Anime & Manga > Naruto
Ricorda la storia  |      
Autore: verolax    04/01/2010    1 recensioni
[I]La vita non è altro che un'ombra vagante: un povero attore che si pavoneggia e si agita per la sua ora sul palcoscenico, e poi tace; è un racconto recitato da un idiota gonfio di suono e di furia che non significa nulla. [/I] Una lotta all'ultimo sangue tra Kakashi e Itachi. Una morte; una vendetta; due solitudini; una bugia. *** Fiction partecipante al contest "Se proprio devi odiarmi... Shakespeare ft. Kakashi" indetto da bravesoul sul forum di EFP. ***
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Itachi, Kakashi Hatake
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il sapore della vendetta

Questa fiction ha partecipato al contest “Se proprio devi odiarmi… Shakespeare ft. Kakashi” indetto da bravesoul sul forum di EFP. Essendo l’unica partecipante, non ha ottenuto una posizione in classifica, ma soltanto un giudizio, che troverete a questo link: http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=8904492&p=2

 

 

 

Il sapore della vendetta

 

 

Così simili, eppure così diversi.

 

Il mio Sharingan è il tuo; la tua solitudine, la mia.

 

Entrambi abbiamo perso un amico: tu l’hai ucciso, io ho lasciato che morisse.

Entrambi abbiamo perso i genitori: tu versandone il sangue, amara e vermiglia lacrima di fatale incomprensione, io dimenticandomi di tender loro la mano nel momento del bisogno. 

 

È iniziata la battaglia: Bene vs. Male.

 

La battaglia delle similitudini.

 

Le nostre forze si equivalgono.

 

La tua è alimentata dall’odio eterno e rancoroso che ti porti dentro, la mia dall’immensa solitudine che provo, e dalla lealtà verso la Foglia. Il mio modo di essere ninja.

 

È iniziata la battaglia delle similitudini.

 

***

 

“Il tuo Sharingan non può nulla contro il mio”: la sua voce è un ringhio basso, minaccioso, perverso. Gode nel vedere la mia difficoltà; non sa che è solo un trucco per confonderlo.

Sollevo il coprifronte a scoprire il rosso simbolo del Sacrificio.

 

Sogghigna Itachi Uchiha, scopre all’istante la mia più grande debolezza.

 

Obito, morto troppo giovane per essere ricordato come un valoroso.

 

“L’occhio di un incapace,” sentenzia, torvo, una strana luce negli occhi.

 

Lotto per non farmi assalire dalla rabbia; una singola, lucente lacrima di rancore lotta per solcare la liscia e nera stoffa della mia maschera.

 

La maschera che ho scelto di indossare mi protegge dall’odio verso me stesso, dall’ineluttabilità del destino, dalla sofferenza grigia di un’esistenza senza forma.

 

Annullo la distanza tra noi, la mano destra avvolta nel brillante sfavillio del chidori. Mi accompagna lo stridio di mille e ancora mille uccelli rapaci che si gettano in picchiata sulla preda, inesorabili.

Para il colpo senza neppure voltarsi, il mio corpo si dissolve in una nuvola eterea di bianco fumo trasformandosi in tronco inanimato. Attacco alle spalle, kunai alla mano.

Schiva il fendente e mi blocca con mossa fulminea, rapace e felina al tempo stesso. Arde il suo respiro sulla mia guancia; chiudo l’occhio libero dallo Sharingan per non cadere nell’ipnotico oblio della sua arma micidiale.

 

“Non è leale attaccarmi alle spalle”.

La sua voce è tagliente e affilata come una lama.

“Suona davvero bene, detto da un traditore assassino come te”.

 

Inaspettatamente, mi libera dalla presa e si allontana, gli occhi ridotti a due pozze nere senza fondo pervase da una sofferenza antica e innominabile.

Rimango sconvolto dall’immensità di quello sguardo: le sue perle nere come la notte sono intrise di un’oscurità così profonda e senza rimedio da risultare più spaventose di quando si tingono del color della vendetta.

Itachi si trascina sull’erba, si getta ai piedi di un grande albero, livido in volto. Sembra aver perso ogni volontà di combattere.

 

“Non sono stato io,” rantola; la sua voce è un soffio appena percepibile.

Lo osservo in silenzio, stupito. Non approfitterò della sua debolezza.

 

“So che non mi crederai, e… non l’ho mai detto a nessuno, ma… non sono stato io,” ripete, tentando di riprendere il controllo di se stesso. La vena d’amarezza nella sua voce è così possente da squarciare l’aria e pesare come un macigno sulle sue parole. Non so come sia possibile, ma gli credo.

