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Autore: pervertedsquirrel     24/12/2009    8 recensioni
Hermione è la perla più importante tra i mangiamorte di Voldemort, allevata per attuare il suo più grande piano. Ma quando il Signore Oscuro le assegna la sua più grande missione, essere amica col nemico giurato, Harry Potter, la ragazza non prevederà di innamorarsi perdutamente di lui. Tradotta dalla stupenda fanfic di perverted-squirrel. Traduttrice Giu1212hilary
Genere: Drammatico, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, Harry/Hermione
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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28 Febbraio, 1981

Era una fredda serata di Febbraio, le case che occupavano Stratford Meadows, alla periferia di Londra, erano tutte coperte da una leggera distesa di neve, con le loro luci ancora incandescenti attraverso le finestre della cucina e della sala da pranzo. Stratford era un’elevata comunità d’alta classe, i residenti erano imprenditori di successo, medici e dentisti, e le case riflettevano la loro ricchezza con molto fervore. Ma fra tutte quelle belle case allineate al marciapiede nero, c'è n’era una che era da sempre riuscita a catturare l'attenzione dei passanti. Era una casa Vittoriana in mattoni di tre piani, con bellissime persiane marroni e una porta verde foresta con vetro smerigliato. Tutti, a Stratford, invidiavano la famiglia che aveva da poco acquistato la casa, sette mesi prima, che per questo era stata appena terminata ed era chiaramente la casa più stravagante del quartiere.

 

Pur vivendo in una comunità nella quale la maggior parte delle persone li avrebbero associati ad arroganti milionari, i Granger erano tutt’altro. La loro benevolenza e la compassione per la gente era ciò che li distingueva da altri del loro reparto. Il Dottor Edward Granger e sua moglie, Emily, erano l'immagine di una coppia perfetta, e ora una famiglia perfetta, dato che Emily aveva appena dato alla luce una bellissima bambina di appena pochi mesi. Amici e familiari della coppia avrebbero sempre smaniato per la famiglia, raccontando di com’erano stati entusiasti nell’aprire la propria pratica al centro di Londra, una settimana prima e, infine, nell’aver avuto la figlia che avevano sempre desiderato. Erano davvero benedetti.

 

Emily Granger aveva appena finito di mettere la figlia di cinque mesi sul suo seggiolone, cercando di non ricevere dello zucchero in eccesso rimasto ancora sulle dita di lei. La piccola Hermione ridacchiò mentre guardava la sua mamma armeggiare con il grembiule bianco e aggiustare i capelli in una crocchia alla base del collo. Emily sorrise alla figlia e le pizzicò la guancia scherzosamente prima di andare brevemente in cucina per preparare il tacchino, che aveva appena finito di cuocere, sul tavolo. Percorrendo pochi metri giù per i corridoi, bussò alla porta di quercia che portava allo studio e si rivolse al marito, che stava scrivendo sul suo computer.

 

"Edward, la cena!"

 

Egli alzò lo sguardo per un breve momento verso la moglie e la salutò con un sorriso affascinante. Lei sorrise e lo guardò avvicinarsi e darle un casto bacio sulle labbra. "E cosa ha cucinato la mia piccola zucca per noi stasera?", chiese mentre cominciavano una breve passeggiata in sala da pranzo.

 

"Tacchino, contornato con patate e piselli." Rispose lei, arrivando.

 

Lui inalò il profumo inebriante del Tacchino fresco-appena-sfornato e sentì con trepidazione l'acquolina in bocca."Un profumo delizioso, tesoro." Disse alla moglie, mentre lei raggiungeva la cucina.

 

"E per la nostra piccola Hermione ..." Emily si allungò sull’armadio e tirò fuori una scatola di alimenti per bambini che sapeva Hermione adorava, "una varietà di carote "

 

Hermione batté le mani e cominciò a mangiare il cibo con le dita, entrambi i genitori la guardavano con adorazione. Levarono via gli occhi dalla loro figlia con riluttanza e cominciarono i propri pasti, tagliando di conseguenza ogni pezzo di tacchino.

