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Autore: _Serendipity_    28/12/2009    6 recensioni
Lui era l'Alchimista d'Acciaio, e che diamine! Non poteva fare certo la figura del vigliacco tirandosi indietro...
Inoltre, lo stavano guardando tutti, lo stava guardando il Colonnello...
Un brivido lo colse, violento quanto improvviso, seguito da una vampata di calore.
Aggrottando le sopracciglia, si portò la mano sinistra, quella ancora umana alla fronte. No...febbre non ne aveva...
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Elric, Roy Mustang
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: i personaggi non mi appartengono e questa storia non ha alcuno scopo di lucro.





Effetti collaterali




Capitolo primo: UNA SFIDA IDIOTA (E CHI CI POTEVA PARTECIPARE?)



Era la mattina di un giorno come tanti, a Central City.
Gli uccellini cinguettavano, i gatti miagolavano nei vicoli, e due biondi ragazzi in divisa militare percorrevano le strade della città, diretti al loro Quartier Generale.
Il più giovane dei due, corti capelli biondo scuro ed occhi d'oro brunito, ogni tanto lanciava qualche occhiata al fratello, poco più grande di lui (ma discretamente più basso), per poi alzare gli occhi al cielo, esasperato.
Occhiate che il diretto interessato, l'Alchimista d'Acciaio Edward Elric, puntualmente ignorava.
Sbuffando irritato, si passò la destra mano metallica tra i lunghi capelli color miele raccolti in una coda alta e tenne ostinatamente fissi davanti a sè gli ambrati occhi dal taglio ferino, proseguendo deciso per la sua strada.
Le sue labbra, strette in una smorfia d'insofferenza, si schiusero all'improvviso guadagnando ulteriore bellezza, mentre s'arrestava di colpo...
"Eeeet-chì!!!"
Uno starnuto interruppe la quiete circostante con la violenza di una cannonata.
Il fratello sospirò, osservandolo soffiarsi il naso con forza.
"Nii-san...te l'avevo detto di non fare quella prova di coraggio con il Sottotenete Breda" sentenziò Alphonse Elric, diciannove anni, modi gentili che mascheravano una tempra ferrea quanto l'armatura che aveva custodito la sua anima fino a due anni prima.
"Buttarsi nella fontana della Piazza d'Armi, in boxer, a Febbraio, è una cosa da imbecilli...così ti sei pure preso l'influenza!"
Il ventenne proseguì il cammino emettendo un verso molto simile ad un ringhio "Stà zitto, Al! Non ho affatto l'influenza, è solo uno stupido raffreddore."
Detto questo, si fermò nuovamente di colpo, facendo sì che il fratello gli andasse a sbattere contro.
Socchiuse gli occhi, inspirando profondamente. Al si affrettò a mettersi al riparo.
"Eeeetchì! Etchì, etchì, etchì!"
Ed ecco un'altra raffica di starnuti.
"Di stupido qui, non c'è solo il raffreddore" disse sottovoce Alphonse.
"Cosa?"
All'occhiata del fratello, il giovane portò con noncuranza lo sguardo su due grossi gatti dall'aspetto tutt'altro che tenero che si stavano contendendo una lisca di pesce.
Che bei micetti! pensò.
"Niente, Nii-san...dicevo che con questo stupido raffreddore, avrai bisogno di cure" Un luminoso-e falso-sorriso si dipinse sul suo volto.
Ed lo fissò per qualche istante, non molto convinto.
"Bah..." Distolse lo sguardo, soffiandosi nuovamente il naso.
Forse era vero. Accettare quella sfida non era stata una grande idea, dopotutto.
Ma se avesse rifiutato, si sarebbe perso lo spettacolo del Sottotenete Breda in mortale imbarazzo, pensò ghignando.
Già. Quell'imbecille aveva completamente dimenticato di avere addosso un paio di graziosissimi boxer decorati da fette di torta con su scritto" STRAZIAMI MA DI TORTE SAZIAMI." Eheheh...
Meno male che lui ne indossava un paio neri ed aderenti...
E poi, lui era l'Alchimista d'Acciaio, e che diamine! Non poteva fare certo la figura del vigliacco tirandosi indietro.
Inoltre, lo stavano guardando tutti, lo stava guardando il Colonnello...
Un brivido lo colse, violento quanto improvviso, seguito da una vampata di calore.
Aggrottando le sopracciglia, si portò la mano sinistra, quella ancora umana, alla fronte. No...febbre non ne aveva...
"Hai la febbre, Nii-san?"
Ed volse lo sguardo al fratello, che lo fissava preoccupato.
"No, non mi pare...però..." s'interruppe di nuovo, chiudendo gli occhi e buttando la testa indietro.
"Eeeeeeetchìììììì!!!"
"Ora basta!" sentenziò Alphonse "Se non vuoi proprio farti visitare da un medico, andiamo almeno in farmacia, così ti fai dare qualcosa per quest'influenza!"
"Io non ho..." iniziò Ed, bloccandosi però all'occhiata feroce che gli rivolse il fratello.
"Niente storie, ho detto andiamo!"
"Tsk..." Quando il suo caro e gentile fratellino faceva così, c'era veramente da aver paura. Meglio assecondarlo.
In silenzio, lo seguì fino alla farmacia più vicina.

