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Autore: Prof    03/01/2010    3 recensioni
Ci vogliono pochi tratti per catturare l'essenza dell'animo umano.
- L'Ode a te, oh Jashin!
- Pazzia furiosa
- Incontri passati
[Fanfiction classificatasi seconda al contest "About the Originality" indetto da xSarettax e Nana° sul forum di EFP]
Genere: Comico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hidan, Itachi, Sakura Haruno
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Naruto - Frammenti (raccolta)



Fanfiction classificatasi seconda al contest "About the Originality" indetto da xSarettax e Nana° sul forum di EFP



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Titolo: Frammenti
Oggetto e personaggio sorteggiato: microfono, Hidan; spazzolino da denti, Sakura; apribottiglie, Itachi.
Genere: comico, introspettivo.
Rating: verde
Avvertimenti: flashfic, drabble, raccolta
Introduzione: Ci vogliono pochi tratti per catturare l'essenza dell'animo umano. Scene tratte dalle vita quotidiana.
Note: i seguenti scritti hanno ricevuto una correzione grazie alle segnalazioni delle due giudici del contest.




- Frammenti -




- Lode a te, oh Jashin!



Giorno propizio per i sacrifici.
Poveri atei; guardali come tremano, privi di fede.
Ma presto avrebbero rimediato a quel terribile peccato. Con la vita.
Puntò la falce contro quel manipolo di miscredenti.

“Gioite, poveri di spirito! Sto per rivelarvi l’eterna grazia del divino Jashin!”

Si lanciò all’attacco.
Un urlo di sadica follia riecheggiò per l’aere.
Ammirò i loro volti impietriti dal terrore.
Rise malignamente.

Jashin, sia fatta la tua volontà!

Un violento pugno lo colpì in pieno viso, sbalzandolo all'indietro.
Ma chi diavolo...?

“Kakuzu? Ma che cazzo fai?”

“Prova un’altra volta a sbraitare le tue fesserie nel microfono delle ricetrasmittenti, e giuro che ti ammazzo.”



[Fine]






- Pazzia furiosa



Sakura era completamente impazzita. Decisamente.
Non c’era dubbio; il trauma doveva essere stato devastante.
Lei che teneva così tanto a lui… Sapere che aveva fatto quella fine… quell’orrida fine.

“Ti prego, Sakura! Calmati!”
 
Le parole di Naruto risuonarono a vuoto.
La ninja lo fissò con astio. Certo, era tutta colpa sua, nient’altro che colpa sua…

Doveva pagare.





Un urlo agghiacciante destò con prepotenza il capitano Yamato dal suo sonno.
Era Naruto quello?
“Cosa succede?” sbraitò, ancora mezzo addormentato.
Dall’altro lato della stanza, immerso nella penombra, stava Sai.
“Non si preoccupi.” Esordì, atono. “Naruto ha solo adoperato lo spazzolino di Sakura per la sua igiene dentale.”



[Fine]







- Incontri passati



Si era subito fatto scoprire da quel buffo signore, mentre, affacciato alla finestra della cucina, non poteva fare a meno di ridere sotto i baffi di fronte allo spettacolo che quello stava offrendo.
Dopo infatti aver ricevuto un altro, l’ennesimo, due di picche da due belle signorine, con passo sghembo e  smorfia obliqua stampata in faccia, gli si era avvicinato prepotentemente; in mano stringeva una bottiglietta di sakè. Forse era anche un po’ brillo. Oltre ad essere buffo.
“Ehi, bimbo,” aveva gracchiato, “ invece di ridere tanto, non è che hai un bell'apribottiglie?” Gli aveva chiesto sempre con quello sguardo tra lo scontroso, l’ubriaco e il buffo.
E, senza un perché o un percome, adesso si ritrovava seduto su una panchina di fianco a quel signore canuto e un po’ alticcio che, non senza fatica, cercava di aprire quella dannata bottiglietta.
La mamma gli aveva raccomandato di non parlare con gli sconosciuti, ma quel signore era davvero troppo buffo.
E ancora era troppo buffo mentre cercava si aprire quella maledetta bottiglia, senza mai riuscire a far collimare tappo e apribottiglia, e tutto mentre bofonchiava, parlottava, raccontava di quella grande cosa che era l’amore.
“Ma le ragazze non scappano sempre da lei?” si era arrischiato ad un certo punto il bambino, chiaramente divertito dalla situazione.
Il signore non smise di armeggiare con quei due strumenti del diavolo che gli impedivano di raggiungere quel nettare prelibato destinato solo a lui. Si limitò solo a sbuffare, mentre si stravaccava meglio sulla panchina, e ad ammonirlo burbero.
“È forse da buttare l’amore non ricambiato?”
Sbuffò ancora, biascicando tra i denti qualcosa del tipo “Questi mocciosi non capiscono proprio niente”.
Poi la bottiglia si aprì.
Bevve un lungo sorso del liquore duramente conquistato.
E poi si ricordò ancora dello scricciolo al suo fianco.
Tiè, il tuo apribottiglie, nanerottolo.” E senza tanti complimenti lo restituì al legittimo proprietario.



“Itachi-san, la vedo distratto.”
Itachi si riscosse dai suoi pensieri, risvegliato dal richiamo del compagno.
Guardò ancora il Villaggio che si estendeva sotto di lui, le case dai tetti irregolari, le vie strette e tortuose, i negozi, la gente che passeggiava, lavorava, si incontrava, che viveva.
“Siete forse ancora legato al vostro villaggio?”
Avanzò, scacciando indietro i ricordi.
“No, per niente.”


[Fine]




   
 
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