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Autore: earlysunsets    24/12/2009    6 recensioni
Un brivido per lei, a sentirgli pronunciare il suo nome. Un brivido per lui, nel vederla arrossire in modo così provocantemente innocente.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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« Long Island Ice Tea »

 

Hermione Jane Granger odiava il Natale. Odiava tutta quella falsa allegria, odiava il perbenismo, odiava l’ipocrisia. Odiava dover fingere per un giorno intero di essere felice, che tutto andava bene, quando in realtà non era proprio così.
Quando era ragazzina, quando frequentava Hogwarts e aveva affianco a se i suoi migliori amici, Harry Potter e Ronald Weasley, era abituata a guardare a quel periodo dell’anno come qualcosa di magico –di più magico del solito-, e adorava ogni cosa comprendesse neve, canti natalizi e regali.
Poi, però, le cose erano cambiate. Era arrivata la guerra, e, alla fine, il Signore Oscuro era morto, ma non senza un prezzo: la vita delle due persone a lei più care.
 E la neve improvvisamente era troppo fredda, i canti natalizi troppo allegri, i regali troppo futili. Il calore del Natale congelava, nel suo cuore.

 

Aveva rifiutato l’invito dei signori Weasley di raggiungerli alla Tana per il cenone della Vigilia, e si era rifugiata in uno squallido locale Babbano nel centro di Londra.
Aveva 22 anni, Hermione Granger, un promettente futuro come Auror al Ministero della Magia, ed era inesorabilmente sola.
Il MagicDrunk era un bar piuttosto tranquillo, molto anonimo, in cui servivano un fantastico Long Island, e la ex Grifondoro lo frequentava solo nei momenti di debolezza, quando si sentiva così abbandonata da dover ricorrere all’alcool per sentirsi meglio. Il che accadeva sempre più spesso.
Si aspettava di trovare il locale semivuoto, considerando il giorno e l’orario,  e invece dovette ammettere che non erano poche le persone che, come lei, cercavano di scappare a tutta quella tristezza bevendosi un bicchiere.
Si avvicinò al bancone, sedendosi su uno sgabello, e ordinò distrattamente il drink al barista, che in pochi secondi le servì un cocktail simile in tutto e per tutto a del Thè al limone, solo molto ma molto più alcolico.
Hermione si portò il drink alle labbra assaggiando la dolcezza del rum, gustandosi quella piccola via di fuga dalla sua solitudine, e la sensazione dell’alcool nel corpo non aspettò a farsi sentire: già subito dopo il terzo sorso, era un po’ più leggera, un po’ meno persa.

« Le brave ragazze non dovrebbero bere » Una voce alle sue spalle la fece sobbalzare. Si voltò per cercare di capire chi le avesse rivolto la parola, e si ritrovò davanti agli occhi un uomo biondo, indiscutibilmente molto bello, che la guardava sorpreso e divertito. No, non semplicemente divertito, strafottente. « Se è per questo, Malfoy, le brave ragazze non dovrebbero nemmeno dare retta al lupo cattivo. » E indubbiamente tutti e due sapevano a chi si riferiva.
« Ecco perché stai parlando con me, allora: i serpenti ti piacciono » Rispose con un tono che Hermione interpretò come strafottenza, e credette che lui considerasse una vittoria, trovarla lì, sola, con un bicchiere in mano, la vigilia di Natale; a dire che in fin dei conti non era veramente una strega straordinaria come lei aveva sempre cercato di fargli credere. A dimostrazione che lei, la donna del TrioMiracoli S.p.A, era una persona qualunque,  banale. Anonima.
L’ex Serpeverde ordinò il suo stesso drink e tornò a dedicare la sua attenzione a quella Mezzosangue che aveva sempre disprezzato, deriso e umiliato, e la studiò con uno sguardo che, però, non aveva niente di malizioso o prepotente, ma che invece sembrava scavarle l’anima, sembrava che le urlasse come diavolo aveva fatto a ridursi in quello stato, a perdere in quel modo le redini della sua vita fino a lasciarsi diventare una persona qualunque, banale, anonima.
« E’ tanto che non ci vediamo, Mezzosangue. » Troppo tempo. Anni forse, e Draco stentava a credere a quello che vedeva. La Granger, la piccola e irritante SoTuttoIo che tante volte aveva disprezzato ai tempi di Hogwarts, era diventata una donna, le gambe lunghe e affusolate accavallate elegantemente sullo sgabello, leggermente scoperte da un vestito innocentemente corto;  si permise perfino di indugiare per qualche secondo sui seni, piccoli ma sodi, che si intravedevano tra le forme del vestito nero.
« Malfoy, potresti risparmiarti di usare quell’epiteto con me. Sai che non apprezzo. » Una volta forse, in un'altra vita, si sarebbe arrabbiata per quel soprannome volgare e decisamente carino, ma i tempi erano cambiati, lei era cambiata, e ormai perfino dimostrare agli altri che il suo sangue non poteva essere motivo di discriminazione non le interessava più.
Voleva solo finire il suo Long Island, tornare a casa e dormire fino al 26 Dicembre, quando tutta quella messa in scena sarebbe finita.
« E’ solo un soprannome, Granger. Non scaldarti troppo.
Piuttosto, che cosa ci fai in un posto come questo, la vigilia di Natale? » Era semplice curiosità la sua, non c’era alcuna presa in giro, ed Hermione apprezzò moltissimo che non le facesse pesare la sua disperazione.
« Lo stesso che fai tu, Malfuretto: bevo. » Le venne quasi da ridere, ripensando all’occasione in cui il biondo si era guadagnato quel soprannome, che stranamente era così adatto a lui. Suonava tanto bene.
Malfoy non sembrò curarsi particolarmente del modo in cui l’aveva apostrofato, piuttosto tirò fuori qualche sterlina e le porse al barista, pagando il drink anche per lei. « Vieni a fare due passi. » Non era una domanda, quella, e nonostante solitamente non si sarebbe lasciata dar ordini da uno come lui, quella sera decise di seguirlo. Senza sapere il perché, prese semplicemente la giacca e lo seguì fuori, sotto la neve che scendeva a fiocchi leggeri, in quella Londra Babbana così insopportabilmente natalizia.

