Anime & Manga > Nana
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Autore: eugeal    21/12/2009    1 recensioni
Ho scritto questa mini fanfic per un concorso su un forum. Il fandom e il tema mi sono stati assegnati dall'organizzatrice del concorso: Nana e "Cosa sarebbe successo se Nana fosse rimasta con Nobu" E' Nobu a parlare, spero che vi piaccia.
Genere: Romantico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nana Komatsui, Nobuo Terashima
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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C'è silenzio stasera nell'aria. Solo, dal canale, giunge tenue il gracidio delle rane e in lontananza percepisco appena il tintinnio della campana del passaggio a livello.
C'è silenzio e soprattutto posso sentire il suono lieve del suo respiro.
Hachi dorme, serena nella sua nuova rotondità, innocente e incosciente come un cucciolo.
Già, un cucciolo. Un cucciolo che presto sarà anche madre. Di mio figlio.
So cosa pensano gli altri: forse questo bambino non è mio e io sono solo un illuso. Se nemmeno Hachi ne è sicura, come posso esserlo io? Ma io so che è mio figlio, perché voglio che lo sia, non posso accettare l'alternativa perché significherebbe perdere Nana.
E so che è mio figlio perché sono certo che nei suoi occhi vedrò lo sguardo di sua madre, se non il mio, e ciò mi basta.
Amo gli occhi di Hachi, amo tutto di lei e amerò anche il suo bambino.
Anche lei lo ama e per questo amore per poco non l'ho persa.
Aveva paura, lo so, paura di non essere una brava madre, paura di non poter offrire una buona vita a suo figlio e per questo ha pensato di lasciare che Takumi riconoscesse il bambino.
Lo ha pensato davvero, anche se non me lo ha mai detto e forse lo avrebbe fatto se quella notte non fossi corso da lei.
Abbiamo parlato, discusso e pianto insieme per ore, finché la notte non è sfumata nell'alba.
Aveva paura, la mia Hachi, ne aveva tanta e ne avevo anche io.
Non mi immaginavo di poter diventare padre tanto presto, non mi sentivo pronto, poi, non so come, non so perché, le ho sfiorato il ventre ancora piatto con una mano e tutto è diventato chiaro.
All'improvviso mi sono reso conto che lì dentro cresceva un bambino, un essere umano che avrebbe potuto chiamarmi papà e non ho più avuto dubbi.
Una ad una, ho affrontato tutte le paure di Hachi, sviscerandole e demolendole, finché non siamo rimasti solo noi due.
Noi tre.
E alla fine lei ha detto sì. Proprio mentre il sole iniziava ad illuminare il cielo.
Non sarà facile, lo so bene e in fondo lo sa anche Hachi, anche se è sempre il solito cucciolo un po' incosciente di cui mi sono innamorato.
Ma ce la faremo, lo so, e alla fine saremo felici del futuro che ci stiamo costruendo passo dopo passo.
C'è silenzio stasera e Hachi continua a dormire.
Senza far rumore scivolo nel letto accanto a lei e la stringo tra le braccia senza che si svegli.
Chiudo gli occhi e, mentre il mio respiro rallenta e scivolo nel sonno, capisco una cosa.
Sono davvero felice.

   
 
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