A Broken Life
Summus
ius, summa iniuria
La più grande giustizia, è la
più grande ingiustizia
Cicerone
Mi hanno sempre insegnato a perdonare gli altri... ad essere pietoso
dinanzi a chi chiede perdono, ignorare tutti i mali che ho subito...
ma stavolta è diverso, non posso perdonarlo ; avrei voluto
farmi
giustizia da solo...
Invece, adesso, sono qui, con il carnefice di mai figlia, che mi
guarda supplicante, sperando in un'assoluzione.
Se lo perdono adesso, farà solo qualche anno di galera, ed
uscirà,
mentre io non avrò trovato pace e non scomparirà
l'amara
consapevolezza di aver vissuto venticinque anni senza la mia bambina
per colpa sua.
La mia piccola... Sfortunata, molto...
Troppo quello che ha dovuto sopportare, troppo poco quello che ha
vissuto.
Purtroppo, il mio piccolo tesoro ha incntrato l'inettitudine,
l'incapacità, l'indifferenza, il Male sulla sua strada, che
si è
interrotta il 25 dicembre 1984...
“Io
e mia
moglie eravamo in sala d'attesa, da più di tre ore.
Lanciavamo delle
occhiate alla porta della sala operatoria, sperando che la nostra
bambina uscisse viva da lì. Desideravo ardentemente vederla
sorridere e abbarcciarla.
Camminavo
avanti e indietro nella saletta asettica, quasi a voler consumare lo
spesso pavimento di linoleum. Anne, nervosa, reggeva in mano il
“suo”
pacco regalo, rischiando di farlo cadere, a causa del tremore.
Mi sedetti
accanto a lei cercando di calmarla.
«Ho
paura» sussurrò in lacrime.
«Andrà
tutto bene» eccola... la frase che ero costretto a ripetere
ad ogni
singola operazione, quella maledetta frase che ci ripetevano i
medici, gli infermieri...
...poi,
il dottore usciva dalla porta, scuotendo la testa, togliendosi i
guanti tinti del sangue di nostra figlia, dicendo che non c'era
niente da fare...
Cambiavamo
ogni volta ospedale, eravamo arrivati in Germania per trovare
qualcuno specializzato per quella malattia, rara, imprevedibile...
incurabile, fino ad allora...
Sospirai,
coprendomi il volto con le mani.
Ciò
di che di più bello e prezioso la vita potesse offrirmi,
poteva
sparire da un momento all'altro, come se fosse stata soltanto un mero
frutto della mia immaginazione.
La
vita di mia figlia era come una foglia nel periodo autunnale, spenta
della sua vetalità, pronta a cadere al minimo soffio di
vento nella
direzione sbagliata...
E
l'unica cosa che la teneva in vita era la speranza, diperata, come
quella di Pandora, quel filo che la legava alla vita come un
salvagente per un naufrago, una fune per chi cade, la voglia di
continuare a vivere anche quando tutto sembra perduto.
In
quel momento, la porta si spalancò.
Ci
voltammo di scatto.
Il
chirurgo era fermo sulla soglia della sala, ancora con mascherina sul
volto e bisturi in mano.
Ci
avvicinammo per saper l'esito dell'operazione.
«Dottore?»
lo chiamò timidamentemia moglie. Non rispose.
Lo
scrollai, e il bisturi gli cadde di mano.
E
allora capii : lo sguardo vacuo, la mano malferma e tremante, la voce
impastata, l'alito che sapeva di alcool.
Ebbi
un tuffo al cuore, capendo che il mio piccolo fiore si era spento.
«Ha
smesso di soffrire» disse lui, sconnessamente.
Ed
una rabbia cieca s'impossessò di me.
Una
debolezza umana. Che avrei giustificato in un altro frangente... ma
non ora...
Un'
altra debolezza umana è l'ira... ma, per me, in quel momento
era del
tutto giustificata”
«Assolto!»
sobbalzo al colpo di
martello del giudice, che mi riporta a quest'aula di tribunale.
«Cosa?»
spero di essermi
sbagliato.
«L'hanno
assolto!» dice dura
mia moglie. Da quel giorno è sempre rimasta così.
Mi alzo, scioccato.
Io, che da
venticinque anni, ho confidato nella giustizia, non vengo ripagato,
non ho vendicato la mia bambina.
L'imputato sta venendo
verso di
noi, stringe la mano al suo avvocato. Mi si avvicina e sussurra,
quasi divertito! «Ha smesso di soffrire».
Allora tutta la rabbia
accumulata
in questi anni, si scarica su di lui, che ha avuto anche il coraggio
di sbeffeggiarmi.
Mi allontanano da lui,
che
tenendosi la guancia, mormora “folle”.
No... il folle
è lui, che gioca
con la vita degli altri, che si diverte ad uccidere le persone.
E, quel non ha ucciso
solo lei,
ma anche me, Anne...
Ma lui non
è stato punito,
perchè, purtroppo, bisogna chinare il capo dinanzi alla
società
moderna, corrotta, comandata da chi ha denaro...
Perchè il
dio denaro, per gli
altri, vale più della vita della mia bambina...
Eccomi qui XD... si,
so cosa pensate ("chi
la conosce questa??? O.O") questa
è la prima one-shot che pubblico tra gli originali, tutte le
altre storie
(o schifezze,
come preferite U.U) sono nella categoria di
Twilight.
Questo è
un modo per farvi i miei auguri di Buona Vigilia di Natale... per me
molto triste (non mi hanno preso il disco dei Muse T_T), ma dopotutto,
lo otterrò.... Dopotutto, io sono The Resistance ^ ^
Auguri a tutti quanti!!!!!! (Mi sembro Babbo Natale... o Francesco Totti)
Ciao ciao!!!!!!!!!