Chiaro di luna
Vorrei avere un angelo
Per un momento d'amore
Vorrei avere il tuo angelo stanotte
Nel cuore di un giorno morente
Ho fatto un passo fuori, un cuore innocente
Preparati ad odiarmi cadi quando per me sarà possibile
Questa notte ti ferirà come non mai
[…]
Il più grande brivido
Non uccidere
Ma avere il premio per stanotte
Ipocrita
Che ti dimostri amico
Tredicesimo discepolo che mi ha tradito per nulla!
Ultima danza, primo bacio
Il tuo tocco la mia beatitudine
La bellezza è sempre accompagnata da pensieri oscuri
Nightwish - Wish I Had An Angel
Capitolo 1
- The sound of hearth
Il giovane cavaliere Jedi osservava dalla nave ammiraglia le
stelle estendersi a perdita d’occhio ad una velocità impressionante.
Ma quelle stelle non correvano quanto il suo cuore. Stava
tornando da sua moglie, stava tornando a casa.
La guerra lo aveva tenuto lontano più di un cinque mesi. La
guerre dei cloni non faceva altro che allontanarlo dalle persone che amava,
anche se doveva ammettere che il suo rapporto con Obi-Wan era parecchio
migliorato, meno idilliaco per lo meno.
Senza ombra di dubbio il giovane cavaliere sapeva che era
tutto merito del suo maestro che negli ultimi tempi, quasi lo sopportava.
Lo aveva ammesso più volte a se stesso che il suo carattere
era più che irritante, ma non poteva farci nulla.
Obi-Wan sbadigliò rumorosamente.
< Ma spegnila quella luce… Spegnila!!> disse ridendo
il suo ormai ex maestro tirandogli il cuscino che atterrò proprio sulla faccia
di Anakin.
Quest’ultimo alzò un sopracciglio divertito e aumentò
l’intensità della luce.
< Ma vuoi andare a dormire??!!>
< Non ho sonno…>
< Visto il sorriso che hai da stamattina deduco tu sia
felice di tornare a casa!>
< Già… > l’immagine dell’amata si materializzò nella
mente del cavaliere che non fece altro che sospirare < Ben?> raramente
Anakin chiamava Obi-Wan con il suo vero nome. Voleva dividere completamente il
maestro Jedi dall’amico in modo da parlare più che liberamente
A quel suono Obi-Wan non poté che prestare attenzione al
giovane che lo guardava con un misto di incertezza < Dimmi…>
< Sei mai stato innamorato?>
Obi-Wan si sorprese e si sentì più che spiazzato, ma sapeva
che non poteva rivelare, sapeva che non poteva tradirsi suo fratello aveva
bisogno di certezze.
< Credo di no… Sai sono quasi un fossile ormai mi ricordo
poco…>
Anakin rise divertito. < Ti consideri vecchio?>
< Bè guardandoti… Non posso che sentirmi invecchiare… Ma
è così che va il corso della Forza non dobbiamo avere paura…>
< Hai mai avuto paura di morire?>
Ora si, che Obi-Wan temette realmente la domanda del suo
amico più caro < Si qualche volta…>
Obi-Wan si girò di lato tirando le coperte sul corpo
infreddolito segno che per lui quella conversazione finiva li.
“ Come faccio a dirtelo Anakin che ogni volta che affronto
una battaglia ho paura di morire, ma soprattutto che tu possa morire?”
Ma la luce si spense e tutto tacque, e quell’affettuoso
pensiero restò nella mente un poco angosciata di Obi-Wan.
Un paio di occhi verdi continuavano a fissare il soffitto,
con un misto di apprensione e di trepidazione.
Come poter restare indifferenti alla visione terrificante di
grandi maestri Jedi schiacciati dal terribile Generale Grievous… La guerra
sembrava vinta su tutti fronti, ma sapevano che con quella nuova infernale
macchina bisognava ricominciare tutto da capo.
Ma sarebbe rimasto con sua moglie quasi un mese, che altro
bisognava chiedere al destino? Anakin, nonostante tutto, si sentiva più che
felice.
Arrivarono al tempio Jedi a notte inoltrata. La luna splendeva
su Coruscant. Aveva dei contorni magnifici, cosa che incantò Anakin per un paio
di minuti.
< Resti con noi?> disse Obi-Wan che riabbracciava un
suo caro amico Jedi < Andiamo a bere qualcosa…>
< No grazie, penso che andrò a trovare una amica…>
Obi-Wan lo guardò incuriosito. Sapeva che sarebbe andato da
lei, solo si chiedeva quando Anakin si sarebbe deciso a rivelargli tutto.
Non lo avrebbe tradito, mai. Davvero lui pensava questo?
Ma la scrollata gioiosa dell’altro maestro Jedi destò
Obi-Wan dai suoi pensieri e salutò Anakin che saliva sulla nave, che si era
costruito appositamente per la guerra dei cloni, similare al suo speeder che
guidò da bambino.
R2 sobbalzò all’accelerazione impartita dal pilota.
< Scusa R2 è che ho fretta di arrivare…> il droide non
fece altro che rispondere con trilli gioiosi.
Padme dormiva profondamente. Non sapeva dell’arrivo
dell’amato e per questo che aveva adottato il massimo della sicurezza per
garantirsi una protezione da eventuali aggressori.
Un rombò la infastidì ma era troppo stanca per alzarsi a
controllare e si rigirò stizzita nel grande letto matrimoniale. Pensò
amaramente per un breve istante, prima di riaddormentarsi, che quel letto per
lei sola era troppo grande e troppo vuoto senza di lui.
