Quando l’amore non conosce
ragioni…
Non
posso pensare ad una vita senza di lei, ma neanche una vita con lei è
immaginabile. Non importa quanto io la ami, quanto
desideri la sua felicità, quanto le auguri, con le lacrime agli occhi, tutte le
cose più belle per la sua esistenza con un altro, nessuno capirà mai quello che
io provo per lei. O meglio qualcuno se ne è accorto, ma non lei: lei non
comprende. Anche se mi ha richiamato scherzando più volte mentre io la guardavo
come un cieco che vede la luce per la prima volta, anche se per lei sono stato
il migliore amico e fratello, migliore di colui che la accompagnerà per tutta la vita, anche se io per lei rinuncerei
a tutto e lei lo sa, anche se suo padre ha capito tutto, lei non si accorgerà
mai di quanto mi abbia cambiato. Certamente non è colpa sua se sono arrivato
tardi, quando lei, ancora in fasce, desiderava già qualcun altro, se non sono stato in grado di aprirmi subito con lei, la prima
volta che mi sono reso conto che era lei ad essere destinata ad essere la mia
compagna per l’eternità. Per lei sarei sempre stato solo il suo migliore amico,
il suo confidente preferito, il suo punto di riferimento per ogni difficoltà e nella
mia tragica situazione posso solo gioire del fatto che in queste cose io venga prima
del suo fidanzato. Ma più passa il tempo più mi rendo conto che questa
convinzione non basta a tenermi calmo, non è sufficiente affinché io possa
ritenermi soddisfatto. Ogni volta che la vede devo usare ogni goccia della mia
forza di volontà per non stringerla tra le mie braccia, devo impegnarmi molto
per non baciare quelle labbra che mi perseguitano perfino in sogno. A volte
desidererei di non provare niente nei suoi confronti, di essere semplicemente
suo amico e niente di più; poi penso a come mi riempia la giornata, a come
sapere di essere io il motivo del suo sorriso mi provochi una grande gioia,
anche se solo momentanea. Altre volte vorrei aver il coraggio di dirle tutta la
verità, ma vederla così felice abbracciata a lui, anche se non sono io, mi
impedisce di farlo. Temo troppo che preferisca lui a me e ancora di più che
desideri interrompere la nostra amicizia, l’unico reale motivo per cui io
continuo a portare avanti questa miserevole esistenza. Temo di rovinare la sua
felicità, temo che, anche se scegliesse me, non sarebbe
contenta come merita e che rimpiangerebbe per sempre la via che non ha
percorso. Tremo alla sola idea di procurarle qualunque tipo di sofferenza, di
farle versare anche solo una lacrima per me perché so che, sebbene lei non provi
la stessa cosa che io sento nei suoi confronti, lei mi vuole realmente bene,
probabilmente ama più me che i suoi zii. Lo so che non
è il genere d’amore che io desidererei, ma per il momento so che (e devo) accontentarmi.
Ma per quanto mi sarà possibile resistere nel vederla felice con un altro,
anche se quel altro è un mio amico? Per quanto tempo ancora riuscirò a
nasconderle la verità? Non posso essere sincero, farei soffrire troppe persone,
ma soffro troppo per continuare a mentire. Dicono che da qualunque situazione
ci sia una via d’uscita, ma dove è la mia? Dov’è la mia scappatoia? Ormai sono
anni che medito sempre sullo stesso problema e ancora non ho trovato alcuna
soluzione, alcun compromesso. Nessuno mi può aiutare, nessuno mi può capire.
