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Autore: agatha    24/12/2009    3 recensioni
Le feste sono arrivate ma tra Draco e Ginny è sceso il gelo, a stento si parlano. Riuscirà la magia del Natale a farli riconciliare?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley | Coppie: Draco/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era tanto che non postavo shot su D/G. Questa è stata scritta l'anno scorso ma poi l'ho conclusa quando le feste erano passate, quindi è rimasta "in caldo" fino adesso. E' divisa in due parti, la seconda la posterò entro fine settimana.

Dedicata alla mia adorata T, anche se non ci sentiamo da un po' qualsiasi cosa riguardi Draco e Ginny è come un legame che ci accomuna sempre.

Se avete voglia di lasciare un commentino sarebbe un bellissimo regalo di Natale.

Hope you'll like it!




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Era la vigilia di Natale e faceva freddo.
Durante la notte era caduta un po’ di neve e Diagon Alley si stava colorando pian piano di bianco. L’aria gelida, che sollevava i fiocchi da terra trasformandoli in piccoli mulinelli, si stava insinuando sotto il cappotto di Draco e dentro i morbidi guanti di pelle.
Fu con sollievo che entrò nel negozio riscaldato di Madama Bluestock. Chiuse la porta dietro di sé e si scrollò dalle spalle del cappotto la neve, che aveva ripreso a scendere mentre camminava per le strade di Diagon Alley.
Avvertì subito il suo profumo, quell’aroma inconfondibile di muschio bianco che lei amava tanto. Inspirò profondamente.
Lei era lì, proprio in quel negozio in quel momento.
Si costrinse ad avanzare fino al bancone, reprimendo l’istinto di cercarla con lo sguardo. Ormai era finita fra di loro ed era inutile aggiungere altre sofferenze con un incontro che non desiderava. I sentimenti che aveva provato per lei non esistevano più, li aveva seppelliti in un posto in fondo al cuore e sperava si sarebbero cancellati per sempre con il tempo.
La ragazza dietro il bancone gli sorrise caldamente, affascinata dalla sua presenza.
 “Avevo ordinato una sciarpa di seta azzurra” disse alla commessa.
 “E’ pronta signor Malfoy, vado subito a prenderla”
Sperò di concludere tutto velocemente e tornarsene a casa. Proprio in quell’istante sentì dei passi dietro di lui e di nuovo quel sottile profumo lo avvolse come un abbraccio. Camminava fianco a fianco di un commesso, che le stava spiegando le qualità di un paio di guanti. Con la coda dell’occhio la vide arrestarsi di fianco a lui, con una mano appoggiata al bancone. Osservò quelle dita dalla pelle bianca e delicata. Tante volte l’avevano accarezzato dolcemente, l’avevano spogliato con frenesia e gli avevano graffiato la schiena mentre entrava in lei facendola sua. Avvertì una contrazione al basso ventre, segno che il suo corpo ricordava bene quei momenti. Si irritò con sé stesso per non essere capace di tenere a bada le emozioni.
Ancora una volta era colpa sua.
Lottò contro la voglia di girare il viso per guardarla, per osservare il suo volto di porcellana. Ma era una guerra già persa. Ginny teneva lo sguardo fisso davanti a sé, le sue labbra chiuse e serrate indicavano chiaramente che era nervosa per la loro vicinanza. Probabilmente anche lei non vedeva l’ora di andarsene. La rabbia subentrò e cancellò ogni altro sentimento nel suo cuore.
Poteva farsi scappare una simile occasione?
Non le avrebbe reso le cose facili permettendole di ignorarlo.
“Weasley, che piacere incontrarti” le disse con tono fortemente ironico.
La osservò mordersi le labbra ed il suo corpo reagì ricordando i baci infuocati che gli aveva dato.
“Malfoy. Per me non è affatto un piacere vederti”
Lui non potè ribattere perché la commessa scelse quel momento per ritornare da lui. Svolse un pacchetto dalla carta velina e gli mostrò il suo acquisto. Lui accarezzò un lembo della stoffa e annuì soddisfatto.
“Le faccio una confezione regalo?”
“Sì”
“Questa sciarpa è di pura seta, di ottima qualità. E’ fortunata la donna a cui deve regalarla”
Lui annuì.
“E’ una persona molto importante nella mia vita”
Vide con soddisfazione che Ginny aveva stretto le dita a pugno con forza, segno che le sue parole l’avevano colpita.
Che credesse pure che ci fosse davvero un’altra donna, questo le sarebbe servito di lezione dato che era colpa sua se si erano lasciati.

