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Autore: Reneesme Nessie    03/01/2010    0 recensioni
Io senza te? Mai ...e sei andato via...
Genere: Romantico, Malinconico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Addio, questa lettera posso aprirla solo in questo modo. Un “Caro..” significherebbe inviarla al destinatario, cosa che non potrei fare. Il tempo scorre in modo inevitabile, niente può fermare la corsa inesorabile delle lancette. Il tuo è finito ormai, è finito quella notte. “Vivi e sii felice…Fallo per me” hai detto prima di spira- Mi sei morto tra le braccia, tramortito dal freddo. Tremavi ed avevi le labbra viola. Hai sorriso, hai rantolato e poi sei andato via. Quando l’ambulanza è arrivata di te era rimasto solo un corpo vuoto, la tua anima era volata via. Non riesco ad andare avanti, non ci sei più. Ho un vuoto immenso, un vuoto incolmabile. Il vuoto di chi perde la persona più importante della sua vita. Lo stesso dolore e vuoto che provai la scorsa vigilia di Natale…Non ne parliamo più da allora. Non vogliamo ricordare perché il dolore è vivo in noi. “Tu sei una figlia fantastica” dicevi per consolarmi. “E se sono così magnifica come figlia, perché mia madre è andata in Giamaica senza dirmi nulla?” Un dolore immenso che rivivo ora. Addio piccolo angelo mio, addio dalla tua piccolina. “Se il mondo crolla aggrappati a me, non sarai ingoiata dal baratro se ti aggrappi a me” dicevi quando piangevo, quando il mondo era contro di me. Addio, mio angelo, addio dalla tua piccola Bubu. È così che mi chiamavi… Ti piaceva il broncio che facevo quando, spuntando tra la folla, mi chiamavi “Bubu” anche davanti ai miei amici. BUBU, un soprannome adatto per la tua piccolina. Mi sembra ancora di sentire la tua voce, le tue risate limpide e sibilline. Sangue, sangue… Questo mi torna in mente se penso all’ultima ora passata con te. L’ultima ora relativamente felice della mia insulsa vita. INUTILE. Questo aveva detto il medico vedendomi arrivare con te tra le braccia. Pesavi, ma mi ero fatta forza. “Sei una ragazzina INUTILE…avresti dovuto portarlo qui prima, è morto dissanguato” Quanto tempo é passato? Giorni, Mesi, Anni? Elyon…solo due ore. Sono passate solo due ore e già ti manca. Sono in ospedale adesso, in obitorio. Ci sono solo io… Il buio mi faceva paura…. “BU…BU…BUIO” dicevi per prendermi in giro. Quante volte ti cacciavo la lingua arrabbiata? Bastava un bacino sul naso per far passare ogni tipo di rancore. Non te ne serbavo mai veramente. Addio mio angelo, ti voglio bene, o come dicevo sempre a te “ti lovvo di bene” Quanto tempo è passato ormai dalla sua morte? Due ore, ed io non riesco a smettere di piangere. Una lacrima silenziosa ancora bagna il mio viso, scioglie le parole che ho scritto in precedenza… Ti amo di bene, mio angelo. Ti voglio bene davvero e te ne vorrò sempre. Te ne voglio da sempre e per sempre. Hai visto la pistola tra la folla e ti sei messo in mezzo…Ti sei messo tra me e il colpo, prendendolo in pieno fegato. Entrato dalla pancia e uscito dalla schiena. Non si è fermato ed ha bucato fegato e parte dello stomaco. Tutto a causa mia. Tu non vorresti che lo dicessi, ma sai che è vero. Se non avessero sparato tu saresti qui con me, qui a stringermi la mano come sempre. “Muoio felice…perché tu sei viva. Ho salvato la MIA vita” Era stata la tua ultima frase, l’avevi pronunciata con un rivolo di sangue sulle labbra. Il sangue e le lacrime aveva deturpato il tuo volto, bello nonostante la morte. Avevi sospirato e i tuoi meravigliosi occhi erano diventati due biglie d’ebano ormai oscurate dalla morte. Intorno a noi la polizia faceva indagini e poneva domande: Cos’era successo a quel ragazzo appena sedicenne? Cos’era accaduto a quel ragazzo? Quanti anni aveva? Come si chiamava? “Ragazzina” mi ero sentita chiamare ”L’ambulanza è arrivata” L’ambulanza era arrivata…ma tu non c’eri. Ti portarono in ambulanza lo stesso. Lì ti ascoltarono il battito, mi diedero dell’inutile...e mi fecero uscire, mi diedero in pasto ai carabinieri. “Come ti chiami ragazzina?” chiese un poliziotto. “Bu…Martina” risposi tra le lacrime, singhiozzando un po’. “Lo conoscevi bene?” “Si” “Come si chiamava?” “Andrea” Rispondevo a monosillabi, rispondevo senza tono…Rispondevo senza rendermene conto. La giustizia non ti vendicherà mai…Lo sappiamo bene. Io lo so…tu ormai non sai nulla e mai nulla saprai più. SEI MORTO…io vorrei raggiungerti, ma non lo farò. Non lo farò…Non posso uccidermi perché me lo hai chiesto tu. Era il tuo ultimo desiderio e lo hai espresso prima di vomitarmi sangue sui pantaloni. Addio mio angelo…Addio “Chi era per te?” “Era…era….era….” Non riuscii a rispondere… Avrei voluto gridarlo: ERA MIO FRATELLO. ADDIO, MIO ANGELO…ADDIO FRATELLO MIO BUBU
  
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