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Autore: Rein94    27/12/2009    2 recensioni
Cosa resterà, di noi, alla fine? Il nostro sangue non macchierà, indelebile, i pavimenti e i muri di questo castello. E le pareti del nostro covo non tratterranno il fumo nero, che svanirà trascinato dal vento. Niente. Non resterà niente. Ma dopotutto, noi siamo nessuno. Non abbiamo il diritto di lasciare un segno. Non saremmo mai dovuti esistere.
~ Scritta su richiesta di SAGAMIchan ~
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Xigbar
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Kingdom Hearts II
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Questa ff è dedicata a SagamiCHAN...bè, dopotutto l'ho scritta per sua richiesta xD
Ammetto che Xigbar non è esattamente uno dei miei personaggi preferiti, e non so se sono riuscita a scrivere qualcosa di decente...In ogni caso voi commentate e ditemi cosa ne pensate, per favore ^^

Waiting

 

Aspetto.

Fermo. Immobile.

Che palle! Non mi è mai piaciuto aspettare.

Non ho tempo da perdere con i ragazzini; ho di meglio da fare, io!

Tanto più non ho voglia di aspettare un moccioso traditore come lui.

Mah…pensavo di toglierlo di mezzo definitivamente con l’heartless che gli ho mandato contro nella Terra dei Dragoni…avrei preferito non sporcarmi le mani.

Eppure sono qui, e aspetto.

Aspetto come un fesso, aspetto i comodi di uno stupido ragazzino.

So che arriverà.

Quel pappamolle di Axel gli avrà sicuramente detto come raggiungere la sua amichetta.

E lui, ovviamente, correrà a riprendersela. Stupido. Dritto nella tana del nemico, e consapevolmente, per giunta.

Per cosa, poi? Per un’insignificante ragazzina…?

Chissà; magari è qualcosa che puoi capire solo se hai un cuore. A cosa servirà, poi, questo cuore…?!

Al ragazzino con il keyblade non ha portato altro che guai.

E anche a noi.

Cercare di ottenere un cuore, ci ha decimati.

Siamo rimasti in quattro…in quattro! Ora, lasciamo perdere il traditore – lui non fa più parte dell’Organizzazione - e la mocciosa che non era nemmeno un nessuno. Facendo i conti, otto di noi si sono fatti ammazzare – in un modo o nell’altro – per colpa del ragazzino e del suo keyblade. Per cercare di ottenere un cuore.

Sul serio, mi sforzo e non capisco. E sono anche uno intelligente, modestamente.

Cosa ci farei, io, con un cuore?

Assolutamente niente.

Non serve per parlare, muoversi, combattere. È totalmente e categoricamente inutile.

Il capo dice che noi siamo diversi. Dice che noi ci ricordiamo com’era, avere un cuore.

Dice che è qualcosa che ci appartiene, di nostro. Dice che ci è stato portato via.

E che noi dobbiamo riprendercelo.

Quello che non capisco è…perché? Per quale motivo?

Noi non possiamo provare brama, desiderio. E non possiamo sentire la mancanza di niente.

Quindi, perché cerchiamo un cuore?

…Mah…meglio non friggermi troppo il cervello cercando di capire quello che passa per la mente del capo.

In ogni caso, non intendo fare la fine di Marluxia, Roxas e degli altri traditori.

Qualsiasi altro dubbio, problema, interrogativo…risolverò tutto dopo che avrò ottenuto il mio cuore.

E allora potrò – potremo - veramente, finalmente, esistere., come dice quello spostato mentale del nostro capo.

Hmm?...Sento dei passi…ecco, alla fine il ragazzino è arrivato.

Ci ha messo un po’, ma ovviamente è venuto.

Si guarda attorno spaesato, con un’ aria da emerito idiota…chissà…ormai ho aspettato tanto…restare altri 5 minuti a vedere cosa combina non sarà poi tanto male, credo.

Una voce irritante, estremamente irritante, arriva dall’alto.

Ti pareva che Saix perdeva l’occasione di fare il gasato…!

Arriva con il suo sorrisetto idiota, la sua aria da prendi – in – giro e comincia, per l’appunto, a sfottere il ragazzino. Roba della serie “Ma che bravo, Soruccio, hai battuto tanti heartless!”

Si, ok; non era proprio così, ma comunque ho reso l’idea.

Lui, prontamente, non se lo fila neanche di striscio, e comincia invece a chiedere della sua cara amichetta.

Puah… Saix mi da davvero sui nervi.

Tecnicamente, sono io, il n° II dell’Organizzazione. E la sua aria da capetto non mi piace proprio per niente.

Il botta e risposta continua, ed evidentemente Saix si è stufato di giocare, perché il ragazzino si trova subito accerchiato da heartless e nessuno. Deve proprio aver fretta di ottenerlo, quel suo dannato cuore.

A questo punto, più che una resa dei conti, la scena comincia ad assomigliare ad una gang comica, o ad una di quelle cose che – quando avevo un cuore – chiamavo telenovele.

Breve descrizione: la ragazzina amica del bamboccio sbuca fuori da non si sa dove e, dopo aver visto il mocciosetto lottare contro gli heartless, salta giù – un salto di almeno 5 metri -  cercando di raggiungerlo. In meno di 3 secondi si ritrova con un keyblade in mano e comincia a fare fuori heartless dopo heartless dopo heartless, insieme a un altro moccioso vestito come uno di noi.

Aaaargh…ma quanti ce ne sono, di questi keyblade? È una vera e propria invasione!

Mentre tutti i bambocci sono impegnati a combattere, ecco spuntare dal nulla una sottospecie di cane gigante e una donna con 2 corna sulla testa, che discutono allegramente si quanto sia bello questo posto. Più che un covo segreto, il castello ormai è diventato un circo.