Erano nell’appartamento che Draco  usava durante la settimana, abbastanza vicino al Ministero della Magia. Era sera e Ginny era andata a trovarlo dopo il lavoro, per stare un po’ insieme a lui. Lei era seduta sul divano, con la testa di lui appoggiata in grembo e gli stava accarezzando i capelli,
“Oggi è il primo Dicembre, fra un po’ è Natale” esordì lei.
Lui aveva sollevato un sopracciglio e aperto un occhio.
“Succede tutti gli anni non lo sapevi?”
Lei gli aveva sorriso.
“Lo so stupido. E’ che io adoro l’atmosfera natalizia. Mi piace addobbare l’albero, accendere le candele per casa ed attaccare il vischio. E poi ci vuole la neve. Quando tutto è ricoperto di bianco si trasforma, diventa più luminoso, i suoni sono attutiti. Mi piace camminare sulla neve candida e lasciare le mie impronte”
Draco fece una smorfia alla sola idea evocata dalle parole di Ginny. Aveva sempre considerato uno spreco di tempo e di soldi il Natale.
“Sei troppo sdolcinata per i miei gusti”
“Almeno uno di noi due deve esserlo – fece una pausa spaziando con lo sguardo per la stanza immaginando, con la sua mente, i cambiamenti che intendeva fare - cambierai idea quando ti avrò addobbato la casa”
“Cosa vuoi fare?”
“Hai capito bene”
Avrebbe dovuto capirlo subito che quel discorso stava prendendo una brutta piega. In ogni caso non poteva farci niente, sarebbero arrivati comunque a quel punto.

La commessa gli porse il suo pacchetto elegantemente confezionato, distogliendolo dai ricordi.
Notò che Ginny si era decisa per un paio di guanti molto costoso, guanti indubbiamente da uomo. Tirò fuori i soldi per pagare e non potè fare a meno di sentirla domandare se era possibile personalizzarli con le iniziali del destinatario.
“Certamente signorina. Ha avuto proprio un’ottima idea. Mi dica cosa devo far scrivere”
Sorridendo Ginevra gli tolse di mano la piuma e segnò su una pergamena le lettere, evitando così che Draco potesse sapere per chi era quel regalo. In lui era nata ovviamente la curiosità di capire per chi stesse acquistando quel dono ma, a meno di chiederglielo direttamente, non l’avrebbe scoperto. Infine si ricordò che non gliene importava niente. Prese il suo acquisto e si diresse verso l’uscita quasi contemporaneamente a lei.
Lui uscì e trasfigurò una matita in un ombrello per ripararsi dai fiocchi che scendevano in modo sempre più fitto. La guardò sistemarsi un cappellino bianco sulla testa e avvolgersi stretta al collo la lunga sciarpa.
“A quanto pare il tuo desiderio si è avverato, avrai la neve a Natale” commentò alzando gli occhi al cielo e poi voltandosi a guardarla.
“Sì, sarà una bella vigilia questa sera alla Tana” affermò lei, calcando bene ogni parola e fissandolo negli occhi decisa.
Ma Draco mantenne la sua espressione impassibile, come se non avesse colto il messaggio provocatorio di Ginny. Fece qualche passo all’esterno del negozio, calpestando la soffice neve che continuava a depositarsi ricoprendo tutto. Inclinò appena l’ombrello verso di lei.
“Se vuoi un passaggio…” accennò con un tono da cui traspariva che quell’offerta non era dettata dalla preoccupazione per lei ma solo per senso del dovere e per educazione.
Infatti lei rialzò il viso orgogliosamente.
“No grazie. Non ho bisogno di niente da te”
Draco alzò le spalle, indifferente per come aveva rifiutato la sua proposta, e liquidò la questione incamminandosi senza salutarla. Ginny rimase ferma a guardarlo. Voleva imprimersi per l’ultima volta la sua immagine, il suo fisico alto ed asciutto e il suo portamento elegante.
“Buon Natale Draco” sussurrò piano alla figura che si stava allontanando, prima di correre via, sulla neve, nella direzione opposta.
Non si accorse che lui l’aveva sentita e si era voltato in tempo per scorgere la sua figura minuta che fuggiva via, con i suoi capelli rossi che spiccavano in mezzo al biancore del paesaggio.
“Buon Natale Gin” rispose, ma solo il vento fu testimone di quell’augurio.

