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Autore: Scarcy90    24/12/2009    19 recensioni
[Spin-off della storia "Il Figlio Della Prof"]
Questa è una piccola One-Shot in cui viene raccontato il primo Natale di Massi e Vale, la loro situazione subito dopo gli avvenimenti di Padova.
-Quando siamo insieme torniamo ad essere Massi e Vale, sempre. Qualunque cosa accada riusciremo sempre a tornare insieme.
Mi fissò negli occhi e mi sentii sciogliere mentre le lacrime cominciavano a rigarmi il viso.
-E’ il nostro destino, Vale-, continuò con un sorriso meraviglioso, dolce… pieno d’amore. –Non ti libererai mai di me, non ci sperare.-

Comprende anche una seconda One-Shot con Vale e Massi da bambini... Si intitola "Sogno di Bambina"... ^^
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il Figlio Della Prof Serie's '
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Il Nostro Amore Segreto
Questa One-shot è in realtà una spin-off della mia storia "Il Figlio Della Prof", ma comunque non dovete aver letto la storia principale per capire questa.  


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Il Nostro Amore Segreto
 
 Ero stesa sul mio letto a fissare il soffitto mentre sentivo mia madre che parlava al telefono con mia zia.
 Era incredibile! Un intero camion di parenti era appena andato via da casa mia e finalmente potevo respirare per un attimo.
 Era sempre stato così, fin da quando ero nata. Le feste di Natale si passavano a casa di una delle tre figlie di mia nonna, e quest’anno era il turno di mia madre. Quindi la mia casa era stata invasa da una ventina di persone pronte a far fuori il pranzo di Natale preparato da me e mamma.
 Il venticinque dicembre era sempre stato così e dubitavo che quella tradizione sarebbe mai cambiata.
 Non mi ero mai lamentata perché per me il periodo delle vacanze natalizie era uno dei più belli in assoluto: non c’era scuola, non c’erano interrogazioni. Relax, solo relax.
 Però adesso c’era un motivo per cui cominciavo ad odiare le vacanze natalizie. Quel motivo era Massimiliano Draco, il mio ragazzo.
 Senza la scuola lui ed io non potevamo vederci, e questo mi stava distruggendo.
 Ormai non ero neanche sicura che la nostra si potesse definire una relazione. Certo ero stata io a creare tutta quella situazione di segretezza per evitare che sua madre, la mia professoressa di Scienze, scoprisse che stavamo insieme ma… ma… Io non ce la facevo più a stare senza vederlo, non dopo che ne avevo passate così tante per farlo diventare mio.
 Proprio in quel momento squillò il cellulare, lo presi stancamente o lo portai all’orecchio senza neanche guardare il display.
 -Pronto?-
 -Vale… Stai bene?-
 Era Amy, una delle mie migliori amiche. Come al solito aveva capito subito che c’era qualcosa che non andava nella mia voce e sinceramente ero troppo stanca e distrutta per trovare una scusa che potesse convincerla a non approfondire.
 -No, non sto bene-, sentivo le lacrime che salivano verso i miei occhi, ma riuscii a ricacciarle indietro. Non piangevo mai davanti ad altri, e anche se ero al telefono con la mia migliore amica, non avrei lasciato alle lacrime la possibilità di vedere la luce. –Mi manca, ed è da una settimana che non lo vedo.-
 -Lo so che ti manca-, iniziò Amy con tono comprensivo. –Non c’è stata proprio occasione per potervi vedere? Dopotutto oggi è Natale.-
 Sospirai sconsolata e mi misi a sedere.
 -Sarà anche Natale ma io avevo il raduno di parenti da me e anche Massi era impegnato con la sua famiglia. Non siamo proprio riusciti a trovare un modo per vederci.-
 -Capisco ma non devi stare giù per questo, vedrai che un modo per incontrarvi lo troverete. Massi ti ama troppo per starti lontano ancora a lungo.-
 Amy si lasciò sfuggire un risolino ma come sempre io non riuscivo ad essere ottimista. Non sempre l’amore era abbastanza forte, e a quel punto non potevo neanche essere così sicura dell’intensità dei suoi sentimenti verso di me.
