“TERAPIE A CONFRONTO”
di Laila
1° CAPITOLO
“La bisnonna”
Sulla
fermata adibita, un autobus sbuffò copiosamente: dalle ante uscì una longeva
signora con lunghi capelli avana, raccolti a crocchia e fissati con due bei
ferri da maglia; nonostante la veneranda età era vestita di tutto punto, un
rossetto marcato delineava le quasi scomparse “labbra” mentre le occhiaie erano
nascoste da una curiosa quanto spessa montatura a cuore, con lenti da vista.
La minuta signora si fece spazio tra la folla, avviandosi con il suo ingombrante
fagotto in mano.
”Scusi” chiese ad un passante “sa dirmi dov’è il Nekohanten?”
Due ore dopo, nel ristorante di Shampoo.
”Lanma amole sei qua? Che bello!” la ragazza dai capelli lilla corse
all’ingresso abbracciandolo.
CRASH!!!
”Oh, Mousse, sei un disastro! Guarda cos’hai fatto a quei piatti!?! Spazza via i
cocci immediatamente!” lo sgridò Obaba.
”S..subito” balbetto lui, che fissava a tratti l’amazzone e l’intruso, mentre
puliva per terra.
”Sei proprio sgraziato come un papero!” sospirò Obaba.
”Le chiedo umilmente scusa, la ripagherò di tutto” s’inchinò Mousse.
”Oh, figliolo, tu non gli devi proprio nulla…” Obaba sussultò di colpo
intercettando la voce alle sue spalle “E così, mi hai trovato…” rispose
voltandosi notò che c’erano anche la nipote e il futuro marito.
”Si cara…nonostante lui mi sia stato solo d’impiccio” la sconosciuta vecchietta
indicò Ranma, che ricevette così una borsata in pieno volto.
”Lanma, hai conosciuto l’altra mia bisnonna!” subentrò Shampoo.
Mousse sorrise leggermente alla new entry, chinando il capo in un riverenziale
saluto.
”Lei sarebbe, un'altra…” biascicò Ranma spaventato.
In effetti le due matusa erano molto simili…parevano gemelle.
”E così ti chiami Lanma, bene me lo ricorderò di sicuro” fece la longeva
signora.
”Ranma, non Lanma!” precisò lui, ma l’altra in risposta agitò una mano davanti
al naso, come a scansare una mosca invisibile.
”Obibi…Ranma é il futuro marito di Shampoo, come lo trovi sorellina?” chiese
Obaba.
”Chi, lui?” l’indicò (altra borsettata…povero Ranma!) “L’ho sempre detto che non
hai gusto…è un cialtrone e non è nemmeno cinese! Ora voglio parlarti, ragazzi
lasciateci sole per favore” disse Obibi.
Ranma sembrò un po’ infastidito dalle accuse di quella vecchia e tornò nel salone
assieme ai due cinesi, lasciando le bisnonne a chiacchierare.
”Shampoo io avrei fame” cominciò gettandosi sciattamente sulla prima sedia
libera che trovò.
”Subito amole, ma…” la ragazza poggiò i gomiti e la sua graziosa figura sul
tavolo, a due centimetri dal viso del consorte, fissandolo dritto negli occhi.
”Che hai?” le chiese lui circospetto, mentre Mousse passava con le ordinazioni,
da un tavolo all’altro gettando occhiate ai due.
”Obibi, che le hai fatto, mi semblava allabbiata…” disse la cinese
ricomponendosi.
”Beh ecco…” cominciò allora il racconto.
Ricordo di Ranma:
”Il Nekohanten? Ci stavo andando anch’io, l’accompagno se vuole” E’ si, il
passante che aveva fermato Obibi era proprio Ranma!
”D’accordo, la ringrazio”
La centenaria donna sorrise, aumentando di molto l’effetto “crespo” del viso.
Camminarono per un certo tratto, ma poi le nuvole, ammucchiatesi, decisero di
fare i dispetti al nostro eroe, improvvisando un bel diluvio, tipico di marzo.
Obibi apri l’ombrello e poggiò il bagaglio a terra, si girò verso il tizio col
codino e…
”Che fa…lasci immediatamente la mia borsa!!!” urlò a tutto spiano, atterrando di
faccia Ranma-chan dentro una pozzanghera, ovviamente Ranma voleva solo aiutarla.
