Libri > Il Signore degli Anelli e altri
Segui la storia  |       
Autore: Yuril    26/06/2005    0 recensioni
beh ho preso spunto per un pezzo del primo capitolo da un racconto trovaso su internet, anche se poi ho modificato radicalmente parecchie cose..:P Spero possiate perdonarmi^^ poi il resto è tutto opera mia al 100% da quasi la fine del primo cap e tutti gli altri cap. BUona letturaaa!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
LA STELLA NERA DEL BOSCO DORATO Capitolo 1 La luce di Anor rischiarava le terre selvagge, era autunno, la stagione più amata nella terra di Lothlorien. Le foglie dei grandi Mallorn non morivano,ma diventavano bensì dorate. Nel bosco regnava il silenzio, come ormai da molto tempo, le incursioni degli orchi erano diminuite notevolmente e i sentieri erano di nuovo sicuri. Pochi entravano a Lorien poichè l' inverno si avvicinava. Haldir, capitano delle guardie del bosco d' oro, era di turno quel giorno, seduto su un ramo osservava le foglie dorate accanto alla sua testa che si agitavano al leggero movimento del vento. Un rumore lo attirò e spostò lo sguardo a terra, uno sconosciuto a cavallo si stava addentrando nel bosco. Era vestito di scuro, con un lungo mantello e un cappuccio sulla testa, un elfo a giudicare da come cavalcava, senza redini nè sella. Aveva legati alla schiena una faretra e un arco entrambi colorati di nero e al suo fianco una spada corta. Il guardiano seguì con lo sguardo lo straniero avvicinarsi ed incoccò una freccia nel suo arco. Li tenne con una mano e saltò silenziosamente su un ramo li accanto e poi a terra davanti allo straniero. Il cavallo si fermò di colpo e si alzò spaventato ma il cavaliere lo calmò subito e si voltò a guardare il custode che intanto aveva teso l' arco. -Vi ordino di fermarvi e di deporre le armi -Disse sicuro Haldir. -Bèh, il primo ordine l' ho già eseguito ma il secondo non posso -Rispose ironico lo straniero scendendo da cavallo. -Deponi le tue armi -Il custode iniziava ad irritarsi, quello straniero riusciva a rimanere calmo anche di fronte a un arco in tensione. -Mi dispiace guardiano dei boschi -Lo sguardo dello straniero incontrò quello di Haldir e lo catturò,giusto il tempo per tirare un calcio alla mano che tenava l' arco. Il guardiano disarmato fu poi gettato a terra con un pugnale puntato alla gola. -Solitamente non accetto ordini dagli sconosciuti -Lo straniero si alzò di scatto tirando un pugno col dorso della mano alla guancia di un altro elfo che silenziosamente si era avvicinato ai due, poi tornò dietro ad Haldir puntandogli nuovamente il pugnale alla gola. -Non ti conviene muoverti -Disse una terza voce -Con una freccia puntata al cuore non faresti molta strada. -Tre contro uno, avete vinto -Lo straniero si alzò lentamente e gettò a terra il pugnale. Haldir finalmente libero si alzò e legò i polsi dietro alla schiena dello straniero e gli tolse tutte le armi che possedeva, si diresse poi dal secondo elfo ancora a terra stordito - Orophin, stai bene? La sua voce era preoccupata ma si rasserenò quando l' elfo annuì tenendo una mano sul punto colpito. -Se avessi ubbidito subito, non sarebbe successo tutto questo caos -Haldir visibilmente irritato si voltò verso lo straniero tirandogli giù il cappuccio e rivelando il viso di una giovane elfa dagli occhi chiari, i capelli biondo-cenere e la carnagione della pelle chiara . Haldir esclamò - Ma sei una donna!