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Autore: Ulissae    22/12/2009    6 recensioni
Buon Natale, Frà!
[song fic basata su "Don't worry, be happy" di Bob Marley. La coppia è la JacobXBella]
Non esserlo, Bella. Non esserlo.
Sii felice. Tutto qui. Sii felice.
Genere: Romantico, Song-fic, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Isabella Swan, Jacob Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Ululati vari'
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Apologie di una rea confessa: ho sempre detto che non mi avresti mai visto scrivere una Bella / Jacob. Sì, probabilmente questa era una delle certezze di molti: Ulissae, Laura, non scriverà mai su di loro; a meno che Jacob non abbia deciso di mandarla a quel paese o cose varie. Già. Anche io lo credevo, eh. Ne ero fermamente convinta. Eppure eccomi qua, a scrivere un'apologia a cotanta schifezza.
Ma si sa, quando si vuole bene ad una persona si scorda tutto.
Frency, Frà, che suona meglio, questa è tutta per te.
Non sperarci, non mi convertirò mai a questa coppia.
Ma ti auguro un buon Natale, felice e pieno di gioia.
Un Natale jacobico, per così dire.

La songfiction si basa sulla canzone di Bob Marley "Don't worry, be happy". Sono giorni che la canto, come una scema. Vi consiglio di ascoltarla, pure più volte. È straordinariamente bella.


Don't worry, be happy


Here's a little song I wrote,
 [Ecco una canzoncina che ho scritto ]
you might want to sing it note for note,
[forse ti andrà di cantarla nota per nota]
don't worry, be happy
 [non preoccuparti, sii felice]


C'era qualcosa di magnificamente bello nel vedere quel catorcio percorre la strada fangosa e piena di buca, qualcosa di così inspiegabilmente fantastico da sembrare irreale. E lui rimaneva perfettamente fermo ad osservarlo, metro dopo metro, pozzanghera dopo pozzanghera, arrivare fino al suo garage e poi fermarsi.
A quel punto, per un insignificante istante calava il silenzio. Non c'era nessuna musica: né dall'auto di lei, né dal piccolo rifugio di lui. Unicamente il leggero fischiettio di Jacob interrompeva la quiete che si veniva a creare.
Fischiettava, ed era felice.
Felice per uno sgangherato pick-up.
Tutto qui.

In every life we have some trouble,
 [ognuno di noi nella vita ha dei problemi  ]
when you worry you make it double
 [ma se ti preoccupi i problemi si raddoppiano  ]
don't worry, be happy 


Passava quell'istante, facilmente eliminabile, e tutto riprendeva a scorrere. Come acqua di fiume, riacquistava la sua forza, la realtà, travolgendoli di nuovo.
E lui lo avvertiva, il mondo vero, lo avvertiva su ogni centimetro della sua pelle, della sua anima. Eppure andava avanti; bastava così poco per farlo: essere felici.
Jake questo, pur avendo soli sedici anni, lo sapeva tanto bene da esserne orgoglioso.
Perciò, mentre Bella superava la porta del suo misero garage, sorrideva. Lo faceva con tutto se stesso, perché provava, con la forza di un tornado, a farle capire che la realtà, per quando schifosa potesse essere, era più sempre vera. Vita vera. E andava vissuta.
Meglio un taglio, che due, si diceva.
E fischiettava, e era felice, e le sorrideva.

dont worry be happy now
 [non preoccuparti, sii felice, ora] 
dont worry be happy
aint got no place to lay your head,
 [non c'è posto dove poggiare la testa  ]
somebody came and took your bed,
 [qualcuno è arrivato e si è preso il tuo letto  ]
don't worry, be happy 