Finalmente, Saix se ne va.

Com’è che si dice… “Si va in scena!”

Ora tocca a me. Vengo fuori dal posto dove mi ero tranquillamente messo a guardare, pronto per togliere di mezzo il ragazzino una volta per tutte.

Non saprei…spiegare bene il perché, ma…provo una sensazione strana.

Si, lo so. Lo so che già solo il fatto di provare una sensazione ha a dir poco dell’assurdo, è solo che…sento come qualcosa di amaro in bocca. E ogni immagine che vedo, ogni gesto che faccio, suono che sento, respiro che prendo, sono come amplificati. E fanno male.

Credo di ricordare che quando avevo un cuore, questa sensazione la chiamavo ansia.

Si, l’ansia era qualcosa di totalmente irrazionale che ti assaliva quando avevi paura di qualcosa, quando ti sentivi insicuro, quando avevi semplicemente voglia di scappare e nasconderti.

Non fa più per me, l’ansia.

Quindi non accetto di sentirmi così, soprattutto se è per colpa di uno stupido ragazzino incosciente.

Mi paro davanti al bamboccio, e iniziamo a combattere. L’orribile sensazione di essere nel posto sbagliato al momento sbagliato, non passa.

Comincio a pensare che magari, non sarebbe stata una cattiva idea aspettare un altro po’ a venire fuori…magari potevo andare a bermi una birra, o roba simile.

Non che io rimpianga di essermi fatto avanti. Il rimpianto è ancora peggio dell’ansia, credo.

…Certo che oggi vado forte, con le riflessioni esistenziali. Come se, per uno come me, si potesse veramente parlare di esistenza…

Sono stanco. Il ragazzino non è poi messo tanto meglio di me – ha il respiro affannato e i suoi movimenti si fanno più incerti – ma so che non resisterò a lungo.

Quella sottospecie di chiave gigante non mi è mai piaciuta, ma ora che il ragazzino me la sbatte ripetutamente in testa mi irrita ancora più di prima.

Diamine…la mia respirazione è fin troppo irregolare…mi sa tanto che ho raggiunto il limite…

Ora credo di averlo capito un po’ meglio, il capo. Credo che, infondo, non mi dispiacerebbe provare di nuovo qualcosa.

Lo sento.

Sento le mie gambe tremare sotto al peso del mio corpo.

Sento il pavimento freddo sotto le mie ginocchia.

Un pensiero potente, penetrante, continua a rimbombarmi in testa:

Sto morendo. Sto morendo. Sto morendo.

                             STO MORENDO.

 

Ogni volta che me lo sento risuonare dentro fa più male. E sento il cuore che non ho battermi freneticamente in petto. Le immagini davanti ai miei occhi si fanno sfocate, i suoni più indistinti.

Sto perdendo coscienza del mio corpo.

Il ragazzino, che non si lascia impressionare facilmente e la cui sensibilità è evidentemente inferiore allo zero, mi guarda come un pesce lesso e mi fa “Perché mi hai chiamato Roxas?!”

Senti, bimbo; non è il momento giusto per venire a rompere. Non ti basta vedermi a terra e svanire in una coltre di fumo nero?

Come tu hai i tuoi complessi, io ho i miei. Non ho la minima voglia di prestarti attenzione, ora come ora.

E comunque non ho nessuna intenzione di risponderti. Sai com’è, far arrovellare il tuo unico neurone per un minimo di 5 minuti sarà la mia piccola vendetta.

Ah ah. …Neanche il sarcasmo mi salverà questa volta, vero?

Lo so.

Ma visto che io sono “il cattivo” qui, meglio adempiere al mio ruolo come posso.

Guardo il ragazzino, e faccio spuntare un sorrisetto sarcastico agli angoli della mia bocca.

Bye bye, bamboccio.

Comunque, alla fine, avevo ragione io.

Cercare disperatamente un cuore, non ha fatto che procurarci guai. A tutti noi; buoni e cattivi, nessuno e non.

Cosa resterà, di noi, alla fine?

Il nostro sangue non macchierà, indelebile, i pavimenti e i muri di questo castello.

E le pareti del nostro covo non tratterranno il fumo nero, che svanirà trascinato dal vento.

Niente. Non resterà niente.

Ma dopotutto, noi siamo nessuno. Non abbiamo il diritto di lasciare un segno.

Non saremmo mai dovuti esistere.

Puah, che schifo di mondo.

Quando avevo un cuore, mi parlavano di Dio, una specie di capo supremo che tiene il mondo intero sul palmo di una mano.

Se dopo questa “vita” finirò in qualche posto particolare – che sia il paradiso o l’inferno -  voglio parlare con questo “Dio” e scambiarci 4 paroline.

Non credo che, dopo, avrà il coraggio di combinare altri disastri.

Magari lo spodesto e divento io, il capo. Non sarebbe male comandare, per una volta.

…Credo…di avere un po’ paura. E…se non ci fosse niente dopo questa vita?

Cioè; stop, finito così. Io divento robaccia nera e inconsistente, e fine dei giochi.

No, non lo accetto. Io non sono il tipo da deprimermi così. E almeno i miei ultimi istanti di vita, voglio buttarli sul ridere.

Diamine, quanto fumo. Non lo sanno che fa male alla salute? …Posso dire addio a braccia, gambe, e corpo. Praticamente sono una testa fluttuante. Bleah, che schifo.

 

Si, credo proprio che la mia chiacchierata con il Gran Capo sarà una lunga, bella, amichevole chiacchierata.

 

E guarda che ci conto.

 

FINE!

  
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