Io, come mia sorella, sono un caso unico anche per la mia specie. Non era mai
accaduto che un licantropo subisse un imprinting con
un umano che fosse già stato per un altro oggetto dell’imprinting. Ma i
Clearwater sembrano destinati ad andare contro ad ogni legge non scritta, ad
ogni regola ufficiosa, ma di certo non per loro volontà. Perché non potevo
essere anch’io come Jared, o come Quil,
vivere l’imprinting in modo normale? Perché io dovevo
essere destinato ad innamorarmi di Nessie? Perché
dovevo fare un torto così grande a Jake? Perché dopo anni
rispetto a quando l’aveva vista per la prima volta avevo cominciato a guardare
quella bambina sotto una prospettiva diversa? Perché da allora tutto era
cambiato? Ma devo fare in modo che tutti torni ad tutto normale: Nessie con Jake e io fuori dai
piedi. Però forse, alla fine dei conti, una soluzione, l’unica per me
possibile, c’è: morire. Ed è in momenti come questi che ti tornano in mente i
ricordi più significativi della tua esistenza.
“Siamo
nel bosco vicino a Forks, nella radura dove suo padre
rivelò la sua natura di vampiro a Bella, ci siamo solo io e Nessie. Sono passati poco più di
un paio d’anni dalla sua nascita e dimostra più o meno cinque anni, ma la sua
mente è superiore a quella di una bambina di dieci. Il padre le aveva mostrato
quel luogo tanto speciale solo il giorno prima e le aveva raccontato tutta la
storia di lui e sua madre. La piccola era rimasta tanto affascinata dalla
vicenda da voler rivedere il prima possibile quel
posto magico e quindi mi aveva pregato di riportarla lì. La sua voce ha su di
me (e su chiunque altro) lo stesso effetto che quella dei vampiri ha sugli
esseri umani: “ti prego, Seth, fammi questo piccolo
favore”. Da qualche tempo mi aveva eletto a suo
compagno di giochi preferito, con grande disappunto di Jake,
che però una volta che vedeva il sorriso sul suo volto era la persona più
soddisfatta del mondo. Io non potei fare altro che acconsentire, quindi mi trasformai e la
feci salire sulla mia schiena. Le piaceva un mondo viaggiare in quel mondo e
tutte le volta che andava in giro con me esigeva, come una piccola principessa
che fa i capricci, che la portassi in quel modo, e io l’accontentavo sempre
perché consideravo quella bambina come una sorella, niente di più che una
sorella. In pochi minuti raggiungiamo la radura e lei si siede nel centro, come
una bambolina tra tutti quei fiori splendidi. Ed ecco noi due seduti a parlare,
scherzare, come sempre, come siamo abituati a fare.. Nessie poteva anche dimostrare cinque anni ma, come ho
detto, la sua maturità era ben superiore. Di solito scherzavo con lei, la
facevo ridere, giocare, le facevo il solletico per sentire quella risata
cristallina che ti riempie il cuore, e così faccio anche oggi, spontaneamente.
Dopo un’oretta di questi divertimenti, lei
mi vuole raccontare la storia riguardante i suoi genitori legata alla
radura. Vuole raccontarla nel modo più preciso possibile, come gliel’aveva
riferita Edward, ma non ci riesce. Ci prova, si sforza: inizia frasi su frase,
cercando di trovare la maniere per iniziare il suo
racconto. Ma le mancano le parole: non sa come trascrivere in suoni le grandi
emozioni che quella storia suscita in lei. Dopo alcuni tentativi, rinuncia e mi
posa le mani sul collo, per farmi vedere le immagini che descrivono quel
momento. Io sento la profondità dei suoi sentimenti, la guardo dritta negli occhi
e sento qualcosa dentro di me . Improvvisamente lei non
è più solo una bambina, lei è la mia metà, il pezzo mancante di cui ho bisogno,
il mio sole e la mia luna. Lei è la persona che cercavo, il mio universo, lei
un pianeta e io il satellite che gira intorno ad esso, per l’eternità. In
quel istante non mi curo di Jake, non mi interessa neanche che lui provi lo stesso
sentimento sentito da me; semplicemente la abbraccio. Lei rimane un po’
stupita, ma non era certo la prima volta che lo faccio, e quindi dopo mezzo
secondo ricambia il mio abbraccio, con tutta la forza di una mezza-vampira. Si
stringe a me e posa il suo delicato visetto nell’incavo della mia spalla, permettendo
che così la pelle della sua morbida guancia accarezzi dolcemente la mia pelle. In
quel momento mi sento completo, mi sento bene con me stesso, mi sento come se
niente al mondo potesse distruggere la mia felicità. Ma nel medesimo istante
che concepisco questa idea, un’altra si affaccia nella mia mente, nello stesso
istante capisco che in realtà questo imprinting mi renderà solo infelice. Lei è
l’amore di Jake, mio amico, lei è la mia sorellina.
