Devo
allontanarmi al più presto … devo correre più velocemente, non posso neanche
tornare indietro a prendere una giacca. I vicini avranno già avvisato la
polizia, la neve non gli bloccherà per molto. Devo arrivare fino al vecchio
sentiero del bosco … poi andrò verso la città e lì mi farò aiutare da un amico
a scappare.
Pochi
giorni prima di Natale … un bel giorno per mandare all’inferno mia moglie e il
suo amante, un ottimo giorno per sporcarsi per sempre le mani di sangue e
l’anima di un grave peccato. Il freddo è pungente, ma devo correre, per
raggiungere la città prima della notte.
La
neve non mi ostacola più di tanto, ma perché non ho preso una giacca o i soldi
che teneva nascosti in casa? Le risposte non servano … devo liberare il
cervello da tanti pensieri e organizzare un piano per il giorno dopo.
La
nebbia! Il meteo non l’aveva prevista! Sta avvolgendo tutto intorno a me. E’
diventata così fitta in così rapido tempo, che non riesco più a vedere dove sto
andando! Dove sono ora? Sono ancora sul sentiero? Il mio cuore batte ancora più
forte e la nebbia è sempre più fitta.
Continuo
a camminare, cercando di aiutarmi con la memoria. Dopo un altro tempo
interminabile di cammino mi fermo. Ho il fiato corto e il freddo è diventato
ancora più pungente.
Volevo
sedermi sopra a un tronco albero e mi riposo per recuperare le forze, alzo lo
sguardo, la nebbia comincia a diradarsi, lasciando la luna e la notte che
illuminava il bosco regalandole un’aria spettrale.
Un
vento gelido mi congela fino alle ossa, i rami degli alberi si muovano suonando
una melodia da incubo per le mie orecchie e perfino la cara e vecchia luna,
sembra un pallido fantasma in questa notte.
Giro
la testa per capire dove mi trovo, quando il mio occhio fu catturato da del
fumo che si sollevava in lontananza. Non ricordavo che in questo bosco ci
abitava qualcuno, ma piuttosto che morire di freddo, potevo chiedere rifugio
almeno per quella notte.
Meglio
in prigione che morto di congelamento.
Cammino
per un breve tratto, fino a trovarmi di fronte a una vecchia casa di legno, che
sorgeva tra due antiche querce. Notai da una finestra, che la casa era
illuminata solamente dal fuoco accesso il cammino.
Bussai
alla porta più volte, sperando che il proprietario della casa non fosse andato
a dormire o avrei dovuto vagare per questi boschi fino al sorgere dell’alba,
cercando di non morire congelato prima di arrivare in città.
Il
mio cuore pulsava velocemente, tentavo di riscaldarmi le mani sfregandole
velocemente, ma il gelo vinceva su i miei tentavi. Comincio a pensare, che il
padrone di casa sia andato a dormire e che devo riprendere la strada per la
città.
Nello
stesso istante la porta si aprì e apparve uno strano individuo che doveva
essere il padrone di casa: era un uomo vestito molto elegantemente, ma il volto
era completamente ricoperto da una sciarpa nera, che non lasciava neanche una
fessura degli occhi.
Mi
scruto per un secondo:<< Che cosa vi è successo? Perché siete in giro in
questa notte gelida senza neanche una giacca?>>. La sua voce mi risuonò
nelle orecchie, calda e avvolgente, tanto da dimenticare il freddo.
Risposi:<<
A causa della nebbia, ho sbandato e sono finito contro gli alberi. Per
liberarmi ho dovuto sacrificare la mia giacca. Certo un riparo della notte e
domani mattina con i primi raggi >>. L’ipotesi del furto mi pareva troppo
banale e scontata come risposta.
Il
proprietario della casa rimase silenzio, poi allargò le braccia e mi invitò ad
entrare:<< Allora vi prego entrate nella mia umile dimora.>>. Senza
pensarci due volte, entrai.
La
casa era arredata secondo un ottimo gusto e scelta di ogni singolo pezzo della
stanza, il camino era proprio una vera opera d’arte e sopra c’era un quadro
dipinto con maestria. Mi avvicinai e mi riscaldai le mani, mentre osservavo con
attenzione, ogni singolo oggetto della casa.
<<
Sedetevi sopra al divano e riposatevi. Avrete camminato per molto per
raggiungere la mia umile dimora.>>. Quelle parole erano magnetiche e
senza pensarci, mi ritrovai seduto sopra alla sua poltrona.