Anakin estrasse la chiave di sicurezza da una tasca segreta
della sua veste. La fece scorrere nell’apposito lettore. La porta principale
dell’appartamento si aprì con un breve scatto.
Il cuore di Anakin quasi scoppiava di gioia.
Era a casa.
Si incamminò silenzioso verso il salotto per lasciare il
mantello Jedi e con silenziose falcate raggiunse la camera da letto. La trovò
completamente rivoluzionata.
Era molto più grande, anche se i mobili erano sempre gli
stessi fatta eccezione per un elegante pianoforte.
Anakin sorrise più che mai. Si era ricordata di una
conversazione che avevano fatto prima che lui partisse.
<
Cosa ti piacerebbe per il tuo compleanno?> disse gioiosa Padme mentre Anakin
faceva scorrere le sue mani calde sulla schiena nuda della moglie che si
lasciava andare a quel piacevole massaggio.
<
Non saprei…> disse pensoso il cavaliere Jedi < Ho già tutto quello che
desidero…> disse accarezzando il ventre poco gonfio della donna che sorrise.
<
Dai seriamente…>
<
Ci sarebbe una cosa che vorrei moltissimo ma mi vergogno a chiederla…>
Padme
lo guardò con un misto di curiosità e un poco di stizza. < Non devi
vergognarti di me!>
Anakin
sorrise nervoso < un pianoforte…>
<
Un pianoforte?>
<
Si… mentre ero su Tatooine un amico di mamma aveva una bella casa ed era un
collezionista di oggetti antichi… Bè aveva questo splendido strumento, e un
poco alla volta ho imparato a suonarlo…>
<
E ti manca?>
<
Ha il potere di incantarmi… Si mi manca quel suono >
Anakin si avvicinò alla moglie e gli diede un bacio veloce
sulla fronte ma ella dormiva troppo profondamente per sentirlo.
Il cuore di Anakin ebbe un sussulto vedendo il ventre molto
più gonfio della donna. Suo figlio cresceva. Non vi era orgoglio più grande, in
quel momento, nel cuore di Anakin.
La luna illuminava i lineamenti di Padme, e la sua pelle
diafana brillava sotto la luce facendola sembrare quasi una statua di
cristallo. Inerme, bellissima ma un velo di tristezza costellava quella figura.
Anakin osservò di nuovo quella luna argentea e quasi inconsapevolmente
scivolò verso il pianoforte. Si sedette e alzò il coperchio facendo scorrere
lieve le dita sui tasti.
Seguì l’istinto e fece si che la memoria si ricordasse di
quella melodia dolcissima e tormentata che aveva suonato da sempre sin da
bambino.
I toni lenti e un poco malinconici si mischiavano con note
più allegre sino a fondersi insieme in un ritmo veloce ed estremamente
passionale.
Padme si stava destando a quel suono credendo fosse frutto
di un suo sogno.
Quando aprì gli occhi vide il marito suonare il pianoforte
quella musica meravigliosa, mentre sentiva dentro di se dei moti quasi se il
piccolo volesse abbracciare quella figura illuminata dalla luna.
Anakin non si accorse del risveglio della moglie concentrato
come era sul suono che produceva. Padme non voleva interrompere quell’armonia,
le piaceva terribilmente.
Quando sentì le ultime note perdersi nell’aria Anakin si
voltò verso la figura che lo guardava seduta sul letto. Sorrise.
< Grazie Padme…>
La donna corse ad abbracciarlo e lo strinse di più a se
quando lo sentì tremare. Restarono così per molto tempo mentre Anakin
accarezzava il ventre della donna.
Ad un ultimo tocco sembrava che la creatura rispondesse. Sia
Anakin che Padme si sorrisero.
< E’ una musica bellissima…>
< Lo so… Bellissima ma triste…>
Anakin si rivolse alla luna di nuovo, al suo chiarore ma
ella così silenziosa non riuscì a rischiarare i suoi pensieri.
La bellezza è sempre accompagnata da pensieri oscuri.
Padme non sembrava essersi accorta del suo cambiamento di
umore < Ti ricordi come l’aveva chiamata quella musica?>
< Non ricordo il titolo esatto ma siccome io non avevo
mai visto la luna… L’avevo chiamata Chiaro di luna…>
Padme abbracciò il petto nudo del marito appoggiandoci la
testa distendendosi accanto a lui.
Si sentiva come quella musica e non riusciva a capire perché
quel senso di malinconia la pervadeva.
Anche la donna, appena il marito si addormentò, prese ad
osservare quella luna infausta che nel suo silenzio non rispose al suo più
segreto tormento.
Questo è la prima parte della storia. Il capitolo secondo la
chiude.
Qui ho trattato ancora la mia coppia preferita. Nella
prossima ho attuato una sorta di esperimento.
Lo so che è stupido pensare che nell’universo di starwars vi
possano essere ancora i pianoforti ma io adoro quello strumento e il suono che
produce mi incanta sempre.
La canzone è ovviamente il chiaro di luna di Beethoven.
Spero vi sia piaciuta ringrazio tutti quelli che hanno
commentato e commenteranno questa storia, e quelle precedenti.
Vi ringrazio i vostri commenti sono sempre importantissimi.
Ringrazio anche tutti quelli che vorranno leggere questa
storia.
A presto Angel_87 ^^ Baci