 

"Sta crescendo così in fretta, già mangia il cibo da sola." Disse Emily tirando su col naso. "Sembra solo ieri, stavo tenendo una neonata tra le mie braccia e mi chiedevo quale sarebbe stato il suo nome".

 

Edward la guardò con adorazione, "Ne abbiamo scelto uno bello, non è vero?"

 

Lei sorrise: "Sì. Chi avrebbe mai detto che la tua ossessione per Shakespeare sarebbe tornata utile?"

 

"Certo, non te! Ricordo che minacciavi di bruciare la mia copia di 'Sogno di una notte di mezza estate' dopo che ho accidentalmente chiamato tua madre Hermia." Disse con un sorriso al ricordo.

 

"Era una minaccia meritata. Sai che non mi interessa la lettura ed i riferimenti costanti che fai. L'unica cosa buona che è uscita dal tuo amore per i libri era il nome di Hermione." Disse  scherzosamente, puntando la forchetta contro di lui.

 

Finse lo shock con grande inspirazione, "Be’, non ti ho sentito lamentarti quando ho utilizzato quella nuova tecnica, l'altra sera da ... oh, cos’era ... l’Erotica di una donna?" Emily arrossì mentre chinava la testa , borbottando qualcosa che non riuscì a capire. "Spero solo che Hermione erediti il mio amore per i libri e non la tua abitudine di mordere il labbro inferiore."

 

Sebbene sapesse che lui stava scherzando, teneva ancora una replica pungente sulla punta della lingua sottile. Quella risposta non fu mai proferita, poiché sentirono un gran rumore che sembrava provenire dalla parte anteriore della casa. Nessuno riuscì a capire cos’era quel rumore, ma poterono sentire le voci di ciò che sembravano pochi uomini urlare a vicenda dei comandi.

 

Edward guardò preoccupato sua moglie e le sussurrò, "Prendi Hermione e nasconditi nell'armadio della biancheria".

 

Emily non replicò mentre raccoglieva la figlia dalla sua sedia e la portava nell’armadio. Chiuse subito la porta dietro di loro e si accovacciò sul pavimento, posizionando Hermione di fronte a sé. "Andrà tutto bene, amore..." sussurrò, accarezzando amorevolmente la guancia di Hermione. La bambina le sorrise e Emily sentì una fitta al petto. Aveva un brutto presentimento, ma qualunque cosa sarebbe successa a lei, sapeva di dover proteggere Hermione con la sua vita.

 

Edward afferrò la pistola che aveva nascosto in uno dei tavoli e si diresse al punto in cui provenivano le voci. Sua moglie non aveva idea che possedesse l'arma, ma dopo aver avuto Hermione, voleva che quella casa fosse ben protetta, e se ciò significava una pistola nascosta, allora ne avrebbe comprata una. Era solo una pistola di medie dimensioni, ma era completamente carica e aveva un buon controllo. Si chiese brevemente se gli uomini che si erano intrufolati avevano anch’essi delle pistole con sé. Prese un gran respiro, si nascose dietro la porta d'ingresso e guardò dietro l'angolo dove almeno cinque figure vestite in abiti neri erano in piedi e facevano una sussurrata conversazione. I suoi occhi guardarono per un momento le loro mani e vide che non possedevano delle pistole, ma ciò che sembravano essere sottili bastoncini. Solcò le sopracciglia in confusione, perché avrebbero dovuto portare dei bastoncini?

 

I toni sussurrati ben presto si trasformarono in voci elevate, poiché gli uomini sembravano agitarsi l’uno con l'altro. Edward si tese ad ascoltare, mentre essi cominciavano a discutere.

