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Autore: purpleblow    04/01/2010    1 recensioni
"Hisoka se ne stava fermo sull'ingresso dell'ufficio principale dell'Enma-Cho e osservava con curiosità le pareti della stanza, ove vi erano posti addobbi di ogni tipo. Non capiva il significato di tutto ciò; anche qualche giorno prima nel trovarsi uno strano albero pieno di palline colorate e lucine era rimasto perplesso. Aveva scoperto solo allora quella festività, dato che lui non l'aveva mai vissuta quando ancora era in vita."
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Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Asato Tsuzuki, Hisoka Kurosaki, Yutaka Watari
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Situations


Hisoka se ne stava fermo sull'ingresso dell'ufficio principale dell'Enma-Cho e osservava con curiosità le pareti della stanza, ove vi erano posti addobbi di ogni tipo.
Non capiva il significato di tutto ciò; anche qualche giorno prima nel trovarsi uno strano albero pieno di palline colorate e lucine era rimasto perplesso. Aveva scoperto solo allora quella festività, dato che lui non l'aveva mai vissuta quando ancora era in vita.
Essendo sempre stato costretto a trovarsi solo, rinchiuso in una stanza e lontano da tutti, non aveva mai avuto l'occasione di conoscere l'atmosfera natalizia e le varie tradizioni che la riguardavano.
Ora, la stessa cosa stava accadendo in quel momento: che diavolo era quella serie di vecchiette munite di scopa e calze appese in ogni dove?
Hisoka pensava che non avrebbe mai finito di imparare. C'erano davvero troppe cose di cui non era a conoscenza, cose che una persona normale avrebbe dovuto sapere.
"Buongiorno Hisoka. Che fai, non entri?" a parlare era stato Watari, che lo aveva accolto con un enorme sorriso. Inizialmente non lo aveva notato, perché era chinato sotto al tavolo a frugare dentro ad una strana scatola, che probabilmente conteneva le decorazioni.
Il giovane Shinigami, timidamente, fece qualche passo all'interno della stanza, senza mai staccare gli occhi dai mille oggetti presenti nell'ufficio. Se prima era incuriosito, adesso cominciava ad essere perplesso.
Avrebbe voluto sapere che cosa stesse accadendo, ma evitò di chiedere per non fare un'altra figuraccia, proprio come era successo a Natale. In quell'occasione, quando aveva provato a domandare che cosa stesse a significare l'abete luccicante, tutti i presenti lo avevano guardato come fosse un fantasma.
Non era mica colpa sua se quando era in vita, i suoi genitori avevano posto un muro tra lui e il mondo circostante.
"Ancora non abbiamo finito di decorare l'ufficio. Sto aspettando Tatsumi e Tsuzuki che sono andati a prendere gli ultimi scatoloni." disse l'uomo, senza mai abbandonare il sorriso.
Watari era sempre stato una persona allegra -Hisoka poteva giurare di non averlo mai visto pensieroso- ma quel giorno pareva ancor più esaltato del solito.
"Che ne dici di darmi una mano mentre aspettiamo gli altri?" chiese al ragazzino, che lo guardava confuso. Lo Shinigami più grande aveva intuito la perplessità del giovane e immaginava anche che non fosse a conoscenza dell'Epifania.
Se non conosceva il Natale, come poteva conoscere la Befana? Era scontato, ma non gli disse niente per non farlo sentire fuori luogo.
"Va bene." Hisoka acconsentì e si avvicinò al collega, afferrando la calza a righe rosse e bianche che l'uomo gli stava porgendo. Toccando l'oggetto con le dita, sentì che conteneva qualcosa, così senza farsi vedere dette un'occhiata all'interno.
C'erano caramelle e cioccolatini di ogni tipo, tutte le chicche erano avvolte in incarti colorati: rosso, oro, blu, argento, giallo... più o meno erano gli stessi colori associati al Natale.
Ancora non riusciva a capire a cosa servissero tutte quelle caramelle. Per un attimo pensò che fosse una trovata di Tsuzuki: ogni volta che si parlava di dolci, era palese che lui ci avesse a che fare qualcosa.
Che fosse una festa inventata da quello scemo?
Scuotendo la testa, appese la calza al primo chiodo libero che vide sulla bianca parete.
"Ragazzino? Sai che cos'è l'Epifania?" domandò improvvisamente Watari, non riuscendo più a resistere alla curiosità che spiccava dalle iridi verdi del piccolo Shinigami, che scosse la testa a quella domanda.
"No, cos'è?" chiese poi, sentendosi un po' in imbarazzo per la sciocca domanda.
L'uomo però non si dimostrò stupito come l'ultima volta e con un sorriso di comprensione, cominciò a spiegare in cosa consisteva quella festività.
