Salve a tutti.
Devo dire che questa One-shot è stata creta alle 6 del mattino; ovvero
l’ho praticamente sognata.
Aggiungere che mi sono svegliata quasi urlando e con le lacrime agli
occhi non è esagerato perché è successo davvero così. Devo ricordarmi di non
bere più aranciata prima di andare a letto, perché se il risultato è un
risveglio da incubo e la creazione di una ficcy ad altissimo rischio di
alluvione, beh.. è un pochino preoccupante.
Io in genere odio le storie dove uno dei miei personaggi preferiti
muore, infatti anche se di idee da acquazzone ne ho molte, evito sempre di
scriverle perché la prima a piangere sono io.
Non è molto normale in effetti…
Dai vi lascio alla storia.
Spero che vi piaccia.
Byeee ~
* ~ * ~ * ~
Scusami
Harry.
Non sono
stato attento, e mi hanno scoperto.
Molto
probabilmente questo è l’ultimo messaggio che riceverai da me, mi dispiace di
non esserti stato d’aiuto più di così.
Io ho fatto
le mie scelte, che siano giuste o sbagliate ormai non ha più importanza.
Ho scelto te,
anche se stavo dalla parte sbagliata della barricata, e non me ne pento.
Quindi non
voglio che ti prenda la colpa della mia ormai imminente morte.
Tutti possono
esprimere un desiderio prima della loro morte, e questo è il mio.
Volevo
scriverti un’ultima volta, per ricordarti di non essere un incosciente
Grifondoro del cazzo, ormai per me non c’è più niente da fare, quindi vedi di
tenere il culo nel tuo nascondiglio e non fare cazzate.
Vivi felice
Harry,anche se non sarò io a renderti felice per il resto della vita.
Ma soprattutto
vivi, vivi anche per me. Non lasciarti morire dopo aver ucciso quel bastardo,
perché tu Meriti di vivere ed essere felice.
Addio Harry.
Ti amo.
Draco L. M.
- Bombarda! –
La porta di legno massiccio
cigolò, ma non cadde.
- Aguamenti. -
- Bombarda. -
- Stupeficium! -
Sotto quell’attacco, la
porta cedette e cadde al suolo, producendo un rumore sordo.
Subito una ventina di uomini
fece irruzione nel piccolo appartamento diroccato,a capo degli uomini c’era un
uomo altrettanto agguerrito, ma con un dolore sordo nel petto.
La casa comprendeva non più
di tre stanza, l’odore di muffa e marcio riempiva l’aria del piccolo abitacolo,
poche cose riempivano il piccolo spazio, un tavolo e due sedie. Ma all’uomo a capo
degli Auror non interessava, si diresse a passo sicuro verso la porta che
conduceva alle altre due stanza, e le abbatté in un sol colpo.
Quando la prima delle due
cadde, provò un moto di sollievo trovandola vuota, ma quando cadde anche la
seconda il suo cuore si fermò.
* No, ti prego, ti prego NO!
* Solo questo riusciva a pensare, mentre il suo cuore si rompeva
inesorabilmente.
Su un letto malconcio, stava
disteso in posizione fetale il corpo dell’unico uomo che avesse mai amato; si
avvicinò piano, con la disperata speranza che stesse solo dormendo, si
inginocchiò hai piedi del letto sentendo anche l’ultima parte del suo cuore
frantumarsi.
Non riusciva a distogliere
lo sguardo da quel corpo.
Il corpo che tanto aveva
amato e che ancora, nonostante gli ematomi e i lividi, continuava ad amare.
Quel corpo, ricoperto di sangue e sperma,
per lui continuava ad essere la cosa più bella del mondo.
Quando una mano si posò
sulla sua spalla, sobbalzò.
Solo dopo si accorse delle
lacrime che gli rigavano le guance e che gli appannavano gli occhiali tondi,
stava singhiozzando, ripetendo un unico nome.
* Ti vendicherò amore mio.*
Pensò, prima di sparire con un sonoro “Pop”, davanti agli occhi increduli degli
Auror.
Riapparve nel salotto antico
di un grande maniero, le pareti non gli erano famigliari, ma sapeva che LUI era
li. Voleva vendetta, per i suoi genitori, per Sirius, per il suo amore.
Ma soprattutto, voleva
vendetta per se stesso.
Troppe volte quel mostro gli
aveva portato via le persone a lui care, questa volta sarebbe stata l’ultima.
Non riuscì a fare un passo
che si ritrovò circondato da una decina di Mangiamorte, ma lui non li vedeva,
erano solo degli stupidi burattini comandati da quel mostro.
- VOLDEMORT – Urlò. L’onda
d’urto sprigionata da quell’unica parola, urlata con tutta la rabbia e la
disperazione che aveva in corpo, schiantò al muro tutti gli uomini
incappucciati.
- Tom Riddle, devo venirti a
stanare come un topo? O vieni tu da me. – Gridò ancora.
La sua rabbia cresceva ogni
secondo di più. Sapeva, che se avrebbe lasciato liberi i pensieri, sarebbe
miseramente crollato.
Una densa nube nera avvolse
la stanza. Eccolo, era sicuramente lui, solo lui poteva essere così psicopatico
per fare un’entrata del genere, ma questa volta sarà l’ultima.
- Harry Potter ci
rincontriamo. – Disse Voldemort, e nel mentre un sorriso maligno si dipinse su
quella faccia da serpente. – Ti è piaciuto il mio regalo? – continuò beffardo.
Quelle parole lo colpirono
come una pugnalata in pieno petto. - TU LURIDO MOSTRO. – Urlò. - Questa sarà la
volta che pagherai per tutto quello che hai fatto. –
- Sectumsempra! –
Quell’unico incantesimo dette vita al duello.
Fasci di luce viola, rossi,
blu fendevano l’aria. Erano in parità,
solo un unico incantesimo poteva mettere fine a quel duello mortale, e tutti e
due lo avevano capito.
- AVADA KEDAVRA. – Urlarono
quasi contemporaneamente.
Poi tutto si fece buio.
* ~ * ~ * ~
Questa ficcy mi ha
letteralmente prosciugato.
A volte dovevo interrompermi
perché avevo le lacrime agli occhi! Ma si può essere più sceme e sadiche di
così?
Inizialmente volevo scrivere
il prologo, ovvero una specie di finale, ma poi ho pensato che era meglio
lasciarla con il finale aperto così ognuno di voi potrà dare quello che più gli
aggrada.
Spero che mi lasciate un
commentino per farmi sapere cosa ne pensate di questa ficcy. Io mi ritengo
abbastanza soddisfatta.
Ma i giudici siete voi.
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di Salvaguardia
degli Autori
Ignorati.