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Autore: Rowena    22/12/2009    5 recensioni
Sogno è stato catturato, gli Eterni aspettano senza fare nulla... Ma non per tutti è facile.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Death, Delirio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note: Questa storia appartiene alla raccolta Incubus, 3/5.

«Sono il buio dei tuoi ricordi, sono la voce che ti chiama nella notte», scandiva una voce innocente, quasi da bambina, nella stanza di Lizzie Bloom, l’ennesima vittima della malattia del sonno che da qualche tempo imperversava in tutto il mondo. Era bionda Lizzie, una bella ragazza che avrebbe dovuto essere sveglia a preoccuparsi di trovare un uomo da presentare alla famiglia e da sposare, possibilmente facoltoso, non dormire, giorno e notte, senza tregua, ed essere vittima di terribili incubi implacabili.
I genitori non sapevano cosa fare, ormai, e per non ascoltare le sue orribili urla l’avevano spostata in soffitta, dove le facevano visita per obbligarla a mangiare qualcosa e a bere. I medici avevano consigliato di spostarla in ospedale o in un ricovero per alienati mentali, dove avrebbe potuto essere seguita con le attenzioni necessarie alla sua condizione, ma per il momento i due ancora non avevano deciso nulla.
Non avevano visto la ragazzina che ogni notte compariva in soffitta, a istigare gli incubi contro la loro povera figlia, eppure lei c’era. Ogni sera vestita in maniera più stramba, con i capelli colorati con tinte assurde… Ogni sera era là, e sussurrava parole a Lizzie che la agitavano ancora di più; non era sola, spesso: mostri di ogni genere la seguivano e in ogni istante si ricreavano in altre creature ancora più spaventosi. Quella notte, l’accompagnavano un orrendo cavallo dagli occhi bianchi e malati, e uno gnomo deforme, che si era sistemato comodamente sul ventre della povera ragazza e non aveva intenzione di spostarsi di lì. Come la ragazzina, che continuava a recitare quel lungo e lento monologo senza fretta, mentre i suoi capelli cambiavano colore e mille pettinini dalle forme più svariate li trattenevano in trecce, codini e riccioli vivaci. «Sono la febbre tropicale, sono il morso di mille ragni, sono…»
«Delirio», chiamò una voce calma dal buio, «basta così».
«Qualcuno deve pur farlo», si lamentò lei senza voltarsi: si sedette sul pavimento, ai piedi del letto, raccogliendo le gambe contro il petto. Sapeva chi era venuta a trovarla, anche prima che le parlasse.
Dal canto suo, Morte la guardò e si sistemò accanto a lei, a terra; la ragazza continuava a rigirarsi, sconvolta dalla visione che stava disturbando il suo sonno. «Non tocca a te, sorellina: questo è il lavoro di Sogno, non puoi svolgerlo al posto suo».
«Ma lei non stava bene lo stesso», le fece notare Delirio guardandola in faccia per la prima volta da quando aveva sentito la presenza della sorella nella stanza: era da un po’ che Morte era ferma in quell’angolo a osservarla, senza interrompere quello che stava facendo, eppure non le aveva impedito di agire. «Gli incubi la stanno torturando senza controllo, io volevo solo aiutarla».
«Non è il tuo compito, lo sai anche tu: quando sarà tornato, Sogno rimetterà tutto a posto. Tu hai tante cose da fare, non puoi perdere tempo qui».
Era vero: tanti malati presi dalla febbre alta, moribondo, drogati, là dove non c’era riposo ma solo tormento e lunga agonia, e non soltanto, eppure Delirio era restia ad andare. «Non puoi pensarci tu? Potresti mettere fine a tutto questo, se volessi».
«Non posso decidere di finire metà della popolazione di questo pianeta solo perché nostro fratello si è fatto catturare e non può badare ai suoi affari, sai anche questo».
Certo, Delirio lo sapeva, anche prima che Morte rispondesse, ma porre la domanda era stato necessario. Sentirlo da lei.
«Rivoglio Sogno», pigolò abbracciando la sorella, «voglio andare a passeggio con lui per il mondo, come facevamo prima». Mentre parlava, i mostri che erano con lei si alzarono da terra e presero un’altra forma, diventarono due uccellini che s’infilarono tra i capelli della ragazzina come se fossero stati un nido.
Morte ricambiò quell’abbraccio, cercando di non apparire preoccupata; per un momento, sperò che la sorella tornasse a essere Delizia e le sorridesse in quel modo così puro e sereno da rinfrancare qualunque cuore, pur sapendo che la trasformazione le avrebbe causato una tremenda crisi. Avrebbe fatto bene anche a lei, la Morte, la più temuta ma non la più terribile.
Quello era Sogno, il fratello intrappolato e lasciato a se stesso. Destino aveva consigliato a tutti di non interferire, in particolare a lei, che nel piano di quegli sciocchi mortali sarebbe dovuta rimanere prigioniera; perché Sogno fosse finito al posto suo non lo sapevano… ma era meglio evitare che avessero l’occasione di rimediare all’errore.
Non si era ribellata, no, ma in cuor suo aveva sperato che quell’idiota di Sogno la chiamasse in aiuto, così sarebbe stata giustificata se avesse risposto, ma lo stupido ancora non aveva neanche pensato a rivolgersi ai suoi fratelli. Lo odiava, quando faceva così, maledetto orgoglioso…
Accarezzò i capelli multicolore di Delirio, pensierosa; la notte seguente sarebbe dovuta recarsi in quella stanza per fermarla, come faceva da un pezzo. La più giovane dei suoi fratelli dimenticava in fretta, eppure era molto ripetitiva nelle sue azioni, quasi metodica.
Era stato Barnabas a chiedere a Morte di badare a lei, anche lui esausto per quel comportamento di Delirio. E Morte prendeva una pausa dai suoi doveri per fermare la sorella, così che la ragazza vittima dell’assenza di Sogno non soffrisse troppo nei suoi incubi.
«Andiamo, ti riporto a casa», disse a Delirio alzandosi e prendendola per mano.
Non degnò di un altro sguardo l’umana che continuava a tormentarsi nel sonno, sperò soltanto che allontanando Delirio potesse avere un po’ di tregua. Non sapeva perché tra tanti che erano rimasti colpiti dall’improvvisa assenza del signore dei sogni e degli incubi sua sorella avesse scelto proprio quella ragazza, probabilmente neanche Delirio lo sapeva…
Poteva solo sperare che Sogno tornasse libero, così da riprendere il controllo delle sue creature. E aspettare.
Torna presto, stupido.
 
 

 

Sono indietrissimo con il fumetto, ma mi sono sempre chiesta come gli Eterni abbiano preso la cattura di Sogno e lo scompiglio causato dalla sua assenza... Death un'idea la dà alla sua prima comparsa, visto come apostrofa il fratello per non averle chiesto aiuto... Volevo dare la mia versione. Me lo lasciate un commentino? ^^

Alla prossima, Rowi!
   
 
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