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Autore: kekks 91    04/01/2010    5 recensioni
hola a todos! E se i nostri Edward e Bella si incontrassero non nella solita cupa e piovigginosa Forks ma in un albergo a New York?Se siete curiose leggete e recensite! Byeeee kekks e nick
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2                  So sick_Ne-yo

Isabella’s pov

Rimasi lì seduta a fissare il punto dove era sparito quel ragazzo stupendo e nella mia mente iniziò a formarsi un piano.

-Isa? Isabella? Ti senti bene?- Qualcuno mi dava leggeri colpetti al braccio,forse Alfred,ma non ci pensai e corsi verso l’ascensore. La curiosità di conoscere il ragazzo mi stava divorando e volevo seguirlo.

Solo per dargli il benvenuto nell’albergo, pensai. Dopotutto sono la figlia dei proprietari. Non faccio niente male,non sono una spiona. Ma come una scema, convinta di quello che facevo, non avevo considerato un piccolo particolare:come facevo a parlargli se non sapevo dov’era la sua camera?

Fermai l’ascensore all’ultimo piano, proprio dove c’era la mia camera. Stavo aprendo la porta,ma mi fermo quando vedo qualcuno che passa dietro di me:è lui!

Entra nella camera a fianco e chiude la porta senza essersi accorto di me,che rimanevo come un ebete con la mano a mezz’aria. Entrai in fretta nell’appartamento,lasciai le chiavi sul comodino e solo una frase aleggiava nella mia mente:come faccio a presentarmi? Mi misi vicino allo specchio e iniziai:

-Ehm,ciao sono Isabella,la figlia dei proprietari dell’albergo- Troppo banale.

-Piacere,sono una cretina che sta facendo le prove davanti allo specchio per parlare ad uno sconosciuto- Forse,ma un po’ troppo diretta e sincera.

Dopo altre frasi che farebbero invidia ad una cabarettista,me ne venne in mente una. Dai,può andare. Uscì con il cuore in gola e mi piazzai davanti alla camera numero 49. Un bel respiro,Isa. Non ti morde mica. Bussai timida alla porta e la stessa voce che avevo ascoltato all’atrio disse:

-Avanti- Aprì la porta e mi ritrovai a pochi centimetri dal ragazzo che mi sorrideva gentile.

Edward’s pov

-Avanti- dissi,mentre mi alzavo e mi dirigevo alla porta. Di fronte a me c’era una ragazza con i capelli castani lisci,occhi marroni,media altezza per i suoi 17-18 anni che credo abbia,con una maglietta celeste,una gonnellina di jeans chiara e Adidas ai piedi.

Nel complesso, era molto bella. Mi guardava timorosa e allora le sorrisi.

-Ehm...ciao sono Isabella,la mia camera è quella affianco. Avresti dello zucchero da prestarmi?-

-Aspetta, vado a controllare- dissi e andai verso l’altra camera. Feci mente locale e mi ricordai che questo è un albergo e c’è il servizio in camera, non delle cucine per ogni appartamento. Allora perché mi aveva chiesto dello zucchero? E che voleva da me? Feci dietrofront e mi diressi verso di lei. Mi aspettava seduta sul divanetto di pelle nero,con le gambe incrociate.

-Senti...- le dissi, ma non finii la frase che un urlo mi fece mettere le mani sulle orecchie per dare sollievo ai miei poveri timpani. Ma che ca...

-O mio Dio, hai la Wii!!!!Nooo!-strillò mentre mi guardava stralunata.

–Bè,si...ci sono vari giochi di là- E in poco tempo,si fiondò nella saletta dei game e io la seguì rassegnato. -Che bello,non pensavo che mettessero il Nintendo nelle stanze! Mi piace da morire. Non l’avevo mai trovate negli altri alberghi-disse poco dopo essersi messa comoda davanti alla TV.

Da quello che aveva detto, deve aver girato parecchi alberghi. Come mai? Io mi ero appena trasferito in questo albergo solo per comodità. La casa di Carlisle e Esme, i miei genitori, distava molto dal college e non avevo la minima intenzione di trasferirmi al campus.

-Stai qui da tanto Isabella?-le domandai.

-Oh,chiamami tranquillamente Isa. Sai,non mi piace molto il mio nome- si girò a sorridermi un po’ imbarazzata

–Comunque i miei genitori gestiscono questo albergo, come tanti altri. L’hotel “Regina” è il loro nuovo acquisto e mi ci sono trasferita da qualche giorno. Tu...- mi disse lasciando in sospeso la frase. Che cretino, non le avevo detto ancora come mi chiamavo!

-Scusami, non mi sono ancora presentato. Sono Edward e sto qui da poche ore ancora. Vado ad un college qui vicino e questo albergo è molto meglio di un taxi dalla mattina alla sera- Mentre il televisore richiamava la nostra attenzione con la scritta grande,in rosso “GAME OVER”, lei guardò l’orologio sulla parete che segnava le tre di pomeriggio e mi disse:

-Scusa tanto ma si è fatto tardi. Alla prossima!- E con questo uscì dall’appartamento.

-Ciao- Sì, hai ragione Isa. Non vedo l’ora che arrivi la prossima volta!

  
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