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Autore: echelon1985    02/01/2010    3 recensioni
Amicizia e amore
Scivolare di vestiti. Necessità. Ossigeno
Una linea morbida e in movimento come le frequenze di una canzone
Sesso. E musica
[BertxJeph][The Bird And The Worm]
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Personaggi: Bert McCracken, Jeph Howard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Onestamente non so bene neanche io cosa sia questa shot
E’ confusionaria e frammentata, esattamente come la mia testa in questo momento.
Nasce da una vecchia idea che avevo iniziato e mai portato a termine, fino ad ora.
Sembra che l’inizio dell’anno si stia rivelando particolarmente ispirante…
Anyway Buon Anno Nuovo a tutti
Hope you enjoy









L’ambientazione era vagamente inquietante
Lunghi corridoi e stanze spoglie e mal illuminate
Solo una luce giallastra a schiarire l’area, piena di strumenti e cavi elettrici
Bert aveva attraversato il corridoio vuoto fino a raggiungere il camerino
che divideva con Jeph
Il bassista se ne stava seduto su una sedia, davanti allo specchio illuminato
mentre una ragazza gli acconciava i capelli in una maniera improponibile.
Il cantante si era seduto sul divanetto accostato alla parete, poco dietro l’amico
e lo scrutava attraverso lo specchio
Quando la ragazza aveva terminato il suo lavoro lasciandoli soli i loro
sguardi si erano incontrati, attraverso la superficie lucida
Erano rimasti incatenati per alcuni istanti, prima che il bassista si voltasse
Ed incontrasse gli occhi dell’altro
Per davvero, questa volta

“Che c’è Bert?”

Il cantante si era ritrovato spiazzato, solo un istante, prima di riacquistare la
sua strafottente sicurezza
Aveva sorriso, insolente, indicando la testa di Jeph

“I tuoi capelli, sono indecenti”
“Fottiti Bertie”

Jeph gli aveva mostrato il dito medio ed un sorriso, ed aveva lasciato la stanza
Bert era rimasto a fissare il punto nello specchio dove poco prima c’erano gli
occhi di Jeph
Poi aveva raggiunto gli altri

Qual video gli stata provocando strani effetti
Si sentiva come se avesse un peso sul petto
Un peso familiare, anche se lontano, del quale conosceva perfettamente
la consistenza
Non riusciva a capire perché quella strana sensazione fosse risalita dal
profondo proprio adesso
Una strana sensazione che sapeva di acido e di menta
Di ghiaccio e di distanza
Di che tipo di distanza si trattasse, Bert non ne era sicuro


Bert era steso per terra, bagnato fradicio e con gli occhi chiusi, quando le
labbra di Jeph si erano posate sulle sue, solo un attimo
Un tocco fugace e screpolato
Movimenti rallentati e solitari
Soli, anche sotto tutti quegli occhi
Poi lo stop della regista era arrivato a concludere la scena
I suoi tempi di reazione parevano improvvisamente essersi dilatati
Gli ci era voluto un attimo di troppo, prima di riaprire gli occhi ed alzarsi
Bert sperava che nessuno se ne fosse accorto


Alla fine della giornata erano soddisfatti
Le riprese erano quasi finite, il video stava venendo bene
Si erano divertiti
Durante il tragitto in macchina non si era parlato altro che del video
Il cantante sembrava aver dimenticato quella sensazione che l’aveva fatto
sentire strano per l’intera giornata
Erano arrivati in camera e Bert si era lasciato cadere sul letto accanto alla porta finestra, che dava su un piccolo giardino
Così avrebbe potuto fumare, senza infastidire l’amico
Il cantante se ne stava a pancia in giù sul letto, ed osservava Jeph attraverso il vetro parlare al cellulare
Sembrava che in quella bizzarra giornata riuscisse a posare gli occhi su di lui
solo con la presenza di una qualche superficie a dividerli
Una sensazione di plastica e di vetro
Una sensazione di cocci rotti nella testa


Il bassista era rientrato
La porta finestra leggermente aperta a far entrare nella camera una brezza
piacevole e rinfrescante
Si era seduto accanto al cantante sul letto
Quella tra loro era una conoscenza profonda e sedimentata negli anni, e nella
quotidianità
La loro quotidianità che aveva il sapore del chiuso
Un sentore confortante di appartenenza

Conosceva tutte le sue espressioni e cosa ognuna di esse significasse
Quando era pensieroso e le sue labbra si increspavano impercettibilmente verso destra
Quando era arrabbiato ed i suoi occhi sembravano scurirsi improvvisamente,
diventando più grandi e fissi
Quando era stanco e la sua fronte si corrugava leggermente, donando
una dolcezza che solitamente mancava ai suoi lineamenti
Conosceva tutte queste cose, e molte di più
Per forza di cose non gli era sfuggito lo strano comportamento di Bert
Gli aveva nuovamente posto la domanda già fattagli quella mattina
Sperando che Bert non se ne uscisse con una delle sue risposte idiote o strafottenti

“Che c’è Bert?”