Dopo aver avuto la conferma dalla Farmacista dell'effettivo stato influenzale di Ed, con gran stizza di quest'ultimo e soddisfazione di Al, ne uscirono carichi di medicinali vari tutti indirizzati a rimettere in carreggiata la salute del povero Alchimista.
Edward guardò il fratello sbuffando. "Non era affatto necessario, Nii-chan...lo sai che sono fort...eeetchì!"
Al ricambiò lo sguardo seriamente, l'ombra di un sorriso sulle labbra. "Ah, ma io no! E non voglio di certo beccarmi i tuoi microbi, Nii-san"
"Grazie tante" Ringhiò questi.
"Ora" iniziò il più giovane "Te ne torni dritto filato a casa, e te ne resti lì buono buono a curarti per tutto il resto della settimana"
Ed si fermò di colpo, guardandolo ad occhi spalancati "Cosa?!? Spero tu stia scherzando! Ho un mucchio di lavoro arretrato da terminare, se non sistemo tutto quanto Hawkeye mi fucila. E poi, quel bastardo di un Colonnello non mi darebbe dei giorni di riposo nemmeno se mi vedesse in fin di vita!"
Al pensiero del proprio superiore, avvertì una fitta allo stomaco che gli tolse il respiro per un breve istante. Inspirò bruscamente.
"Quanto la fai tragica, Nii-san. Al Tenente ci penso io. E poi, sappiamo entrambi che il Colonnello Mustang ci tiene a te...ed anche parecchio"
All'occhiata maliziosa indirizzatagli dal fratello, Ed sentì il volto incendiarsi.
"M-ma...CHE CAZZO VAI DICENDO, AL!?! Ti devo forse ricordare che quello stronzo passa il tempo a prendermi per il culo ed a sfruttarmi? Di certo si metterebbe a ballare il tango sul mio cadavere! Anzi, scommetto che sarebbe felice di non avermi tra i piedi per un pò..."
Inaspettatamente, quel pensiero gli lasciò un gran senso d'amarezza e gli procurò una nuova fitta di dolore. Ma al petto.
Distolse lo sguardo. "Forse hai ragione tu, Al...non mi sento molto bene. Lo dici tu a...tutti?"
Alphonse si accigliò. "Certo"
Il fratello gli sorrise debolmente e s'incamminò verso casa.
Al, intanto, lo osservava allontanarsi.
Felice, aveva detto Ed? Alzò nuovamente gli occhi al cielo.
"Seh...come no"

Una volta arrivato all'appartamento che condivideva col fratello, Ed chiuse la porta dietro di sè, e vi si appoggiò contro, chiudendo gli occhi.
Quella sgradevole sensazione che l'aveva colto mentre discuteva con Alphonse non accennava ad abbandonarlo, ed il ragazzo si sentiva sempre più a disagio.
Forse si era preso davvero l'influenza, dopotutto. Questo, almeno, avrebbe spiegato perchè si sentiva così male...
Sospirando, si staccò dall'uscio e si diresse verso la propria camera sbottonandosi la divisa. Era meglio prendere le medicine, dato che ormai le avevano comprate!
Cambiatosi velocemente, si butto sul materasso, deciso almeno a godersi quelle ferie inaspettate.
Uhmmm...avrebbe potuto dormire come un ghiro per quanto...cinque giorni?
Sì. Cinque giorni di assoluto, meraviglioso, giustificato dolce far niente.
Sorrise compiaciuto, sprofondando ancor di più tra le coltri e chiudendo gli occhi.
Dopo qualche attimo di piacevole oscurità, però, un'immagine gli invase la mente con la violenza di un tornado: una folta capigliatura corvina, un sorriso beffardo ed uno sguardo nero e profondo che sembrava prendersi gioco di lui anche in quello stesso istante...
Il Colonnello Roy Mustang.
Aprì gli occhi di scatto, shoccato.
Non era possibile! Quel...quel bastardo non lo lasciava in pace nemmeno in malattia! Era davvero il colmo.
Irritato, si mise su un fianco serrando con forza le palpebre per scacciare quella visione molesta. Quindi le spalancò di nuovo, sempre più inorridito. Niente da fare.
Aaaaaahhhhhh! Quel maledetto gli aveva fatto sicuramente qualcosa! pensò, il cuore che gli batteva più veloce del normale.
Già s'immaginava una bambolina woodoo a sua immagine e somiglianza sulla scrivania di Mustang, e quel bastardo lì, a fissarlo, per molestarlo anche a distanza...
Eh no, adesso ti faccio vedere io chi è il più forte!
Ficcò la testa sotto al cuscino, restando così per cinque, lunghissimi minuti. Quindi riemerse e si scostò le lenzuola dal petto, fissando disperato il soffitto.
"Etchì!" Si strofinò il naso, mesto.
Cinque giorni. Doveva solo resistere cinque dannatissimi giorni...




Note dell'Autrice: Ringrazio e mi scuso con Covianna e Lady_Firiel, che avevano commentato e messo tra le seguite questa storia...mi era riuscito di postarne solo metà e non riuscivo a modificarla, quindi ho preferito cancellarla per ripostarla interamente in seguito.
Se la state leggendo, significa che ci sono riuscita.
Bene! Prima di tutto volevo ringraziare chi ha recensito, messo tra i preferiti o anche solo letto "Under a blood red sky"...sono davvero felice che sia piaciuta  -^__^-.
A qualcuno avevo promesso una Roy/Ed...et voilà, eccola qui!
Ebbene, sarà a più capitoli (l'ho pensata due mesetti fa, durante una bella bronchite...sì, deliravo).
Che dire...spero che piaccia...naturalmente, accetterò eventuali consigli e critiche ^__^.
Al prossimo aggiornamento...(Quando la mia maledetta connessione mi farà postare i capitoli...)

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