 Ad un tratto mia madre fece capolino nella mia stanza.
 -Vale c’è una tua amica alla porta.-
 Rimasi un attimo interdetta. Una mia amica? Chi?
 -Arrivo-, dissi sempre più sorpresa. –Amy, devo andare. Ci sentiamo in questi giorni.-
 -Va bene, fai gli auguri alla tua famiglia da parte mia.-
 -Certo.-
 Riattaccai il telefono e scesi giù con il cervello che lavorava febbrilmente.
 Una volta nell’ingresso mi ritrovai davanti al sorriso sgargiante di Sabrina, una delle mie più care amiche, ma anche la più recente.
 -Ciao-, disse lei con calma.
 -Ciao-, risposi io sospettosa. –Come mai sei qui?-
 -Sto andando al cinema con un paio di amiche e mi stavo chiedendo se volessi venire con noi.-
 Okay, qui c’era qualcosa di strano. Prima di tutto da quando in qua Sabrina aveva delle amiche che io non conoscevo? E seconda cosa: come mai aveva deciso di chiederlo proprio a me di andare con lei?
 -Vale, ci sei?- mi chiese lei divertita.
 No, non c’era affatto. Non c’ero perché ero consapevole che Sabrina mi stava nascondendo qualcosa.
 -Fossi in te accetterei il mio invito-, cercò di convincermi lei.
 Ci pensai un attimo. Dopotutto non mi costava niente e comunque non avevo altri impegni per la serata. Annuii con calma e corsi di sopra a prendere la borsa e il cappotto.
 Avvisai i miei della mia uscita improvvisa e seguii Sabrina fuori da casa mia.
 Mi diressi decisa verso la sua Opel Corsa nera quando lei mi fermò per un polso.
 -Credo che tu debba salire su un altro veicolo-, era sempre più divertita.
 -Ma di che stai parlando?-
 Il suo sorriso era sempre più sospetto.
 -Seguimi e basta.-
 Mi trascinò in fondo alla strada e quando svoltammo l’angolo lasciò andare il mio polso ma ormai non pensavo più a lei o al fatto che mi avesse quasi staccato un braccio. Non avevo più motivo di perdermi in discussioni inutili, perché davanti ai miei occhi in quel momento c’era l’unica persona al mondo che avrei voluto vedere.
 -Scusa il ritardo, ma mi ci è voluto un po’ per trovare il modo di incontrarci.-
 -Massi…-, mormorai incredula.
 Era Massi. Il mio Massi. In piedi, appoggiato a quello che doveva essere il SUV grigio metallizzato di suo padre.
 -Pensavi che avrei lasciato passare questo giorno senza vederti-, mi dissi con il suo solito sorriso sghembo, quello con il quale si prendeva sempre gioco di me. Il sorriso che in passato avevo odiato con tutte le mie forze e che adesso amavo così tanto.
 Non risposi. Non avevo frecciatine da lanciargli o commenti acidi da spendere. Volevo solo… lui.
 Mi lanciai verso Massi e quando lo raggiunsi lo strinsi con tutte le forze che avevo, finché non sentii il suo cuore battere contro il mio orecchio poggiato sul suo petto.
 -Mi sei mancato-, sussurrai con un filo di voce. Non ero tipo da smancerie e non avrei mai creduto che un giorno avrei pronunciato una frase del genere, ma… Mi era mancato, sul serio! Come l’aria. Come l’acqua. Come il sole.
 Lui mi strinse a lui e cominciò a cullarmi.
 -Non ce la facevo più. Avevo bisogno di vederti.- La sua voce era bassa e dolce, era una voce che non gli apparteneva o forse ero io che non l’avevo mai notata. Forse non avevo notato la dolcezza che metteva quando parlava con me.
