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Autore: The Dreamer    04/01/2010    1 recensioni
Il destino è per sempre segnato, o c'è ancora una possibilità di riscatto...di *rinascita* ? p.s.=ho messo 'spoilers' tra avvertimenti perchè qnd abbiamo iniziato a scriverla, la serie non era ancora conclusa!
Genere: Romantico, Triste, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alex Rowe, Sophia Forrester
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Renaissance

 

 

 NdDre@mer: buon 2010 a tutti :D !! Continuo ad editare lasciando note e commenti, anche se datati.

Come promesso, eccovi subito subito il 4° capitolo, opera di Hikuraveku !! Bonne lecture, et écrivez-nous !

 

 

 

4. Départ

 

Lily stava salendo le scale per accedere al secondo piano con lentezza, quasi timore. Continuava a ripensare alle parole del marchese di Ganymede. Non riusciva a comprendere il motivo di quelle parole, ma ora sapeva di doverle riferire al giovane sconosciuto senza nome e senza identità, almeno per ora. Quell’uomo aveva incominciato a metterle un po’ di soggezione. Tutti lo trattavano con profondo rispetto, non le sembrava più quel giovane che le era parso al primo incontro. Era come cresciuto, cambiato ed indubbiamente maturato e lei non riusciva più a guardarlo negli occhi con la stessa disinvoltura. Le poche volte che si era trovato ad incrociarlo per il corridoio dell’ampia casa, lo aveva sempre salutato con sussurri balbettati e spesso, al vederselo davanti, le tremavano le gambe. Ora, dover andare da lui, ed il dovergli parlare e fare un discorso articolato e piuttosto lungo le creava un po’ di problemi, ma non poteva cedere alle astute provocazioni del marchese.

“Ti starai mica innamorando del nostro ospite, Lily ?”

Quelle parole le risuonavano ancora in testa e la facevano arrossire vistosamente.

“Figuriamoci !”esclamò giungendo di fronte alla porta della camera degli ospiti occupata da Alex.

Deglutì, fece due giri su se stessa, poi si decise e bussò.

Si udirono dei passi dopo poco, la porta si aprì e lei vide un paio di stivali nel quadro che gli erano venuti incontro.

-B...buongiorno signore. Senta...il marchese la vorrebbe giù nel salotto degli arazzi, dice che le deve parlare e che non si tratta di niente di cui avete già discusso, insomma io non lo so di cosa avete già parlato però l’ ha detto il marchese e lui lo sa questo no ? Comunque le chiede se gentilmente può scendere di sotto, lui l’aspetterà...gentilmente...ehm...la ringrazio tanto per l’attenzione, buona giornata !- Lily corse via e scese le scale scomparendo.

Era stato simile al rumore di un treno: veloce a sbuffi incerti e fischi assordanti a volte incomprensibili. Come poteva una ragazza avere tanto fiato in gola ? Fu la prima domanda che Alex si pose vedendola andar via.

Si decise a scendere solo quindici minuti più tardi. Trovò il marchese seduto su una poltrona molto simile a quella del loro precedente incontro. Leggeva un libro con le lenti  posate sul naso, al suo fianco, su un tavolino c’era un vassoio con due tazze ed una caraffa di the ed uno strano oggetto ricoperto da un velo scuro, troppo fitto per poterci vedere attraverso.

-Mi cercavate ?- domandò fermandosi appena all’ingresso del salotto.

Il marchese di Ganymede si voltò di scatto : non si era accorto della sua presenza. Il volto, sorpreso nel vederlo, si schiarì improvvisamente :

-Ah, siete voi ?! Mi avete spaventato sapete, con la vostra imprevedibilità !-esclamò in tono colloquiale, alzandosi ed invitandolo a sedersi sulla poltrona dinnanzi alla sua, poi si sedette di nuovo e lo guardò dritto negli occhi.

-Avevate bisogno di qualcosa da me ?- chiese Alex schivo, ma senza rifuggire il suo sguardo.