Perché proprio con lei? Perché?”
Siamo
qui, vampiri e licantropi uniti, ad aspettare i Volturi. Alice non è stata in
grado di prevedere il loro arrivo e non abbiamo avuto il tempo di organizzarci.
Sappiamo che giungeranno, determinati questa volta, ma l’abbiamo scoperto
troppo tardi per avere scampo. Sono qui per finire il lavoro di cinquant’anni
prima ma non penso che questa volta se ne andranno senza prima aver fatto una
strage, anche a costo di perdere molti dei loro uomini. Sanno che da questa
battaglia dipende gran parte del loro futuro: non hanno più molti uomini e
sanno bene che se usciranno sconfitti da questo scontro con c’è speranza per
loro di mantenere la predominanza sulla stirpe dei vampiri. Loro combatteranno con
questa motivazione, noi per la nostra sopravivenza e per quella delle persone
che amiamo. Noi licantropi siamo intervenuti senza esitazione ancora una volta
a favore dei Cullen perché ormai abbiamo un rapporto
troppo profondo con loro, siamo troppo legati tra di noi, soprattutto Jake. Ma io non sono certo da meno.
“entro
in casa Cullen e trovo sulla porta Edward. Nessie
si fa prendere in braccio da suo papà e gli mette le mani sul collo (anche se
non ce ne sarebbe stato bisogno) e gli fa vedere tutto che è successo nella radure. Lui sorride, la ascolta con attenzione poi di
colpo la mette giù, cercando di essere il meno brusco possibile, e mi ordina di
seguirlo nella sala da pranzo, mentre Nessie corre a
cercare Bella per raccontare anche a lei della radura. Io entro nella stanza
dove mi aspetta Edward, che ormai considero mio grande amico, e gli chiedo cosa
debba dirmi di tanto urgente. Adesso stare lontano da Nessie
anche un solo secondo mi procura un grande dolore.
“Hai avuto l’imprinting con mia figlia?” mi chiede ruggendo senza giri
di parole. Non era servito a niente cercare di non pensarci quando lo avevo
visto, evidentemente aveva notato il mio cambiamento attraverso i pensieri di Nessie.
“si” rispondo con poco più
di un sussurro mentre mi accascio lungo al muro, quasi sicuro che Edward
avrebbe cercato di staccarmi a testa. Forse sarebbe stata la giusta punizione
per il mio tradimento nei confronti suoi e di Jake.
Sono un mostro e merito di soffrire.
“Non pensavo fosse possibile; già un
licantropo ha avuto l’imprinting con lei” mi risponde
leggermente sbigottito ma comunque gentilmente, mentre si mette a sedere di
fianco a me.
“Infatti
non era mai accaduto prima” rispondo io ma so che sono inutili le mie parole:
tanto ho appena dimostrato la loro falsità.
“Cosa farai?” mi chiede,
realmente curioso di capire le mie intenzioni e cercando di non infierire
troppo riguardo alla mia situazione, già abbastanza strana e dolorosa. Ultimamente
riesce a controllare ancora meglio il suo potere ed è in grado di trattenersi
dal leggere i pensieri altrui: ormai usa le sue capacità con i nemici. La sua
non è quindi una domanda retorica e mi trovo costretto a rispondere, mio
malgrado.
