei per tapparmi le orecchie, per non straziarmi, per non sprofondare, per soffocare la figura del tuo corpo martoriato, per cercare di addormentarmi con la consapevolezza di potermi ancora destare, e vederti sfilare con scudo e sarissa, e realizzare allora che si trattava di chissà quale nefasta elaborazione dei miei sonni tormentati, così tesa a perforare il sogno per diventare realtà.

   E invece ora ti vedo dinnanzi a me, erto ed eterno come il sole del mattino; gli sfregi sul tuo corpo non hanno prostrato la prepotenza del tuo cipiglio, il tuo sguardo vivido e splendente striscia tra la ressa crepitante e giunge fino a me, ma non scongiura, invece sfida, e nessuno ti trattiene, invece scopri il tuo corpo stringendo le mani dietro la schiena, e rincorri il tuo destino.

Sento il cuore inghiottirsi in un vortice di trepidazioni che mi scuotono le gambe e tutto il corpo; e sento il pianto scomposto, vedo le mani coprire i volti, vedo le ginocchia cedere al suolo per dolore o per supplica; e il cenno di una mano.

Sento la terra crepare sotto i piedi quando i tuoi occhi si spengono e si fossilizzano sui miei, mentre lentamente t’accasci schiacciato dalle urla che così forti alle mie orecchie appaiono così tenui; mentre il pianto si spezza in un penoso lamento, mentre le mani agguantano i capelli fino a strapparli, mentre le ginocchia spossate al suolo sembrano quasi sciogliersi, mentre mi ritrovo incapace di tirare fiato.

 

 

   Non avrei mai immaginato che un giorno sarebbe potuto accadere.

Credevo che la sorte riservasse ai grandi uomini un’eroica morte sul campo di battaglia, con il pennacchio orgoglioso erto sull’elmo scintillante.

Potevano le fiamme  del suo rancore essere talmente ardenti da divampare sul valore dei nostri ricordi, dei tempi celesti trascorsi alla corte di Pella, del calore dei nostri sguardi che s’intrecciavano tra le tende lerce dell’accampamento per confortarsi la vigilia della battaglia?

Insabbierò il triste epilogo di un grande guerriero negli abissi di questi deserti, conserverò per sempre l’immagine del suo sguardo impetuoso, del suo destriero che spicca il volo sfrecciando nel delirio di una gloria infinita, mi tormenterò del suo ricordo.

Forse lo sognerò ancora, a volte, e cavalcherà al mio fianco, sfilerà tra scudi e sarisse, si scaglierà sul nemico; mi sorriderà, forse.

Ma ora lascio al destino la decisione di ciò che verrà, davanti a me il sole tramonta e in un giorno nuovo risorgerà.

   E io sarò pronto ad illuminarmi.

  
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