-Si e no ! Diciamo che avevo bisogno della vostra attenzione !- mormorò di Ganimede sorridendo :

-Vedete, stamani mi sono recato dal mio barbiere di fiducia. Un grand’uomo, sebbene non in senso fisico- aggiunse ridacchiando.

-Dunque ?-.

-Cosa ne direste di andare a farvi tagliare un po’ quei capelli ? Con un taglio più curato avreste tutto un altro aspetto e poi non impiegherà che pochi minuti, senza contare che il barbiere ha un desiderio impellente di conoscervi.-

-Gli avete parlato di me ?-.

-Certamente, mi pare ovvio con un uomo di una tale curiosità ed insistenza ! Non ho saputo dirgli di no...spero non vi spiaccia !-.

-Affatto.-.

-Allora andrete ?- domandò il marchese in tono speranzoso.

-Forse.-.

-Vi ho preso appuntamento questo pomeriggio alle 16h-.

-Andrò.- mormorò Alex sospirando e alzandosi dalla poltrona per uscire dalla stanza.

Tutto piombò nel silenzio per alcuni secondi. Il marchese continuava a chiedersi per quale motivo finiva sempre per doverlo fermare,perché non riusciva mai a dirgli tutto in una volta:“Aspettate!-esclamò guardandolo già un passo fuori dalla stanza:-Che uomo sfuggente che siete,sembra quasi che abbiate piacere della mia compagnia.”concluse con un sorriso impacciato.

“Assolutamente no. Non interpretate qualcosa che non ne ha bisogno.”mormorò Alex tornando indietro. La sua statura era leggermente più alta di quella di di  Ganimede,tuttavia sembrava sovrastarlo ampiamente nonostante il nobile e fiero portamento del marchese.

“Non voglio trattenervi,volevo solo darvi questo.”disse quest’ultimo indicando l’oggetto ricoperto dal velo.

“Di che si tratta?”

“Apritelo,avanti!”lo esortò l’uomo con sguardo eccitato.

Alex prese il velo tra le dita,era leggero e molto sottile,lo alzò con delicatezza scoprendo una gabbia per uccelli,placcata in oro. Dentro vi era un volatile singolare,dal piumaggio chiaro,ma variopinto. Alcuni colori sembravano sbiaditi,proprio come quell’immagine, altri quasi bianchi fino a sfociare in candide piume lunghe,pettinate ordinatamente sul petto. Il becco era grigio e leggermente ripiegato all’ingiù e gli occhi erano vispi,tondi ed intelligenti.

“L’uccello della memoria!- esordì il marchese dopo averlo osservato per qualche istante,muto con gli occhi fissi sul volatile:- Ogni volta che avrete anche solo un barlume sul vostro passato ditelo ad alta voce,l’uccello della memoria ricorderà per voi!”aggiunse in tono soddisfatto e benevolo,guardandolo negli occhi. Alex lo fissò,per     un’ istante il suo sguardo divenne incredulo,poi si rivolse nuovamente verso l’uccello. Ecco il motivo per il quale gli sembrava di vedere se stesso in quel piumaggio. Quell’amnesia non poteva definirsi così buia,più che altro somigliava ad un foglio bianco,candido come quelle piume,cancellato dagli eventi,forse anche dalla sua volontà.

“Vi ringrazio.”mormorò poco convinto

“Guardate che funziona,ve lo posso assicurare!Dato che avete deciso di andarvene e di non permettermi di aiutarvi in futuro,questo potrà esservi utile. Tenetelo sempre con voi,mi raccomando.”

“Lo terrò. Questo pomeriggio andrò anche dal barbiere come mi avete consigliato,poi me ne andrò. Perdonate il disturbo che vi darò in queste ore che rimangono. Arrivederci...forse in un’altra occasione.”concluse infine Alex,prendendo tra le dita della mano della mano destra la gabbietta leggera e scomparendo dietro la porta. I suoi passi si fecero sempre più lontani fino a che il loro suono non si zittì del tutto. Probabilmente ora era nella sua camera.

“Lo spero. Lo spero proprio amico mio.”

