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Autore: _Ondine_    26/12/2009    0 recensioni
Ooook, salve a tutti, questa è la mia prima ff che pubblico quindi siate clementi!! XD "-Ehi So!- mi saluta e si siede vicino a me. Assemblea di istituto del classico e dello scientifico. Io naturalmente frequento lo scientifico. Esprimere opinioni, tutti quei temi, il greco, il latino queste lingue che sono morte … no, non fanno per me. Federica mi guarda interrogativa –Eh?- chiedo innocente –Ti ho chiesto dov’è finita la Marty-"
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non è questo il problema … cioè, non può esserlo. Non può essere. Il problema non può essere il suo fascino, i suoi capelli neri come una notte senza luna, esattamente come i suoi occhi, il problema non può essere che non lo posso vedere a scuola. Il problema è un altro. Il problema è che sono innamorata di lui e che mi manca. Il problema è che quando oggi ho incontrato i suoi occhi mi si è riscaldato il cuore e che adesso ne sento nostalgia. Il problema è che non vedo l’ora che arrivi questo sabato …


-Ehi So!- mi saluta e si siede vicino a me.


Assemblea di istituto del classico e dello scientifico. Io naturalmente frequento lo scientifico. Esprimere opinioni, tutti quei temi, il greco, il latino queste lingue che sono morte … no, non fanno per me. Federica mi guarda interrogativa –Eh?- chiedo innocente –Ti ho chiesto dov’è finita la Marty-


Si, la Marty … Martina. Lei così possessiva, lei così innamorata di lui … lei che non sapeva e non aveva capito niente …


-Non lo so … mi sa che è andata da Michela, sai è la sua migliore amica, quella bassina tutta riccia che fa il linguistico, hai presente?- le rispondo. Intanto le gradinate iniziano a riempirsi e nemmeno a dirlo arriva Martina seguita da Michela –Ciao- mi saluta sprezzante Michela non c’è mai stata una bella amicizia tra me e lei … forse pensa che io voglio portarle via la sua migliore amica … che stupidaggini. Si siedono entrambe. Tra me e Martina c’è Lia, un’altra mia amica che preferisce rimanere in silenzio piuttosto che parlare … io e Federica parliamo del più e del meno, mi sembra simpatica … altro quello che dice Marty.


Qualcuno mi batte forte una mano sopra una spalla, mi giro di scatto imprecando sottovoce, sapendo già di trovare lui con quel suo ghigno irresistibile per la maggior parte delle ragazze, i capelli biondi e gli occhi che ti trafiggono ogni volta che lo fai arrabbiare: Riccardo.


Sento Federica sospirare pianissimo quando anche lei si volta. Io per tutta risposta gli rivolgo un’occhiataccia, eppure mi fa scorrere di posto per sedersi vicino a me. Riccardo e io ci conosciamo da quando siamo piccoli e ci tengo a precisare che siamo degli ottimi amici, nulla ti tutto ciò che qualcuno pensa. Non ho mai provato attrazione per lui e sinceramente il pensiero non mi è nemmeno passato per l’anticamera del cervello. Certo che nel mio liceo ne girano di cretinate …


Anche lui si unisce alla conversazione e per mezz’ora parliamo di cavolate varie, poi Federica decide di andare a chiamare la sua amica … Loredana, mi pare che si chiama. Io e Riccardo rimaniamo in silenzio, lui guardando fisso di fronte a sé i preparativi di quell’assemblea musicale, io guardando l’entrata che piano piano si riempie di persone che non conosco, contando che quelli dello scientifico bene o male li conosco quasi tutti. Devono essere quelli del classico. Cavolo. Chissà se c’è anche Lucia. Lucia è sempre stata la mia migliore amica, finchè ad un tratto ha deciso di lasciarmi con quell’arpia di Martina e andare al classico con lui. Già … lui. Non dico che sia qualcosa tra Lucia e Giacomo, anzi, non si possono vedere, ma hanno deciso di abbandonare la scena, forse sono proprio così terribile come dice Riccardo per far allontanare Lucy e Giacomo da me.