*****

La sera della Vigilia la Tana era gremita di persone. Per l’occasione si era riunita tutta la famiglia, o quasi. Percy aveva rifiutato l’invito precisando che era stato già invitato dalla famiglia di Penelope Light, la sua fidanzata, ma per la prima volta aveva scritto una lunga lettera alla madre, senza rancore né rimproveri per le scelte sue e del padre. Per i genitori questo era stato il regalo più bello che potessero ricevere da lui. Era un primo passo verso la rappacificazione e Molly ed Arthur ne erano stati estremamente felici.
L’altro grande assente era Harry. A sorpresa, e rosso come i capelli degli Weasley, aveva annunciato che Luna l’aveva invitato a casa sua per le feste natalizie. Tutti sapevano che i due si frequentavano ma questo passo sanciva che fra di loro era nata una storia seria. Molly aveva abbracciato Harry quasi soffocandolo e, reprimendo le lacrime, aveva affermato che sarebbe mancato molto a tutti loro, ma che era felice che avesse trovato una persona da amare e dava ad entrambi la sua benedizione. L’aveva lasciato andare solo facendogli promettere che al più presto avrebbe portato Luna a casa loro, per poter ricambiare l’invito.
Hermione invece faceva ormai parte a tutti gli effetti della famiglia Weasley. Alla fine della scuola, dopo i diplomi, Ron aveva finalmente avuto il coraggio di dichiararsi. Si era preparato un lungo discorso, provato più volte davanti ad uno specchio, ma era riuscito a dire appena quattro parole che lei gli aveva allacciato le braccia al collo, zittendolo con un bacio mozzafiato. Finalmente erano riusciti a fissare la data del matrimonio, che sarebbe stato l’anno seguente, in primavera
Fred e George erano diventati due veri e propri rubacuori. Gli affari ai Tiri Vispi continuavano ad andare a gonfie vele e con i loro modi scherzosi e accattivanti erano sempre circondati da qualche bella ragazza.  Per ora non sembravano decisi a mettere la testa a posto. Essendo i migliori partiti disponibili sulla piazza amavano affermare che legarsi ad un’unica ragazza significava essere egoisti verso il resto del mondo femminile.
Bill e Fleur erano presenti con i loro due pargoletti, un maschio dalla classica capigliatura rosso Weasley ed una bambina che era l’esatta copia della madre. Charlie purtroppo era in giro per il mondo ed aveva mandato un biglietto d’auguri promettendo di tornare per Capodanno.