“Cercherò
di starle il più lontano possibile: non voglio far soffrire né lei né Jacob”
rispondo sicuro: però già solo queste parole mi provocano sofferenza. “ma tu non dire loro
niente, te ne prego”
Era
con questa intenzione che avevo cambiato branco tornando con Sam e prendendo il
suo posto come alfa quando aveva deciso di rinunciare allo spirito di lupo per
invecchiare con la sua compagna. Ma adesso non ha più senso questa distinzione
di branchi, il mio e quello di Jacob, stiamo tutti per morire. E poi non è
servito a niente cercare di prendere le
distanze.
“Seth”
“si,
cosa c’è piccola?”
“Perché
non vieni quasi mai a trovarmi? Prima venivi ogni giorno
ma dalla radura ci siamo visti solo due volte e sono passati quasi sei mesi!”
mi sgrida la mia piccola Nessie.
“Ho tanti impegni con il
branco” rispondo cercando di essere evasivo.
“è perché
hai cambiato branco?
Non ti sta più simpatico Jacob?” mi chiede curiosa e un po’ preoccupata
“non è per quello” rispondo
sinceramente, dato che uno dei problemi dell’imprinting
è che rende quasi impossibile mentire all’oggetto del tuo amore
“allora è per colpa mia” afferma lei, cominciando a
singhiozzare senza limiti.
Io non riesco a trattenermi
e la abbraccio forte, le poso un bacio sulla testa e le dico:”tu
non c’entri niente: che colpa potresti mai avere?” forse più di quanto lei
possa immaginare, ma non è certo responsabile di quel che è accaduto. La
stringo forte mentre penso a quanti problemi mi stia creando questo stupido
imprinting. Lei continua a piangere
ancora per un po’, ma alla fine si calma e riprende a respirare normalmente.
“Seth” mi chiama nuovamente
“sì?
“Mi potresti lasciare
andare: mi stai stritolando!”
Mi metto a ridere e la lascio andare. Nessie si
rimette dritta, ritorna seria e mi chiede:”adesso
tornerai a trovarmi, dato che non è colpa mia?” Me lo chiede supplicando e io
non posso pensare di farla soffrire.
Posso solo assecondarla:”certo, verrò tutti i giorni”.
Ora
la vedo: è grande e ormai sembra proprio
un’adulta. Si trova leggermente dietro a Edward e Bella, che si tengono per
mano, ed è abbracciata a Jacob, che la stringe con fare protettivo e allo
stesso tempo possessivo. Alla fine è giusto che sia così: lui è arrivato prima
e io mi devo accontentare del secondo posto. Lui all’improvviso si gira nella
mia direzione: lui sa tutto ma rinuncerà mai a lei. Non può, ma neanche io
posso rinunciare al mio amore.
“come
hai potuto?
Lei è mia, capito?” mi ruggisce contro.
“non l’ho deciso io! Non
sai cosa darei per vivere anch’io un amore normale! Pensi che stia bene
pensando di essere tuo rivale? Sei uno dei migliori amici e pensi che io
intenzionalmente ti vorrei creare dei problemi?”
Lui sembra interdetto dalle
mie considerazioni, ma la sua rabbia non si accontenta di così poco:”allora dovrei lasciarti la strada libera? Lo sai che lei
ha scelto me, non puoi pensare di portarmela via”
“non era mia intenzione
farlo”
“allora la guarderai stare
con me da lontano, senza combattere?”Jacob è stupito di questa mia decisione.
D'altronde come biasimarlo: nessuno rinuncerebbe così. Nessuno a parte me.
“che cosa altro posso fare?
Non posso certo metterla davanti ad una scelta, da cui uscirei comunque
sconfitto, e farla così soffrire? Dovresti sapere anche tu che non è nella
natura dell’imprinting permettere una cosa del genere.
Io non ho alternative, non ho soluzioni.”
Tutti
di scatto volgono il capo dall’altra parte della radura. Si sentono
distintamente dei rumori, come di una danza, e siamo tutti in grado di
percepire la presenza del nostro nemico. Si avvicinano lentamente, senza
fretta, incombono sul nostro futuro e decideranno della nostra vita, come dei
bambini decidono cosa fare con i loro bambolotti. Non ho paura, non provo
sentimenti, sono vuoto, mi sono annullato molto tempo fa. E la causa di tutto
questo è proprio lei.