-Come va?- mi chiede ad un tratto il mio migliore amico, nemmeno mi volto per guardarlo. Lo so che quando mi chiede “come va” o mi ricorda che gli devo un favore oppure ha capito che qualcosa non va. Devo ammettere che Riccardo è molto intuitivo e le persone le sa davvero capire …


-Bene, perché?- naturalmente sto mentendo e lui lo sa –Senti sono il tuo migliore amico e capisco quando qualcosa non va- dice con una punta di fastidio –Stai pensando ancora a lui- non è una domanda, è un’affermazione. Sento i suoi occhi puntati su di me, mi giro e lo guardo. Sto per ribattere quando sento una manata sulla mia coscia, data con una forza che non vi dico. Abbasso lo sguardo puntandolo su quella mano che è ancora sulla mia coscia. È la mano di Martina che è letteralmente stesa su Lia e Riccardo per darmi una manata sulla coscia, ma io dico!


–Eh?- le chiedo –E’ arrivato Giacomo- quasi lo urla da quanto è eccitata, io mi giro verso l’entrata e vedo un ragazzo alto qualche centimetro in più di me, i capelli neri come i suoi occhi, indossa una maglia rossa, una sciarpa nera, un paio di jeans, le converse bianche e ha in spalla la sua solita borsa … quella che aveva l’anno scorso … già, l’anno scorso. Continuo a guardarlo mentre sale le scale e si dirige nell’ala a destra della gradinata del centro, quella nostra. Mentre si siede vicino ai suoi amici lancia un’occhiata fugace verso di noi. Aspetta … lancia un’occhiata fugace verso di noi ? Com’è possibile che lui guardi verso di noi? Non mi ha mai calcolato da quando se ne è andato, nemmeno per sbaglio e adesso lancia un’occhiata verso di noi? Non è possibile, mi sono sbagliata … sarebbe contro natura.


Arriva Federica e si siede vicino di me, nota il mio sguardo fisso, ma non riesce ad intercettare chi sto guardando: Riccardo mi da una gomitata e io mi volto di scatto, piuttosto scocciata, mi da uno sguardo di intesa aprendo in un modo naturale le mani, io sbuffo e mi giro verso Federica senza non passare per le gradinate dove c’è lui. Mi accorgo che Federica sta ancora guardando da quelle parti e mi chiede: -Chi stavi …?- ma io la interrompo -Niente, nessuno- la interrompo –Non me la racconti giusta- disse lei con un tono piuttosto furbetto. –Sofia?- mi chiama qualcuno, Riccardo, mi giro di nuovo verso quella scocciatura del mio amico. –Ti ricordi che mi devi qualche favore?- dice alzando i suoi occhi azzurri verso il soffitto –Siiii?- gli chiedo, sapendo già che mi chiederà per l’ennesima volta di andare a salutare Lucia –Ti prego, andiamo a salutare Lucy, Alby e gli altri- mi dice con gli occhi di un povero cucciolo bastonato, sbuffo sapendo perfettamente che l’avrei accompagnato. Riccardo ha una cotta per Lucia, Alberto è l’altro nostro amico e per “gli altri” intende Giacomo, visto che si è seduto vicino a loro. –Perdonaci- dico a Federica, io e Riccardo le sfiliamo davanti, naturalmente lei sospira di nuovo quando Riccardo le sfiora involontariamente un ginocchio. Mi cammina vicino e sta pensando a qualcosa, lo conosco da sempre, lo so. –Non lo hai ancora dimenticato … - sussurra, ma io lo sento ugualmente e annuisco piano, nel frattempo siamo già arrivati là.


–Ciao!- salutiamo all’unisono io e il mio migliore amico, i tre ragazzi si voltano, ci fissano e finalmente ci salutano. Sento gli occhi di Giacomo puntati su di me quando mi siedo accanto a lui, quegli occhi neri come baratri senza fine. Intanto Riccardo si siede vicino a Lucia, parlano insieme ad Alberto, ma Giacomo sembra non abbia voglia di fare conversazione con loro e io sono troppo sovrappensiero per sentire di cosa parlano. Per fare qualcosa tiro fuori il mio cellulare e mi metto ad eliminare i messaggi inutili, che cosa stupida, io i messaggi non li elimino mai e adesso sono lì vicino a lui a fare una cosa che ho sempre odiato, è come voler cancellare il passato … qualcosa che dovrei davvero fare. Comunque lo sento sospirare, con la coda dell’occhio lo vedo appoggiarsi sullo schienale della sedia e appoggia le sue scarpe sullo schienale della sedia che è davanti a lui. Lo ammetto, a volte vorrei fargli una foto. –Beh … giochi ancora a basket?- gli chiedo tanto per fare conversazione senza staccare gli occhi dallo schermo del cellulare –Si, ci gioco da quando avevo cinque anni, perché dovrei lasciare adesso? Non ne vale proprio la pena.- mi risponde. Quanto è bella la sua voce penso in questo momento, e lo è davvero, è il ragazzo perfetto che tutte vorrebbero, davvero, non sto scherzando. Inizia a ridacchiare –Che c’è?- chiedo ingenuamente –Stai eliminando i messaggi?- dice tra una risata e l’altra, metto su un finto broncio, poi gli sorrido arrossendo un po’ … perché lo sapeva? Mi tiro su a sedere per bene, accavallo le gambe e butto un’occhiata a Giacomo, che naturalmente si passa una mano tra i capelli.


