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Autore: chiampo11    01/01/2010    2 recensioni
Una storia da un punto di vista un pò particolare
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E’ una sera buia e sto aspettando. Aspetto che rientri dentro quella casa. Posso aspettare anche tutta la notte. Non ho fretta. Ho aspettato così tanto e aspetterò ancora molto, ne sono sicura. Finalmente, dopo molto tempo, l’ho ritrovato e non lo perderò di vista di nuovo. Sono sicura che è lui. Si, lui, lui. E’ lui che cercavo da molto, moltissimo tempo. E adesso che l’ho ritrovato sono diventata il suo angelo custode. Non lo lascerò mai solo. Eccolo, sta ritornando a casa. Domani mattina aspetterò che esca di casa e lo seguirò, mi farò coraggio e gli spiegherò la situazione sicuro che lui mi capirà. Poi ci ripenso e dico che sono un’idiota, che lui non capirà, che non vorrà capire, che non accetterà mai questa situazione. Come dargli torto. Anche io all’inizio stentavo a crederci. Ma poi mi sono dovuta ricredere per forza, non c’erano altre spiegazioni. Ma come dirlo a lui, come se nulla fosse. Lui che ha vissuto per più di vent’anni da solo, senza l’appoggio di una qualche forma di famiglia, adottato da un uomo che non si può considerare un padre. Lui che è riuscito a trovarsi una “famiglia” dopo molto, moltissimo tempo in solitudine. I suoi unici amici erano dei soldati o dei criminali. Come posso distruggere tutte le certezze che si è fatto in tutto questo tempo? Distruggere non è il termine esatto. Sconvolgere. Ecco questo termine va molto meglio. Questa è la parola che fa al caso mio. Non posso dirglielo. Non posso. Domani lo seguirò di nascosto e lo proteggerò. Io non ho fretta, aspetterò, come ho cominciato a fare da due mesi a questa parte. Ho atteso e atteso. Ho paura che si sia accorto che lo controllo da lontano. Ma non controllo solo lui, anche lei. Lei che è entrata nella sua vita. Apprendendo notizie varie in giro ho scoperto che lavora da lui solo da poco tempo in confronto a quanto lo cerchi io, ma ha già più controllo di me. Già, anche senza saperlo, mi ha aiutato molto a capire il suo comportamento. Il comportamento di un bambino smarrito, separato dai suoi genitori molto giovane e poi costretto a vivere da solo. Il comportamento di un bambino che difficilmente accetterà ciò che dovrei dirgli. Come faccio? Aspetterò che domani mattina esca di casa? No,non ci riusciro mai. Devo farmi coraggio e avere più fiducia in me stessa. Ma perché mi comporto così? Dov’è la ragazza che un tempo non si faceva scrupoli a rivelare alla gente quello che pensava senza preoccuparsi di niente? Dove è finita? Queste sono domande che se mi porgessi di giorno, sono sicura non mi lascerebbero più vivere tranquilla. Di sera, invece, possono tranquillamente girovagare per la mia testa senza che io le senti perché concentrata sul mio obbiettivo. Di sera è più difficile controllare una persona. Sicuramente la vecchia Reika sarebbe andata da lui e gli avrebbe detto la verità in faccia senza tanti problemi, senza fare la vigliacca come sto facendo in questi ultimi tempi. Ma perché mi comportò così? Quand’è che sono cambiata così tanto? No, non devo pensare a questo! Devo pensare che un giorno, non molto lontano, riuscirò a parlare con lui faccia a faccia e sono sicura che quel giorno si sta avvicinando sempre più. Ma… cosa gli dirò quando mi ritroverò davanti a lui? Che sono due mesi che lo seguo di nascosto? penso lo sappia già. Che potrei conoscere parte del suo passato? Non ci crederà mai. Cosa dirgli? Ma a cosa serve farsi tutte queste domande, tanto se ci incontreremo faccia a faccia, come io spero, non ci sarà bisogno di chiedersi queste domande, davvero. Finalmente tutte le luci della casa si sono spente. Posso andare a riposare. E’ dura dover controllare una persona giorno per giorno, ora per ora, senza mai doverlo perdere di vista. Uno come lui poi. Ma la domanda che mi preme di più è se mi riconoscerà e se mi accetterà per quello che sono. Riuscirà mai ad accettare che esisto e che sono viva? Ma lui non mi conosce, non mi sono mai presentata a lui. Che gli dico, che sono simile a lui? Che ho avuto un’infanzia simile alla sua? Che la sua e la mia vita sono legati da un filo del destino molto sottile ma allo stesso tempo molto spesso? E lei, mi accetterà? Lei che, come me, si preoccupa per lui. Lei che, come lui, è rimasta senza