Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
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Autore: Amy89    03/01/2010    2 recensioni
Fine della Guerra Mondiale. Fanfiction introspettiva. i pensieri e i sentimenti di Kiku Honda, Giappone, nel momento in cui comprende la sua imminente sconfitta e l'esito del conflitto mondiale.
Spero piaccia anche se l'angst con è esattamente il filo conduttore in Hetalia.
Genere: Triste, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Giappone/Kiku Honda
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non so perché mi sia messa a scrivere tutto questo su Kiku. Forse perché leggo libri sulla guerra mondiale o guardo troppi film, fatto sta che questa fan fiction mi è venuta di getto, senza star li troppo a pensare. Una cosa è certa, ci ho messo un’ eternità a decidere se postarla o no…
Spero di aver preso la decisione giusta, e che ad almeno qualcuno piaccia.^^
Questa fanfiction non è a fine di lucro, ma ha solo ed esclusivamente fini ludici.
I personaggi non sono miei, appartengono all’autrice dell’opera e agli aventi diritto.
Buona lettura!



NESSUNA SPERANZA RIMANE.


Nessuna speranza rimane.
Il cuore muore di una morte lenta.
Vedo le sagome scure dei bombardieri sfrecciare nel cielo, oscurando le stelle al loro passaggio.
I chiarori delle esplosioni, foriere di morte, si innalzano nel cielo scuro come fossero aurore...la luna si tinge del rosso del sangue e degli incendi.
La cenere volteggia nell’aria come i petali del mio delicato fiore…
Sto perdendo ogni cosa… a poco a poco tutto ciò che amo sta venendo distrutto.
La mia terra soccombe, la mia gente muore.
Uomini, donne, bambini…
Vedo gli dei della morte, ammantati nei loro neri sudari, accompagnare le loro anime verso il luogo del non ritorno.
La vista mi si annebbia.
Davanti agli occhi ho solo terrore, sofferenza, e distruzione dovunque.
La mia vita finisce in questo momento, che io sia morto o no.
Sulla mia pelle le profonde ferite inferte a me e alla mia gente bruciano e dolgono.
Sulla bianca divisa imbrattata di cremisi, gocciola il mio sangue mischiato a quello versato invano dai soldati della mia patria.
Un passo dopo l’altro mi muovo sul campo di battaglia, disseminato di cadaveri, attorno a me sibilano proiettili… le braccia abbandonate lungo il corpo, mi muovo come un fantasma.
Mentre cammino non scorgo quasi nulla di ciò che mi circonda, perche davanti a me sfilano le immagini dei miei ricordi e le ombre del mio passato.
Le mie mani tremano, l’impugnatura mi sfugge, la punta della lama penetra nel terreno arido e spaccato. Le gambe cedono per il dolore. Cado in ginocchio davanti alla fine.
Questa fine, conseguenza indiscussa delle mie scelte, dei miei grandi, irrimediabili errori.
Mi sono recato al luogo dell’esecuzione…
Ho scalato i gradini del patibolo…
E ora, inginocchiato al suolo, a mani giunte, attendo solo che la spada mi recida il collo.
Vedo avanzare il mio plotone di esecuzione.
Schierati nelle loro divise avanzano i miei aguzzini.
Alfred, al centro, con un espressione compiaciuta sul volto, la vittoria è più sua che di altri, assume una posizione sciolta a sottolineare che non sono più un pericolo.
Arthur, alla sua destra, con la sua più severa aria dipinta sul volto, le braccia rigidamente incrociate.
Francis, a chiudere quest’ala,ha un lieve sorriso provato sul volto, che rivela la sofferenza patita durante questi anni, con un gesto fluido si avvicina al volto una rosa, che per il suo intenso colore mi pare insanguinata.
Ivan, alla sinistra di Alfred, ha sul volto il suo solito ghigno, le braccia lungo il corpo segnato dagli anni difficili che ha affrontato e che ancora non si sono conclusi per lui.
