Capitolo secondo
POV
Sulfus.
«Ehi
Sulfus, guarda...si è addormentata!» Esclamò mio fratello, strappandomi le
cuffiette dalle orecchie e rischiando così di farmi volare il cellulare
via dalle mani. Lo guardai infastidito, per posare poi lo sguardo su Raf. Era
vero, l’angioletto stava dormendo! Chissà, magari potrei approfittarne per
spassarmela un po’... Pensai, fremendo già a quel pensiero. Caleb mi guardò
male, tirandomi una sberla.
«Guarda
che è inutile che fai tanto il santarellino! Lo so benissimo che anche tu non
vedi l’ora di mettere le mani su quest’angioletto! E’ la ragazza più bella che
io abbia mai visto!» Sbuffai io, guardandolo stralunato e portando le mani alle
spalle, scrollando la testa.
«Sulfus...sono
già innamorato, te l’avrò detto un migliaio di volte minimo! Vuoi fartelo
entrare in quella zucca vuota?!» Ribatté Caleb, sbuffando.
«Strano,
non mi sembra tu sia poi così tanto innamorato! Dici di esserlo, ma allora come
mai prima stavi guardando l’angioletto in quel modo?» Gli ricordai io,
guardandolo negli occhi. Ai miei occhi non si poteva sfuggire, avevano il
potere di inchiodare chiunque e di fargli sputare fuori a sangue qualsiasi cosa
avessi voluto sapere. Ovviamente, però, il mio fascino diabolico con mio fratello
non aveva effetto. Alla fine era meglio così, Raf sarebbe stata soltanto mia.
Caleb mi lanciò un’occhiata di rimorso, evidentemente si sentiva in colpa.
Okay, forse sarebbe stato meglio se avessi tenuto il becco chiuso, una volta
tanto.
«La
ragazza di cui ti sei innamorato è Demetra, giusto?» Gli domandai io. Lui fece
per rispondermi, ma si bloccò quando uno sonoro sbadiglio ci interruppe,
facendoci girare verso il nostro prelibato ostaggio.
POV
Raf.
Mi
svegliai senza avere il coraggio di aprire gli occhi. Speravo che tutto quello
successo il giorno prima fosse soltanto un incubo, lo speravo con tutta me
stessa. Purtroppo, a dissimulare le mie vaghe speranze, arrivarono alle mie
orecchie le chiacchiere dei due ragazzi che evidentemente mi facevano ancora
“compagnia”. Non riuscivo a capire quello che stessero dicendo e sinceramente
non mi interessava granché. Tutto ciò a cui davo importanza era il ritornare a
casa, il sapere come stesse Nicholas, l’essere svegliata come ogni mattina da
Nadia. Forse le mie giornate non sarebbero più state così.
Mi
trovavo dentro ad un furgone ed ero sdraiata su qualcosa di duro, una cassa di
birre avrei scommesso. Sentivo prudere una gamba, così, inconsciamente, mi
grattai. Non ero più legata. Cercai di non fare rumore, non volevo che si
accorgessero che ero sveglia...volevo sapere il più possibile su quei due,
trovare un qualsiasi modo per uscire, apprendere tutte le informazioni che
potevano lasciarsi sfuggire dalle labbra...ma uno sbadiglio mi tradì. Non li
sentivo più parlare, era ovvio che mi avessero scoperta, ma feci comunque finta
di dormire.
«So
che sei sveglia, Angelo mio!» Esclamò Sulfus con voce annoiata. Finsi di non
sentirlo, continuando a tenere gli occhi chiusi.
«Beh,
allora non rimane altro da fare se non svegliarti a modo mio!» Aggiunse con un
tono di voce estremamente malizioso, facendomi scattare subito a sedere. Vidi
lui e suo fratello ridere mentre sbuffavo, arrabbiata. Che nervi!
«Perché
sono stata rapita?! Ditemelo!» Domandai spazientita. Era inutile dire che fossi
spaventata, ma ero veramente seccata da quella situazione. Odiavo essere presa
in giro ed ogni mia incertezza sul reagire in maniera troppo alterata andò a
farsi friggere. Caleb mi guardò pensieroso.
