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Autore: Egle    03/01/2010    9 recensioni
Compiva gli anni tutti gli anni con precisione clinica. Ormai era abituato a tutta questa faccenda dei compleanni...Perché era il primo giorno dell’anno nuovo ed era anche il suo compleanno. Ma non era questa gran questione, davvero. (Scritta per il compleanno di Colin anche se un pò in ritardo..)
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bradley James, Colin Morgan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nota dell’autore: avevo iniziato a pensare a questa storia dopo aver letto questo post: http://community.livejournal.com/bradleycolin/300864.html#cutid1 dove una ragazza racconta di aver scambiato qualche parola con Colin mentre lui e Bradley firmavano autografi.

Una frase di Colin mi è rimasta particolarmente impressa.. e ho iniziato a chiedermi perché il suo compleanno sarebbe stato particolarmente good… e da questo è nata questa storia.

 

 

 

It's going to be a good one

 

Si strofinò piano gli occhi con le dita. Se si concentrava particolarmente riusciva ancora a percepire il rombo della musica nella sua testa, come un eco lontano e distorto. Lanciò un’occhiata in direzione dell’orologio digitale sul comodino.

Era passato da poco mezzogiorno. Considerando che era andato a dormire appena dopo colazione, poteva facilmente rendersi conto che aveva incamerato una quantità di ore di sonno assolutamente irrisoria rispetto a quelle che avrebbe avuto bisogno di concedersi.

Ergo: si sarebbe sentito uno schifo per tutta la giornata.

Scostò le coperte di lato e si rimise in piedi a fatica. La testa gli pulsava dolorosamente e un sapore di alcol stantio si era impresso sul fondo della sua gola. La lingua sembrava solo un pezzo di carne morta e insensibile dentro la sua bocca. Si stropicciò la faccia con entrambe le mani.

Troppo alcol. Troppa musica. Troppa gente.

Odiava Capodanno.

Accese la luce del bagno e richiuse la porta alle sue spalle. Aprì il rubinetto, degnando di uno sguardo fugace la sua immagine riflessa nello specchio. Sembrava che la terza guerra mondiale fosse scoppiata nei suoi capelli. Si sciacquò la faccia e si lavò i denti, sperando di cancellare la sensazione di aver ingerito qualcosa ormai in decomposizione.

Voleva solo tornare a dormire. E continuare a dormire e dormire e dormire.

Era quello il piano, no?
Per tutta quella stramaledetta giornata doveva essere quello il piano. Una lunga e riposante dormita.

Bradley l’aveva messo in chiaro senza lasciare ombra di dubbio.

Voleva dormire, magari vomitare in caso l’alcol che avesse buttato giù durante la nottata si fosse rivelato davvero troppo.

“Intanto non abbiamo programmi per domani, no?”

Colin chiuse gli occhi, ascoltando il rumore dell’acqua martoriargli le tempie.
“No, Bradley. Nessun programma in particolare” aveva risposto atono. Bradley l’aveva guardato per qualche istante, indeciso se chiedergli quali sottotitoli della sua risposta si fosse perso, ma alla fine si era stretto nelle spalle ed era tornato a ballare.

Non gli aveva detto nulla. Sentiva le parole accapigliarsi nella sua gola per uscire ma aveva preferito bere un’altra pinta delle slavate birre inglesi ed immergersi in una profonda conversazione con Katie su un argomento imprecisato.

Espirò a fondo, chiudendo l’acqua.

Era facile non ricordarsene. Cioè.. si rendeva conto che non era poi una questione di vita o di morte. Bradley si era solo dimenticato del suo compleanno.

Poteva succedere. Era una cosa comprensibilissima.

Erano stati giorni molto indaffarati, tra le festività, i parenti, i regali da comprare all’ultimo minuto, facendosi largo in negozi gremiti di gente, e… tutto il resto.