–Noi andiamo a prendere una boccata d’aria, venite anche voi?- chiede Lucia alzandosi seguita da Alberto e Riccardo, scuoto la testa –Adesso comincia, non ho voglia di venire, e poi guardate tutta quella gente che c’è!- motivo alludendo ai ragazzi che entrano ed escono. Se c’è una cosa che odio, oltre ad eliminare i messaggi, è il ritrovarmi in mezzo ad un sacco di gente che spinge da tutte le parti per passare. –Anche io rimango qua- dice Giacomo ad un tratto. Oddio, penso. Io e lui da soli. Qui. Lucia gli fa l’occhiolino e si dirigono tutti e tre verso l’uscita del palazzetto, mentre Riccardo mi lancia un’occhiata di disapprovazione. Per lui non sarei dovuta venire a questa assemblea, ma non mi importa più di tanto adesso. Se non sarei venuta a quest’ora non sarei qui. Con lui. Da soli. Passa qualche momento di silenzio. –Tu ci vai al ballo di Natale?- mi chiede mettendo lentamente il braccio sullo schienale della mia sedia, sono senza fiato. –N … non credo, tu ci vai?- chiedo arrossendo. Sento le guancie andarmi a fuoco, chissà perché … lui annuisce, -Ecco … mi chiedevo se volevi venirci con me- dice velocemente. O mio Dio. Mi sento svenire, ce la posso fare, mi serve solo un monosillabo, ce la posso fare. Guardo il suo viso così perfetto, poi mi accorgo che si è sporto verso di me. Oddio. Sento il cuore scoppiarmi. Ditemi che non è un sogno. Lo spero più che altro. –Allora?- mi chiede ad un soffio dal viso, -Si- sussurro.


–Devi sapere che … non ho fatto altro che pensare a te tutto questo tempo, sai Sofia- fa una piccola pausa, mi scosta con la sua mano calda un ciuffo di capelli che mi è andato davanti agli occhi. Sto per svenire, me lo sento.


–Credo di essermi innamorato di te … tu …?- questa domanda sottointesa è nel suo stile da bastardo che io in fin dei conti adoro con tutto il mio cuore. –Si- sussurro con un filo di voce. Vedo la sua bocca tirare un soffio d’aria, lo vedo avvicinarsi ancora … ancora … poi si scosta improvvisamente. –Prof- sussurra.


Sono esattamente le 10.39, Giacomo mi ha chiesto di andare al ballo con lui per poco non mi bacia, davvero. Non è un mio sogno. È tutto vero.


-Ci vieni davvero?- mi chiede di nuovo –Si, ci vengo davvero- gli ripeto –Allora ti vengo a prendere alle 19.45 sabato prossimo, ok?- mi chiede –Ok- e senza pensarci due volte mi alzo, faccio per andarmene, poi ci ripeso. Accidenti quanto è bello. Accidenti quanto è imbarazzante. Mi giro verso di lui che ha una strano sorrisetto sulle labbra. Mi chino fino a sfiorargli con la mia bocca la sua guancia. –Grazie- sussurro, poi gli do un bacio, lasciandolo, si vede lontano un miglio, come un ebete.


Scendo le scalinate velocemente, mi dirigo verso il mio posto. Non mi importa più niente di Martina e di Michela, non mi importa che Riccardo dice che mi spezzerà il cuore. Ora l’importante siamo io e lui. Noi.


Prendo per un braccio Federica e la porto qualche scalinata più in su –Fede … mi giuri che non lo dici a nessuno?- le chiedo, lancio uno sguardo furtivo là dov’è lui e scuoto la mano in segno di saluto, lui mi risponde con un cenno. –Dimmi tutto Sofy, io sono come una tomba. Non dirò niente-

  
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