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Autore: Sarren    28/12/2009    3 recensioni
Raistlin Majere ha dato tutto per la magia, ma ne è valsa la pena?
Riflessione dell'arcimago sul costo del potere che ha ottenuto e sul prezzo che ha pagato.
Storia ambientata poco dopo il suo insediamento nella torre di Palanthas, prima che prendesse come allievo l'elfo scuro Dalamar
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La magia…è tutto!

 

L’arcimago Raistlin si trovava all’interno della torre di Palanthas; da una finestra poteva scorgere fuori il sole alto nel cielo che diffondeva dappertutto luce e calore. Dappertutto…ma non dentro la torre; il suo buio arcano non poteva essere rischiarato né i suoi segreti svelati e le sue fredde pareti non potevano essere scaldate, come neanche il cuore di chi ci risiedeva.

Già, Raistlin era come la sua torre; la luce e il calore non avevano effetti su di lui, tutto ciò che aveva e desiderava era l’oscurità, la solitudine…e il suo potere, il potere della magia. Era per quello che aveva dato tutto: il suo tempo, il suo impegno, persino il suo corpo; e infine per quello aveva abbandonato e tradito i suoi compagni, compreso il suo fedele fratello.

Ed era ai suoi compagni che l’arcimago stava pensando in quel momento; al mezzelfo Tanis, al cavaliere Sturm, al nano Flint,  al kender Tasslehoff, alla sorellastra Kitiara e al fratello Caramon. Con loro aveva passato molte avventure, viaggiando per tutta Krynn, superando molti ostacoli e riuscendo sempre a cavarsela nonostante le difficoltà. Non erano mai stati veri amici; gli altri, infatti, lo tolleravano solo per l’affetto che Caramon aveva per lui, tuttavia era innegabile che con loro aveva passato momenti di vera felicità, probabilmente gli unici della sua vita.

Ed ora erano svaniti per sempre.

La magia, il potere, valevano questo prezzo?

Già una volta se l’era chiesto, dopo aver superato la prova e aver perso la maggior parte delle forze di cui disponeva il suo fragile corpo, ma stavolta era diverso, il prezzo che aveva dovuto pagare era maggiore; era l’affetto, l’amicizia e la felicità; era la luce e il calore. Tutte queste cose le aveva sempre avute in piccole quantità, molto minori a quelle che toccavano normalmente ad un uomo, eppure erano comunque presenti, mentre ora non gli rimaneva niente, tutto era stato inghiottito dall’oscurità. Davvero valeva la pena vivere questa vita priva di calore umano, del più misero contatto fisico con le altre persone, immerso nel buio e nell’oscurità?

L’angoscia invase il mago che ne fu quasi soffocato, il suo battito cardiaco accelerò, il suo respiro si fece più affannoso e il libro che aveva in mano cadde a terra. Tremava tutto e il suo corpo era scosso da singhiozzi, ormai era vicino alle lacrime; ma poi, nel momento massimo di disperazione, gli ritornò in mente la sensazione che provava ogni volta che lanciava un incantesimo, quel misto di euforia, senso di appagamento e di potenza. Protese la mano dinanzi a sé e pronunciò alcune parole arcane; subito si accese sul suo palmo un fuoco. Sorrise sentendo quella famigliare sensazione impadronirsi di lui, un sorriso d’estasi che mutò in un ghigno sarcastico quando gli tornarono in mente i pensieri di poco fa e si mise a urlare:

<< Come ho potuto pensare, anche solo per poco, che la magia non valesse il sacrificio di tutto ciò, come sono stato stupido a rimpiangere il tempo passato con i miei compagni! Sciocchi, erano tutti degli sciocchi! Sciocco il mezzelfo e i suoi inutili dilemmi, sciocco il cavaliere e il suo insensato onore, sciocco il nano e i suoi noiosi brontolii, sciocco il kender e le sue buffonate, sciocca la mia sorellastra e i suoi volgari desideri e soprattutto sciocco mio fratello e il suo stupido amore verso di me! Amore, che non era altro che bisogno; già, lui aveva bisogno di me, molto più di quanto ne avessi io di lui.

Ma ora non ho più alcun bisogno di lui, né di nessun altro; tutto ciò che voglio è qui, sul palmo della mia mano! >>

Chiuse le dita a pugno e il fuoco svanì, nel buio della stanza le uniche cose visibili erano due occhi dorati con le pupille a forma di clessidra.

<< Perché la magia >> disse con un bisbiglio << è tutto! >>

 

***

 

Nota dell'autore: Raistlin Majere è, insieme a Tanis, il mio personaggio preferito di Dragonlance e uno dei più interessanti in generale, soprattutto per il suo carattere spesso ambiguo; con questa fanfiction ho cercato di ricreare, almeno in parte, la sua personalità e i suoi contrasti; spero di esserci riuscito abbastanza bene.

  
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