«Non
se ne parla. Avrai le tue risposte a tempo debito!» Mi rispose duramente,
facendomi arrabbiare ancora più di prima. Insomma, non potevo scappare, darmi
una cavolo di risposta era così pericoloso e difficile per loro? Femminucce!
«Volete
ricattare mio padre per ricevere del denaro?!» Insistetti. Ero quasi sicura che
il mio rapimento fosse dovuto a quello, fino a quando non vidi scuotere la
testa a Sulfus.
«Mmh,
un po’ è per quel motivo, ma manca la parte più importante, angioletto. E’
inutile cercare di indovinarla, non ce la farai mai.» Rispose il moro,
guardandomi intensamente. Non ne potevo più del suo sguardo posato su di me,
era come se mi spogliasse con gli occhi! Per fortuna c’era il V.E.T.O. da
rispettare, sarei stata al sicuro! Purtroppo però una regola era già stata
infranta. Vietato toccare. Prima mi avevano baciato il collo, dove sentivo
ancora una scia bollente. Mi vennero i brividi alla schiena. Non mi piaceva
affatto come Sulfus mi guardava. Caleb si lasciava sfuggire soltanto qualche
sguardo, ma più che altro guardava fuori da un finestrino del furgone,
pensieroso. Io chiusi gli occhi. Ero stufa di quella situazione. Smisi di
chiedere cosa stesse succedendo, evidentemente non mi avrebbero risposto!
Speravo soltanto che tutto si risolvesse il prima possibile. Anche se un po’ d’avventura
nelle mie solite giornate ci voleva.
«Com’è
li da voi ad Angie Town?» Mi chiese Caleb, guardandomi curioso e cercando di
creare una qualche conversazione. Lo ringraziai con lo sguardo, non ne potevo
più di quel silenzio. Così magari avrei potuto scoprire qualcosa di più sul
loro conto.
«Angie
Town è un posto molto bello, in proporzione alla sua tranquillità.» Gli risposi
io, senza aggiungere altro.
«Deve
essere un posto proprio paradisiaco, eh?» Scherzò Caleb ed io repressi un
sorriso.
«Beh,
da noi a Zolfanello City è tutto bellissimo...e le avventure, soprattutto con
le ragazze, non mancano mai...» Mi spiegò Sulfus, ridendo. Possibile che già
alla sua giovane età fosse un tale donnaiolo? Lo guardai indignata.
«Oh
insomma Raf, vuoi dirmi che sei ancora vergine?» Mi domandò il ragazzo biondo
con scetticismo.
«Certo.
Essendo di sangue reale sono controllatissima, non mi lasciano mai libera.
Tranne per quanto riguarda stasera, ero con il mio...» Ma mi fermai. Del resto
loro non mi dicevano niente e io non gli avrei detto altrettanto. I due ragazzi
si guardarono storditi. Cosa diamine andavano pensando? Che fossi una facile?!
Poi notai che Sulfus mi guardava scocciato.
«Con
il tuo..? Avanti, continua!» Mi spronò infatti. Io, stufa del suo sguardo insistente,
cedetti.
«Con
il mio candidato sposo, va bene?!» Risposi. Si guardarono e poi scoppiarono a
ridere.
«Vuoi
dirmi che a quindici anni già stai parlando di matrimonio?» Mi chiese Caleb,
ridendo. Io annuii, trattenendomi dallo sferrare ad entrambi un pugno ben
assestato.
«Guardate
che non è una mia scelta! E’ da quando sono diventata donna che mi cercano uno
sposo!» Dissi ai due, cercando di difendere il mio orgoglio in qualche modo.
Avevo già chiarito di odiare l’essere presa in giro, no?
«Quando?»
Mi chiese Sulfus, incuriosito. Lo guardai arrabbiata, facendogli una
linguaccia. Non erano cose che lo riguardavano!
