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Autore: Didda94    01/01/2010    0 recensioni
Storia di un digimon che sceglie di abbandonare il mondo dove viveva per realizzare tutto ciò che ha sempre avuto in mente. Grazie all' aiuto di vecchi e nuovi amici, dopo aver passato gioie e dolori riuscirà a capire quale strada vuole vivere???
Genere: Generale, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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This is what happens when two worlds collide.(Demi Lovato ”Two worlds collide”)

Questo è quello che succede quando due mondi si scontrano .Ti trascinano in un conflitto talmente grande che tu puoi solo farti trascinare .Si scontrano, si cozzano, iniziano una guerra che nessuno vincerà. Questo è quello che sta capitando dentro di me. La mia  vita si è divisa ed i suoi due rami si sono scontrati: da una parte io e la mia solitudine dall’ altra la vita che ho sempre desiderato e che ora appare come una canoa di salvataggio. Chi ha detto che solo i Digiprescelti possono sognare? Oggi vi racconterò la storia di un digimon particolare. Non aveva poteri speciali, anzi probabilmente era considerato il più debole. Ma ha avuto il coraggio di affermare le proprie idee e i propri sogni anche a costo di tradire chi gli stava intorno. Questa è la sua storia .O meglio…questa è la mia storia.

Introduzione:La fuga.

Vi sembrerà strano che voglia cominciare con una fuga ma sappiate che  è proprio da quel giorno che comincia la mia storia. Prima però voglio che sappiate una cosa:la mia vita fino a quel giorno aveva fatto…schifo. O meglio aveva iniziato a prendere una brutta piega il giorno del matrimonio della mia digiprescelta. Non sto qui a raccontarvi tutta la cerimonia(comunque ci ritornerò)…ma sappiate che da quel giorno tutte le mie torture hanno avuto inizio. Un aspetto di tutto questo che non ho mai considerato è che da quel giorno sono in qualche modo maturata. È come se fossi cresciuta tardivamente. Comunque per realizzare il mio piano attesi un pomeriggio in cui tutta l’ allegra famigliola era fuori a farsi quattro passi. Era novembre, un freddo novembre e non appena gli vidi allontanare con la loro macchina lungo la strada tirai fuori le valigie che con pazienza avevo preparato da mesi. Mi facevano dormire in una piccola stanzetta del sottoscala, piena di topi e ragnatele. Anche voi nella mia condizione avreste voluto andarvene, ed era quello che avevo in mente io. Aprì la piccola porta finestra e guardai di sotto. Era abbastanza alto ma non avevo scelta:dovevo saltare. Quando non vidi passare più nessuno in strada buttai giù le mie valigie facendo meno chiasso che potevo. E poi legando dei lenzuoli mi calai io. Tirai I lenzuoli in modo da non lasciare nessuna traccia evidente e poi gli rimisi in valigia.  Attraversai tutto il giardino e m’ infilai sotto la siepe:riuscì in qualche modo a strisciare e tirarmi dietro le valigie fino al punto x. Il punto x era il punto in cui la siepe dava su una stradina laterale e semi nascosta. Buttai dall’ altra parte le valigie e poi scavalcai il cancello. Da una borsa tirai fuori una felpa. Aveva una cerniera strana che se tirata mi copriva fino agli occhi. A passo veloce mi avviai in strada e cominciai col dirigermi verso la stazione. Infatti era stata costruita da poco una stazione di treni che collegava il mondo reale con quello digitale. Era poco distante dalla casa delle mie torture ed infatti ci impiegai 5 minuti per arrivarci. Adesso però veniva il difficile. Se la mia digiprescelta fosse arrivata fin lì avrebbe subito capito dove andavo. Così per una volta mi tornò utile una delle tante cose che mia nonna mi aveva insegnato. Quando toccò a me comprare il biglietto mi avvicinai e chiesi con un filo di voce”Entschuldigung Sie könne ich habe einen Zettel für das DigitalWorld?“sperai che la frase fosse corretta. “Ja, du könnt. Für wie viele Klasse?““Die Zweite“ risposi io. Dopo aver pagato mi diressi verso il binario e vidi che l’ espresso per Digiworld era già li ad attendermi. Salì sul treno molto più leggera di quando ero partita.