“ho
davanti a me Nessie in lacrime, seduta sul suo letto. Dimostra circa
quattordici anni ed è in quello stato da quasi mezz’ora. Sono appoggiato al
davanzale della sua stanza, la osservo
da quando ha iniziato a singhiozzare ma sto aspettando che si calmi prima di
farle alcuna domanda. Piange al momento in cui è tornata a casa da scuola, dove
insistente a chiesto lei di andare anche se è
costretta a cambiare struttura ogni pochi
mesi a causa della sua crescita portentosa e accelerata; piange e niente
sembra essere in grado di consolarla. È entrata in pieno nella fase adolescenziale,
con tutti i suoi piccoli problemi che però sembrano insormontabili per chi li
sta vivendo. Cerco ancora di limitare al massimo i contatti fisici con lei,
perché il trattenermi è per me fonte di autentico dolore, ma questo non è
minore a quello che provo vedendola così disperata. Mi avvicino a lei, poggio
una mano sulle sue gambe incrociate e spero che questo le possa essere di
conforto. Lei si limita a stringermi forte la mano, poi, singhiozzando ancora
più forte, mi butta le braccia al collo, stringendosi forte a me. Io, sebbene
stupito, ricambio con vigore la sua stretta e aspetto che cominci a parlare,
avendo capito che sta per aprirsi con me. Cerca di spiegarmi, ma le parole
sembrano morirle in gola, non sa cosa dire, come comportarsi, come qualunque
adolescente. Io ricordo poco di questo periodo, l’ho vissuto troppo poco, sono
diventato licantropo troppo presto, non ho fatto in tempo a capire realmente
questa età delicata. Ma per lei sono il suo migliore amico e devo starle
accanto nel modo migliore che mi sia possibile. Non so cosa fare per aiutarla
ma voglio sapere che cosa le accade, come prima cosa.
“Nessie,
mi racconti cosa ti succede? Vuoi parlarmene? Lo sai che io sono qui per
ascoltarti e lo sai che non posso vederti in questo stato. Non
farmi stare male, parla”
“mi sento così stupida,Seth, così ingenua. Come ho fatto a credere a Jane? Lei mi odia, non mi ha mai sopportato: allora perché
le ho dato retta? Perché le ho permesso di farmi questo?” Personalmente,
non provavo una gran simpatia per questa Jane: forse perché faceva stare male
la mia Nessie, non nego che il motivo possa essere
questo.
“cosa ti ha fatto? Cosa hai lasciato che ti facesse?”
“mi sono messa in ridicolo,
per colpa sua, davanti a Logan” odiavo anche questo fatidico Logan
“perché?”
“mi ha detto che gli
piacevo, così io sono andata da lui e…” non ce la fa a finire e scoppia
nuovamente in singhiozzi. Io non ho problemi ad immaginare il resto, ma lei non
ne sembra convinta, così sfrutta il suo potere per farmi vedere tutta la scena.
Attraverso i suoi pensieri riesco a sentire la sua tristezza, la sua vergogna
nel ricordare un momento per lei così imbarazzante. Vorrebbe dimenticarlo ma sa
anche lei che non potrà mai farlo. Io sto provando un desiderio molto forte,
che va contro ad ogni morale: io devo uccidere Logan, che fa così soffrire la
piccola Nessie, troppo ingenua per aver capito di
essere destinata a Jacob, né a lui né a me, solo a Jacob. Non mi fermo neanche
per un istante a rifletter sul fatto che sia la prima volta, dal momento della
radura, in cui ha usato con me il suo potere, che da quel giorno non l’abbia
usato con nessun altro e che io d’ora in poi sarò l’unica persona con cui si
servirà sempre della sua capacità. Non penso a questo, penso
solo a consolare la mia piccola Nessie, che come ogni
adolescente sta vivendo il dramma della prima cotta”.