«Non
credo che siano affari tuoi!» Affermai infatti io. Lui fece qualche passo verso
di me, era troppo vicino. Mi “schiacciava” contro lo sportello del furgone,
guardandomi dritto negli occhi. Era veramente troppo vicino. Potevo sentire il
suo profumo di cannella e menta mischiati che, anche se non poteva non
sembrare, stavano molto bene insieme. Era troppo, troppo vicino.
«Non
sono affari tuoi...» Gli dissi nuovamente, mentre lui rafforzava la presa delle
sue mani sulle mie braccia.
«Dimmelo.
Altrimenti mi sa che un bacio non me lo toglie nessuno.» Affermò, con fare
deciso. Accidenti, cosa cavolo voleva da me? Glielo dovetti dire. Se mi avesse
baciato sulle labbra, avremmo dato vita ad un sacrilegio.
«Undici
anni, soddisfatto?» Sospirai, cercando di allontanarmi e supplicando Caleb con
lo sguardo. Non che pensassi che il ragazzo biondo fosse affidabile, ma se
proprio dovevo fidarmi di uno di quei due Devil, sicuramente avrei scelto
Caleb, anche se Sulfus mi affascinava terribilmente. Basta! Dovevo smetterla di
pensare certe cose! Sì, ma...sì, ma niente! Caleb mi guardò divertito, per poi
rivolgersi al fratello.
«Dai
Sulfus, lasciala un po’ in pace!» Gli disse infatti, anche non sembrava tanto
convinto di ciò che aveva appena detto. Beh, mi dovevo accontentare.
«Va
bene, fratellino...ma accidenti!» Sbottò il ragazzo affianco a me, rischiando
di perdere l’equilibrio per l’improvvisa frenata. Io soffocai una risata e per
fortuna non se ne accorse. Ci eravamo fermati. Oddio, sudavo freddo. Eravamo
arrivati chissà dove, fuori dal furgone poteva esserci qualunque cosa. I due
Devil sembrarono notare la mia preoccupazione e mi affiancarono.
«Tranquilla
angioletto, non ti verrà torto un capello.» Mi rassicurò Caleb, aprendo le
portiere del furgone e facendomi scendere, seguita da Sulfus che, come al
solito, non mi toglieva gli occhi di dosso.
Camminammo
per un po’. Intanto mi guardai intorno; ero finita sicuramente a Zolfanello
City. Dopo del tempo vidi un palazzo issarsi in aria. Era molto grande,
all’incirca come quello di Angie Town. Senza dire una parola, Sulfus mi legò le
mani con una corda sotto il mio sguardo estremamente seccato. Non si fidavano
di un “angioletto” come me?
«Quand’è
che potrò tornare Sempiterna?!» Chiesi ai ragazzi, che mi ignorarono
completamente. Era inutile che continuassi a perdere energie cercando di
trasformarmi. Quelle corde avevano un qualcosa che me lo impediva. Oppure...no,
non poteva essere, dovevano aver fatto un qualche incantesimo molto potente!
Non poteva essere vero, nelle vicinanze non poteva esserci il mio vero amore.
Non era possibile, non doveva essere possibile! Non doveva...una leggenda
diceva che quando si era vicini al compagno destinato a stare con sé per il
resto della vita, non si poteva fare incantesimi e non ci si poteva
trasformare...a meno che i due in questione non si dichiarassero. Pff,
sicuramente erano le corde a essere stregate, non c’era dubbio, anche perché
una relazione con un Devil sarebbe stata pericolosa. Un bacio sulle labbra
provocherebbe un sacrilegio, a meno che l’amore non sia puro. Si sa però che
dai Devil non c’era da aspettarsi purezza, ed io non amavo nessuno qui. Questa
era l’unica cosa che sapevo.
In
quel momento entrammo nel castello, passando per un “giardino” composto da
rocce e qualche arbusto secco qua e là. I massi erano messi in modo tale da
affascinare le persone, ma immagino che conducano a delle trappole. Sulfus mi
mise un braccio intorno alle spalle e mi guardò serio, serio per la prima volta
da quando l’avevo incontrato.