 Alzai lo sguardo ed incontrai finalmente i suoi luminosi occhi verdi. Vederli di nuovo, finalmente, mi aveva creato una specie di scompenso cardiaco. Il mio cuore accelerava e decelerava senza che io riuscissi a controllarlo.
 -Sabrina mi ha dato una mano e adesso ci ha lasciato da soli.-
 Sbattei le palpebre confusa e voltandomi vidi che Sabrina non c’era più. Quanti monumenti avrei dovuto far erigere in onore di quella ragazza? Ormai avevo perso il conto.
 -Allora-, cominciò Massi sorridendo. –Cinema? Che ne dici?-
 Lo guardai e le parole non arrivavano alla mia gola. Ero talmente felice di vederlo che non riuscivo neanche a parlare. Annuii con un sorriso.
 Lui si allontanò da me e mi guardò ancora una volta sorridendo.
 -Andiamo allora.-
 Si staccò completamente da me e si voltò per dirigersi verso il SUV. Fu in quel preciso istante che capii quanto davvero mi fosse mancato il calore del suo corpo in quei giorni in cui eravamo stati costretti a restare lontani.
 Agii d’impulso.
 Allungai una mano e afferrai il suo braccio per il cappotto. Massi si bloccò.
 -Aspetta un attimo-, lo supplicai con un filo di voce.
 Lui si voltò con aria preoccupata ma non gli lasciai neanche il tempo di pronunciare una sillaba. Portai le mani sulle sue spalle e alzandomi sulle mezze punte raggiunsi all’istante le sue labbra con le mie. Approfondii subito il bacio, l’urgenza che avevo di sentire quel contatto con lui era quasi dolorosa, e la sua bocca era l’unica cura per quel male che mi stava divorando.
 Dopo un attimo di smarrimento, Massi mi attirò ancora più a sé per permettere ai nostri corpi di aderire perfettamente l’uno all’altro. Mi strinse con forza e rispose al mio bacio con talmente tanta foga che capii perfettamente quanto anch’io gli fossi mancata.
 Non riuscivo a trovare la forza di far terminare quel bacio. Ogni volta che provavo a staccare le mie labbra dalle sue, avvertivo ancora quel doloroso senso di vuoto e ricominciavo quel bacio da capo, come se avessimo appena iniziato.
 Le sue mani grandi e forti mi tenevano ancorata a lui, e le mie mani, dietro al suo collo, avvertivano i suoi capelli biondi scivolare delicatamente sulla mia pelle.
 Il bacio giunse lentamente a termine e solo in quel momento mi resi conto di avere il fiatone. Un fiatone davvero imbarazzante, come se avessi corso per chilometri, mentre il mio cuore era in procinto di esplodere.
 Mi staccai da lui e guardai subito a terra imbarazzata, mentre le sue mani restavano sui miei fianchi per impedirmi di allontanarmi anche solo di un millimetro.  
 -Scusami se ti sono saltata addosso in questo modo ma…-, Oddio, perché stavo parlando? Da dove stavano uscendo quelle parole? Non bastava la figura che avevo fatto, dovevo anche peggiorare la mia precaria situazione?
 Alzai lo sguardo e sentii gli occhi riempirsi di lacrime appena incontrarono i suoi, verdi e ancora colmi di desiderio.
 Con Massi riuscivo sempre ad aprirmi, ad esternare tutto quello che con gli altri tenevo chiuso nel mio cuore. Non sapevo come facesse ma riusciva a farmi essere davvero me stessa.
 Ricacciai indietro le lacrime e continuai.
 -In questi giorni non ci siamo mai visti, e anche per telefono non è che abbiamo parlato più di tanto. Questo mi ha fatto sentire quasi abbandonata. Come se non ci fosse mai stato nulla tra noi, come se il fatto di restare separati mi allontanasse sempre più da te.-
 Non sapevo dove avevo trovato il coraggio per confessare tutti i miei sentimenti, tutte le sensazioni e i presentimenti che in quei giorni mi avevano attanagliato il cuore.
