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Autore: Saruwatari_Asuka    02/01/2010    5 recensioni
(...) La neve cade lentamente, ricoprendo ogni tetto e via della città. Come sempre. È il primo Gennaio, e il nuovo anno è entrato da meno di due ore. Non posso che osservare estasiato lo spettacolo della città dall’alto. I tetti delle case, le luci che illuminano Mosca dandole nuova vita nonostante l’ora tarda, la neve che si deposita, lenta e regale, creando uno spettacolo suggestivo e magico.
Genere: Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Boris
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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New Year

 

 

 

 

 

Il liquido amaranto nella bottiglia brilla alla flebile luce lunare.
La neve cade lentamente, ricoprendo ogni tetto e via della città. Come sempre.
È il primo Gennaio, e il nuovo anno è entrato da meno di due ore.
Non posso che osservare estasiato lo spettacolo della città dall’alto.
I tetti delle case, le luci che illuminano Mosca dandole nuova vita nonostante l’ora tarda, la neve che si deposita, lenta e regale, creando uno spettacolo suggestivo e magico.
Da quassù sembra tutto più magico e sovrannaturale.
Il vento mi scompiglia i capelli, gelido mi sferza il viso, ferendomi.
La speranza che il nuovo anno appena giunto possa essere migliore del precedente, ormai passato, è talmente fioca da rivelarsi inesistente.
Si dice che la speranza sia l’ultima a morire. Ma credo che la mia non sia mai nata. O ha deciso di suicidarsi precocemente, forse.
Anno nuovo vita nuova, vero? Si dice anche questo.
Ahimè, non credo neanche in ciò.
Questo nuovo anno è iniziato com’è finito il precedente e come quello proseguirà. O forse peggiorerà, chi può saperlo.
Eppure ancora non trovo una risposta appropriata alle domande con cui mi hai lasciato a bocca asciutta.
L’ho cercata, sai. La risposta. Ma non l’ho ancora trovata.
Forse non c’è e non ci sarà mai.
Perché dopotutto anche le persone che credi di conoscere meglio sono in grado di sorprenderti. Ma anche questo dipende dai punti di vista, vero Yuri?
Sinceramente, ti posso assicurare che non mi sarei mai e poi mai aspettato nulla del genere da parte tua.
Mai.
Mi hai deluso profondamente.
Si, probabilmente è questo il termine adatto.
Mi hai deluso dal più profondo, Yuri.
Credevo di conoscerti meglio di chiunque altro. Siamo cresciuti insieme. Ti ho sempre amato, vezzeggiato e coccolato come meglio potevo. Ho sempre cercato di non farti mancare nulla. Di non farti mai soffrire.
Ho sempre cercato di evitare che tu commettessi pazzie che ti avrebbero fatto star male in seguito.
Ho sempre vissuto per te, Yuri. Solo per te.
Ho sempre accettato tutte le tue decisioni. Anche le più sbagliate e dolorose. Per te e per me. E ti sono stato accanto quando te ne sei pentito, quando ti si accorto d’aver sbagliato. Ho pensato, sperato, che capissi i tuoi errori e agissi di conseguenza.
Ma tu mi hai deluso, Yuri.
Oggi è il primo gennaio di un nuovo anno.
Un nuovo anno che io sento di non poter reggere.
Perché sono stanco.
La mia anima è ferita e delusa.
Il mio cuore sanguina e piange quelle lacrime che il mio orgoglio mi impedisce di versare.
Mi fai male, Yuri. Mi hai fatto male.
Alzo lo sguardo al cielo.
È bello il cielo di Mosca. Che sia sereno o nuvoloso, che ci sia il sole o la neve o la pioggia…io non posso fare a meno di guardarlo ed ammirarlo.
Questo colore è così simile a quello dei tuoi occhi. Ne colgo ogni sfumatura,ogni riflesso di quegli zaffiri che sono i tuoi occhi, sereni o sofferenti, tristi o delusi, amareggiati o spaventati, sicuri o indifferenti. Io ne ho potuto osservare ogni sfumatura, incantato e stregato da essi. Li ho consolati e rasserenati, li ho visti ridere e piangere. Li ho amati dal più profondo.
Ma tu hai ferito i miei, Yuri. E anche se essi non mostrano lacrime, io sto soffrendo.
Vorrei trovare un modo per alleviare quel peso che sento all’altezza del cuore, quel peso che quasi mi impedisce di respirare.
Mi hai deluso, Yuri.
Mi hai deluso e hai infangato quel puro sentimento che provavo per te. Quel sentimento che ho provato, che provo, e che probabilmente continuerò a provare. Perché è più forte di me.
Quasi sobbalzo al botto dell’ennesimo fuoco d’artificio che per qualche secondo illumina di una delicata tonalità di rosso il cielo altrimenti nero e privo di stelle.
È il primo gennaio di un nuovo anno appena giunto.
Al diavolo il precedente, dunque. Ad un anno che ha portato con se solo dolore.
Al diavolo te, mio amato.
Al diavolo me stesso, che ancora non riesce e che forse non riuscirà mai a dimenticarti.
Perché continui ad essere così importante per me?
Perché non riesco a convincermi che non mi meriti, oh mio angelo dannato?
Sei sempre nei miei pensieri, nel mio cuore che batte ancora solo per te.
Oggi è il primo gennaio di un nuovo anno, e forse sono già ubriaco.
Forse ha anche smesso di nevicare e non me ne sono accorto.
Forse laggiù, fra le strade e nelle case, le luci si sono già spente per l’ora tarda e non me ne sono reso conto.
Si, forse sono ubriaco.
Ma sono abbastanza lucido, oh mio amato Lupo della Steppa, per dirti un’ultima parola che spero giungerà fino a te, in qualche modo, e che ti impedisca di dimenticarmi.
Addio.

       

 

   
 
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