Ginny amava la sua famiglia ed amava la Vigilia perché si ritrovavano insieme.
Ormai lei e i suoi fratelli non vivevano più alla Tana, ognuno aveva trovato la propria strada ma durante le festività non mancavano di riunirsi tutti a casa dei suoi genitori ed era bello ritrovarsi davanti al grande tavolo della cucina raccontando qualcosa  della loro vita. Però quest’anno la sua felicità non era completa. Poteva cercare di fingere con gli altri ma Draco le mancava terribilmente.
Non avrebbe mai creduto possibile che, alla fine, si fosse innamorata di lui.
Terminata la scuola lei era rimasta in contatto solo con qualche Grifondoro del suo anno e basta. Non era mai andata d’accordo con i Serpeverde ed era stata ben contenta di non doverli più vedere ogni giorno, soprattutto l’odioso Draco Malfoy. Il loro incontro era stato del tutto casuale. In realtà più che incontrati si erano scontrati all’incirca 6 anni dopo la fine dei suoi studi all’angolo di una strada e lei era caduta per terra. Aveva maledetto lo sconosciuto accusandolo di non guardare dove andava e poi, alzando lo sguardo, si era accorta che era Malfoy. Per lei era stato facile riconoscerlo con quei capelli biondi quasi bianchi e i suoi penetranti occhi grigi.
Lui l’aveva squadrata più volte, cercando di capire chi fosse, prima di soffermarsi sui suoi capelli rossi, riuscendo così a riconoscerla. Dopo un momento di titubanza aveva allungato una mano aiutandola ad alzarsi da terra e l’aveva invitata a bere un caffè, forse più per la curiosità di sapere che fine aveva fatto il famoso trio dei tempi di Hogwarts che per scusarsi realmente. Per lo stesso motivo Ginny aveva accettato di andare con lui. Quei cinque minuti erano diventati due ore e, inaspettatamente, tra una parola e l’altra, prima di salutarsi avevano programmato di rivedersi.
Dopo quel giorno si erano rivisti più volte, scoprendo di avere delle cose in comune e di trovarsi bene a parlare insieme. Era stato durante una delle loro passeggiate che c’era stata la svolta. Lei gli stava raccontando cosa le era successo al lavoro quando lui si era fermato, costringendola a fare altrettanto, e dopo averla attirata a sé mettendola una mano sulla nuca, l’aveva baciata all’improvviso, nel bel mezzo di una frase.
Un bacio lungo un minuto.
Poi aveva ripreso a camminare come se niente fosse lasciandola stupita e a bocca aperta.
Così era iniziato fra di loro.
E adesso era finito.
Avrebbe dovuto abituarsi ormai a vivere senza di lui, d’altronde si era solo illusa che fosse cambiato.

Erano nell’appartamento di Draco e lei gli aveva appena detto che aveva intenzione di addobbare tutto per le feste. Sapeva che lui non amava molto queste feste, soprattutto perché nella sua famiglia gli avevano insegnato ad essere riservato e a non emozionarsi per avvenimenti così inutili come il Natale. Ormai era più di un anno che stavano insieme e lei aveva deciso di invitarlo alla Tana.
“Sarebbe bello se quest’anno festeggiassimo insieme” affermò mentre gli stava accarezzando una guancia.
Draco aveva corrugato la fronte e si era sollevato dal suo grembo mettendosi seduto.
“Cosa vuoi dire?” le chiese sospettoso.
Lei scrollò le spalle cercando di sembrare disinvolta, cercando di non dare importanza a quello che stava per dirgli.
“Potresti venire alla Tana per stare tutti insieme. Voi non festeggiate la vigilia e quindi…”
Draco, nel sentire quelle parole, era scattato in piedi passandosi una mano nei capelli.
“No”rispose di getto.
“No e basta?”
“C’è qualcos’altro da aggiungere?”
Ginny prese un lungo respiro prima di parlare, quel discorso stava prendendo una brutta piega e sapeva che doveva rimanere calma se voleva chiarire il discorso.
“Magari potresti spiegarmi perché non vuoi venire”
“Non mi va di stare con la tua famiglia. Già mi immagino Lenticchia che mi scruta per tutto il tempo con odio, quei pazzi dei tuoi fratelli gemelli che mi sottopongono ai loro scherzi sperando di riuscire a farmi andare via dalla Tana, o addirittura dalla tua vita. Dovrei sottopormi volontariamente a questa tortura? No, grazie”
Lei si alzò in piedi avvicinandosi a lui.
“Sei esagerato. Non siamo più ai tempi della scuola, loro sono cambiati”
Draco alzò una mano per interrompere il suo discorso e scosse la testa.
“Per favore. Non dimentichiamo i tuoi genitori che mi fissano in attesa di farmi il terzo grado per capire che intenzioni ho verso di te”
“E quali sono?”
“Cosa?”
Ginny si era sforzata di rimanere calma, di non farsi provocare dalle sue parole ma adesso aveva esagerato. Non si trattava più di un semplice invito, sembrava che lui non desiderasse approfondire il loro rapporto.
“Non vuoi avere nessun tipo di contatto con la mia famiglia. Mi domando anch’io che intenzioni hai su noi due”
“Devo risponderti adesso?”
“Non pensavo avessi bisogno di tempo per pensarci”
“Stai esagerando. Stavamo parlando della stupida festa del Natale”
“Da passare con la mia stupida famiglia” aggiunse ironicamente lei.
Draco l’afferrò per le spalle.
“Basta Gin!”
Con uno sguardo di ghiaccio lei lo fissò prima di alzare le mani e staccare le sue braccia allontanandosi. Quando parlò il suo tono era altrettanto freddo e deciso.
“Su questo hai ragione. Non intendi accettare il mio invito, non sai cosa vuoi dalla nostra relazione. Forse ho sbagliato tutto con te. A quanto pare non vediamo le cose nello stesso modo”
“Sembra di no” rispose lui con un tono egualmente gelido.
Entrambi si erano arrabbiati, arrivando, con quelle parole, ad infliggersi profonde ferite, troppo difficili da dimenticare.