Non
osai chiedere il perché di quella sciarpa, mi sembrava da maleducato chiedere
qualcosa di privato. Forse aveva solo una malattia infettiva e non voleva
contagiare nessuno, perché ci penso? Perché quel particolare lo rende
inquietante di fronte ai miei occhi? Perché lo rende così strano ai miei occhi
in questo preciso momento?
Il
padrone di casa torna, la porta fa un rumore sinistro, un brivido senza nome
percorre la mia schiena, mentre il padrone posa la legna per terra. Come ha
fatto a portare tutta quella legna?
Si
china e comincia a gettarla nel fuoco in maniera disordinata, io l’osservo
perplesso, mentre la stanza cominciava a riscaldarsi. Il freddo e la neve
diventarono un brutto ricordo del passato, domani sarò in città e in fuga.
Mi
sentivo rilassato, la strana sensazione di paura completamente cessata nel mio
cuore e chiusi gli occhi, lasciandomi andare al dolce sonno.
Apro
gli occhi, mi accorsi subito che lo strano padrone di casa, stava mettendo
ancora legna sul fuoco, il calore nella stanza stava diventando insopportabile
e comincio a sudare. Mi alzo dalla poltrona e vado a mettermi vicino alla
finestra, ma la sensazione di calore non diminuì, anzi aumento. La paura senza
nome tornò violenta nel mio cuore quando guardai il padrone di casa che si era
alzato, camminò fino al centro della stanza e appoggio la mano sulla sciarpa
nera.
Il
padrone di casa cominciò a levarsi la sciarpa davanti ai miei occhi. Mi volta
le spalle, nonostante il caldo sento un brivido correre lungo la schiena. La
sciarpa cada a terra, la guardo e delle gocce di sangue cominciano a macchiare
il pavimento.
Mi
manca il fiato, guardando la quantità del sangue che copre il pavimento, domandò:<<
Non sarebbe meglio mettere delle bende? State perdendo sangue.>>. Vorrei
avvicinarmi, ma mi sento come bloccato.
Il
padrone di casa mi risponde:<< No … questo sangue non è mio …>>.
Non capisco cosa intenda con queste parole, cosa vuol dire? Sento il mio cuore
battere ancora più forte nel mio petto.
Il
padrone di casa si gira e io cominciò ad urlare con tutte le mie forze: la
faccia di quell’uomo è la mia! La mia faccia ridotta a carne marcia, ossa rotte
e sangue che colava sul pavimento. La mia mente non poteva accettare una cosa
così abominevole e disgustosa. Sicuramente si trattava di un incubo, tra poco
avrei aperto gli occhi e mi sarei trovato nel letto della prigione.
Quell’orrenda
creatura disse cominciando a dire:<< Questo è il sangue di tua moglie e
del suo amante. Hai macchiato di sangue questo Natale.>>. Il mostro
parlando sputo due o tre denti marci verso di me insieme a un altro fiotto di
sangue. Mi ritirò nell’angolo più vicino della casa, cercando di fuggire.
Il
mostro si avvicina a me apre la bocca, fiotti di sangue cadono per terra,
mentre comincia a ripetere:
Su Tenta la fuga
Fino a quanto il
respiro non ti manca
Su, tenta di
gridare
Fino a rimanere
senza voce
Su, tenta di
graffiarmi il volto
O di mordermi le
braccia
fino a farti
cadere le unghie e i denti.
Dal Riflesso
dell’anima marcia non scappi.
Ma vai dritto
all’inferno.
Si
avvicinava a rapidi passi verso di me, la sua voce era diventata orribile,
tanto da paralizzarmi. Voglio scappare,
ma il corpo non ubbidisce e rimango immobile come una statua. Vorrei gridare
per chiedere aiuto, ma dalla bocca non esce un suono.
Aiuto!
Mi avvolge le sue mani spaventose intorno al collo. Aiuto! Mi sta sollevando.
Aiuto! Il fuoco del cammino! Il fuoco del cammino è simile a quell’inferno. Aiu…
Ritrovato il cadavere del
ricercato per l’assassinio della moglie, in una vecchia casa abbandonata. Il
corpo è stato ritrovato vicino al camino, con le mani che coprivano il volto.
Gli investigatori pensano che l’assassino sia morto
per congelamento. L’unica cosa che lascia perplesso è l’espressione del morto:
paura.