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Autore: LemonKing    23/12/2009    1 recensioni
Deidara e il suo compleanno. Un rosso compleanno non voluto.
[ Fanfiction classificata 2° al contest "I 7 peccati capitali" indetto da alexis_92 ]
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Deidara, Itachi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Autore: yaoilove
Titolo:
A Red Birthday
Peccato scelto:
Ira
Genere:
Introspettivo, Generale
Rating:
Verde
Avvertimenti:
One-shot

Note autore: Ho scelto il manga di Naruto. I personaggi sono Deidara e Itachi.

Vi prego di questo: se la mettete tra preferiti sarebbe carino esprimere il vostro parere sul perchè vi è piaciuta attraverso un commento. Lo dico solo perchè, sinceramente, non fa piacere vedere che la storia viene messa tra preferiti e poi non è commentata.
Le recensioni mi aiutano a migliorare -lo dico senza pretese.

 

A Red Birthday

 

Ogni volta che lo incontro guardo altrove.
Mi convinco che lui non esista poiché è meglio così.

 

Era il giorno del suo compleanno e stava rompendo con divertimento ogni piccola parte della bambola di porcellana che Sasori gli aveva regalato. Un regalo di cattivo gusto, anzi senza alcun gusto artistico.
Ma non era questo ciò che lo rendeva nervoso, almeno non quanto sapere che nel covo c’era Uchiha Itachi.

- Niente rose e oggetti rossi. Uhn! -
Li aveva avvertiti tutti. Era forse un bambino a pensare gli potessero fare regali, ma quella era pur sempre la sua festa; non a caso, in quel momento, si trovava a far saltare in aria il piede sinistro del giocattolo donatogli dal compagno.
Il rosso era un colore che odiava, poiché gli ricordava quegli occhi che solo poche volte, per sua scelta, aveva incrociato con i suoi. Ed ogni volta lottava per placare la collera in petto che voleva esplodere, come quella bambola tra le sue mani, ormai ridotta in pezzi.

Soddisfatto del suo lavoro prese a girare per il covo alla ricerca di Sasori per comunicargli di come aveva fatto del suo “pupazzo” un’opera d’arte.
Fu in quel momento che lo incontrò. Ma fece finta di nulla.
Il moro, il cappello di paglia sul capo e le braccia lungo i fianchi, era sempre silenzioso e sembrava estraniato dal mondo.
L’Uchiha gli passò accanto, Deidara si sentì osservato.
L’odio in lui aumentava man mano che sentiva i passi dell’altro sul pavimento di pietra.

Itachi disprezzava i suoi capolavori.
Itachi sapeva contrastarlo poiché più forte.
Itachi possedeva quegli occhi tanto odiati.

Non gli diceva nulla, nemmeno “Auguri”, ed era meglio così.
Si fermò un momento, il respiro pesante.
Strinse la mano in un pugno e digrignò i denti.
Era un tormento...
Il moro smise di camminare e si voltò in direzione dell’altro senza dire una parola.
Il biondo sentì quella presenza alle sue spalle e quello sguardo su di sé.
Per qualche minuto ci fu silenzio.

- Che hai? Aspetti i miei auguri? -

Deidara si irrigidì.

- Non mi guardare – ringhiò.
- Volevi un regalo? – continuò indifferente l’altro.
- Sì. Voglio che tu mi faccia il piacere di chiudere quegli occhi una volta per tutte! –
- Smettila con le tue fissazioni -  lapidario.

Il biondo si voltò preso dalla furia di quelle parole dette in tono impassibile, eppure così arroganti.
E fu lì l’errore.
Le pupille color del cielo finirono in quel rosso sangue, così freddo, così vero.

- Quegli occhi..-
- Hai paura? –
- Quegli..occhi..-
- Con cui hai perso più volte –
- Quei maledetti occhi che disprezzano la mia arte! –
- Li odi? –
- Io voglio ucciderti, Itachi! Io ho sempre voluto ucciderti e mi sono allenato molto per contrastare quegli occhi! –

Indietreggiò di qualche passo per squadrarlo.

- Tu hai un comportamento che mi fa imbestialire: ignori le mie creazioni! -

Prese della creta e la fece masticare alle bocche sulle mani.

- Quegli occhi si chiuderanno! -

Urlava con rabbia, odio, sfrontatezza.

- La tua collera porta soltanto troppa impulsività - replicò cauto l’altro.

Uccelli di creta volarono in direzione dell’ Uchiha.
Ci fu un’esplosione.

 La mia ira porta Arte.

 
Le cause della sua rabbia non furono mai gravi quanto le conseguenze.
A terra, stremato e sanguinante, fissava l’uomo in piedi che gli si avvicinava.
La furia gli aveva fatto perdere la testa e nel suo petto aumentava ad ogni respiro.
Un grido consumato dall’odio riecheggiò nella stanza di pietra.

- Buon compleanno -

L’Uchiha gli diede disinteressato le spalle e se ne andò.
Deidara alzò le braccia e fissò le mani che tremavano, ricoperte del liquido rosso.
Aveva perso anche questa volta. Ma più continuava così, più lo sdegno cresceva.
E ben presto, ne era sicuro, quello stesso sdegno avrebbe corroso anche Uchiha Itachi.

- Io per il tuo compleanno avrò una sorpresa ben più artistica. Uhn -


FINE.

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