Ritornò al presente quando Hermione si avvicinò, mettendosi accanto a lei e guardando fuori dalla finestra l’enorme albero decorato che brillava nel buio, porgendole un bicchiere di burrobirra calda.
“Come stai?”
L’amica era al corrente di tutto quello che era successo con Draco. All’inizio lei aveva mantenuto il segreto, anche perché non è che avesse qualcosa da confidare. Aveva solo rivisto un compagno di scuola e, come capita quando le persone crescono, erano riusciti ad avere una conversazione civile. Questo si era ripetuto più volte, anche dopo il secondo, il terzo e il quarto appuntamento. Ma non era facile tenere Hermione all’oscuro. Aveva sempre avuto il sesto senso per capire se qualcuno nascondeva un segreto. Non c’era voluto molto perché Ginny le confidasse tutto, anche perché tenere tutto dentro stava diventando sempre più difficile. All’inizio aveva avuto paura della sua reazione, già si aspettava di leggere la delusione sul suo volto e di sentirle dire che era una situazione assurda. Invece Hermione l’aveva sorpresa. Era stata stupita da quanto le aveva raccontato ma, aveva concordato con Ginny, le persone cambiano e se lei si trovava bene con Malfoy non c’era motivo per cui non dovesse vederlo.
Purtroppo la sua famiglia non era stata dello stesso parere. Ricordava ancora le facce deluse dei suoi genitori, come se avesse ammesso di essere una criminale.Era rimasta ferita dal fatto che nessuno avesse fiducia nella sua capacità di giudizio. In fin dei conti non era più una bambina che non sapeva decidere cosa era meglio per lei. Per questo, nonostante tutto, non si era piegata al loro volere ed aveva continuato ad uscire con Draco.
Per fortuna la sua resistenza passiva aveva almeno convinto la sua famiglia a smettere di pregarla di non vederlo più. Sembrava si fossero finalmente rassegnati, anche se lei non dubitava che, in cuor loro, fosse ancora viva la speranza che un giorno o l’altro si sarebbero lasciati. Chissà come sarebbero stati felici di sapere che il loro sogno si era avverato.
Solo Hermione era al corrente della loro rottura e aveva giurato di non farne parola a nessuno.
Dopo aver bevuto un sorso di burrobirra si sforzò di sorridere.
 “Sto bene tutto sommato”
“Vedrai che… Ron che stai facendo?”
Il ragazzo era arrivato dietro di loro cominciando ad abbracciarle e a ridere. Era chiaro che aveva esagerato con il vino ed era un po’ brillo.
Ginny approfittò di un momento di distrazione per sgusciare via da quella calorosa stretta. Mancava poco a mezzanotte e lei aveva un ultimo compito da svolgere. Per fortuna tutti sembravano impegnati e non la videro salire le scale per entrare nella sua stanza. Si chiuse la porta alle spalle appoggiandovisi contro con la schiena per un attimo, come se dovesse trovare il coraggio necessario. Raggiunse il comodino di fianco al letto ed aprì il primo cassetto. Prese tra le mani il pacchetto che  aveva ritirato qualche giorno prima di incontrare Draco.
Silenziosamente ridiscese le scale ed uscì in giardino, senza farsi notare.
  
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