 

                                                                                                              Pomeriggio 4:00 pm

“Signor ospite! Signor ospite aspettate!”Lucilla guidava correndo goffamente dietro di Alex. L’uomo si bloccò di colpo e si voltò verso di lei. La donna lo raggiunse trafelata dalla corsa. Erano vicini al cancello che avrebbe messo fine alla proprietà del marchese di ganimede.

“Perdonate signor ospite,posso parlarvi un attimo?”

Alex le fece cenno di poter iniziare a parlare e lei prese le fila del suo discorso:”Ecco,per noi è stato un immenso piacere poterla avere qui con noi. Vi ringraziamo infinitamente per l’onore che ci avete dato...ho saputo che non ritornerete più in questa casa,non è vero?”

“Sì. Partirò subito dopo l’appuntamento. Vi ringrazio dell’ospitalità.”

“Figuratevi,fa sempre  molto piacere poter essere d’aiuto a qualcuno,soprattutto ad un uomo distinto quanto voi.”esclamò Lucilla con un leggero sorriso imbarazzato.

 

Alex camminava tranquillamente per le stradine del paese. Non c’era nessuno in giro,lui sembrava essere l’unico essere animato in tutto il circondario,ma una tale desolazione era troppo timida per poter essere notata dalla sua mente. La mente di Alex era terribilmente affollata di pensieri contrastanti,rumorosi,alcuni persino insopportabili,mentre altri,più tranquilli,galleggiavano in quel mare in tempesta come piccoli velieri,oasi di pace in qualche modo. Tra questi ultimi vi era l’inaspettato saluto di Lucilla. Non credeva,Alex,di aver lasciato una tale impronta in quella casa,in quelle persone e,seppure gli paresse strano,sentiva una certa malinconia nel dover lasciare coloro che lo avevano aiutato con tanta premura. Tuttavia ora non poteva più tornare sui suoi passi. Il motivo per cui aveva operato quella scelta era importante e  per nulla al mondo avrebbe ceduto alla rinuncia.

Seguì le indicazioni dategli da marchese e raggiunse lo studio del barbiere. Si trattava di una piccola stanzetta visibile dall’esterno  tramite le due vetrate che davano sull’interno del locale. Per quanto ci avesse pensato non era riuscito ad immaginare il fantomatico artigiano dei capelli,per cui,alle quattro e qualche minuto del pomeriggio,si presentò all’appuntamento senza preconcetti alcuni.

Era un uomo basso e tarchiato. Dei piccoli ciuffi spumosi di capelli bianchi sulle orecchie e l’intera testa pelata. Portava un cappellino bianco che si riaggiustava ogni cinque minuti rimirandosi allo specchio,quel grande specchio da barbiere di cui era provvista la sua bottega. Sorrideva. Un sorriso sdentato ma simpatico e accoglieva il giovane Alex con frettolosi movimenti concitati delle braccia.

“Prego! Prego!” diceva intonando una nenia e saltellando sul posto.

Alex avanzò lentamente osservandolo. Dalla sua espressione non traspariva alcunché:era lievemente altezzosa,me dentro non sapeva cosa pensare.

“Si sieda messere! Prego,si sieda!”disse il barbiere specchiandosi ancora una volta con fare narcisista. Alex sedette sul sedile,la sua immagine veniva ora riflessa dallo specchio in primo piano. Era un’immagine nuova. Non era abituato a quel riflesso in quel contesto. Lui,con quell’aspetto severo,probabilmente il suo passato era stato molto solitario. Certo non era un tipo estroverso,uno che provava piacere nel colloquiare felicemente e nello scherzare con gli amici. Amici...non ne sentiva il bisogno. Stava bene da solo,solo con se stesso,con quell’immagine intransigente e muta. Gli parve di vedere qualcosa nello specchio. Una figura nobile,composta,lunghi capelli castani,chiari e luminosi. Era di spalle. Le mani dietro la schiena con le dita intrecciate tra loro. Portava una divisa. Alex si sporse verso lo specchio. Lei si voltò con un sorriso e lui si volse dalla parte opposta allo specchio per poterne vedere le fattezze reali. Ma davanti a lui,l’enorme volto del barbiere,guance rosse e labbra sporgenti,gli sorrideva.

