Auguri
a tutti!
Intanto
preciso che codesta cosetta è il mio regalo di Natale
per
le mie adorate colleghe leggendarie Delia e Luana ^^
Tanti
auguri e viva i Sannin!
Canto
di Natale
“Finalmente!”
tuonò a squarciagola il vocione rumoroso (fin troppo, per
essere quello del
bambino che era) di Jiraya mentre il ragazzino incrociava le braccia
dietro la
nuca con un sorriso malandrino dipinto sul viso tondo. Tsunade ed
Orochimaru,
al suo fianco, si limitarono l’una a scuotere la testa e
l’altro ad ignorarlo,
come al solito. “Il
maestro Hiruzen quando ci si mette è davvero una lagna,
eh?” insistette quindi
nel tentativo di provocare una qualunque reazione nei suoi taciturni
compagni,
disturbandosi a buttar subito giù le braccia dalla loro posa
‘figa’ solo per
potersi voltare a guardarli speranzoso neanche fosse un cagnolino cui
stessero
richiedendo un numero esageratamente complicato prima di concedergli il
meritato osso. “Era proprio ora che ci desse questi benedetti
giorni di pausa
dagli allenamenti, no? Ormai fa troppo freddo comunque per allenarsi
come si
deve, e poi è periodo di feste e regali!”
C’era
una cosa che io desideravo.
“E
piantala,
brutto rospo!, se il maestro ti ha sgridato è
perché ne aveva tutte le
ragioni.” si costrinse finalmente a rispondergli la bionda,
agitando i suoi due
lunghi codini in un moto di stizza. “…Rompersi una
mano solo per poter fare
vacanza… una cosa così idiota avresti potuto
farla solo tu!” aggiunse poi,
aggrottando la fronte proprio come avrebbe fatto sua madre sgridando
Nawaki, la
perfetta copia di un’adulta. Quasi
perfetta.
“Oh,
andiamo, è inutile che t’atteggi, Tabula Rasa! Lo
so che le vacanze le vuoi
anche tu…” ribatté subito Jiraya,
mentre Orochimaru sembrava continuare a non
dar minimamente segno di star seguendo i loro discorsi (sembrava… e intanto
con
la coda dell’occhio non riusciva a perdersi nemmeno una
virgola di quel dialogo
così normale fra loro)
“magari come
regalo potresti chiedere che ti cresca qualcosa su quella tavola
piallata che
ti ritrovi al posto del seno, eh?”
Tsunade digrignò i
denti e strinse i pugni lungo i fianchi, cercando di intimarsi la calma
e la
fierezza degne dell’adulta che, come le aveva appena
ricordato Jiraya rigirando
dolorosamente la sua manaccia ingessata nella piaga, non era ancora.
“Magari tu
potresti chiedere un grammo di cervello, ti farebbe molto
più comodo.” sibilò
quindi di rimando voltandosi dall’altra parte con aria offesa. Per
tutta risposta Jiraya si lasciò andare
ad una sonora risata divertita, portandosi le mani
all’altezza dello stomaco
platealmente e finendo col mugolare dal dolore quando riuscì
a far sbattere la
mano ferita contro il porta kunai che si era allacciato troppo in alto.
Buffone…
“E
dai, non fare l’offesa
adesso..!” prese quindi ad implorarla il ragazzino cercando
di muoverla a
compassione senza alcun successo, solo per invocare infine
l’aiuto di
Orochimaru che, accanto a loro, continuava a far finta (finta!)
di niente. “Ehi, Genio,
diglielo anche tu..!”
Una
cosa che delineai nella mente:
“Dirle
cosa,
zuccone?” replicò il moro ostentando la gelida
noncuranza che aveva (e
probabilmente avrebbe) sempre riservato ai suoi compagni di squadra,
così…
troppo caldi per lui, tanto che a
volte avvertiva la destabilizzante sensazione di essere sul punto di
sciogliersi e sparire (eppure non era una brutta sensazione).
Jiraya,
ne era certo
nonostante non lo stesse guardando direttamente in faccia,
rovesciò gli occhi
verso il cielo in una ‘muta’ protesta condita di
borbottii a mezza voce di
difficile comprensione. “Di piantarla di fare la cinquantenne
sull’orlo della
menopausa e di ammettere che ho ragione!” si concesse di
replicare infine in
modo intellegibile, guadagnandosi una gomitata in mezzo alle costole
dalla
ragazza che pure continuò ostinatamente a guardare
dall’altra parte.
Orochimaru si limitò a
concedersi un ghigno divertito prima di sibilare un “Piantala
di fare
l’esagitato e di disturbare il prossimo, Jiraya.”
al compagno di squadra che per tutta risposta sbarrò gli
occhi teatralmente
mentre già iniziava ad avvampare di stizza. Era un piacere
per gli occhi starlo
a guardare in certe situazioni. “Ma…Ma…Ma
insomma! Brutta vipera che non sei
altro, questo è alto tradimento!”
riuscì a protestare quello dopo qualche
istante di tentennamenti increduli, riuscendo finalmente a far tornare
Tsunade
a guardare dalla loro parte mentre lui sollevava un sopracciglio,
divertito. “Alto
tradimento?”
“Si,
alto tradimento! Altissimo!” esclamò
infervorandosi Jiraya una volta certo di
avere l’attenzione di entrambi. (Esibizionista…)
“Nei confronti dell’illustre sottoscritto e dello
spirito delle festività!”
dichiarò con aria solenne ed un’espressione tanto
buffa che Tsunade parve
dimenticare di avercela con lui per mettersi a ridere. Orochimaru, dal
canto
suo, non poté far altro che domandare in tono serio
“Esiste una cosa del
genere?” pregustandosi la sua sicura obiezione.
“Certo che
esiste! Come
diamine potete essere così ingessati, tutti e due?! Tsunade!
Orochimaru! È festa, ci
sono i regali! Deve esserci
qualcosa che vogliate con
tutti voi stessi!” replicò infatti
l’altro, un’espressione così
tanto convinta dipinta sul viso da costringere addirittura
lui
a prenderlo sul serio per qualche secondo. Qualcosa
che voglio con tutto me stesso..?
“Quello che voglio
lo otterrò da me.” replicò
saggiamente Tsunade dopo qualche secondo, lasciando Orochimaru al
centro
dell’attenzione, con due paia d’occhi puntati su di
lui, in attesa. “…nulla
che si possa regalare.” bisbigliò
infine lui, addolcendo il suo caratteristico ghigno al verso
insoddisfatto di
Jiraya ed al conseguente rimprovero di Tsunade.
un
luogo dove tutti sorridessero...
...dal
quale nessuno si allontanasse.
“…sapete
che vi
dico? Siete due palle, sempre lì a mettervi in mostra, non
vi sopporto più,e—!”
prese ad inveire Jiraya, spazientito, aumentando la velocità
dei suoi passi per
distanziarsi dagli altri due che avevano preso a sogghignare con aria
di
scherno verso di lui, le braccia di nuovo incrociate dietro la nuca in
una
delle sue pose preferite, per fermarsi soltanto quando, avendo ormai
messo fra
loro una buona distanza, si voltò quel tanto che bastava a
mostrar loro una porzione
paonazza del suo viso imbarazzato mentre sussurrava “Tanti
auguri a entrambi”
con sentimento.
Tutto
questo...
...c’è
davvero.
N.B. La frase in Mincho
viene da Fruits Basket,
4° volume. Amo quel fumetto.