Il viaggio era lungo ma io avevo tutto il tempo e la libertà che volevo. Dopo aver cenato mi misi a leggere un libro che mi ero portata dietro(nel caso vogliate saperlo era delitto e castigo di Dotsoievsky, spero sia giusto).Mi risvegliai quando sentì i miei vicini di scompartimento parlare della misteriosa sparizione di un digimon. Capì che parlavano della mia fuga e nervosamente mi misi a camminare. Avevo il metodo della felpa ma non mi copriva le gambe e nel caso malaugurato il controllore che stava per passare avesse avuto una mia foto non avrebbe avuto difficoltà nel riconoscermi. Continuai la mia camminata nervosa finché non mi venne un'altra idea. Tirai fuori un piccolo orologio da una valigia e lo osservai attentamente. Pregai il cielo che funzionasse ancora. Girai lentamente la manovella finché sotto la scritta 12 non comparvero le parole “altre digievoluzioni” e poi premetti un tasto. Vidi una luce tremenda e poi comparvero anche le mie digievoluzioni.Dopo aver spiegato a loro il piano mi rinchiusero in una valigia e mi sistemarono al contrario sul porta valigie posto in alto(naturalmente borsa era  aperta per poter farmi respirare). Due di loro si nascosero nel bagno facendo sì che una sola delle mie digievoluzioni rimanesse nella cabina, si sedette e cominciò a sfogliare una rivista di moda. Entrò a quel punto il controllore e la parte di me che era nello scompartimento(tutte le digievoluzioni sono parte del digimon base) con la massima naturalezza gli porse il biglietto. Dopo aver controllato tutte le formalità uscì augurando un buon viaggio. Sospirai e poi chiesi”Adesso mi togliete da qui?””Sta calma arrivo” disse la digievoluzione che era in cabina e dopo essersi messa in punta di piedi sul sedile mi tirò giù e aprì delicatamente la borsa per farmi uscire”Grazie ragazze” dissi io sbucando fuori”Tranquilla” disse una delle due nascoste in bagno “Puoi sempre contare su di noi” e dopo averle fatte sparire (portando sotto le ore dodici la parola normale) mi riaccomodai. Il viaggio durò fino a mezzanotte quando il treno arrivò in stazione sull’ isola di File. Cercai con lo sguardo qualcosa di famigliare ma non vidi niente. Allora m’ incamminai verso la foresta.  Se sulla Terra era novembre, a Digiworld era agosto, il che voleva dire un caldo incredibile. Arrivai in cima alla collina più alta con la pelle bagnata dal sudore. Scrutai con lo sguardo i paesaggi che vedevo. Poi lo notai. Si stendeva sopra ogni singola cosa fosse lì intorno. Sorrisi. Il mio rifugio si avvicinava sempre di più. Feci tre quarti di strada a passo velocizzato, elettrizzata all’ idea di mettere piede nel luogo dov’ ero cresciuta. Mi fermai d’ avanti al cancello.

Ora sì che ero veramente a casa.

Buongiorno a tutti!!!!!Cinquanta punti a chi indovina chi è il digimon protagonista di questa storia!!! A parte gli scherzi lo so che ho altre quattro storie da terminare…ma questa è un idea che mi è sbalzata fuori all’ improvviso e che ho deciso di buttare giù. Per il 2010 mi sono ripromessa di velocizzarmi nelle storie(proposito che spero porterò a termine). Ho deciso di tralasciare il nome della protagonista apposta ( anche se nel secondo capitolo capirete chi è) ed ho voluto tralasciare qualsiasi indizio che secondo me poteva suggerirvelo oltre che far raccontare la storia alla protagonista. Prendetela come una specie di “indovina chi” dedicato ai digimon. Come scritto nell’ introduzione la storia parla della fuga verso la libertà di un digimon particolare: una strada piena di gioie, dolori ma anche di nuove ed inaspettate amicizie l’ attende. A voi il compito di seguirla in questo viaggio…

Buona Lettura by Didda94

  
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