Questo
ricordo è importante, è la dimostrazione di quanto bene nutri e abbia sempre
nutrito per me Nessie, anche se è un amore molto
diverso da quello che io provo per lei. Ma ho imparato ad accontentarmi,
soprattutto da quando la storia tra lei e Jake è
diventata ufficiale. È il momento della mia vita che più ho odiato, anche se
erano passati quasi quindici anni: ha segnato la fine delle mie già quasi nulle
speranze.
“siamo di nuovo solo io e le in camera sua. Lei è ormai una donna fatta e probabilmente
la più bella del mondo, e non solo ai miei occhi. Indossa una corta gonna di
jeans che le lascia scoperte le gambe lunghe e sode, come se andasse con
regolarità in palestra,e una maglia a barchetta, il
cui scollo le lascia scoperte le pallide spalle. La osservo come estasiato,
anche se lei non se ne accorge, ma intanto mi chiedo perché abbia un’aria così
felice e al contempo preoccupata, tipico di chi stia
tenendo un bello e grande segreto. E io non riesco a capire quale esso sia.
Sono così accecato dal mio amore per lei da non rendermi conto neanche di
quello che lei prova in realtà. Seduta sul bordo del suo letto, si tortura le
mani pensando a come dirmelo del modo migliore. E, come sempre quando si parla
di me, opta per mostrarmi tutto per mezzo del suo straordinario potere. Così
vedo lei e Jacob nella nostra radura che si avvicinano sempre più e infine si
baciano. Mi devo trattenere per non urlare di dolore e di rabbia. Sento una
voragine aprirsi nel cuore, una sensazione di vuoto, ma come sempre devo
trattenere le mie emozioni, limitarmi ad essere felice per lei, a gioire della
sua felicità. Intanto Nessie mi sta mostrando anche
il dopo e di come lui le abbia chiesto, pochi giorni dopo, di fidanzarsi
ufficialmente. Vedo il suo sguardo felice mentre accetta e la gioia che prova
mentre, quello stesso pomeriggio, lo presenta alla sua famiglia come il suo
ragazzo. Vedo anche lo sguardo sofferente di Edward, l’unica nota triste
dell’entusiastico quadretto dipinto da Nessie. Mi
congratulo con lei ma, con la scusa di andare anche da Jacob, mi allontano in
fretta da casa Cullen passando per la finestra della
stanza e corro verso la foresta. E lì rimango solo con il mio
dolore”.
I Volturi
si sono schierati in formazione da combattimento davanti a noi ma sembrano
titubanti, indecisi sul da farsi. Aro si distacca lentamente dal gruppo,
seguito da Renata,e fa segno di avere una proposta da
fare. Noi tutti, inizialmente sollevati alla vista dello scarso corteo (non più
di venti persone) dei Volturi, attendiamo nell’angoscia l’annuncio di Aro.
“Carlisle, è per me un grande dispiacere rivedere te e la
tua graziosa famiglia in occasione tanto nefasta. Purtroppo sono venuto a
sapere che bramate di conquistare la supremazia sui vampiri che da secoli
appartiene ai Volturi e, come potrete capire, non lo posso permettere. Il mio
esercito non è molto numeroso, ma è sicuramente meglio addestrato dei tuoi cani
da caccia e, a costo di perdere tutti i miei uomini e di rimanere ucciso io
stesso, ti prometto che metterò fine a questa rivolta. Ma è per me terribile
pensare di eliminare elementi così interessanti senza dargli la possibilità di
mostrare al massimo le loro capacità,
perciò ho una proposta da farti”
“dimmi,
e noi ascolteremo e valuteremo” dice Carlisle con un
tono falsamente educato, ma rimanendo calmo.
“concederò
alla tua famiglia e ai suoi alleati due mesi di tempo per allenarsi e
rafforzarsi.
Mi sembra un tempo ragionevole per permettervi di organizzare una difesa che
sia divertente eliminare. Tutto ciò a due condizioni” tutti noi ci stavamo già
rallegrando, quando l’ultima frase aveva raggelato il sangue nella
vene. Cosa può chiedere un essere famoso per la sua crudeltà? Temevamo la
risposta a tale domanda.
