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Autore: Astrid    27/12/2009    4 recensioni
Il paring è un pò particolare, una Ginny x Lucius. One shot senza pretese in cui sarà la signorina Weasley a narrare le proprie impressioni su una colpa che avverte essere sempre più impossibile da espiare.
Consiglio di ascoltare prima o durante la lettura la canzone "La vedova bianca" degli Afterhours.
Genere: Dark, Song-fic, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Lucius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Allergica alla luna

 

 

Afterhours – La vedova bianca

 
C'è qualcosa dentro di me
Che è sbagliato
E non ha limiti
E c'è qualcosa dentro di te
Che è sbagliato
E ci rende simili

 
E un bacio sporco sa
Spogliarmi il cuore dagli incubi
Un bacio sporco sa
Come un miliardo di uomini

 
Vieni a fare un giro dentro di me
O questo fuoco si consumerà da sé
E se una vita finisce qua
Quest'altra vita presto comincerà

 
Nel tuo letto la novità
È fare a pezzi l'anima
Ma la violenza della stabilità
È un modo di morire a metà

 
E un bacio sporco sa
Spogliarmi il cuore dai demoni
E c'è qualcosa dentro di noi
Che è sbagliato ma ci rende simili

 
Un bacio sporco sa
Come un milione di anime
E se una vita finisce qua
Quest'altra vita presto comincerà
So che puoi
Gettarmi via
Ma ciò che vuoi
Lo voglio anch'io
È troppo, troppo presto
È male
Le tue labbra sono nude
Sai che è solo il tempo
A rivelare la stagione
Vieni a fare un giro dentro di me
O questo fuoco si consumerà da sé
Un bacio sporco sa
Spogliarmi il cuore dagli incubi
Un bacio sporco sa
Come un miliardo di uomini
E anche tu hai qualcosa dentro di te
Che è sbagliato e ci rende simili

 
C'è qualcosa di nuovo per te
È sbagliato perché non ha limiti
E anche tu hai qualcosa per me
È sbagliato ma ci rende simili
È sbagliato ma ci rende simili
È sbagliato ma ci rende simili

 

 

 

So che se i miei dovessero scoprirlo sarebbe la fine.

Che se Harry, Hermione, tutti i miei fratelli avessero anche solo per un attimo la possibilità di entrare in questa stanza, i loro occhi comincerebbero a sanguinare per l’orrore.

Ma come faccio a non guardarti mentre qui, proprio accanto a me sull’altro capo del letto, giaci disteso – i lunghi capelli di platino che tante volte stanotte mi hanno solleticato il viso sparsi su di un cuscino il cui colore scarlatto è meno rosso dei nostri peccati?

Io sono diversa.

Devo avertelo detto stanotte in qualche momento di lucidità. Non sono come Ronald, non simile a Harry, né a Hermione nonostante il mio cuore sia legato a tutti e tre in questa indissolubile amicizia. Ginny Weasley è una ragazza differente, che ama la vita, i ragazzi, le feste, e di questo non ne ha mai fatto mistero. So che cosa significa saggiare l’oblio dei sensi, cosa succede quando questi ti trascinano nella loro rete di piacere prendendoti per mano. Ma non mi ci ero mai persa.

Ti ho visto fare cose, che prima di conoscerti a stento riuscivo a immaginare. Ti ho visto picchiare tuo figlio, uccidere i tuoi nemici, maledire e giurare vendetta alle persone che io più amo. E ti ho visto tradire tua moglie.

Di questo me ne assumo tutta la colpa. Perché alle volte, la colpa semplicemente non puoi evitarla. La colpa ti piomba addosso, ti cade tra le braccia dal cielo e ti schiaccia. Delle mie avventure ai tempi di Hogwarts già molta gente è a conoscenza, ma questo è un segreto che porterò con me nella tomba, sicura – per tua egoistica convenienza, non per fiducia – che tu farai lo stesso.

A chi potresti confessare il modo con cui Ginevra Weasley, l’insulto a tutti i Purosangue del mondo, ti ha sedotto, corrotto, combattuto, abbracciato, afferrato, preso, baciato, toccato, sussurrato cose che mai si sarebbe sognata di dire neppure nel più perverso dei suoi sogni? A chi potresti raccontare il modo in cui mi hai portato al tuo maniero, per terminare il lavoro da me iniziato, stavolta tra lenzuola di sangue? Di quel combattimento iniziato in biblioteca, solo le ferite ancora sanguinanti mi restano. Così, tra un incantesimo e l’altro, a chi potresti giurare che io stessa, le mani rosse della mia linfa vitale, ho impastato quel sangue al biondo dei tuoi capelli, al marmo del tuo petto, allo scarlatto della tua bocca?

E allo stesso modo, io non riuscirei a confessare nulla a coloro che fino a ieri potevano dire di conoscere anche il più intimo dei miei segreti.

A chi potrei confidare il moto di orrore e repulsione che ho provato nei tuoi confronti mentre ti combattevo, e che con la rapidità d’un colpo di frusta è mutato in un lampo di passione, perversa, sporca, trascendentale, qualcosa in cui non mi sono riconosciuta, ma – lo confesso – sentita a mio agio?

Non ho vergogna per ciò che ho fatto. Meglio di me sai che il sesso può non valere nulla oltre l’estasi dei sensi. Ma provo un orrore infinito nel guardare l’effetto che questo appagamento del corpo ti ha provocato. Io guardavo quegli occhi stanotte, e piangevo non per sfuggire, come mi sarei aspettata – bensì per essere posseduta da quel desiderio dirompente che li velava. Quegli occhi d’argento, come specchi lunari, come mi guardano ora, mentre di nuovo sveglio ti rivesti? Colgo il disprezzo, l’odio, l’orrore. Son forse fatta di melma, ora che la tua oscurità mi ha avvolta? Son diventata mefitica, sotto il tuo tocco, sotto i tuoi affondi depravati?

Divento allergica a questo disgusto nel momento in cui mi accorgo di provarne anche io – per me stessa. Ne accetto le piene conseguenze, senza vergogna né rimpianto – ma consapevole di essermi sporcata in una maniera che mille bagni non potranno sanare. E i tuoi occhi mi causano una strana consapevolezza, come un alcol che sparso su una ferita la fa bruciare, pizzicare – questa allergia mi pizzica l’anima, la devasta con un fuoco le cui cicatrici nessun balsamo riesce a lenire. C’è una colpa da espiare, un’espiazione che so essere impraticabile. Me lo sussurrano in sibili i tuoi occhi di luna, e di nuovo avverto quello strano bruciore.

Lucius Malfoy – io, sono allergica alla luna.

  
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