(povero incompreso!)
”Ma che le prende? Mi ha chiesto lei…” Ranma alzò gli occhi al cielo, realizzò
che era di nuovo donna e risollevandosi vide la vecchia Obibi, con in mano la
preziosa borsa scappar via…l’osservò fino a perderla completamente di vista
dietro un muro di cinta.
Per fortuna trovandosi nei pressi della clinica Ranma si era dato una
risistemata tornando in sè.
Fine ricordo.
*Crede che l’abbia abbandonata lasciandola in balia di quella ragazza, così mi
odia in entrambi i modi…uff, perché la maledizione mi perseguita, sempre?* pensò
Ranma.
Ufficialmente, era sempre stato perseguitato per via delle sorgenti, tutti
sembravano avercela con lui dopo quel maledetto tuffo nella sorgente dello Jusen.
”Cominciate male allora, Obibi è sempre stata brava a litigare con la gente,
anche la bisnonna non la sopporta!” esordì Shampoo stropicciandosi il grembiule.
”Perché?” domando l’altro incuriosito.
”Non lo so, avevano litigato” concluse in fretta lei, prima di avviarsi e
preparare la cena per Ranma.
In quel mentre Akane aprì violentemente la porta puntando l’ombrello richiuso
come un siluro anti-uomo verso Ranma.
”Cosa vuoi ancora da me? Non ti sembra d’aver fatto abbastanza?” era Obaba.
”Tsk! volevo vedere come andavano le cose, mi sembra che tu stia disonorando le
regole sorellina, una volta avresti venduto l’anima pur di sembrare impeccabile
di fronte al concilio delle amazzoni” sorrise in sfida l’altra.
”Se vuoi un alloggio sbagli indirizzo, posso consigliarti un qualche ospizio?”
riattaccò Obaba.
L’aria fra le due era talmente ostile che si potevano vedere scintille spuntare
ad ogni battuta.
”Sapevo che non mi avresti accolto, non preoccuparti mi so difendere
benissimo…ero solo venuta per dirti che ero in città…”
Una smorfia incomprensibile apparve sul viso di Obaba.
”Vorrei riprendermi il ragazzo, però” sottolineo Obibi.
”Mousse non ti appartiene più sorellina, ma è abbastanza grande per deciderlo da
solo…per me è stato solo un impiccio” sospirò Obaba.
Dalla tenda della cucina, si mostrò qualcuno…
”Ranma…come hai potuto lasciarmi sola! Era anche il tuo turno…ci ho messo un
sacco a pulire l’intera aula!” urlò mirando con la punta d’acciaio dell’ombrello
alla carotide del ragazzo.
Era vero, Ranma si trovava in netta difficoltà, con le spalle alla sedia.
”Dai Akane, non te la sarai mica presa?” scostò leggermente la punta d’acciaio
“La prossima volta, la pulirò io da solo, contenta?” tentò di calmarla il
ragazzo.
Akane non aveva proprio un espressione felice, anzi si irritò ancora di più.
”Un ora! Dico, un ora a sistemare i banchi, senza contare che il tuo era il più
sporco di tutti!…E tu? sei qui beato al ristorante di Shampoo!” lo colpì con un
pugno sopra la testa.
”Accidenti a te! Mai una sana conversazione, senza farsi male!” sbraitò l’altro.
”Ridicolo, vuoi la diplomazia e ti comporti da anarchico lasciandomi da sola,
bella questa!”
”Oh, mi dispiace, va bene? cosa posso fare per rimediare?” domandò lui toccandosi
la testa dolente.
Akane ci pensò un po’su, poi s’illuminò:
”Ora torni a casa con me e dovessi legarti alla sedia mangerai qualsiasi cosa
prepari!” ordinò sorridendo lei.
* No tutto, ma non questo!!! * cadde all’indietro, finendo con lo schienale a
terra e le gambe all’aria per lo spavento, ormai il guaio era fatto e, in men
che non si dica, Akane lo trascinò fuori dal locale, proprio mentre Shampoo
stava tornando al tavolo con un vassoio di sushi fumante, tutto per Ranma.
( Volevo dedicare questo post a: Watashiwa7,Kuno84 ed -Ester- grazie di cuore. Infine un saluto a tutti i ranmaniaci.)