Dess
fissò la lunga
asta di metallo perfettamente proporzionata storcendo il naso.
Anche
le tredici
puntine da disegno non le dicevano più nulla. Niente di
niente.
Avrebbe dovuto costruire altre armi, poiché se le erano
bruciate quasi tutte,
ma dopo quella sfacchinata non ne aveva proprio voglia.
Non
ne poteva
sinceramente più, si sentiva stanca e inutile.
Centottanta
secondi
alla mezzanotte.
Dess
si prese la testa
con le mani, coprendosi le orecchie.
Quel
fastidioso
ticchettio la stava facendo uscire di testa.
Nascose
la sveglia
sotto il cuscino.
Stava per impazzire.
Sessanta
secondi…
Si
morse il labbro con
forza, sentendo in bocca il sapore del sangue.
Sentì solo l’arrivo possente della mezzanotte che
gravava su di lei, prima di
sprofondare nel buio.
Melissa ritrasse la mano dalla sveglia come scottata.
Sentiva il sapore secco degli antichi, ma non capiva.
Con sua immensa frustrazione non arrivava a uno sviluppo logico.
Dess sparita, la sua mente improvvisamente cancellata. Svanita nel nulla. I suoi genitori disperati, nessuno riusciva a capire dove fosse finita la ragazzina.
Nell’aria, ovunque nella sua camera, c’era un che di polveroso, che percepiva solo lei.
Dess non era di certo scappata di casa per futili motivi.
Melissa dubitava persino che fosse scappata.
L’unica cosa che la riscosse fu la mano di Rex che la prese per un braccio, dirigendola dolcemente fuori dalla casa della Polimatematica.
Ancora sentiva in bocca il sapore del sangue di Dess.