“Mmmm!!!Qua ci sarà un pochino di lavoro da fare!Ma non si preoccupi...sono un maestro io,sa?”esclamò ad alta voce,spingendolo indietro affinché si appoggiasse allo schienale. Si pentì quasi subito del gesto. A volte si lasciava andare un po’ troppo con i suoi clienti. Era affettuoso di natura,ma molti lo definivano invadente,così spesso si ritrovava a dilungarsi in molte scuse con clienti di ogni genere. Ma questa volta aveva persino timore nel domandare perdono. Quell’uomo aveva un’espressione così indomabile,rigida,spaventosa.

“S...s...scusi...signore!”balbettò inchinandosi profondamente e si accinse a sforbiciare con aria solenne. Alex non disse una parola. Era rimasto in silenzio,pensieroso. Quella donna. Sempre troppo lontana,troppo veloce,troppo sfocata per capire chi fosse. Era da almeno una settimana che non la vedeva. Per tutto il tempo in cui era stato a casa del marchese per farsi curare. Gli sembrava un’eternità,eppure erano solo sette giorni. Diversamente dalle altre volte,ora aveva sentito un sussulto al cuore ed ora gli batteva forte. Ascoltava quel ritmo insostenibile,era come se il petto non riuscisse a contenerlo. Aveva davvero creduto di poterla vedere al di fuori dello specchio,dalla sua mente,di poterne almeno carpire l’identità,ma non ci era riuscito. Ora sentiva un vuoto in fondo al cuore che non sapeva come esprimere,come colmare. Doveva cercarla,trovarla a tutti i costi.

Il barbiere sforbiciava con passione,cercando di trattenersi in alcuni punti per evitare di irritarlo in qualche modo con qualche indelicatezza. Esili ciocche di capelli lasciavano obbedienti la testa del giovane,recise con la forbice. Erano capelli scuri,leggermente ondulati ma vistosamente indomabili.

Dai capelli si possono capire molte cose di un uomo. Era per questo che il barbiere aveva deciso di darsi alla parruccheria,per seguire questa massima che ricordava sempre sulle labbra del padre,anche lui barbiere. Tuttavia quella era davvero la prima volta che si trovava davanti a dei capelli cosi “eloquenti”. Ribelli e corvini,leggermente sfumati di grigio spento,poco curati ma nonostante ciò, tutt’altro che deboli e trascurati.

“Un uomo solitario”pensò tra sé e sé,mentre tagliava con cura,definendo una forma leggermente dall’aspetto militare,sobria e semplice. Un uomo che non ama curare i propri capelli non deve portare tagli complicati o bisognosi di attenzioni. Non ne sarebbe stato soddisfatto e lui,dacché aveva iniziato il mestiere,non aveva mai lasciato che un cliente avesse qualcosa da ridire sul suo lavoro.

“Et voilà monsieur!!!”esclamò a opera completata,visibilmente contento del suo operato.

Alex si alzò dalla sedia:“Grazie.”mormorò in tono spento ed uscì dalla bottega. Il barbiere rimase perplesso:non aveva percepito insoddisfazione in quell’uomo,non era per questo che era così privo di entusiasmo. Era qualcos’altro,come se non ci fosse nulla che riuscisse ad attrarlo,a destarlo da quel torpore morto,ma prima,prima almeno per un attimo,aveva visto i suoi occhi scintillare. Qualcosa lo aveva attirato,preso completamente e quella bronzea maschera inespressiva si era incrinata.

“Và, ragazzo và! Un giorno anche tu troverai quel tesoro che può renderti felice!”mormorò fissando l’ingresso della bottega in tono speranzoso.