famiglia. O così crede lei perché io, cercando informazioni, so più cose di quello che gli altri credono. Ma alla fin fine chi è che mi conosce? Chi conosce la vera Reika? Nessuno! C’è chi conoscono la mia parte sentimentale, quando fingo. Ci conosce la mia parte dolce, quando fingo. Ma chi conosce la parte crudele, quella che da tempo cerco di eliminare o almeno annullare? Tutti quelli che hanno avuto a che fare con me ma che un motivo o per l’altro sono morti. Non che io non centrassi, è ovvio. Anzi per dirla tutta è opera mia. Solo mia. Sono io l’assassina di tutti quelli che mi conoscevano. Ma sono stati loro a cominciare. Loro mi hanno sfidata e loro sono morti. Quanti saranno stati che mi hanno sfidata? Un centinaio? Forse di più. Sicuramente di più! E quanti sono tornati dalle loro famiglie, se ne avevano una, vivi? Nessuno. Ma perché tutti vogliono uccidermi? Forse perché tutti mi considerano un’assassina? Forse! Forse perché sanno che “Black Angel” è uno dei più spietati killer d’America? Forse. Perché conoscono la mia fama di killer? Può essere. Ma io cerco solo la mia famiglia e chi si è messo in mezzo ha fatto una cattiva sorte e chi cercherà di mettermi i bastoni fra le ruote finirà per fare una brutta sorte. Calma Reika, calma e sangue freddo. Non è sempre stato questo il tuo motto? Devi stare calma e andare a riposare oppure domani non riuscirai a svolgere il tuo lavoro di angelo custode. Gia, tu lo devi proteggere senza che lui se ne accorga. Ma perché? Perché questo tuo lavoro di proteggere un uomo che neanche ti conosce? E perché, soprattutto, deve rientrare a casa così tardi ogni sera? Per fortuna non si alza molto presto la mattina. Ma lei no, lei si alza alle sette per andare a quello stupido bar e io a seguirla, chissà poi perché. Ma ripensandoci lo so perché la seguo. La seguo perché se devo proteggere lui non posso non posso non proteggere anche lei. E’ quello che lui chiama, inconsciamente, famiglia e io accetto quello che vuole lui. Almeno per il momento. Almeno finché lo proteggerò io. Io, Reika. Lei, cosa dire di lei? E’ una persona calma, tranquilla, che non da problemi. Lei non ha nessun sospetto. Non pensa che qualcuno la controlli da lontano. E’ giovane, è ingenua, nel senso buono, non si è ancora fatta le ossa nel mondo che sta cominciando a vivere. Lei è in questo mondo solo da poco tempo. Da qualche anno. Da quando suo fratello è stato ucciso. Era il suo unico familiare e quindi ha cominciato a vivere da lui. Si questo è successo più o meno otto anni fa. Otto anni ha vissuto in questo mondo ma non si è ancora abituata. Perché? Perché lui l’ha sempre protetta, sempre controllata. Lei si che è fortunata nella sua sfortuna. Ma la domanda che mi faccio adesso è perché comincio a fare questi discorsi che so, con certezza, mi porteranno al chiedermi chi sono e che ci faccio ancora qui viva! Gia viva. Smettila, smettila brutta stupida. Non devi pensare. Devi andare a dormire perché prima delle sette devi essere postata davanti al portone del palazzo per seguire lei. Chissà se quando lui è rientrato lei era ancora sveglia o si è addormentata prima? Lei si preoccupa troppo per lui. Ma come darle torto. Anch’io, al suo posto, mi preoccuperei per lui. Allora quello che provo è gelosia? No, non può essere. Io non ho mai provato gelosia. Ma forse in questo caso è diverso. Forse questo caso mi sta molto più a cuore di quello che credo. Ma è logico che mi stia a cuore, no? Ho ritrovato colui che cercavo. No, non è gelosia, è invidia. Invidia perché lei può stare accanto a lui tutto il tempo, vivere con lui tutti i momenti belli e brutti. Si, sia belli, sia brutti perché non può esserci il brutto se non c’è il bello, no? E il contrario, non può esistere il bello se non esiste il brutto. Ma non andiamo a complicarci la vita con discorsi troppo complicati. Il punto è che lei, senza saperlo, ha più possibilità di conoscere il suo vero carattere e modificarlo. Penso lo abbia gia cambiato da quando lo abbia conosciuto. Si, ho chiesto in giro e tutti mi hanno risposto che è cambiato, che non è più il spietato killer che conoscevano. Devo ringraziare quella ragazzina. Devo ringraziarla perché è riuscita a migliorare il suo carattere. Forse un altro motivo che mi spinge a proteggerla, è per ringraziarla. Si, per ringraziare colei che ha salvato il mio protetto.
  
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