«Angioletto,
vedi di fare la brava finché resterai qui a Zolfanello City e stacci vicina,
intendo a me e a mio fratello.. Non sono tutti come noi, se vedessero una Angel
girare da sola...beh, arrivaci!» Mi disse, avvicinandosi, per poi lasciarmi
andare. Io guardai Caleb e lui annuì. Fantastico, ero ancora più in pericolo di
quanto immaginassi.
«Caleb,
se sto vicina a te non mi accadrà niente, vero?» Chiesi al ragazzo biondo. Lui
ridacchiando annuì.
«Tranquilla
Raf, io non ti torcerò un capello, come ho detto prima e puoi fidarti
anche di Sulfus! Beh...» Mi rassicurò infatti, senza smettere di
ridacchiare.
«Angioletto,
guarda che non mordo, a meno che non me lo sia chiesto...» Aggiunse
maliziosamente Sulfus. Uffa, ero stufa di quella situazione, Caleb che rideva
tra sé e sé, Sulfus che mi guardava e faceva battutine scadenti ed io tesa come
una corda di violino, spaventata. Anche arrabbiata per essere stata rapita.
Preoccupata per Nicholas, preoccupata per la mia famiglia e preoccupata per la
mia vita. All’improvviso mi venne un dubbio. Non è che quei due erano di sangue
reale? Prima avevano nominato loro padre ed era riferito ad un re. Erano dei
principi anche loro?
«Siete
di sangue nobile?» Chiesi io, curiosa. Sembrava che loro sapessero tanto su di
me, ma io di loro non sapevo niente. Proprio niente. Il ragazzo biondo smise di
ridere e mi guardò come per analizzarmi.
«Come
l’hai capito?» Mi chiese con voce bassa, in maniera che solo io ed il fratello
potessimo sentirlo.
«Prima
avete nominato un re, facendo riferimento a vostro padre...» Risposi io sulla
difensiva.
«Hai
indovinato, adesso sono alla tua portata?» Scherzò Sulfus, rompendo il silenzio
che si era creato. Io lo guardai arrabbiata. Era mai possibile che dovesse
sempre pensare a portarmi a letto?! Caleb si rilasso e tornò a sorridere,
notando il mio sguardo seccato nei confronti del fratello, che intanto rideva sonoramente.
Non voleva che io sapessi la loro identità. Del resto era comprensibile. Senza
che me ne fossi accorta, eravamo entrati nel palazzo ed ora ci eravamo fermati
davanti ad un portone nero. Mi guardai intorno, i colori che dominavano erano
il nero e il rosso.
«Ora;
rispondi solo se interpellata e non mancare di rispetto al sovrano, non lascia
impuniti i maleducati...» Mi disse Caleb, che intanto aveva aperto il portone.
I due Devil non accennavano a muoversi. Non volevo andare là da sola! Istintivamente
li presi per una manica e cercai di farli entrare nella stanza con me. Sulfus
mi guardò scuotendo la testa e facendomi l’occhiolino. Io, prendendo un
profondo respiro, entrai nella stanza...
Nikkita: Neanche a me piace tanto quella scena lì.. Povera Raf! Comunque loro non l’anno baciata sulle labbra, ma sul collo.. Ti ringrazio tantissimo per aver recensito la mia storia, e spero veramente che ti sia piaciuta.
Ringrazio nuovamente tutti quelli che hanno recensito o aggiunto tra i preferiti o le seguite la mia storia, anche soltanto chi l’ha letta!!
N.B.
Aggiornerò dopo le vacanza natalizie, perdonatemi, ma ho un sacco di storie da aggiornare e da sistemare.. E poi andrò in vacanza, dove non c’è la rete quindi non potrei postare nessun capitolo.. Kiss, Elly!!
BUON NATALE A TUTTI QUANTI!!!!!
Kiss la vostra ChaneyRossa!!
( Elly
)
Capitolo corretto il 3 settembre 2012.