 

Camminarono per alcuni minuti in silenzio, ed Hermione sentiva perfettamente lo sguardo di Draco –no, di Malfoy- che la studiava con attenzione, che le oltrepassava l’anima.
« Dicono che tu ti stia lasciando andare, Granger » La voce arrivò calma e controllata, come se quella fosse una semplice constatazione, anche se lei sapeva che era, invece, una tacita domanda di spiegazioni. Come se lei gli dovesse qualcosa, come se a lui interessasse qualcosa.
« Non sono affari tuoi, questi, Malfoy. » Rispose, a denti stretti, voltandosi verso di lui per guardarlo negli occhi. Si rese conto solo in quel momento di che genere di uomo fosse diventato, di quelli che non riesci proprio a smettere di guardare, di quelli che ogni donna vorrebbe avere; con i capelli biondi leggermente umidi per la neve che scendeva, il bel fisico avvolto da un lungo cappotto nero di quelli pregiati, quelli fatti apposta per i ricchi. Si chiese come potesse uno come lui essere solo, e subito dopo le venne in mente che lui era un Malfoy. I suoi genitori erano ad Azkaban, e non era certo il tipo da fidanzata fissa. Ovvio che fosse solo, ma probabilmente la cosa non gli creava particolare disagio.
« Oh, invece lo so. Mi infastidisce parecchio pensare di essere stato battuto a tutti i test scolastici da una stupida mezzosangue che non è riuscita a combinare praticamente nulla, nella sua vita. E’ piuttosto deprimente. » Hermione era rossa in viso, per la rabbia e per la vergogna. LUI si permetteva di farle una ramanzina? LUI? Draco Malfoy??? Le vennero in mente almeno un centinaio di insulti, ma nemmeno l’odio che provò in quel momento verso di lui potè sostituire quello che invece sentì verso di sé.
« I MIEI MIGLIORI AMICI SONO STATI UCCISI! » Glielo urlò quasi in faccia, come se lui non lo sapesse, come a ripeterglielo, a convincere lui e se stessa che non era colpa sua, che quella vita era solo una conseguenza della morte delle persone a lei più care.
« Tu invece ti sei salvata, e sei viva. E dovresti vivere anche per loro, invece di perdere il tuo tempo ad autocommiserarti, Mezzosangue.» Sembrava così calmo e pacato che la ex Grifondoro rimase in silenzio per qualche secondo, respirando affannosamente.
« Sono sola al mondo, Malfoy. » Rassegnata, stanca, impaurita.
A Draco parve come una bambina, che ha bisogno di essere presa per mano ed accompagnata tra le strade della vita, perché ha paura di perdersi, ha paura di sbagliare, di soffrire. Si chiese come aveva fatto a non vederla mai così, prima. Era stato cieco, o forse pazzo.
Le si avvicinò, lentamente, come se fosse un gattino che temeva di spaventare. Portò una mano a spostarle un ciuffo di capelli dietro l’orecchio, e sorprendentemente lei non fece obiezioni, non si ritrasse, rimase semplicemente lì, immobile, aspettando.
« Si nasce e si muore soli, Hermione. Ma è quello che ci sta in mezzo, che conta. » Un brivido per lei, a sentirgli pronunciare il suo nome. Un brivido per lui, nel vederla arrossire in modo così provocantemente innocente.
E poi un solo, lungo bacio.

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Prima di tutto: BUON NATALE!
Sono tornata a scassarvi l'anima con una Shot natalizia, non è un granchè ma mi andava di scriverla. Pensare che io detesto questo periodo dell'anno, ma sono un caso a parte xD E' dedicata a Lavie&Julie, le mie vite (L) che come me amano alla follia questa coppia.
Il vestito che immaginavo per Herm è questo, senza cerchietto u.u
Che dire? Mi piacerebbe ricevere tanti commentini -anche critiche, ben vengano-, e niente. Buon Natale ancora.
Baci, Sà.

  
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