Poteva sembrare assurdo essere felici; soprattutto con il cuore distrutto e i pezzi taglienti ancora in mano, nonostante questo, però, Bella, quando entrava dentro il capannone ci riusciva: sentiva un nuovo calore invaderla, una gioia differente scorrerle nelle vene.
Si trattava del presente, così delizioso e affascinante che il passato, freddo e lontano, risultava solo ciò che veramente era: passato, trapassato, finito.
Era l'ora. Poteva essere il per sempre.
Non sapeva dove andare, cosa fare. Era semplicemente una profuga del destino; eppure l'aveva trovata, quella fantastica spiaggia che, come sole caldo, la stava abbracciando, soffocandola dolcemente in braccia di fuoco e gioia.
Erano solo loro, in quel momento, e bastava.
E fischiettava, Jake; fischiettava, ed era felice, e le sorrideva, e la rendeva viva.

the landlord say your rent is late,
 [il proprietario della casa ha detto che sei in ritardo con l'affitto  ]
he may have to litagate,
 [potrebbe farti causa  ]
dont worry, be happy,
look at me im happy,
 [guardami, io sono felice!]
don't worry, be happy 


Mentre lei si chiedeva se un giorno o l'altro qualcuno sarebbe tornato a chiederle tutto l'amore che le avevano dato, magari qualcuno così egoista da abbandonarla, ricordandole solamente che tutto il suo sogno non era nient'altro che tale, e che mai sarebbe stato diverso, qualcun altro tentava di riempire quell'enorme vuoto che la stava risucchiando.
Le ricordava semplicemente di esistere, di sopravvivere, di farcela.
Di essere felice, in poche parole.
Jacob osservava la pioggia scendere, mentre l'amava con semplici e dolci sguardi.
Jacob fischiettava, ed era felice, e le sorrideva, e la rendeva viva, e, forse, rendeva più vivo pure se stesso.

I give you my phone number,
 [Ti do il mio numero di telefono]
when your worried, call me,
 [Quando sei preoccupata calmami]
I make you happy
[Io ti farò felice]


Non era l'eroe dei film, lui. Non aveva belle mani affusolate, né magnifici capelli sempre perfetti. Era, semplicemente, normale. Ma quella normalità che ti penetra fin da subito, che ti annienta, che ti cattura. Ma, nel liberarti, ti rende talmente soddisfatta, talmente leggera, che non ti importa.
In fin dei conti non era neanche prigionia, quella, era semplice, pura libertà.
Guardava i polpastrelli sporchi armeggiare agili tra le viti ed i bulloni, e si sentiva al sicuro. Certa, stabile, in quel piccolo, minuscolo pezzo di mondo.
Sapeva che per qualunque cosa lui ci sarebbe stato. Un attimo e sarebbe arrivato.
Senza super macchina, senza aiutanti, senza nulla. Solo, semplicemente, lui.
Jacob fischiettava, ed era felice, e le sorrideva, e la rendeva viva, si rendeva più vivo e aveva appena capito di essere necessario a qualcuno.

don't worry, be happy
aint got no cash, aint got no style,
 [non hai contanti, non hai stile  ]
aint got no gal to make you smile
 [non hai nessuna ragazza che ti faccia sorridere  ]
but don't worry, be happy


Un giorno si alzò di scatto, scordando le chiavi inglesi che aveva posato sulle gambe, facendo così un immenso rumore.
Stirò le labbra in un enorme e gigantesco sorriso e, vedendo che non c'era pioggia ad attenderlo, uscì. Lei, più, timida lo seguì. Quando furono fuori, l'aria fredda dell'inverno ad investirli, lui rimase calmo, tranquillo.
Perché era felice?
Cosa lo spingeva a tanta fatica?
Per essere allegri, per gioire, Bella, aveva sempre pensato fosse necessario avere qualcosa, qualcosa che sostenesse un tale sforzo.
Eppure lui non aveva niente, allora perché lo faceva?
Semplice: era felice di poterlo essere.
E Jacob fischiettava, ed era felice, e le sorrideva, e la rendeva viva, e si rendeva più vivo, ed aveva capito di essere necessario a qualcuno e che, quel qualcuno, in qualche strano modo, lo amava.

