Sisterhood of Jeans in Hogwarts ~ by El&Mel <3
Prefazione
Sedici
anni. Averli a volte sembrava una delle cose più belle che potesse esserci.
Quando hai sedici anni credi che il mondo sia ai tuoi piedi, credi di poter
fare tutto quello che vuoi, che la giovinezza è eterna.
Soprattutto quando non sei la sola a pensare queste cose.
L’estate
stava finendo ed io e Rosie ci ritrovammo in giro per le strade di Londra, a
fare shopping. No, a Diagon Alley ci saremmo andate prossimamente, l’idea di
vedere una divisa mi metteva tristezza.
«Rosie!
Non voglio che ricominci la scuola?», mi lagnai, leccando il mio cono alla
vaniglia. Rose Weasley era mia cugina, nonché la mia migliore amica.
Lei
sorrise, mesta e dolce, leccando il suo cono al cioccolato.
«E’
inevitabile, Lils», mi ammonì lei. Oh beh, ovvio che lo fosse, ma volevo che il
primo settembre non arrivasse mai.
Camminammo
un po’ per le vie trafficate, ridendo e scherzando, finendo il gelato, finché
un negozio che non avevo mai visto catturò immediatamente la mia attenzione.
Vestiti! No che ad Hogwarts avevo molta possibilità di usarne, di vestiti
gabbani… Ma c’erano i fine settimane, le sere… E tante
altre occasioni che solitamente mi ricreavo. Oh beh, io ero quella che si era
modificata la gonna della divisa: ce l’avevo leggermente più corta rispetto quella
standard e prima o poi mia madre mi avrebbe uccisa, lo sapevo.
«Entriamo!
Entriamo!», esclamai euforica prendendo Rose per mano. Lei sbuffò, ma mi
accontentò come sempre.
Era un
negozio carino e prettamente normale, magliette, costumi da bagno, jeans…
Jeans! Avevo una fissazione per il jeans babbano. Era estremamente comodo e mi
piaceva il modo in cui rivestiva le gambe, come donava flessibilità al corpo
nonostante fosse stretto… Sì, ero jeans dipendente!
Rose si
guardava intorno, con disinteresse. Lei, a differenza mia, era più semplice.
Diciamo che amava vestirsi bene, con classe ed eleganza, ma mai con particolari
esaltanti. Io eccedevo, mi piaceva essere eccentrica nel vestire, nell’essere.
Non passavo mai inosservata, la mia personalità saltava obbligatoriamente
fuori.
Presi un
paio di jeans, semplici, di un blu chiaro, quasi sbiadito, a sigaretta.
Richiamai Rosie, dunque.
«Ti
piacciono?», le domandai, curiosa di sapere il suo parere.
«Sì,
provali», mi incinto a fare, dolcemente. E tutta contenta mi rintanai nel
camerino del negozio. Non appena indossai quei jeans sentii che aderivano
perfettamente alle mie gambe, le fasciavano delicatamente e mi sentivo come se
li avessero cuciti addosso a me.
Uscii dal
camerino e mi specchiai. Ero magrissima, talmente tanto da essere paragonata
spesso ad un fuscello pronto a volare via col primo colpo di vento.
«Come mi
stanno, Rosie?», domandai. Lei era il tipo che se una cosa ti stava male te lo
diceva senza troppi giri; si definiva acida, ma non lo era:
era semplicemente schietta e sincera; una qualità che io apprezzavo molto nelle
persone.
«Benissimo
Lils! Prendili, ti prego!», mi invitò a fare. Ed era
ovvio che questi jeans sarebbero venuti via con me.
Ma mentre
mi rivestivo nel camerino, ebbi un’idea. Una cosa strampalata in realtà, era
tanto per provare, per giocare insomma. Scostai la tenda, non appena fui
vestita e tirai i jeans a Rose che riuscì a prenderli al volo, all’ultimo
minuto.
«Provali
tu», dissi secca, ma senza smettere di sorridere. Lei sbatté più volte le
ciglia, confusa.
«Cosa?
Dai Lils, non mi staranno mica…», disse lei, incerta sul da farsi, osservando
prima me e poi il jeans.
«Provare
per credere», aggiunsi impettita, incrociando le braccia al petto.
«Okaaay,
ma se mi stanno male me lo devi dire, chiaro!?», mi
‘minacciò’ lei. Ed io, ridendo ed annuendo, la spinsi dentro il camerino…
Non
sapevo come una cosa del genere potesse accadere.
Insomma, io nella magia ci credevo, ovvio. Ero una strega, vivevo ad Hogwarts
per la maggior parte dell’anno e, modestamente, andavo anche bene a scuola, ma
mi era difficile pensare che la magia riuscisse ad infiltrarsi ovunque, persino
in un negozio Babbano.