“spiegati
e parla apertamente”lo incita Carlisle, perdendo un
po’ della calma che aveva avuto precedentemente.
“la
prima condizione è che il nostro scontro avvenga tra le stesse persone qui presenti, che non cerchiate nuovi
arrivati e che non si ritiri nessuno. Questo vale per entrambe
le parti”. Stranamente generosa la prima condizione, né infida né
crudele.
“la
accettiamo e la seconda?” chiede Edward, che stringe con forza Bella e cerca
con disperazione lo sguardo di sua figlia. Tratteniamo il respiro nell’attesa
della risposta.
“se
volete avere la vita salva per il momento, dovrete sacrificare quella di uno di
voi”
“cosa
intendi?” chiede Carlisle, cominciando a capire
quello che voleva ottenere Aro. Un dolore tale da indebolirci, o il permesso di
distruggersi questo stesso giorno.
“per
avere questi due mesi di tempo, uno di
voi dovrà, di sua spontanea volontà, sacrificarsi e accettare l’attuazione
istantanea di una condanna a morte a suo danno. Siete
dei traditori e uno di voi pagherà prima degli altri il suo debito con la
giustizia”. Ma, mi chiedo, quale forma di
giustizia può richiedere un atto del genere. Noi siamo paralizzati da questa
proposta, nessuno vuole accettarla, ma morire tutti in cambio di una sola vita
sembra assurdo. Nessuno vuole condannare un suo amico alla morte, nessuno vuole
farsi uccidere per il bene comune, ma con che coraggio causare l’eliminazione
di tutti per la mancanza d coraggio di uno? E quel uno sono io, solo io posso
essere quella persona. Tutti gli altri hanno una ragione di vita e io? Quale è
la mia: un amore infelice per me e per coloro che mi circondano? Sono io che
devo farmi avanti, donare una possibilità di vita alla mia Renee,
una chance di essere felice con la persona con cui ha scelto di passare
l’eternità. Devo solo convincere le mie gambe a fare un passo avanti, e poi un
altro, fino ad arrivare davanti ad Aro.
Comincio
lentamente a muovermi, ma Carlisle, troppo
compassionevole e leale per accettare un compromesso del genere, sta dicendo al
Volturo:”preferiamo la morte ora che il rimorso di
avere ucciso uno dei nostri”. Prima che Aro possa ribattere e porre fine a
questo accordo, raccolgo tutto il mio coraggio e urlo, forte come non mai:”Noooo!”. Tutti di girano verso di me e mi fissano con sguardo interrogativo,
non riuscendo a capire che cosa io voglia fare. Riprendo il controllo di me
stesso, cercando di fermare i tremori alla mani, e
spiego la mia decisione:”ho deciso di sacrificarmi io per concedervi più tempo.
Io solo l’unico tra voi che non ha motivo di vivere. Non
cercate di fermarmi e cominciate subito ad allontanarvi, prima che Aro abbia
modo di cambiare idea”. Il volturo sembra
soddisfatto, infatti sul suo volto si è disegnato un sorrisino compiaciuto, ma
tutti glia altri mi guardano sbigottiti. Un silenzio irreale avvolge la radura,
perfino gli animali ammutoliscono. Solo un rumore, all’improvviso, interrompe
questa calma. Un grosso lupo salta sulla mia schiena e mi schiaccia con il suo
peso a terra, nell’estremo tentativo di impedirmi di mettere in pratica il mio
proposito. Leah non vuole accettare il fatto che, una
volta comunicata ad Aro, la mia decisione sia immutabile. Sorrido pensando a
come neanche nel momento dell’estremo saluto mia sorella sia in grado di
mostrarsi affettuosa, ma che comunque cerchi sempre, da brava sorella maggiore,
di proteggermi. Rimango con lei sulla schiena per un minuto scarso, che
comunque, visto il poco tempo a mia disposizione, è diventato di grande
rilevanza, poi mi rialzo e comincio ad avviarmi con lentezza esasperante verso
la mia fine. Mia sorella, pur di non mostrare la sua debolezza, è corsa nella foresta
e sono sicuro che se ne sia andata il più lontano possibile. Tutti mi fanno
spazio, mi lasciano passare, non hanno il coraggio di dirmi niente, né di
fermarmi né di sostenermi. All’improvviso una Renee
in lacrime mi butta le braccia al collo e singhiozza tenendosi a me. Sono
letteralmente paralizzato; sento su di me lo sguardo fisso e carico di senso di
colpa di Jacob e quello apprensivo di Edward. Lei, come Leah,
non si vuole rassegnare, mi supplica, e non sa come m ifa soffrire vederla in
quello stato.
