A volte il destino gioca brutti scherzi.
Ti fa credere che tutto va come deve andare, ma sotto la superficie progetta diabolici piani per far scivolare dalle mani ogni possibilità di felicità.
Un giorno di primavera ti pone davanti ad una tragedia e t’impedisce di superarla.
Ti toglie l’unica persona che abbia mai dimostrato amore nei tuoi confronti.
La allontana da te sorridente donandole felicità, mentre tu ti sgretoli, pezzo dopo pezzo.
E tristezza, disperazione, persino odio – verso te, verso lei – si mescolano trasformandosi in un freddo, impenetrabile iceberg che ti s’avvolge attorno, ma non ti può proteggere dal dolore, perché quello è dentro, non fuori. E non svanirà mai.

Si rigira nel letto, sudata, in preda a un incubo.
I capelli la soffocano, attorcigliati al collo, un cappio che inesorabilmente strangola.
Le manca l’aria.
Perché?
Perché deve vedere quel volto?
Quello sguardo di specchio buio infranto, eco silenziosa di un cuore che cade a pezzi…
Perché…?
Lei lo ama, Ted…
Lo ama… no? Certo…
Ma allora non esiste motivo per cui ogni notte debba rivivere quella tragica scena, fondamentale atto dello spettacolo della sua vita. Eppure la vive…
E nonostante si ripeta, notte dopo notte, il dolore in quegli occhi – e nel suo cuore – non è lenito.
E lui è pedina sacrificale a consacrare una felicità violata dal rimorso.

Trema.
Trema continuando a risentire quel pianto nelle orecchie, come una litania funebre…
Ed è così che si sente… Morto.
Non c’è più nulla per cui valga la pena lottare, nulla per cui vivere.
L’ultima sua ancora di salvezza è affondata, James non c’è più.
I suoi peggiori incubi si sono avverati… E’ solo al mondo.
O forse no… Forse c’è ancora qualcuno…
Un sentimento represso, sopito nel profondo di quel cuore, che contro ogni volontà continua a battere.
E’ irrazionale l’istinto che lo trascina verso lei, senza che possa opporsi…
Non può, non deve raggiungere quella casa…
Eppure la mano è già alzata, pronta a bussare.

La villa è vuota, silenziosa… Bizzarra coincidenza del fato che gioca tiri mancini ai platonici amanti.
Lei non si aspetta la sua visita. E’ sbigottita quando lo vede arrivare, il viso tanto sognato rigato da lacrime amare, lacrime di morte.
Lo stringe a sé come non ha potuto fare per tanti anni…

Quel conforto… Il calore che sente gli è necessario. La abbraccia forte, temendo che anche lei possa svanire.
E poi, in un vortice, le loro labbra s’incontrano, violentate dalla passione vorace che troppo tempo è stata nascosta.
E’ un attimo, prima che le anime si fondano, beate nella loro unione. Finalmente insieme.