Quando Lily mi propose di entrare in quel negozio – no, non propose. Mi trascinò, ecco -, non mi stupii. In
fondo, Lily era Lily e, nonostante ad Hogwarts indossassimo una divisa, adorava i vestiti.
Non che a me non piacessero, sia chiaro, solo che io … avevo gusti diversi da
lei. Ero leggermente più sobria, ecco.
Comunque, l’accompagnai nel giro del negozio senza dire niente. Dopotutto, era
mia cugina e la mia migliore amica e non mi dispiaceva passare del tempo con
lei, a costo di girare tutto il negozio.
Non mi stupii nemmeno quando trovò immediatamente qualcosa da provare. Erano un
paio di jeans blu chiaro, a sigaretta. Mi chiamò e me li mostrò, con il viso
carico di aspettativa. Le dissi di provarli e lei lo fece, fidandosi di me.
E non mi stupii neanche quando Lily uscì dal camerino, con i jeans addosso. Era
sempre stata molto magra, ma in quel momento, quei jeans la facevano sembrare
assolutamente perfetta. Le dissi di prenderli, assolutamente. Insomma, c’era
anche bisogno di specificare il perché? Sembrava meravigliosa, era ovvio che avrebbe dovuto prenderli!
E poi, quando pensai che stessimo per andare a pagare i jeans, le venne la
brillante idea di lanciarmeli. Li presi quasi per fortuna – non ero mai stata
brava con i riflessi, arrivavo sempre tardi - e la guardai, confusa.
«Provali tu», mi disse, sorridendo. Io la guardai, ancora più confusa.
«Cosa?
Dai Lils, non mi staranno mica…», protestai, guardando
prima lei, poi il jeans e poi di nuovo lei. Forse credevo di poter leggere le
risposte da qualche parte.
«Provare
per credere», aggiunse lei, incrociando le braccia. Sembra quasi me lo stesse
ordinando.
«Okaaay,
ma se mi stanno male me lo devi dire, chiaro!?»,
borbottai, entrando nel camerino e tirando la tenda.
E fu lì che accadde la magia. Una magia che io non potevo accettare avvenisse
nel bel mezzo del mondo Babbano. In pieno mondo Babbano, per Merlino!
Non ero mai stata come Lily. Non ero magra come lei, non così tanto come lei. Per cui l’idea che
quei jeans mi stessero bene non mi sfiorò neanche. Magari mi sarebbero entrati
– ipotesi remota – ma da lì a starmi bene ce ne sarebbe passato.
Mi entrarono e la cosa mi stupì molto. Ecco, già la cosa iniziava a farsi
strana. Ma quando aprii gli occhi che avevo chiuso ed uscii dal camerino, la
cosa divenne terribilmente strana.
«Oh, Rose! » disse solo Lily, ma non era un tono schifato, anzi, sembrava
stupita. Okay, forse era meglio guardarmi, non avrei capito niente dalle
esclamazioni di mia cugina.
Uno. Due. E …
«Oh
Merlino! »
Tre.
Mi stavano bene. Okay, non ero una persona vanitosa, anzi, tutt’altro. E avevo
sempre bisogno dell’approvazione delle persone che mi stavano intorno, però
quello lo capii da me, immediatamente.
Mi stavano bene. Sembrano perfetti su di me, io sembravo carina.
La cosa aveva un che di straordinario.
«Oh, Rose, non possiamo ignorare questa magia! » esclamò Lily, dietro di me,
guardando il mio riflesso allo specchio. «Ti stanno
benissimo e stanno bene anche a me. Questa cosa non succederebbe, normalmente!
»
«Grazie, Lils» mormorai, con un sorrisetto ironico, ma la bloccai prima che potesse
dire qualcosa. «Comunque, hai ragione. E’ qualcosa di
incredibile»
E così, quel giorno nacque la magia che ci tenne unite per tanto tempo.
Dopotutto, un paio di jeans sono molto di più che un paio di jeans.
Angolo Autrici
Dato che
quello che si fa a Capodanno lo si fa tutto l'anno abbiamo deciso di scrivere
tutto l'anno e quale modo migliore di innaugurare
l'anno con un fiction scritta a quattro mani?
Chi siamo? Come chi siamo? Oh, e va bene, siamo Eliatheas
e queenYUKO, ovvio ù_ù
E questa
è la prima storia che scriviamo insieme, contenti? Sì che lo siete, ce lo
sentiamo ù_ù
Ah, e
comunque, si nota che abbiamo preso un pizzico di ispirazione da ‘Quattro
amiche e un paio di jeans’ ? No, eh? Va be’, era meglio avvertire.
Ecco, noi
vi salutiamo e speriamo di avervi tanto appassionato da farvi cliccare su
quella scrittina blu tanto carina (L)
Xoxo,
El e Mel <3