“Seth,
Seth, sei il mio migliore amico, non puoi abbandonarmi! Combatteremo
e noi, e tutta la nostra famiglia, ci salveremo, non c’è bisogno di compiere
questo gesto estremo!” non crede realmente che ci sia altra possibilità ma posso capire che possa non volere la mia
morte immediata. Ma anche a lungo tempo questa mia scelta è la migliore,
non soffriremo più per questo amore sbagliato. Perché lei sospetta qualcosa,
anche se non lo ha mai ammesso. Solo adesso, vedendo i suoi occhi, mi rendo
conto che in tante occasioni aveva avuto dei dubbi sulla nostra amicizia. Solo
adesso mi rendo conto che lei ha sempre saputo, che vorrebbe ricambiarmi ma che
non può. Ha sofferto molto di più di quanto io avessi mai potuto pensare, ma lo
ha sempre nascosto. Usciremo da questa situazione, anche se la nostra via
d’uscita è rappresentata dalla mia eliminazione fisica.
“è
meglio per tutti e due che finisca così. Ma prima di andarmene, voglio dirti una cosa
che non ho sempre voluto dirti”
“cosa?”mi
chiede lei ,un po’ timorosa della risposta
“Nessie, ti amo”. Lei è perplessa, non sa cosa fare, non
vuole deludermi, non vuole mentire a sé stessa anche durante la nostra ultima
occasione. Alza leggermente il volto e posa le sue labbra sulle mie. È un bacio
così casto che non so neanche come considerarlo, ma è l’idea quello che conta,
vuole cercare, almeno ora, di essere contenti insieme.
Mi separo da lei, mi avvicino a Jake, che mi
abbraccia con fare fraterno, per niente arrabbiato per quel nostro piccolo
bacio, e rimaniamo così per qualche secondo. Piano piano
tutti mi si avvicinano per salutarmi, ma la mia ora ormai è giunta e raggiungo
Aro per sottostare alla mia decisione. Arrivato davanti al Volturo, costui mi
chiede:”hai un ultimo desiderio?”
“Sì, uccidimi
nel bosco, così che gli amici non assistano alla mia morte e non far vedere
loro il mio corpo martoriato”.
Ha
mantenuto la sua promessa.
Spazio dell’autrice:
So
che probabilmente penserete che io sia una povera pazza depressa cronica ma vi
assicuro che non sono a livelli così preoccupanti … Semplicemente sono un’amante
delle emozioni forti: amo i libri e i film che quando finiscono, ti fanno iangere tutte le lacrime che puoi, adoro gli horror e le
scariche di adrenalina che ti trasmettono. So di non essere un genio della
scrittura e che probabilmente non sono riuscita a trasmettervi quello che
veramente avevo in mente, ma io amo davvero scrivere e spero che qualcuno
apprezzerà i miei piccoli “capolavori”. Vi pregherei di lasciare un commentino, anche solo una parola, per dirmi cosa ne
pensate: quante di voi scrivano e pubblichino i loror
lavori sanno sicuramente quanto sia gratichifante
ricevere complimenti e quanto utili le critiche. Nella speranza di ricevere
abbastanza recensioni da agggiungere un capitolo dei
ringraziamenti, un bacio!
carlie