Alex sentiva ancora il cuore palpitare violentemente. Per quale motivo era tornata così improvvisa ad imperversare nella sua vita? E’ come mai in quella forma così diversa,e in quello specchio? Lui l’aveva lasciata andare. Liberata per sempre dalle catene della sua mente e di quel morboso desiderio di rivederla,ma allora perché lei stessa era tornata? Alex continuò a camminare velocemente per la strada,sentì il bisogno di fermarsi:aveva il fiatone. Da quel che sentiva lui non si era mai lasciato turbare da nessuno,era una cosa che gli riusciva naturale l’autocontrollo,ma ora c’era qualcosa di diverso. Poi,d’un tratto,come un fulmine,arrivò per lui la risposta al suo dilemma. Era immobile,in un viottolo periferico e deserto,si appoggiò al muro dietro di lui per sentirne le medesime fattezze della volta precedente. La parete sottile e liscia era infatti la stessa che l’aveva visto parlare con Lily la prima volta,si trovava nello stesso identico posto. Si lasciò cadere a terra,facendo strisciare la schiena lungo il muro e quando toccò il pavimento,quell’unico pensiero aveva sovrastato tutti gli altri. La sua calma interiore lo stupiva,lui era abituato alle tempeste,ma ora c’erano solo quelle semplici parole che impegnavano la sua attenzione. Si portò le dita della mano destra alle labbra,quelle stesse labbra che sicuramente in passato non erano riuscite a dare voce a quell’identico pensiero, quelle labbra che le avevano detto addio in virtù del suo sorriso e quelle stesse labbra che ora erano pietrificate,ancora una volta mute di fronte a quelle parole. Quell’immagine,quella donna era importante,ma non era solo questo. Questo non avrebbe potuto spiegare tutto il resto,non avrebbe spiegato il vuoto opprimente che lo aveva tormentato dopo che l’aveva lasciata libera di andare e certo non spiegava quel tuffo al cuore che l’aveva colpito al solo rivederla così vicina dal barbiere e quel battito accelerato che tutt’ora sentiva riempirgli il petto. Lui l’amava. Era questo il motivo,era questa la naturale spiegazione di tutto ed era questa la causa di quella strana gelosia che ora sentiva attraversarlo al solo pensiero che fosse qualcun altro l’uomo capace di rischiararlo.

Lui l’amava e questo voleva dire che lei era la sua vita,il suo unico scopo in questo mondo e per questo non poteva abbandonarla,non poteva lasciarla andare perché così facendo avrebbe detto addio alla sua stessa vita e al suo stesso cuore.

Si rimise in piedi:“Anatore.”sussurrò velocemente con voce quasi impercettibile e corse di nuovo alla vita di Ganimede.

Il marchese si stava preparando per far visita alla nuova imperatrice. Non si sarebbe interessato alla nuova carica che stava per costituirsi,ma comunque gli sembrava un’ottima occasione per fare la conoscenza della coraggiosa fanciulla che ora ricopriva la carica più alta nella società di Anatore. Certo non poteva neppure nascondersi quella speranza che ancora nutriva in fondo al cuore di poter essere accompagnato dal suo ex-ospite,ma ormai non poteva più concedere alle operazioni di convincimento che lo avevano tenuto occupato in quella settimana.

“No Cladius,grazie!Quello non lo porto:sarà un’assenza breve,tornerò presto non mi occorrono tante cose!-esclamò di Ganimede quando vide il suo giardiniere caricare un grosso baule sulla carrozza. Tuttavia continuava a vederlo immobile con quella grande cassa tra le mani,che fissava un punto imprecisato davanti a lui:-Cladius!?!”lo chiamò ad alta voce,ma,non ricevendo alcuna risposta incominciò ad incamminarsi verso l’uomo. Quale sorpresa,poi,nel notare che di fronte a Cladius vi era proprio il tanto sospirato Alex.

“Voi...”esclamò sorpreso

“Siete in partenza,dunque?”disse Alex in tono calmo,guardandolo negli occhi con uno sguardo stranamente sereno.

“S...Sì,certo! Mi reco nella città imperiale...”

“Verrò con voi.”

“Come? Prego? Volete ripetere?”

“Verrò con voi, se questo non vi crea problemi.”

“Oh!-il marchese era davvero incredulo,non avrebbe mai pensato di poter finalmente udire quelle parole:-Come mai questa decisione?”

“Se voglio recuperare i miei ricordi dovrò viaggiare molto,e da qualche parte bisognerà pure incominciare,non ricordate?”mormorò Alex concludendo così la conversazione.

 

 

   
 
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