21/12/2009
3 recensioniStrofina con foga il panno lercio sulle coperte macchiate, nel tentativo di cancellare ogni traccia di rosso. Su e giù, a tratti lenta per poter fare una pulizia più profonda. Poi immerge lo straccio dentro l’acqua, che sordida com’è anche quella non fa il suo lavoro, e la pezza sembra più sporca di prima.
Ma a Clara non importa. Lei vuole solo che il rosso vada via. Via dalle coperte del lettino dell’infermeria, via dai coltelli posti sul vassoio d’acciaio lì vicino, via dal pavimento.
Via dalla sua vita.
Non nota la bambina che, in silenzio, la osserva dall’altra parte della stanza, tenendosi la mano ferita.
Anche lì il rosso, il maledettissimo rosso.
Strofina più forte, non vuole pensare, non vuole ricordare, non vuole…
“Clara?”
Un leggero sussulto scuote le spalle della giovane; tremante, si volta lentamente verso la porta. Lì, Hoffman la guarda eloquente.
Sa che ha capito.
Abbandona lo straccio, ormai rosso, e raggiunge singhiozzante l’uomo che l’ha cresciuta, zoppicando ogni tanto. Non riesce a trattenere le smorfie che, saltuariamente, le deformano il volto, causate dalle fitte di dolore nel ventre.
Un braccio le avvolge le spalle, apparente gesto paterno atto a consolarla, e una mano sfrega sulla spalla, per dare un illusorio sollievo.
La giovane sa che, appena chiusa la porta, le intenzioni di quell’arto saranno tutt’altro che confortanti.
Come del resto lo saranno anche quelle mani, le responsabili del rosso sulle coperte del lettino dell’infermeria.
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Diciamo che di questa storia sono soddisfatta a metà. Il finale non mi è piaciuto un granché.
Comunque, questa fic mi è stata ispirata dal'episodio nel capitolo "The Funeral", quando Clara è nell'infermeria e viene chiamata da Hoffman, e dalla teoria secondo cui lei fosse incinta e che abbia abortito, magari a causa dello stesso preside. Non so se si capisce, ma credo che questo fosse proprio quello provato da Clara.
Spero che la storia vi sia piaciuta ^^
Alla prossima!