 

"Il Signore Oscuro ha detto di scegliere una casa e uccidere chiunque vi sia in essa, Codaliscia, non far finta di niente e vai in casa! Egli vuole che il Ministero lo prenda sul serio, e quale modo migliore di uccidere quei innocenti Babbani che sono così desiderosi di proteggere?” disse il più alto degli uomini ad uno che sembrava tremare. Edward non riusciva a non essere confuso alle strane parole che essi utilizzavano. Un Signore Oscuro? Non aveva mai sentito parlare di nulla del genere. E cosa diavolo erano un Codaliscia e un Babbano?

 

Il tremante parlò con una voce con la quale si fece piccolo per la paura, "I-Io lo so, Lucius ... ma perché questa casa? Non li conosciamo, perché dovrebbero morire, per nessuna ragione? Potrebbero perfettamente essere buone persone e-"

 

Il piccolo uomo fu tagliato fuori da una voce che sembrava appartenere a qualcuno con un infezione al naso, "I Babbani non sono delle persone buone, Codaliscia! Ci hanno costretti a nasconderci nella nostra piccola comunità, mentre loro vanno avanti con la loro vita come se tutto andasse bene. Siamo costretti a nasconderci e loro sono fuori a godersi il mondo, pensi davvero che sia giusto?"

“Beh… n-no…”

"Vedo che nutri ancora dei pensieri amorevoli sui Babbani di Potter, impiantati nel tuo debole cervellino." Ringhiò.

 

L'uomo più alto parlò di nuovo, tirando giù il cappuccio per rivelare una criniera di lunghi capelli di platino. "Allora, dobbiamo cercare tutti gli occupanti in casa. Uccidete chiunque trovate, ricordate gli ordini del Signore Oscuro, nessuna pietà. E Piton, è tua responsabilità bruciare questa casa quando finiremo, mentre io lancerò il marchio nero. Apparite direttamente al quartier generale e gli diremo che la missione è compiuta. D'accordo?"

“D’accordo” dissero gli uomini in coro.

Mentre iniziavano a separarsi, Edward seppe che quella era la sua occasione d’attacco. Ne vide uno passargli a destra e sparò con la pistola, colpendo le sue scapole e causandogli un basso gemito che uscì dalla gola. Emily sentì lo sparo dall’armadio e si ritrasse al rumore, ma mantenne l’attenzione nel far sentire Hermione tranquilla. Il ferito che Edward aveva colpito si voltò subito per vederlo puntare ancora una volta la pistola contro di lui.

 

"Fuori da casa mia!" Ringhiò.

 

L'uomo fece un sorrisetto e agitò il suo bastoncino in modo che l'arma volò via dalla mano di Edward e finì sul pavimento, una decina di metri lontana. Edward fissò sconvolto l'uomo, che ridacchiò. "Stupidi Babbani" mormorò agitando la bacchetta una seconda volta, sbattendo Edward contro il mobiletto di porcellana accanto a lui e rompendo il vetro che conteneva la costosa ceramica che lui ed Emily avevano ricevuto come regalo di nozze. La sua visione venne offuscata e alzò la mano per massaggiarsi il retro della testa. Sentì dei passi avvicinarsi a lui e fece appena in tempo a registrare ciò che stava accadendo, quando una bassa voce gridò: “Avada Kedavra!" Una luce verde uscì fuori dal bastone dell'uomo ed Edward non vide più niente.

 

Dentro all’armadio, Emily stava facendo del suo meglio per mantenere la calma. Udì il rumore del vetro rotto, poco dopo il colpo che la pistola aveva sparato e non aveva idea se il marito fosse ancora vivo. Hermione sembrò addormentarsi ed Emily afferrò un asciugamano sopra di lei per posarglielo dietro la testa e accarezzò la sua piccola chioma di capelli color cannella che somigliavano così tanto ai suoi. Fu in quel tenero momento, che la maniglia della porta cominciò a tremare e il suo cuore batté accelerando immediatamente. Fissò la tremolante maniglia della porta e trattenne il respiro. L'inseguitore sembrò aver smesso di cercare e lei si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo. Ma non appena si accasciò su una mensola e chiuse gli occhi, il suono dello scatto della porta che veniva schiusa, le fece riaprire gli occhi e guardare con orrore la porta che si apriva per rivelare un uomo in abiti neri che la guardava con un sorrisetto .

