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Autore: Glance    21/12/2009    4 recensioni
E’ vero: non è colpa di nessuno se tu, Bella, sei fatta di carne e sangue. Se sei calda e il tuo cuore batte. Non è colpa tua se sei viva, ma non posso fare a meno di detestarti...
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rosalie Hale
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: New Moon
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Non posso togliermi dalla mente il suo sguardo. Sembrava annientato, devastato dal dolore.
Che senso aveva quell’esilio forzato da tutti noi che si era imposto.
Che senso aveva quella solitudine a cui si era relegato.
Stupida, insulsa umana. Non potevi evitare d’intrometterti nella sua esistenza?
Nell’esistenza di tutti noi?
Hai sbilanciato tutti i nostri equilibri così faticosamente raggiunti.
Avevo una famiglia, dei fratelli, ora mi sento sola come lo ero all’inizio.
Con loro la mia condizione era più facile da sopportare.
Ho bisogno dell’allegria di Alice, della pacata calma di Jasper, ho bisogno della profondità di Edward. Lui, l’unico che conosce ogni cosa di me, ogni pensiero.
Hai distrutto la mia famiglia, piccola sciocca umana e questo non potrò mai perdonartelo.
Guardo Jasper affliggersi nel rimorso, la dolce Alice cercare di convincerlo che non è stata colpa sua se ti sei tagliata.
E’ vero: non è colpa di nessuno se tu, Bella, sei fatta di carne e sangue. Se sei calda e il tuo cuore batte. Non è colpa tua se sei viva, ma non posso fare a meno di detestarti nel vedere mia sorella sentirsi responsabile per ciò che potrebbe riservarti il tuo futuro.
Non fa che guardarci dentro.
Carlisle ed Esme: il loro dolore silenzioso che trattengono per noi. Alle volte penso che se Edward quel giorno nell’aula di biologia non si fosse trattenuto, oggi avrebbe a che fare con il suo senso di colpa, ma sarebbe qui e noi l’avremmo potuto aiutare ad accettare il fatto che non sempre è possibile dominare ciò che in noi è prepotente, ma mio fratello ha scelto te, prima quando ti ha risparmiata, poi quando ti ha salvata nel cortile della scuola e adesso che ti ha lasciata per proteggerti da ciò che siamo. Sempre e comunque te. Il giorno che siamo partiti , il momento in cui ha messo la parola fine su questa storia, ha fatto la mia felicità, ma è rimasto ancorato comunque a te. Vive nel tuo ricordo.
Ho cercato di renderti ai miei occhi trasparente, di considerarti per la nullità che sei, ma ogni volta che passo davanti alla porta chiusa della sua stanza, il rancore verso di te torna forte.
Non so dove sia adesso, non lo sa nessuno, è lui che ogni tanto telefona.
Fin’ora non sono mai riuscita a parlargli.
“Allora cosa frulla in quella bella testolina, Rosalie, sei con noi?” Sono talmente assorta a raccontarmi quanto ti detesto che non ho sentito neanche una parola di quello che mi stava dicendo Emmett. Non faccio in tempo a rispondere e forse è meglio così. Cosa gli racconterei, che sono furiosa con te perché mi hai sottratto la mia famiglia? Che sono furiosa perché mi manca lui? Che per me era sufficiente solo sapere che fosse nella stanza affianco o poterlo osservare intento e assorto nei suoi pensieri? Guardare le sue espressioni e capire a cosa stava pensando?
Sentirlo al piano creare melodie struggenti e bellissime.
So benissimo che lui sa cosa provo, so benissimo come la pensa, è stato anche fin troppo chiaro.
Con Emmett ero convinta, avevo creduto di poterlo dimenticare, ma vederlo soffrire così per te, come non farebbe mai per me, mi sta divorando.
“Rose, amore, ma si può sapere cosa ti prende oggi?” Guardo verso Emmett e sono grata che non abbia nessun potere speciale, non potrei sopportare di farlo soffrire, non saprà mai ciò che realmente provo per Edward,che per quanto sia caro e appassionato ci sarà sempre nel profondo di me, in quello spazio muto e silenzioso che era il mio cuore, quello che per tutti è, e deve rimanere mio fratello. Gli sorrido e gli accarezzo una guancia.
“Cosa vuoi che abbia, sto solo considerando che è tutto diverso da quando Bella Swan ha incrociato il nostro cammino.” Sospira.
“ Non avercela con lei, hai sentito Alice, soffre quanto e forse più di lui. Si amano, Rose, non so come sia possibile, ma è così, si amano entrambi in modo disperato. Io non so se sarei capace ad impormi di stare lontano da te. Dobbiamo cercare di aiutare Edward.” Mi dice mentre mi guarda con tenerezza infinita.
“ E’ quello che vorrei poter fare, ma non sappiamo neanche dove si trovi.” Lo vedo esitare.
“Mi ha fatto dare la mia parola che non ne avrei parlato e non lo farò, ma nessuno mi vieta di chiamarlo. Potrai sentirlo. Ti avverto che non sarà molto loquace, ma almeno servirà a tranquillizzarti un po’. Non sta bene, ma gli passerà, col tempo imparerà a convivere con questa realtà, e poi quanto vuoi che duri?”
Il mio moto di disappunto stava per essere esternato. Come aveva potuto nascondere a tutti che sapeva come rintracciare Edward?
“Tu sai dov’è?” Dissi trattenendo a stento un ringhio sordo. “ Calma Rose, non ho detto che so dov’è, ho solo detto che posso telefonargli.” Mi guardava imbarazzato.