E infine, all’estrema sinistra, un poco discosto dagli altri, sta Yao, il mio Nii-san. Nei suoi occhi, fissi nei miei, leggo, anche se solo per un singolo momento, un profondo dolore. Rimpianto, malinconia, rimorso. Poi il suo volto, come la sua espressione si fa glaciale.
Si fermano davanti a me.
A un gesto di Alfred quattro soldati si fanno avanti, reggendo quelli che solo dopo qualche secondo riesco a riconoscere come i corpi dei miei alleati e che con malagrazia vengono buttati a terra davanti ai cinque vincitori.
Con i polsi legati da catene dietro la schiena, brutalmente feriti e sconfitti, capisco che Ludwig e Feliciano sono ancora in vita solo vedendo i toraci alzarsi ed abbassarsi seguendo un ritmo irregolare. Privi di sensi giacciono ai piedi dei nostri nemici, alla mercé di ogni qualsiasi loro efferata decisione.
Inorridisco, con l’angoscia che si sgretola dentro di me e un nuovo profondo dolore che si fa avanti.
Cerco di rimettermi in piedi, ma cado nuovamente inginocchiato al suolo.
Arthur sottolinea la mia sconfitta con parole taglienti, che infliggono tante ferite alla mia anima quante le armi ne hanno inflitte al mio corpo. Tutto ciò in cui credevo è stato spazzato via come da una impietosa tempesta. Tutto ciò in cui ho riposto le mie speranze è crollato come le tessere di un domino. Tutto ciò su cui ho riposto la mia vita e salvezza si è rivelato effimero e irreale.
Crollo a carponi nel realizzarlo.
Alfred ride nell’assistere alla mia disfatta.
Non riesco a sopportalo.
Mi faccio forza e mi sollevo impedendo alle mie gambe di cedere per l’ennesima volta e facendo forza sull’elsa della katana conficcata nel terreno accanto a me mi tiro in piedi ansimante.
Non appena ritrovo abbastanza stabilità afferro la mia arma e come ultimo gesto mi scaglio con tutta la forza che mi rimane verso colui che in questo momento odio con tutto me stesso.
La luna scintilla alla luce rossa irradiata da alcuni focolari che ardono disseminati sul campo, ma non riesco ad avvicinarmi più che a due metri di distanza da lui che un forte colpo allo stomaco mi blocca.
Scivolo dalle braccia di Yao, che mi ha colpito, vedendolo, rassegnato, serrare gli occhi per non incontrare il mio sguardo, mentre mi accascio disteso al suolo, dolorante.
Sento che qualcuno mi sta parlando, ma non riesco ad afferrare ciò che mi stanno dicendo. Le uniche cose che riesco a percepire sono due distinti boati…
E ciò che ero finisce con essi.
La testa mi rimbomba, non c’è più una parte di me che non soffra.
L’affilata lama cala veloce sul mio collo…
Scende il momento più buio della lunga notte oscura che mi avvolge…
e la luce viene meno sul mio mondo.

Si dice che il tempo cancelli ogni cosa,
che col tempo le ferite si rimarginino e i ricordi diventino sbiaditi...
eppure il tempo non ha cancellato…
Eppure la distruzione e le vittime sono rimaste.
La disfatta brucia ancora sulla pelle.
Tutto è stato totalmente inutile e incredibilmente doloroso.
Un freddo vento arriva all'improvviso,
mi frusta violentemente il volto
sento la finestra accanto a me che sbatte con un tonfo sordo.
Fisso le bende che mi fasciano il corpo profondamente ferito…
Immagini, atroci ricordi, si affacciano alla mente
Il mio corpo si fa gelido,
tremo, cercando di controllarmi.
La sofferenza è sempre in agguato e io non posso evitarla,
ecco che i ricordi mi raggiungono ed essa mi agguanta,
è insopportabile, eppure ci dovrò convivere per sempre.



Ringrazio tantissimo chi ha letto. Spero che sarete così gentili da lasciarmi una piccola recensioncina.
Con la speranza che vi sia piaciuta!
Un bacio e tantissimi saluti


Amy89
   
 
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