-la straniera rispose con calma-di sicuro non sono un uomo- Haldir la fisso ancora più sbalordito,era stato abbattuto , da una DONNA poi!. Insieme,i quattro si diressero al centro del bosco verso Caras Galadon il reame dei signori del bosco d' oro. Durante il viaggio il terzo elfo si affiancò allo straniero sorridendo -Complimenti, sei riuscito ad atterrare i miei fratelli. -Grazie -Anche la straniera sorrise -Posso sapere i vostri nomi se non vi da troppo disturbo? -Io sono Rumil e loro sono i miei fratelli, Haldir è quello che hai atterrato per primo e Orophin -Indicò. -Tutti fratelli? -Sì, io sono Il più giovane mentre Haldir è il più vecchio. -Si dice anziano Rumil, non vecchio -Haldir si girò ammonendolo con lo sguardo. Orophin intanto stava dietro al gruppo sogghignando al discorso dei tre -Il tuo nome invece? -Il mio nome lo saprete più tardi, scusate se non vi rispondo subito. -Senti, il tuo cavallo continua a picchiare il muso sulla mia spalla, puoi farlo smettere? -Chiese ancora Orophin allontanando per l' ennesima volta il cavallo. -Eirinir vieni qui, lascialo stare -La straniera si voltò e il cavallo si affiancò a lui. -Siamo arrivati -Mormorò Haldir guardando l' entrata di Caras Galadon. I quattro arrivarono ai piedi della scalinata ma il cavallo nitrì cercando di fermare il suo padrone. -Eirinir, non preoccuparti -Gli sussurrò nell' orecchio -Non mi faranno nulla di male, più tardi vengo a trovarti, d' accordo? Il cavallo scosse la testa e si voltò allontanadosi nella direzione opposta. -Vogliamo andare o dobbiamo dire addio ancora a qualcuno? -Haldir si spazientì. -Aspetta, dov' è finita Zixi? -E chi è? -Chiese Rumil divertito. -La mia mosca, devo ancora dirgli addio -Anche la voce della straniera tradì divertimento nel prendere in giro il capitano delle guardie. -Andiamo -Disse Orophin sorridendo. Il gruppo salì le lunghe scalinate del gigantesco Mallorn ed infine raggiunsero il flet. I tre guardiani erano abituati alle lunghe scalinate ma la straniera no ed ansimava leggermente. -Voi le fate tutti i giorni queste scalinate? -Chiese. -Ti abituerai presto, non preoccuparti -Rispose Rumil dandogli una pacca sulla spalla. Non molto tempo dopo dal fondo del flet comparvero Sire Celeborn e Lady Galadriel arrivando a sedersi sulle loro sedie. -Haldir -Disse lentamente Celeborn -Liberalo, non c' è più bisogno delle corde. Haldir ubbidì e liberò i polsi della straniera dopodichè questa se li massaggiò. -Qual è il tuo nome? -Chiese Galadriel e tutti ne rimasero sorpresi poichè solitamente lei conosceva le persone non appena le vedeva. L'elfa guardò la signora pensierosa e si decise a rispondere: -Mi chiamo Yuril, credo che mio padre vi abbia già informato del mio arrivo. -Yuril? – Ripetè Celeborn e si rivolse ai guardiani -Come vi è venuto in mente di trattare in questo modo la principessa dei Moroquendi? I tre non risposero, non sapevano che quella straniera fosse una principessa. -Non è stata colpa loro sire Celeborn -Disse Yuril-Io non ho rivelato il mio nome e loro hanno fatto solo il proprio dovere. -Se le cose stanno così, allora ti crediamo -Celeborn riacquistò un tono di voce calmo. -Haldir, Rumil, accompagnate la principessa alle sue stanze -Disse gentilmente Galadriel -Orophin tu cosa hai fatto al volto? -E' stata di nuovo colpa mia signora -Disse Yuril - Mi sono difesa un pò troppo credo. -Andate ora, sarai stanca per il viaggio -Disse Celeborn portando una mano alla fronte. Simpatici no? Siate pietosi nei miei confronti riguardo l' ortografia fic.(Nd: rosy)
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Il Signore degli Anelli e altri / Vai alla pagina dell'autore: Yuril