“Peccato che perfetti sconosciuti se ne ricordino” pensò cupamente Colin, ritornando in camera. Guardò Bradley comodamente spalmato su tutto il letto, avendo invaso anche la sua parte di materasso. Colin decise che lo odiava.

Poteva capire che Bradley si fosse scordato del suo compleanno, che l’avesse sbadatamente cancellato dal calendario e dal suo piccolo cervellino inglese. Quello che proprio lo disturbava era il fatto che Bradley avesse più e più volte sottolineato la cosa.

Aveva bevuto come una vecchia spugna ubriaca.. intanto domani non abbiamo programmi, no?
L’aveva tenuto in giro per le gelide strade di Londra fino alle 5 del mattino, intanto domani non abbiamo programmi, no?

L’aveva costretto a seguirlo in una delle poche caffetterie per far colazione – quando lui aveva voglia solo di trascinarsi in un bagno e vomitare – intanto domani non abbiamo programmi, no?

E poi una volta nel suo appartamento, era piombato a peso morto sul letto e si era addormentato di colpo.

Niente coccole. Niente sesso.

Niente bacini romantici e un buon compleanno, Colin sussurrato a fior di labbra.

No, Bradley si era gloriosamente messo a russare come un trombone, precipitato in un profondo sonno etilico. Colin scosse appena la testa, decidendo che si sarebbe fatto bastare le poche ore di sonno. Prese il cellulare dal comodino e si diresse verso la cucina. Valutò per qualche istante se evitare di togliere la suoneria solo per infastidire Bradley, ma decise che era una mossa decisamente infantile. Dopotutto era appena invecchiato di un anno, no?
Perché era il primo giorno dell’anno nuovo ed era anche il suo compleanno. Ma non era questa gran questione, davvero. Compiva gli anni tutti gli anni con precisione clinica. Ormai era abituato a tutta questa faccenda dei compleanni.

Tolse la suoneria al cellulare solo qualche istante prima che gli arrivasse il primo messaggio.

Non aveva voglia di leggerlo prima di essersi preparato una tazza di caffè caldo. Avrebbe bevuto del caffè, acceso la TV per vedere che cosa fosse successo nel mondo e poi avrebbe affrontato messaggi di auguri, messaggi di non auguri e tutto quello che quella lunga giornata aveva ancora in serbo per lui.

Aprì l’armadietto sopra al lavello dove sapeva che Bradley teneva il caffè. Fece una smorfia quando rintracciò solo un pacchetto pateticamente vuoto. Chiuse gli occhi, espirando a fondo.
Dannati inglesi con la loro dannata mania per il the. Non sanno che una persona normale al mattino ha bisogno del caffè per svegliarsi?

Scosse nuovamente la testa, imponendosi di vedere il lato positivo.

Bradley aveva indubbiamente del latte nel frigorifero. Non poteva giurare sulla data di scadenza ma sicuramente…

Colin si congelò davanti allo sportello aperto. Il frigorifero di Bradley era colmo di bottiglie di birra. E non una birra qualsiasi, dove qualsiasi deve essere inteso come inglese.

Erano bottiglie di Guinness. Erano verdi bottiglie irlandesi di Guinness. E in mezzo a tutto quel patrimonio nazionale, era adagiata una scatola rosa. Colin lanciò velocemente un’occhiata in direzione della camera da letto, iniziando a sentire un principio di colpa insinuarsi al centro del suo petto come un tarlo particolarmente cattivo.

Sollevò con cautela il coperchio rivelando il peso dei suoi cattivi pensieri.

Era una torta. Strizzò forte gli occhi, avvertendo il senso di colpa scoppiare al centro del suo petto con la forza dirompente e distruttiva di un ordigno nucleare. Bradley non se n’era affatto dimenticato, ma aveva continuato a fare finta di non ricordarsi che fosse il suo compleanno. E lui ci aveva semplicemente creduto.

In quel momento si sentiva molto di più un residuo fecale che un essere umano.

“Deficiente” si ringhiò, cercando di soffocare l’impulso di prendersi a calci.