cos when you worry, your face will frown,
 [perché quando sei preoccupato il tuo volto si incupisce ]
and that will bring everybody down,
 [e questo porterà tutto giù]
so don't worry, be happy

Senza che lei capisse cosa le stesse succedendo Jacob scrollo un ramo, facendole cadere addosso tutta l'acqua che questo aveva custodito. Scoppiò a ridere, divertito, mentre questa lo guardava sconvolta, boccheggiando, senza parole.
 Per un attimo, avvertendo quel freddo bagnarle i vestiti e penetrarle nelle ossa, rimase spiazzata.  Scontenta.
Si era ritrovata nuovamente bambina, irascibile a quei piccoli ed innocenti scherzi.
«Bells! E dai! È solo uno scherzo!» esclamò lui, prima che le labbra di lei si marmorizzassero in un grugno scontento.
Jake aveva paura di una sola cosa: che lei fosse triste.
Gli bastava poco per fare in modo che tutto crollasse, che tutto collassasse.  Però, aveva deciso, che questo non sarebbe accaduto.
Egoismo?
Spietata generosità?
Amore.
Perciò, quando vide la manciata di fango arrivargli in faccia, non poté che gioirne. Scoppiarono a ridere, entrambi, iniziandosi a tirare terriccio, divertiti da un'ilarità così semplice da travolgerli.
«Cos'hai, Jake?» scherzò lei, cercando di pulirsi il viso impastricciato «Mi avevi sempre detto che ti piacevano le mie torte di fango».
E Jacob fischiettava, ed era felice, e le sorrideva, e la rendeva viva, e si rendeva più vivo, ed aveva capito di essere necessario a qualcuno e che, quel qualcuno, in qualche strano modo, lo amava, ed ora, mentre correvano in quel prato disastrato, era felice.

now there this song I wrote
 [adesso c'è la canzone che ho scritto  ]
I hope you you learned it note for note
 [spero che l'hai imparata nota per nota ]
like good little children
[come una brava bambina]

Ce l'aveva fatta, si disse. Jacob ci era riuscito!
Scompigliandole i capelli, impiastrati con erba e terra, sorrise, abbracciandola.
Pazienza, amore... ce l'aveva fatta.
Rientrarono dentro il garage, scrollandosi un poco, poi, lei, straordinariamente, accese il piccolo stereo posato sul divanetto logoro.
C'era musica, quel pomeriggio.
Finalmente c'era musica.
E Jacob fischiettava, ed era felice, e le sorrideva, e la rendeva viva, e si rendeva più vivo, ed aveva capito di essere necessario a qualcuno e che, quel qualcuno, in qualche strano modo, lo amava, ed ora era felice, e sapeva che anche lei lo era.

don't worry, don't worry, don't do it,
 [non preoccuparti, non farlo]
be happy,put a smile on your face,
 [sii felice, metti un bel sorriso sul tuo viso]
don't bring everybody down like this 
[non buttare tutti giù in questo modo]
 
Bella iniziò a canticchiare, accompagnando il fischiettio di lui; si mise in ginocchio, accanto a Jake, osservando attenta tutto quello che faceva.
Nel loro piccolo spazio segreto ci erano finalmente riusciti, entrambi: erano felici.

don't worry, it will soon pass whatever it is,
 [Non preoccuparti, passerò tutto presto, qualsiasi cosa sia]
don't worry, be happy,
I'm not worried
[Io non sono preoccupato]

Non esserlo, Bella. Non esserlo.
Sii felice. Tutto qui. Sii felice.




Angolo autrice:
sì, è finita ù_u. Dubito ci sia ancora qualcuno ... però vorrei specificare un paio di cose: la frase che si ripete è voluta, ho ripreso OceanoMare di Baricco. La torta di fango è un riferimento al primo film, in cui lui le dice che da bambini le facevano; così come la storia della musica (ma penso che quella sia anche nel libro*mumble* perdonatemi, ma l'ho letto una sola volta due anni fa XD).
Credo sia tutto.
Arrivederci,



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