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Autore: Ladyally    03/01/2010    0 recensioni
Che succede quando l'omosessualità femminile entra in contatto con l'ambiente religioso?
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Please don't take my sunshine away

«Ti piaceranno, stai tranquilla.. in più non dovrai prepararti la cena e avrai un pasto gratis», mi disse cambiando la marcia e iniziando a rallentare.
Non ero sicura che tutto sarebbe andato bene, ma non le esternai questo mio pensiero: sembrava così contenta.
«Ma loro sanno che..?» le domandai omettendo ciò che per lei era ben chiaro.
«No, non ancora. Temo non capirebbero.»
Già, non avrebbero capito.
Giulia parcheggiò la macchina e veloce scesi, precedendola, e, dopo aver girato attorno al veicolo fermo, le aprì la portiera, gesto che la fece sorridere, un poco imbarazzata, seppur piacevolmente; era così bella che, nonostante il suo ripetere che non ce n’era bisogno, l’avrei rifatto, in eterno.
Ci ritrovammo in piedi, una di fronte all’altra, in una strada ove non vi era nessuno, e lei mi abbracciò, con volto sereno, e mi diede baci lievi, a fior di labbra, tanti come mai prima – l’intimità a volte è una vecchietta dal passo lento che giunge quando meno te l’aspetti.
Non so a cosa pensai: forse che il suo profumo mi ricordava la primavera tardiva, o che era una creatura meravigliosa, simile a nessun’altra. Non lo so, ma qualcosa in me mi spinse a baciarla, per davvero, per la prima volta, intimamente. E lei ricambiò, appassionata, lasciandomi senza fiato, senza corpo, senz’anima.
E quando i nostri occhi si incontrarono un po’ impauriti,  quel che vi lessi fu felicità, vera felicità. Ridemmo insieme, come bambine, ma qualcuno tossì alle mie spalle e lei si fece rigida e si scostò.
«Finalmente siete arrivate. Vi stavamo aspettando!»
Era una delle sue amiche catechiste e la sua voce era turbata. Davanti alla porta della piccola abitazione, dietro la quale si ergeva un’imponente chiesa, vi erano altre tre di loro, che sparlavano, fissandoci. Una si precipitò all’interno e, raggiunto il resto del gruppo, li trovammo tutti in silenzio, intenti a guardarci come se fossimo esseri mitologici.
Le labbra di Giulia si erano fatte tirate, potevo vedere i piccoli segni di morsi nervosi, e lei era così triste.. avrei desiderato dirle che tutto sarebbe andato bene, ma come potevo mentirle?
Una ragazza si alzò e mi lasciò il posto libero accanto a Giulia, mettendosi ad un altro tavolo, ma le dissi di non scomodarsi, anche se era stata gentile; tuttavia non mi diede retta e si allontanò, con gli occhi bassi.
Compresi il suo vero intento.
«Allora, ci sono novità, Giulia?» ruppe il silenzio una delle catechiste con più anni di esperienza sulle spalle, almeno così dedussi dato che aveva sui trentacinque anni.
«Niente di diverso dall’ultima volta», le rispose, affondando gli occhi nel piatto di minestra, che mi pareva disgustosa.
«E quello che abbiamo visto come lo chiami?» chiese con insistenza e arroganza.
«Quello», mi intromisi, «ero io che baciavo la mia - » ma mi fermai, poiché non sapevo se potevo usare quella parola, se lei lo voleva, così mi volsi a guardarla e quel che vidi mi sciolse il cuore.
«La mia ragazza», conclusi, fiera, tornando a concentrarmi sulla catechista.
«Siete due donne, lei non può essere la tua ragazza!» replicò con il disgusto sparso su tutta la faccia gonfia.
«E chi l’ha deciso?» le domandai non riuscendo a trattenermi.
«La bibbia, lo dice la bibbia», spiegò come se fosse stato palese.
«La bibbia è antica, troppi secoli l’hanno calpestata. Non credi che certe situazioni siano cambiate da allora?»
Uno dei miei peggiori difetti è che smetto di essere razionale quando mi si tocca il cuore.
«No, non credo! Il peccato è sempre tra noi! Non cambia mai! Guardatevi! Vi siete baciate e non ne siete pentite. Siete disgustose. Il Signore vi punirà!»
Si era alzata e ci puntava il dito contro.
«E non punirà te per non aver amato il prossimo tuo?»
Nessuno osava intromettersi; e in quel momento mi accorsi che quel che era stato solo un capo grigio era in realtà il parroco.
«Il mio cuore è puro, non sono preoccupata. Ma tu, voi, voi dovreste. Una cagna non si accoppia con un’altra cagna.»
Sentì Giulia al mio fianco piangere e per me fu troppo.
«Non vedi? Guarda cosa fai con le tue parole! Siamo qui, di fronte a voi, a farci giudicare da persone che non si sono mai trovate nei nostri panni, che credono di capire ma che non sanno nulla. Lei è sempre stata una tua amica e la tratti così. Questo cosa fa di te?»
Presi la mano di Giulia e, quando fui sul punto di alzarmi, mi raggiunse la voce del parroco: aveva iniziato a pregare, per noi, per le nostre anime.
Al diavolo il parroco, al diavolo i catechisti, al diavolo i loro credo basati su ipocrisie.
Io l’amavo e lei ricambiava quell’amore che, secondo alcuni, era contro natura; ma preferivo essere un mostro insieme a lei che una normale insieme a loro.
«Vieni, andiamocene», le sussurrai, accarezzandole i capelli.
Lasciatoci alle spalle quel coro di credenti, le misi un braccio attorno alla vita e lei si affidò a me completamente e io la sorressi: era l’unica cosa che sapevo fare bene in vita mia.
«Ora ti porto da me e ti cucino qualcosa di buono, va bene? Magari posso preparati le crepes se ne hai voglia.»
Temevo di averle rovinato la vita avendo provocato il crollo e la distruzione di quel suo mondo di cristallo; il cuore mi si spezzava al pensiero, ma lei si fermò, mi guardò, come si guarda il proprio amore, e mi baciò.
«Grazie», mi disse, e mi diede le chiavi della sua macchina.

 

Note

Ho sognato tutto ciò vividamente questa notte e quando mi sono svegliata l'ho messo su carta. Non so da cosa sia nato questo sogno XD Mai andrei a mangiare con dei catechisti ahah beh, forse per far contenta la persona che amo XD  Temo di essere rimasta, come sempre, sconvolta da quello che ho letto qui.. e l'episodio di Iphis delle Metamorfosi di Ovidio ha fatto il resto. E rimarrò triste per il resto della giornata XD
Ah, che i catechisti non si offendano. O che si offendano quelli colpiti nel vivo XD (Sono fatta di ironia, perdonatemi ancora)

   
 
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