I loro occhi si erano incontrati, mentre il bassista prendeva posto
accanto a lui
La mente di Bert non faceva altro che ricevere strane immagini, ad intermittenza
Flash di luce. Ricordi e mera immaginazione
E’ strano come delle cose alle quali non pensavi da anni ti tornino alla mente
improvvisamente, senza un reale motivo
Non aveva risposto subito, cercando di dare un ordine a quello che stava pensando
Aveva percorso interamente la figura dell’altro, soffermandosi
sulle sue braccia ricoperte di colori e disegni che in passato non c’erano
Quei colori e quelle linee che raccontavano una storia, di cui anche lui
faceva parte
Poi i suoi occhi si erano posati sulle sue mani, colorate anch’esse
Così diverse da quelle che le immagini nella sua testa gli stavano
mostrando
Inchiostro e pelle
Aghi e sangue
E di nuovo la sensazione di distanza
Forse una distanza di centimetri e mani
Forse solo una distanza succube del tempo

Eppure le sua mani erano sempre le stesse

“Ti sono mai mancato?”
“Bert, noi passiamo insieme quasi ogni giorno delle nostre vite”
“Sai quello che voglio dire”


E Jeph lo sapeva, si
Lo sapeva perfettamente
E mentre Bert si avvicinava era come avere un dejavu
I loro visi che si avvicinavano, le mani dell’altro poggiate sulle sue braccia
I capelli di Bert che gli solleticavano il collo
Solo non capiva
Perché adesso, dopo tanto tempo?
Era indietreggiato impercettibilmente, ma non tanto da non sentire il respiro di Bert
Alcol e sigarette
Sorrisi obliqui e la storia di una vita



“Non dovresti farlo”
“Perché?”


Il bassista si era raddrizzato, allontanandosi maggiormente dal cantante

“Vuoi sapere se mi sei mancato?”

Il cantante aveva annuito, l’espressione seria ad incupirgli leggermente il volto


“Mi ci sono voluti dei mesi. Mesi interi per smettere di sentire il tocco delle tue
  mani sulla mia pelle, anche se oramai non mi toccavi più. Mesi per abituarmi
  a dormire di nuovo da solo. Mesi in cui continuavo ad aspettarmi che tu
  suonassi alla mia porta agli orari più impensabili, anche se sapevo che non
  sarebbe più successo. Ecco, perché non dovresti farlo”

Parole ingannevoli e sensazioni sbagliate
E un tono di voce sospirato e fermo allo stesso tempo
Nessuna colpa e nessun errore
Solo una spiegazione
Uno dei tasselli del puzzle messo al suo posto per delineare la figura

“Non pensavo di averti ferito”
“Non credo che tu l’abbia fatto, solo, mi sei mancato”


Bert si era nuovamente avvicinato, mentre le sue dita scorrevano piano
sulle braccia dell’altro tracciandone le linee colorate
Centimetri sempre più inesistenti e colori brillanti e nuovi

“Sei cambiato”
“Anche tu”

Jeph aveva preso tra le dita una ciocca di capelli del cantante, ora biondi
e più corti
L’aveva trascinato delicatamente ancora più vicino a sé

“Non dovremmo”
“Non siamo poi così diversi”


Bert aveva annullato i pochi centimetri che li dividevano e l’aveva baciato
Annullamento e fusione
Parole silenziose e mute e schiocchi di labbra
Non c’era voluto molto perché si trovassero l’uno sull’altro
Le mani che si cercavano freneticamente, come allora
Le bocche incollate a non far passare nemmeno un respiro
Amicizia e amore
Scivolare di vestiti. Necessità. Ossigeno
Una linea morbida e in movimento come le frequenze di una canzone
Sesso. E musica

Una canzone di allora. Una canzone di adesso
Il sapore dell’inchiostro
Il cuore appuntato ad uno zaino
Ogni cosa. Ogni cosa nelle mani dell’altro
La pelle, la testa e il respiro
Le labbra dischiuse di Bert come a cantare
Le mani nervose e mobili di Jeph come a suonare il suo basso

Si muovevano lenti ed in sincrono
L’uno verso l’altro. Come a cercarsi
A ritrovarsi

“Dio Bert, quanto mi sei mancato”
“Mi sei mancato anche tu”

Parole spezzettate ad infrangere una distanza di centimetri e mani
Le dita di Jeph tracciavano i contorni del viso di Bert
La fronte, le guance, le palpebre
Una muta richiesta di aprire gli occhi
Si erano guardati, mentre il piacere aumentava
Si guardavano ancora quando il piacere era esploso
Ancora in sincrono, come sul palco il suono del basso e la voce di Bert
Tutto conosciuto e tutto nuovo
Jeph gli aveva accarezzato i capelli sudati
Tra le sue dita quel biondo che allora era nero
Si era spostato, stendendosi accanto a lui
La portafinestra ancora aperta lasciava entrare la stessa fresca brezza
di poco prima
Era fredda adesso, sui loro corpi sudati
Gli era mancato Bert, ma credeva che ad un certo punto la mancanza fosse
terminata
Si accorgeva ora che non era così
Si era solo nascosta, dietro inchiostro colorato e strati di grande amicizia
Non bastava però. Ancora una volta non bastava più
Si era mosso, voltandosi verso Bert, forse un po’ troppo veloce
Spaventato che la distanza tornasse ancora una volta

“Resta qui, nel mio letto. Non voglio dormire da solo”

Il bisogno di non abituarsi ancora una volta all’assenza
Bert era rimasto in silenzio, una ciocca di capelli dell’altro tra le dita ed un
silenzioso assenso negli occhi
Si era sistemato meglio accanto a Jeph
Una sensazione di cocci che si ricompongono nella testa
Era tutto chiaro adesso. Ogni cosa
Bert aveva sorriso, e anche Jeph

“Sei sempre lo stesso”
“Anche tu”


Il sapore del tabacco e quello della menta, mescolati, come allora
Tutto conosciuto e tutto nuovo
E sopra ogni cosa, musica.


 

   
 
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