’Cause We Are Broken.

“I am outside
And I've been waiting for the sun
With my wide eyes
I've seen worlds that don't belong
My mouth is dry with words I cannot verbalize
Tell me why we live like this
Keep me safe inside
Your arms like towers
Tower over me.”

We Are Broken – Paramore.

Tremava l’uomo che si trovava a terra, umido e sporco.
Tremava di una paura inconsueta per il suo temperamento, oscillava di fronte all’oblio delle sue certezze.
Certezze. Cosa gli era rimasto di sicuro? Di vero?
Bagnato dalle lacrime fuse alle gocce di pioggia, un sapore totalmente diverso dal dolore gli pervase le labbra.
Aveva bisogno della verità che gli era stata negata.
Era stato sbattuto ad Azkaban nel giro di poche ore. Per cosa poi? Per chi?
Peter Minus, che uomo squallido.
Un vigliacco traditore.
Erano amici, e li aveva ingannati, tutti, dal primo all’ultimo.
Perché nessuno è riuscito a fare qualcosa? Perché lui non è riuscito a salvarli?
Grida di gioia perversa provenivano dalle celle a fianco quando Sirius si accasciava
distrutto alle sbarre della finestra, a volte chiudeva gli occhi.
Alle volte osservava il cielo plumbeo, perennemente coperto da dense nuvole scure, mentre i Dissennatori portavano
La disperazione nella mente di tutti, fino a far raggiungere la pazzia interiore.
Non era la galera a spaventarlo, non erano i Dissennatori a rattristarlo ma bensì la lontananza dalle persone che amava.
Lily e James erano morti. Harry chissà a quale famiglia era stato affidato.
E poi lui.
Remus.
Il suo Moony.
Non l’avrebbe più visto e il suo ricordo sarebbe diventato sempre più sfuocato ogni anno.
Ma a quale scopo incontrarlo? Lo riteneva un assassino, un pluriomicida, un traditore.
Erano tutte parole scomode per lui, non gli appartenevano, come il luogo in cui si trovava.
Lui faceva parte del cuore di Moony come lui faceva parte del suo.
Incredibile come le bugie possano distruggere in un solo attimo una vita intera.
Quello che contava era che il suo sentimento, nonostante i ricordi diminuissero mese dopo mese,
anno dopo anno, rimaneva sempre lo stesso.
Chiudendo gli occhi, lo trovava sempre lì, con il suo sorriso comprensivo,
mentre gli faceva la ramanzina per aver rubato il suo cioccolato.
Accompagnato dall’amore incondizionato verso il suo lupo.
“Ti Amo, Moony.”