Stop War.
Spero sia di vostro gradimento -i commenti sono ben accetti xD
« Immagina un mondo senza possessi
mi chiedo se ci riesci
senza necessità di avidità o fame
La fratellanza tra gli uomini
Immagina tutta la gente
condividere il mondo intero... »
Quando faceva un passo si accorgeva che Germania ne aveva fatto un altro, così da risultare irraggiungibile.
Non si abbatteva, anzi si faceva forza, pronto a correre, ma si rendeva conto che nemmeno sapeva allacciarsi le scarpe.
Alla fine rimaneva fermo, immobile nello spazio e nel tempo; come in una gabbia –ogni suo movimento risultava un’ illusione, lui vi era chiuso dentro senza poter uscire o far nulla.
Aveva promesso che avrebbe aiutato Doitsu nelle difficoltà e
nelle battaglie.
Aveva deciso di aiutarlo sempre.
Anche se questo voleva dire andare contro fratello Francia e
Inghilterra.
Doitsu era forte e bello, un modello da seguire.
Lui non poteva restare eternamente l’ inutile
Italia.
Non sopportava che Germania lo
tenesse con sé, tanto a
ferirsi era solo lui.
Italia non sapeva perché quello tornava a volte con lividi e
ferite sulle braccia e sporco, dalla testa ai piedi.
Era curioso, ma ogni volta lasciava stare; Germania era
silenzioso e ultimamente parecchio indaffarato –non aveva
nemmeno il tempo di
cucinare i wurstel che squillava il telefono. E poi usciva, andava
chissà dove
e la routine ricominciava.
- Mh? -
Quella notte, però, nemmeno con il forte Ludwig, che gli
cingeva la vita -ricambiando la sua stretta innocente tra le lenzuola-
riusciva
a dormire.
- Cosa? –
- Le ferite. Perché hai quei brutti tagli? –
- Italia, la guerra è cominciata –
E quella parola –guerra- era brutta, non gli piaceva.
Assolutamente.
- Eh? –
Germania no.
-
Adesso, prendi questo! -
- Qualcosa che non mi piace –
- Esatto. Vedo che capisci –
- Beh, non posso mica mirare te,
Doitsu! -
Ludwig invece guardava il cielo
–simile ai suoi occhi- e si lasciava andare ad altri lunghi
sospiri.
Perché Italia doveva farlo?
Lui non ne era all’ altezza. Lui
era troppo buono.
Troppo puro per essere indotto a
fare questo.
Si avvicinò all’ altro che
indicava con il dito un vecchio albero piegato dal vento, dalle grandi
foglie
verdi.
Le foglie verdi ricche di vita e
splendenti come Feliciano, ma il tronco curvo come sottomesso
ad un triste destino di guerra. Finchè
era in piedi e diritto, però, Feliciano poteva
salvarsi…
Germania si abbassò lentamente e
lo strinse, carezzandogli la testolina.
Italia rimase immobile e trattenne
il respiro, esterrefatto.
Arrossì come un bambino, rapito da quel gesto
inaspettato.
C’ era il suo fucile modello 1891,
vecchio di cinquant’ anni; l’ artiglieria risalente
alla guerra precedente –la
prima guerra mondiale- e gli autocarri insufficienti.
C’ era lui e le sue armi contro i
mezzi inglesi di venti tonnellate.
Con quel fracasso faceva fatica a farsi sentire, eppure ad
Inghilterra voleva parlare: voleva chiedergli di abbassare il volume
perché lui
aveva paura.
Feliciano guardava i nodi agli anfibi fatti da Ludwig e
calpestava la terra di sangue, di ferro, la terra che poteva esplodere.
Vide fumo salire in aria, pioggia di terriccio.
Le gambe gli tremavano –incertezza e timore, ma andava
avanti.
Non voleva far del male a nessuno, solo aiutare il suo amico
–che per proteggerlo combatteva sempre da solo.
A rispondere erano spari.
Era avventato.
Lo preoccupava da morire.
Possibile che voleva fare tutto da
solo?
E poi lo sentì: il suo
pianto e quel maledetto nome con cui
tormentava le sue giornate:
Si toccava il sangue che usciva
dal petto, da quello che pareva essere un piccolo buco.
Mentre la polvere e la terra si
alzavano in una fontana che liberava un fragoroso rumore assordante,
Germania
aggiunse Italia nella trincea in cui, sul suolo, vi erano
delle
bandierine bianche che Feliciano non aveva sventolato per rispetto di
Ludwig e
per non farlo arrabbiare.
- Io… io ho fatto come mi hai
insegnato… Doitsu. Come hai fatto tu… sono andato
lì e l’ ho indicato, poi… poi
l’ho abbracciato –
E se qualcuno lo avesse fatto davvero,
sarebbe stato meglio.
Il biondo guardò quel concentrato
di tenerezza e innocenza.
Capì perché Inghilterra, benché
avesse avuto l’ occasione, non lo aveva ucciso.
Si morse il labbro inferiore e lo
strinse forte, alzandogli con un braccio la testa.
Sarebbero andati a casa e lo
avrebbe curato e fatto riposare.
Gli avrebbe dato tanta pasta da
mangiare.
Doveva stare lì e attendere. Il tempo non era in grado di
saltare: scorreva, scivolava, in quel momento camminava lento o a
piccoli
passi. Forse… era inciampato.
- E’ stato bello abbracciare
Inghilterra –
- Italia… -
- Però… è
più bello abbracciare te, Doitsu… -
Feliciano ricambiò a trentadue denti: era quello che
contagiava il tedesco.
Ludwig posò la
fronte contro
quella sporca di Italia e chiuse gli occhi:
Dopo cinque lunghi, sofferti anni.
ma non sono il solo
Spero che ti unirai anche tu un giorno
e che il mondo diventi uno »
Così cade il Mondo -Giro giro tondo
(End)