 

"Ehi, ne ho trovato un altro!", gridò con divertimento dietro la sua spalla.

 

Per l'orrore di Emily, si avvicinò un'altra figura ammantata, si fermò accanto a quello ammiccante e guardò con espressione disgustata le sue caratteristiche. "Guarda, ha anche un bambino."

 

Emily gettò un fugace sguardo alla figlia prima di ringhiare contro gli uomini, "Non toccate Hermione."

 

"Oh, non toccheremo lei ... o te, se è per questo." Rispose l'uomo che sogghignava in tono tagliente.

 

Emily dovette sembrare confusa per far parlare l’uomo,"Non ti preoccupare, non sentirai niente."

 

Si sedette, guardando i due uomini per un secondo, prima di fare uno sforzo per parlare. "Dov'è mio marito?" Chiese con un tremito in voce, avendo paura di sentire la loro risposta.

 

Risero entrambi mentre il secondo rispondeva, "Morto, naturalmente."

 

Il colore della sua faccia impallidì, mentre sentiva spuntare le lacrime agli occhi. Non vide alcuna pietà nei loro volti, nessun rimpianto. Come poteva qualcuno parlare di uccidere una persona, con divertimento nella voce? Quello era un gioco per loro?

 

"Penso che dovremmo tirarla fuori dalla sua miseria, non pensi, Goyle?"

"Sì."

 

Emily ebbe appena il tempo di rannicchiarsi o fare un ultimo respiro d’aria preziosa, prima che una brillante luce verde la colpisse in pieno petto. Entrambi gli uomini risero e diressero i loro occhi sulla bambina che aveva appena cominciato a piangere, sulla flaccida figura della madre. Non ebbero alcuna esitazione, quando quello che si chiamava Goyle puntò il bastone verso di lei e gridò le due stesse parole che avevano ucciso i suoi genitori. "Avada Kedavra!" Ma non appena venne gettato l'incantesimo, un tipo di cupola blu opaco si formò attorno alla bambina e riflesse la maledizione volgendosi dritta verso Goyle, mandandolo a volare contro il muro.

 

Gli occhi dell' altro uomo si spalancarono per lo shock, mentre si girava per vedere una gemente figura di Goyle massaggiarsi la testa contro la stufa. Vedendo che era ancora vivo, si girò verso la bambina, la cui cupola era svanita e lo guardava con gli occhi spalancati. Fece l'unica cosa che pensava di poter fare, sparò un'altra maledizione contro di lei. La cupola riapparve immediatamente e respinse ancora una volta la maledizione, ma lui si scansò rapidamente e quella si andò a schiantare contro un vasetto di farina. I suoi occhi erano incollati alla bambina quando apparve una terza figura, quello con i lunghi capelli biondi.

"Che cosa sta succedendo qui?!", gridò.

"La bambina ... l-lei non vuole morire." Spiegò debolmente.

"Cos'è questa sciocchezza, MacNair?" gli urlò il biondo.

MacNair si voltò verso di lui e rispose con quanta calma poteva esserci nella presenza ancora scioccata, "Lei riflette ogni maledizione che le gettiamo... con una sorta di scudo".

 

"Uno scudo?", chiese. Quando MacNair ebbe annuito, si voltò verso la bambina, e sparò contro di lei una semplice maledizione disarmante. La luce rossa rimbalzò dallo riapparire dello scudo, proprio come negli altri casi, ed entrambi gli uomini si abbassarono per evitarla. Essa, invece, colpì la lampada, causandone la rottura a lato dei piedi di Goyle, che piagnucolò al forte rumore. "Oh Signore" fu la sua unica reazione.

