Fanfic su artisti musicali > Beatles
Ricorda la storia  |      
Autore: manubibi    31/12/2009    9 recensioni
Credo che lo slash nei Beatles non sia una novità e che ormai non si scandalizzi più nessuno, vero? Anche perché slashare quei quattro è AMORE finissimo al 100%
Genere: Malinconico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
George era stanco. Semplicemente stanco, sfibrato, come un vecchio. Non desiderava altro che il nulla per un pò: nessun rumore, nessuna sensazione. Solo prendersi una vacanza dalla vita.
Era stanco della musica, stanco dei viaggi in aereo, stanco dei fan, stanco delle urla da sotto il palco, stanco dell'ambiente.
Stanco di Paul.
Stanco di litigare con lui per qualsiasi cosa, stanco di sentirsi stretto e ingabbiato dall'ego smisurato del bassista, stanco di non saper reagire come faceva John.
Fu proprio la stanchezza a farlo reagire.
-Basta, Paul.
Disse quelle due parole con un sospiro pesante, esausto.
Paul lo fissò, non aveva bisogno di rispondere.
-George...
-Basta, Paul. Basta. Non parlare più. Chiudi il becco per dieci minuti-, lo interruppe il chitarrista tremando leggermente, e si tolse di dosso la chitarra, che improvvisamente era diventata un peso.
-Che ti...
-Stai zitto. Paul, stai zitto. Stai zitto perché fra poco ti arriva un pugno.
Paul rimase basito a fissarlo mentre se ne andava strascicando i piedi. Era stupito, aveva avvertito nella voce del suo chitarrista un velo di qualcosa di nuovo.
-E' esaurito. L'hai esaurito-, commentò Ringo.
Paul seguì George ignorando il batterista.
-Che ti prende?
George, sdraiato su un divano con il braccio sopra gli occhi, scoprì il viso rivelando delle occhiaie che Paul non aveva notato. Eppure c'erano da un pezzo. Mesi. Occhiaie quasi blu. Al buio si notavano spaventosamente.
-Georgie.
-Non chiamarmi così-, sbottò lui scattando e spingendolo via.
Paul lo fissò ancora più esterrefatto. No, George non aveva mai fatto così prima.
-D'accordo, George, parliamo.
-No! Perché con te non si può parlare! O si fa come dici tu o...non lo so, perché ho sempre fatto come volevi. Mi sono rotto le palle, Paul. Mi hai rotto. Paul, sono stanco, vattene.
-Sei stanco di me?
-Si, cazzo. Sparisci dalla mia vita.
Paul sentì una scossa di orgoglio. E gelosia, cieca.
-Allora a chi sei passato? A John, senza dirmelo, magari.
George sbuffò.
-No. Sono solo stanco di te. Davvero, levati dai piedi o ti ci costringo io.
Paul adesso era davvero incazzato, e aveva una paura fottuta.
-Ah si? E come?-, lo sfidò.
George scattò di nuovo, lo sguardo furente e sprezzante. Con tutta la propria forza, lo scaraventò fuori, ma non riuscì a chiudere la porta intralciata dalla scarpa di Paul.
-Fottiti-, ringhiò George, ulteriormente irritato.
-No. Sono sempre stato abituato a farmi fottere da te.
George era stanco. Troppo stanco per rimbeccare. Troppo, troppo. Esausto. Dalla stanchezza gli si gonfiarono gli occhi e dopo qualche secondo spuntò una lacrima che coprì subito. Era questo il suo modo di sfogare il nervosismo, ma con Paul non era mai servito fino a quel momento. Era la goccia, letteralmente.
Paul si spaventò.
-George-, mormorò preoccupato avvicinandosi. -George-, ripeté in tono più dolce, -mi spiace.
-Sparisci.
-No.
-Per favore.
-No, io...mi dispiace.
-E' tutto okay. Vai via.
-Non è tutto okay-, insistette Paul, passando le braccia attorno alla sua vita e posando un bacio possessivo sul suo collo.
George ci provò a non rabbrividire. Ma era impossibile, e sospirò.
Si voltò deciso a fronteggiarlo, ma la labbra di Paul furono decisamente più veloci.
George era stanco anche di questo.
-No, Paul. Basta. Basta, basta!-, protestò staccandoselo di dosso. -Lo capisci? Non ti sopporto più! Non ce la faccio! Basta! BASTA!-, proruppe urlando, e continuò a urlare la stessa parola arrossendo, spinse fuori Paul con successo e chiuse la porta a doppia mandata.

Passarono parecchie ore prima che uscisse, e Paul era lì seduto a terra. Sembrava un ragazzino.
-George-, cominciò per l'ennesima volta alzando lo sguardo di scatto.
Gli occhi neri di George lo accusarono ancora.
-Addio.
George uscì dalla porta.
Paul capì che stavolta era davvero tutto finito. Finito, e perso.

Qualche mese dopo, i Beatles si sciolsero ufficialmente.
Paul, mesi dopo, un pomeriggio grigrio e piovoso della solita Londra, si sedette e inghiottì i rimorsi come sale e acqua all'incipit del primo lavoro solista dell'ancora disperatamente suo, suo George.


[E rieccomi con qualcosina sui Beatles, tanto per supplire alla mancanza di un prossimo capitolo in Girl (diciamo che quella è una delle mie famose long lasciate a metà per mancanza di ispirazione e voglia di scrivere XD), ed è pure vergognoso perché è roba vecchia, ma vabbè, se questo deve essere il mio archivio allora metto proprio tutto, no? Cioè, apparte la roba su X-Factor che non posso postare qui sull'EFP...
Beh, spero sia almeno passabile XD e buon 2010!!]
   
 
Leggi le 9 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Beatles / Vai alla pagina dell'autore: manubibi