26/12/2009
3 recensioniCloud [Let Nature Talk]
Nubi scure si inseguivano sopra la terra e rubavano colore ai sentieri.Le aveva seguite attentamente con la coda dell’occhio, farsi strada fra i turbinii del nevischio e sporcare un cielo matto. Di un antrace intenso, violento. Spiacevole.
Aspirò una lunga boccata dalla propria sigaretta.
Il fiore appuntato sul risvolto della giacca era oramai secco, con i grandi petali sfilacciati in minuscoli brandelli e la corolla teneramente sparsa un po’ ovunque. Sulla spalla, sul completo, ai suoi piedi ed a quelli della pesante lastra di marmo.
Gli occhi si levarono ancora una volta al cielo, immobili.
Forse avevano un po’ paura di sfiorare quella terra immacolata.
Una sola volta. Un solo giorno in un anno altrimenti vuoto.
Accadeva di rado, senza alcun genere di preavviso.
Si trovavano su quelle terre che per entrambi avevano ancora il sapore dell’infanzia, della leggerezza comune solo ai bambini, ed in silenzio rimanevano a guardare quella grande lastra davanti a loro.
Poi un braccio, tatuato forse per coprire qualcosa di ancora più sporco, si chinava per primo lasciando cadere un fiore bianco. Talmente immacolato da risultare quasi un controsenso su quelle mani che, invece, odoravano di sangue.
E se ne andava. Senza onore e senza gloria.
- Tornerai ancora? –
Gli chiedeva semplicemente. L’altro si fermava per alcuni istanti, inspirando con calcolata lentezza l’aria fredda e pungente dell’inverno.
Poi piegava le labbra in un sorriso sghembo, malato quasi.
- Sei un pirata adesso, principino. Ed io un medico.
Siamo troppo diversi per far sì che i nostri interessi possano coincidere ancora. – lo sussurrava con un amaro che probabilmente avrebbe voluto significare di più.
E se ne andava. Senza onore e senza gloria.
Accadeva di rado, senza alcun genere di preavviso.
Il biondo rimaneva immobile ancora per pochi attimi, quanto più quel respiro spezzato gli concedesse di restare. Poi si allontanava, con passi ignari sebbene sempre più veloci.
Una sola volta.
Sanji chinò appena un pò di più lo sguardo.
Sollevò in silenzio una gamba, restando immobile mentre la neve si spezzava in piccoli scoppi sotto il peso delle sue suole, insozzando quell’aria limpida.
E sorrise quasi inconsciamente, di nuovo bambino, mentre nel nevischio quell’impercettibile verità prendeva sempre più forma.
Le loro orme coincidevano ancora.