“ Me lo hai tenuto nascosto e poi mi dici cosa cambia?” Diede un colpetto di tosse prima di parlare, era a disagio, lo sapevo.
“Cambia perché non saprei come raggiungerlo. Ho solo un numero di un cellulare a cui non risponde sempre.” Stavo per controbattere quando vidi entrare Jasper che sorreggeva Alice per la vita. Lo sguardo stralunato di mia sorella stava a significare che era preda di una delle sue visioni.
Continuava a ripetere “Bella no, Bella non farlo. Lo avevo detto io, glielo dicevo che sarebbe finita così.” Vidi Jasper tenerle le mani che si agitavano come per afferrare qualcosa che cade nel vuoto, poi il suo urlo e immediatamente dopo la sua voce, da prima come un incitamento “Dai, piccola, risali non mollare, respira Bella, respira” e poi via, via si faceva più lamentosa “Ma dove sei” diceva, “riemergi piccola, non ti vedo più! Ti prego, Bella, non fargli questo.” Ad un tratto sembrò come svegliarsi dal suo stato di trance, sbarrò gli occhi e mi guardò vuota, come se mi attraversasse con lo sguardo. “non la vedo più, non riesco più a vederla. Jasper, Bella…io…devo.” Jasper la teneva stretta a se.
“ Devo andare, devo controllare.” Sembrò accasciarsi sotto il peso di quella nuova consapevolezza.
“Non puoi, lui non vorrebbe.” Disse Jasper. “Credo che sia necessario invece, devo sapere e Charlie avrà bisogno di conforto.” Sarebbe partita, tornata a Forks.
Jasper aveva cercato di dissuaderla e poi si era offerto di accompagnarla, ma Alice sapeva essere cocciuta quando si metteva qualcosa in testa.
Fu allora che rimasta sola vidi il cellulare di Emmett. Lo aveva dimenticato e mi bastò poco per decidere. Adesso non c’era più motivo che restasse esiliato aspettando che la vita di Bella compiendosi giungesse a termine. Ormai era libero.
Lo presi e cominciai a scorrere nella rubrica ed ecco il numero sul display e nel petto avvertii un sobbalzo.
Guardai per un po’ il tastò d’invio chiamata e poi con un semplice gesto feci partire la telefonata.
Due squilli, tre, quattro, cinque, dieci. "Tanto non mi arrendo.
Risponderai prima o poi".
“Pronto Emmett?” La sua voce mi dava le vertigini.
“Edward sono… Rose” Ci fu un momento di silenzio.
“ Che succede Rose? Va tutto bene?” Di nuovo la sua voce e di nuovo quell’emozione.
“Si…solo che…” Non riuscivo a parlare.
“ Solo…cosa Rose? Ti prego, parla.” Presi fiato istintivamente e quasi senza interrompermi mai, gli vomitai addosso quella notizia.
“ Non c’è più bisogno che tu rimanga lontano da casa, puoi tornare, non ha più senso quest’esilio, lei non c’è più, è morta Edward. Puoi tornare tra noi.” Lo sentii gemere di dolore.
“ Che ne sai Rosalie? “ Fece improvvisamente diverso, come se non fosse più lui, se non fosse il mio Edward. Comunque vinceva lei.
“Alice l’ha vista gettarsi da uno scoglio senza riemergere.” Altro silenzio.
“ Non può averlo fatto, me lo ha… promesso.” Sentivo nella voce tutto il dolore e la sua disperazione, mi pentii di averglielo detto. “Alice l’ha visto Edward…” Seguì un lungo silenzio.
“Passami Alice, voglio… parlare con lei.” Sospirai.
“Non c’è, è andata a Forks. Vuole sapere com’è andata e capire perché non è riuscita a vedere. Vuole rendersi utile, essere d’aiuto a Charlie.” Potevo immaginarlo mentre si tormentava.
“Magari… non è quello che… sembra… forse…” Cercava di trovare un appiglio.
“Sai che raramente si sbaglia.” Risposi, ma la comunicazione s’interruppe.












Rosalie in Eclipse spiega a Bella le ragioni del suo iniziale astio nei suoi confronti. La bella vampira non ha mai accettato la sorte che le è toccata ed invidia a Bella la sua condizione di essere umano.
Affronta anche l’argomento Edward dicendo che il fatto che lui non avesse mai dimostrato dell’interesse nei suoi confronti se non quello che un qualsiasi fratello ha verso la propria sorella all’inizio l’ha indispettita. Più che i suoi sentimenti Edward ha ferito il suo orgoglio, ma io invece in questo ci ho sempre letto qualcosa di più.
Forse all’inizio Rosalie rimane colpita da Edward che certo come lei non passa inosservato e sicuramente il fatto che lui sia così sfuggente e tormentato non deve averla lasciata indifferente. Quello che credo è che per orgoglio non l’abbia mai ammesso forse nemmeno con se stessa. A me è piaciuto fare in modo che lei avesse comunque pensato a lui in maniera diversa da un fratello e che Edward conoscendo i suoi pensieri abbia fatto in modo di chiarire quelli che erano i propri sentimenti verso di lei da subito.
Ecco forse il vero motivo della telefonata che fa, per dare la notizia a Edward della morte di Bella, l’ho sempre visto come pura e semplice gelosia.
A voi farmi sapere se vi è piaciuta questa variante oppure no.
Colgo intanto l’occasione per augurare a tutti buone feste. Glance.
  
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