 

"Che facciamo, Lucius?" chiese MacNair.

 

Egli parve pensare per qualche momento, fin quando parlò a bassa voce, "Porteremo la bambina al Signore Oscuro, e lui deciderà quale sarà il suo destino".

 

MacNair annuì e andò a riferirlo agli altri. Lucius fece una smorfia mentre raccoglieva la bambina, che si dimenava tra le sue braccia, il suo pianto urlante nelle orecchie. Gridò a Goyle di alzarsi prima di ritornare nell’atrio principale, dove gli altri lo stavano aspettando. Guardarono tutti la bambina, con miste espressioni sui volti, dalla meraviglia al disgusto.

 

"Va bene, torniamo al quartier generale. Piton, evoca il Marchio Nero, mentre io porto la bambina al Signore Oscuro." Gli ordinò Lucius. Piton annuì e si voltò per uscire fuori dalla porta di casa. Lucius si rivolse a Codaliscia, che sembrava fissare il vuoto, "Codaliscia!" urlò, svegliando l'uomo dal suo sogno ad occhi aperti, "occupati della casa." Quello annuì brevemente e Lucius svanì.

 

~*~

 

Casa Riddle era situata su un terreno di proprietà, a pochi chilometri dal paese di Little Hangleton, proprio accanto ad un piccolo cimitero. Era la posizione perfetta per localizzare il quartier generale, per l’ascesa del Signore Oscuro e dei suoi seguaci. Era stato realizzato per appartenere a lui e ai suoi defunti parenti, fino alla loro scomparsa, o meglio, alla loro eliminazione. L'unica preoccupazione era il vecchio custode, il quale era così vecchio, che non aveva cura di controllare la casa a intervalli regolari. Ma quando lo faceva, il mangiamorte più vicino scagliava un semplice incantesimo per allontanarlo.

 

Le buie sale erano piene di fioche candele galleggianti e di ritratti di Salazar Serpeverde insieme alle sue numerose conquiste. Ogni camera era riccamente decorata con arredi di oscuro presentimento e lunghi drappeggi neri per garantire la privacy. Nessuno sapeva realmente perché il Signore Oscuro era così discreto nei suoi movimenti, comunque. Sembrava che stesse pianificando qualcosa in silenzio, senza informarli, mandandoli in qualche missione mentre loro non avevano idea dello scopo a cui servivano. Ad essi non piaceva quell’organizzazione, ma nessuno lo aveva mai detto ad alta voce, per paura delle conseguenze che ne sarebbero derivate se egli avesse saputo che non erano persone affidabili.

 

Lucius apparì nella sala principale e fu sollevato nel vedere che era vuota. Chi immaginava cosa avrebbe potuto fare della sua reputazione il portare un’urlante bambina? In silenzio, si fece strada a passi veloci attraverso gli ampi corridoi, desideroso di buttare via dalle sue braccia la bambina che si dimenava. Arrivò in modo rapido a destinazione e bussò alla porta, bilanciando la bambina sul fianco sinistro. Sentì un sordo "Entra" e aprì spingendo la porta. Il Signore Oscuro stava studiando qualcosa sulla scrivania e alzò il volto, la sua espressione mutò in uno sguardo di profonda confusione quando i suoi occhi caddero sulla bambina tra le braccia di Lucius.

 

"Cos’è?" Chiese, puntando il dito contro la piccola.

"E’ una bambina, signore." rispose subito Lucius.

"So che cos’è!" Urlò egli agitato.

 

"Giusto ... volevo dire, naturalmente, mio Signore.” Armeggiò. "Ciò che intendevo dire è che questa bambina ha respinto tre maledizioni che io, MacNair, e Goyle le abbiamo sparato."

Gli occhi scarlatti del Signore Oscuro si ridussero, "Che vuoi dire, Malfoy?"