 

Itachi Uchiha, il traditore, l’assassino senza scrupoli né sentimenti, giace qui, di fronte a me, schiacciato dal peso delle verità non dette.

 

“Chiederai forse perché io abbia scelto proprio te, per rivelare il mio segreto”.

 

Solleva il volto Itachi Uchiha, mi guarda dritto negli occhi. Ciocche corvine risaltano splendide sulla pelle chiarissima, segnata dalle profonde occhiaie.

Non riesco a proferir parola, ammaliato dalla notte nera che sprigionano i suoi occhi. Sono occhi induriti dalla sofferenza, dall’odio e dal rancore; occhi che hanno visto morire, procurando essi stessi l’invincibile torpore del sonno eterno; occhi che hanno pianto, detestato, deriso, ingannato, deluso, umiliato; ma sono occhi sinceri.

Tutto in lui è marchiato a fuoco con il segno dell’ignominia: il coprifronte della Foglia esibisce la dura linea della condanna. Sembrano scavate con la lama le profonde incisioni che deturpano il suo sguardo, rendendolo ancora più cupo e minaccioso. È giovane, ma è terribilmente vecchio. Le cicatrici sul suo corpo corrispondono ad altrettante ferite della sua anima.

Vaga incerto in un mondo che non lo accetta Itachi Uchiha, è caduto nella trappola dell’esistenza senza più rialzarsi. 

 

Come me.

 

“Forse hai scelto me perché sono così simile a te…”

 

Sorride Itachi Uchiha, un sorriso stanco e intriso di malinconia.

Scuote la testa lentamente.

 

“No”.

 

“E allora… perché?”

 

Sospira e rivolge lo sguardo a terra.

 

“Perché… tu mi ucciderai, qui e oggi”.

 

“È la mia missione”.

“E la porterai a termine”.

 

Si alza con fatica Itachi Uchiha, schiacciato dal peso del rimpianto.

 

“Non volevo…” la sua voce è rotta dall’emozione. Non è in grado di proseguire.

 

Mi avvicino, poso una mano sulla sua spalla, trova la forza di terminare la frase.

 

“… portarmi il segreto nella tomba”.

 

I suoi occhi. Sono velati di pianto.

 

Piange Itachi Uchiha, senza emettere un sol suono. Piange detestandosi per la propria debolezza, ma lo fa senza volere. Copiose le lacrime sgorgano da sole, inconsapevoli; ennesime rughe liquide di vergogna solcano il pallido volto del ninja esiliato.

Si riprende subito Itachi Uchiha, stringe con forza la mia mano ancora sulla sua spalla, le sue dita allontanano le mie. Asciuga il volto con la nera e larga manica della divisa. Quando solleva lo sguardo i suoi occhi sono asciutti e nuovamente color del sangue.

 

“Uccidimi”.

 

“Non lo farò mai, così”.

 

“Lo farai”.

 

“Solo se combattiamo”.

 

Incomincia la nuova lotta. La sopravvivenza è scontata, la menzogna è smascherata, il grande ninja è nudo. Vorrei chiedere il perché di quell’assurda messinscena, portata avanti per anni, a discapito di se stesso, di suo fratello, della memoria del glorioso clan Uchiha. Ma non posso farlo.

 

Non posso perché non ne ho diritto.

 

Lotta con tutto se stesso Itachi Uchiha, ma vuole morire. Para colpi, schiva fendenti, ma il suo cuore è già crollato. I suoi attacchi sono deboli e disorganici. I suoi occhi non vedono più.

 

Non riesce a schivare il mio chidori; termina bruscamente la battaglia, così come è cominciata. Itachi è ferito e giace al suolo in una pozza di sangue. Sorride.

 

“Grazie…,” mormora. “Non… potevo… più…”

 

Mi inginocchio vicino al suo corpo scosso da tremiti furiosi. Tossisce Itachi Uchiha, schizza sangue nerastro sulla mia uniforme. 

 

La vita non è altro che un'ombra vagante:
un povero attore
che si pavoneggia
e si agita per la sua ora
sul palcoscenico,
e poi tace;
è un racconto recitato
da un idiota
gonfio di suono e di furia
che non significa nulla.

 

Questo dice Itachi Uchiha, mentre il suo respiro si fa inconsistente.

Quando il suo petto smette di sollevarsi, chiudo pietosamente i suoi occhi ormai ciechi. Le sue parole riecheggiano senza sosta nella mia mente.

 

È terminata la lotta delle similitudini.

 

Si spezza la vita dell’innocente calunniato.

 

Io rimango ancora una volta su questa terra, senza più niente per cui combattere.

 

È questo, dopotutto, il mio destino.

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: verolax