Deficiente. Deficiente. Deficiente.

Tornò in camera da letto, fermandosi sulla soglia. Bradley si era voltato su un fianco. Un braccio era mollemente abbandonato giù dal letto.

Senza far rumore si avvicinò al letto e si infilò di nuovo sotto le coperte. Era un imbecille.

Seriamente. Era seriamente un imbecille.

Fece scivolare un braccio sul fianco di Bradley e gli depose un bacio leggero sulla spalla nuda. La sua pelle aveva un buon profumo. Sorrise quando lo sentì emettere una specie di mugolio e poi lo vide girarsi verso di lui. Le sue mani si erano già fatte automaticamente strada sotto alla sua maglietta, posizionandosi sulla sua schiena.

“Mezzogiorno e venti” rispose al borbottio seguente, difficilmente decifrabile per un orecchio meno allenato del suo a comprendere i grugniti di Bradley.

“Possiamo dormire ancora, vero? Intanto oggi non..”
Colin gli pose un dito sulle labbra, impedendogli di completare la frase. Guardò le palpebre di Bradley sollevarsi faticosamente, prima di riabbassarsi e sollevarsi di nuovo un paio di volte mentre il ragazzo cercava di metterlo a fuoco.

“Puoi anche interrompere la commedia. Ho visto la torta” mormorò a bassa voce.

“Ah sì.. quella è per..”. Colin poteva quasi udire il cigolio meccanico del cervello di Bradley mentre cercava di mettere insieme una risposta soddisfacente su due piedi.

“C’è scritto Buon Compleanno, Colin” lo interruppe prima che gli ingranaggi s’inceppassero.

Si sporse verso di lui, sfiorandogli piano le labbra. “Credevo che te ne fossi dimenticato” sussurrò, spingendolo piano per farlo coricare sulla schiena. Gli salì sopra, continuando a baciarlo leggermente, mentre le mani di Bradley gli accarezzavano la schiena per tutta la sua lunghezza. Sorrise quando lo sentì grugnire, evitando di rispondere direttamente.

“Sì.. beh.. però non dire agli altri che lo sai”

Colin aggrottò le sopracciglia. “Che intendi?” chiese, scostandosi un po’ per guardarlo. Si lasciò sfuggire un piccolo sbuffo di risata quando Bradley si coprì gli occhi con una mano, imprecando.

Le birre. Erano davvero troppe per essere bevute da un unico essere umano in un arco di tempo ragionevole. Bradley doveva averne comprate così tante, eliminando altri generi alimentari dal frigorifero perché dovevano necessariamente essere bevute in una sera. Quindi.. quindi voleva semplicemente dire che anche altri avrebbero partecipato alla bevuta di quelle birre.

Qualcosa di molto simile al concetto di festa a sorpresa si formulò velocemente nella sua testa.

“Non dirò una parola” promise, cercando la sua bocca con la propria per baciarlo per qualche istante. Fece scivolare le mani sul petto di Bradley, godendosi la sensazione del calore della sua pelle sotto i palmi.

“Scusa, se.. insomma.. ci sei rimasto male per la faccenda del compleanno. E’ solo che..volevo che fosse..”

Colin sorrise, sfiorandogli piano lo zigomo. Voleva solo che fosse buono per lui.

“Lo è già” bisbigliò “E ora lascia che ti ringrazi..” aggiunse prima di sparire sotto alle coperte.

 

 

 

 

P.S. Volevo ringraziare tutti per gli auguri e ovviamente ricambiare!
Spero che il 2010 sia un anno fortunato per tutti^^

 

p.s. - parte II Ho deciso di raccogliere le mie storie (o almeno molte delle storie che ho scritto) in una community su LJ. E' più che altro un archivio privato per me.. per averle sotto mano.. ma se volete darci un'occhiata, lo potete trovare qua: 

http://community.livejournal.com/sec_to_breathe/

 

   
 
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