 

"Voglio dire, signore, che penso che questa bambina sia magica." Dichiarò Lucius, trovando una sedia libera posta contro il muro e mettendo lì la bambina. Quella si rannicchiò in una palla contro il morbido cuscino, assaporandone la morbidezza e chiudendo gli occhi.

 

"Ti avevo detto di andare in una casa Babbana, Lucius!" Lo disprezzò il Signore Oscuro, spingendo indietro la sedia e alzandosi in piedi per la prima volta.

Lucius rabbrividì al movimento, ma si riprese, "L’abbiamo fatto, mio Signore ... lei è una Babbana.”

 

"Ma è inaudito che una Babbana acquisti competenze così presto." Pensò tra se stesso. Lucius non rispose, ma lo guardò girare intorno alla scrivania e mettersi di fronte alla bambina, sussurrandole cose che non capì. Lo scudo a cui aveva assistito prima, sorse ancora una volta attorno alla bambina addormentata e sembrò respingere delle molli particelle di fumo. Lucius capì che il Signore Oscuro stava usando delle antiche magie proibite per cercare di rompere lo scudo, così rimase in silenzio e osservò.

 

Per quasi un'ora egli stese sopra di lei, borbottando antiche maledizioni all’interno della sua cupola azzurra, sempre con lo stesso risultato. Infine, troppo frustrato per continuare, si alzò in piedi e camminò su e giù per la stanza. Lucius seguì i suoi lenti movimenti, il fluire del suo mantello, la concentrazione dei suoi lineamenti, fino a quando egli si voltò a guardare la bambina con un lampo di decisione negli occhi. Rivolgendosi a Lucius, gli disse, "Lei, ovviamente, dimostra, un certo tipo di magia potente che io stesso non posso spezzare. Quindi, la soluzione è semplice ... l’alleverò io stesso. Diventerà una potente combattente per la nostra parte. Inoltre, dobbiamo avere a disposizione tutto l'aiuto di cui abbiamo bisogno. "

"Signore?" chiese Lucius.

Egli sogghignò appena, "Portala nella camera da letto accanto alla mia. Vorrei seguire ogni suo movimento e ogni suo sviluppo.” Lucius annuì e prese la bambina in braccio ancora una volta, trattenendo una smorfia. Prima che uscisse fuori dalla porta, venne fermato, "Conosci il nome della bambina?"

"Sì, signore, Hermione." Rispose.

"Cerca altre informazioni su di lei e rapportale direttamente a me, hai capito?"

Ricevé un cenno del capo e Lucius lo lasciò, con la bambina di nome Hermione in braccio. Il Signore Oscuro si accomodò sulla sedia in cui lei stava dormendo e chiuse gli occhi. Non era una decisione facile, il prenderla sotto la sua ala. Era una Mezzosangue, dopo tutto. Ma c'era qualcosa nella bambina, ed era ovvio che non poteva disporre di lei, senza piantarla in un orfanotrofio locale. Tremò un po’ ai ricordi rimossi, si raddrizzò un po’ di più sulla sedia. No, lui aveva grandi progetti per lei in futuro, e se essi avessero funzionato, sarebbe diventata la più grande Mangiamorte al suo fianco.

Benvenuta nell’Elite dei Mangiamorte, Hermione.

Ricordo che tutti i crediti vanno al meraviglioso genio di perverted-squirrel alias Shar sul sito http://www.fanfiction.net/s/5010568/1/In_Too_Deep. Io mi sono slo limitata a trasferire e tradurre. questa incredibile storia in italiano. Quindi ditemi che ne pensate. XD

Un ultima cosa! la vera autrice ha scelto e impostato delle tracks per ogni capitolo quindi penso sia carino ascoltarle mentre si legge il capitolo :). Eccovi quella che lei ha scelto per voi: http://www.box.net/shared/zo2vvqgohh

  
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