Pinocchio
Ossola
trasse un respiro profondo chiudendo gli occhi.
Riaprì e
richiuse le palpebre tre volte, sperando che quello che doveva assolutamente
essere un sogno svanisse. Eppure il viso di Salò davanti al suo non spariva e neanche
il suo peso sul suo corpo.
- Salò.
– disse Ossola, deglutendo a vuoto.
- Sì,
Ossola?- Salò sembrava stare comodo sopra di lui e anche deciso a non alzarsi.
Ossola sentiva il corpo magro premere su di lui ed il coltello contro la gola.
– Vuoi dirmi qualcosa?
- Che ci
fai qui?
- Ah, bhe, dormivi così bene che ho deciso di unirmi anch’io. Non
ti dispiace, vero Liebe?
- Certo
che mi dispiace. Alzati.- Ossola portò una mano al viso di Salò, trovando un
secondo coltello premuto contro il palmo.
- Non mi
costringere ad essere cattivo, Liebe.
- Tu sei
sempre cattivo, Salò.
Ossola
era sempre stato convinto che se Salò fosse stato un bambino e non un pezzo di
Reich dal nome italiano sarebbe stato uno di quei bambini che strappano le ali
alle mosche e mettono i petardi nella bocca dei cani. Riusciva persino ad
immaginarlo mentre mostrava felice un cadavere di passerotto a cui aveva tirato
con la fionda.
- Non è
vero. – sussurrò Salò sorridendo. Ossola odiava il suo sorriso ed odiava il modo
in cui illuminava i suoi occhi azzurri.
- Sai,
Ossola, mi piacciono i tuoi occhi. –
Salò spostò il coltello dal suo collo al suo viso, lasciandolo scivolare sullo
zigomo. – Sono belli. Color fumo, direi.
- Sono
grigi.
- Anche
il fumo è grigio. Hai presente quello che viene dalle ciminiere?
- Non
sto neanche ad immaginare quali
ciminiere intendi, Salò.
Salò
rise ed Ossola sentì un brivido lungo la schiena. Salò era sempre stato così ma
Ossola non capiva perché. Probabilmente il comportamento di Salò doveva essere
dovuto al germe crucco della pazzia.
- Perché
sei qui, Salò?- domandò Ossola alzando gli occhi al cielo – Perché non mi
ammazzi e basta?
- Io non
voglio ammazzarti! – esclamò Salò facendo il broncio – Io voglio…um.
Diciamo che voglio farti a pezzi. Pezzettino per pezzettino. Sarebbe una cosa carina, vero Liebe?
Ossola
tremò – Per niente.
Salò si
strinse a lui, abbandonando uno dei coltelli e passando la mano tra i capelli
neri di Ossola.
- Sai
qual è il mio sogno, Ossola?- domandò in un sussurro contro il suo collo.
- Conquistare
il mondo?- sbottò caustico Ossola. Salò sospirò ed Ossola pensò che fosse
persino triste.
- Voglio
diventare adulto, Ossola. Voglio diventare una persona vera e crescere.
- Wow,
pensavo fosse qualcosa di macabro.
- Tu no?-
Salò alzò il viso verso di lui ed Ossola quasi arrossì per la troppa vicinanza
fra lui e l’odiato nemico.
Maledisse
Salò per quell’aspetto infantile (persino lui sembrava più grande del fascista)
ed annuì.
- Sì,
anch’io.
- Il
problema è che noi non siamo persone, eh? Siamo altro. Ci combattiamo e ci ammazziamo, ma in realtà non moriamo.
Vero?
- Penso
sia così.
Salò si
alzò, muovendo qualche passo nel fogliame del bosco. Ossola si mise seduto,
prendendo il fucile.
- Sei un
degno rivale. Quindi ora conterò fino a tre. Così potrai scappare.
- I miei
sono già fuggiti. – disse Ossola alzandosi in piedi.
Salò lo
fissò – Cosa?- soffiò stringendo i pugni. Ossola sorrise – Sono fuggiti tutti.
Ci sono solo io.
- Questa
non me la dovevi fare, Liebe.
- Che ci
vuoi fare?- Ossola si spolverò i pantaloni, tenendo lo sguardo fisso su Salò –
Sei poco furbo, lebe.
- Tre.
Ossola
sgranò gli occhi boccheggiando e si portò una mano allo stomaco. Cadde in
ginocchio fissandosi il palmo con una smorfia disgustata. C’era sangue. Molto
sangue.
Il suo
sangue.
Salò
buttò la pistola a terra, avvicinandosi a lui sorridendo.
- Hai
abbassato la guardia, Liebe.
- Sei un
infame, Carlo.
- Lo so,
amore.
Ossola
cadde in avanti e Salò lo prese fra le braccia. Strinse a sé il corpo già esamine,
baciando piano i ricci neri di Ossola.
- Caro,
caro Emanuele.
Carezzò
lentamente il bel viso di Ossola, continuando a stringerlo contro il proprio
petto.
-Non
crederai che sia servito a qualcosa, vero? Sai benissimo che li ammazzerò
tutti, Emanuele. Sei sempre stato uno stupido sentimentale, eh?
Germania
fece qualche passo verso di lui. Salò lo bloccò con un gesto.
- Cosa
vuoi fare del corpo?
- Lasciamolo
qui, Herr Deutschland. Tanto i morti non possono far
altro che puzzare.
A.Corner___
Non è colpa
mia. È Salò che diventa più schizoide di volta in volta.
Comunque,
ecco tutte le informazioni: Repubblica
Partigiana della Val D'Ossola
Ordunque, le mistiche note: nella mia
mente contorto Ossola è più grande di Salò, o comunque poco più alto.
Sì, lo
so, la repubblica della val d’Ossola ha avuto una storia breve (un mesetto ò.o) ma ho pensato al fatto che questa repubblica sia stata
l’unica a riuscire ad organizzarsi proprio come un vero stato la onde per cui…
Insomma,
lasciamo perdere.
Comunque,
Salò chiama Ossola “liebe” (amore) più per sfotterlo
che per affetto.
La
parola detta da Ossola “lebe” è la sua pessima
imitazione del “liebe” di Salò.
E poi
basta ù-ù
Note
aggiuntive: Saeko, non so se passerai di nuovo da
queste parti (fallo!èOé) ma io ti ringrazio lo stesso
çWç *commoss*
E no,
non mi danno affatto fastidio le tue correzioni, anzi, continua così *-*
Preferisco
essere ripresa che avere una storia con mille errori (distrazione, maledetta
distrazione ç_ç mi fa sentire come se non leggessi
quello che scrivo ç_ç) *_*
E buon
2010 anche a te *_*