 Massi mi guardò ancora per un secondo e poi sospirò scuotendo la testa.
 -Ah, Vale. Cosa devo fare con te?-
 Sbattei le palpebre confusa mentre lui infilava una mano nella tasca del suo cappotto e ne tirava fuori un pacchetto con un bellissimo fiocco rosso sopra.
 -Volevo dartelo dopo il cinema e una cena magari, ma visto che hai ancora certi pensieri meglio chiarire subito la situazione. Aprilo.-
 Aggrottai la fronte sempre più confusa e presi il pacchetto. Lo scartai con mani tremanti mentre Massi non si perdeva un solo istante.
 Era un cofanetto, il cofanetto di una gioielleria!
 Alzai lo sguardo e gli occhi di Massi mi invitarono ad andare avanti.
 Presi un respiro e lo aprii. Rimasi un attimo attonita dal contenuto del cofanetto: un bracciale. Era un bellissimo bracciale in oro bianco con un unico e semplice ciondolo. Il ciondolo era una “V” con un piccolo brillantino sulla parte superiore.
 Non avevo parole, non sapevo che dire.
 Massi prese il bracciale e poi con delicatezza prese la mia mano sinistra. Alzò un po’ la manica del mio cappotto e agganciò il braccialetto intorno al mio polso mentre io ancora stentavo a formulare un pensiero di senso compiuto.
 -Quando siamo lontani-, cominciò Massi togliendosi la sciarpa che aveva intorno al collo. –Siamo tu ed io, separati. Due persone che neanche si dovrebbero conoscere e che nessuno deve vedere insieme…-
 Sbottonò il primo bottone del cappotto e anche un paio di bottoni della camicia che aveva sotto.
 In quel momento la vidi, una catenina in oro bianco con un ciondolo: una “M” con un brillantino sulla parte superiore! Era identica alla mia “V”.
 Prese di nuovo la mia mano sinistra.
 -Quando siamo insieme però…-
 Posò la mia mano sulla pelle calda del suo petto, e i due ciondoli si ritrovarono vicini, l’uno accanto all’altro, in una perfetta armonia.
 -Quando siamo insieme torniamo ad essere Massi e Vale, sempre. Qualunque cosa accada riusciremo sempre a tornare insieme.-
 Mi fissò negli occhi e mi sentii sciogliere mentre le lacrime cominciavano a rigarmi il viso.
 -E’ il nostro destino, Vale-, continuò con un sorriso meraviglioso, dolce… pieno d’amore. –Non ti libererai mai di me, non ci sperare.-
 Sbattei le palpebre mentre un sorriso faceva capolino sul mio volto.
 Lui mi strinse di nuovo a sé e io mi lasciai cullare da quell’abbraccio, piena di emozioni e di felicità.
 Avvicinò la bocca al mio orecchio e con una voce quasi sovrannaturale bisbigliò: -Ti amo, e questo non cambierà mai.-
 Potevo desiderare un Natale migliore di quello?
 Sarebbe stato sicuramente impossibile avere di meglio.





***L'Autrice***
Salve a tutte e BUON NATALE!!! (Lo so che è ancora la vigilia ma a me piace fare gli auguri di Natale!)
Allora, spero proprio che questo piccola storiella vi sia piaciuta, l'idea mi è venuta ascoltando per caso "Segreto" di Alessandra Amoroso. Stranamente mi sembrava proprio adatta alla situazione di Massi e Vale.
 Comunque era giusto un modo per fare gli auguri e ringraziare tutte le persone che in questi mesi mi hanno seguito e hanno seguito soprattutto le vicende di Massi e Vale ne Il Figlio Della Prof.
Auguro a tutti un felice Natale e un fantastico 2010!
Un bacio a tutti, e un bacione enorme alla mia Chiara! XD

Ciao Kiss!
Francesca
   
 
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