"Devi sapere che questa festa non è importante come il Natale, infatti c'è chi non festeggia l'Epifania. Però, qui all'Enma-Cho lo facciamo ogni anno, visto che il capoufficioo Konoe e Tsuzuki ci tengono molto." Hisoka sospirò rassegnato, l'aveva detto che c'era di mezzo Asato.
"La storia parla di una vecchietta, chiamata Befana, che di notte vola sulla sua scopa per portare calze piene di dolcetti. Però, non è la sola cosa che dona, infatti alle persone che non si sono comportate bene durante l'anno, questa consegna del carbone." disse con tono solenne Watari, guadagnandosi un'occhiata esasperata da parte del ragazzino.
Se quando gli avevano raccontato di un fantomatico Babbo Natale aveva sbuffato, considerando il racconto una colossale idiozia, questa della Befana lo era ancor di più.
Si domandava come potessero essere così idioti i suoi colleghi da poter festeggiare avvenimenti così sciocchi.
"Credo tu possa immaginare per quale motivo ci ritroviamo a festeggiare. Tsuzuki soprattutto, non può rinunciare a questa festa per nessun motivo al mondo. Ecco perché quest'anno mi è venuta un'idea!" concluse Watari ghignando al pensiero della sua trovata.
In realtà Hisoka non lo aveva ascoltato, ma si era fermato al nome del suo compagno di squadra, dando conferma alle considerazioni che aveva sempre avuto su di lui: era un idiota sempre pronto a riempirsi la pancia, anche nei momenti meno opportuni. Soprattutto nei momenti meno opportuni.
"Beh, mi stai ascoltando?" esclamò ad un certo punto l'uomo, notando la disattenzione dell'altro, che trasalì resosi conto di non averlo ascoltato.
"Scusami. Cos'è che dicevi?" gli chiese poi, per niente interessato.
Lo Shinigami più anziano non rispose, ma cominciò a riempire una delle calze rimaste con del carbone; sulla stoffa era riportato il nome di Tsuzuki. Il suo sguardo si spostò sulle altre calze colorate e notò che sopra ognuna di esse, vi era il nome di tutti loro.
Mentre Watari finiva la sua opera, la porta dell'ufficio si spalancò ed entrarono Tsuzuki e Tatsumi, con delle scatole tra le mani. Lo Shingami dagli occhi color ametista si bloccò, guardando il collega con espressione offesa.
"Watari! Cosa stai facendo? Non ti azzardare!" sbottò quello, avendo compreso perfettamente il piano dell'altro, che sospirò abbattuto. Gli sarebbe piaciuto vedere l'espressione di Asato che tirava fuori il carbone con aria sconsolata e osservava gli altri con gli occhi luccicanti, sperando che qualcuno gli desse qualche caramella.
Ma il suo piano era saltato purtroppo, così si ritrovò ad imprecare mentalmente in direzione dei due colleghi che erano tornati troppo presto. Con riluttanza sostituì il contenuto della calza con i dolcetti.
"Hisoka! Allora, cosa ne pensi di questa festa?" domandò gioioso Tsuzuki, scattando verso il ragazzino che lo fissava scocciato.
"La trovo assurda." disse atono, causando nell'espressione dell'altro un profondo dispiacere. Lui, che amava quella festa perché poteva mangiare dolci a quantità industriale, veniva smontato così da Hisoka.
"Ma come? Tutti questi dolci rallegrano le giornate." ribatté Asato, cercando di coinvolgere il più piccolo nella sua euforia, ma ovviamente non ci riuscì.
"Io odio i dolci." disse lapidario il ragazzo. Possibile che Tsuzuki non lo ricordasse mai?
"Oh, ma non preoccuparti. Ci penso io a mangiare i tuoi!" esclamò colmo di felicità, posando una mano sulla spalla del giovane, che arrossì a quel contatto. Gli faceva sempre uno strano effetto quell'uomo, anche se questo lo sfiorava appena.
Si scostò malamente e tornò ad occuparsi degli ultimi addobbi presenti nella scatola, cercando di distrarsi e di non degnare di uno sguardo il partner, sicuro che prima o poi lo avrebbe fatto fuori.
"Spero solo che ti facciano indigestione." aggiunse infine, causando una risata generale da parte degli altri, tranne ovviamente Tsuzuki che abbassò lo sguardo, fingendosi offeso.
Successivamente tutti i presenti si misero al lavoro per completare le decorazioni, in modo che all'arrivo di Konoe fosse tutto pronto.


Quella stessa sera, dopo che i preparativi erano ultimati, Hisoka era uscito nel cortile dell'Enma-Cho per prendere un po' d'aria e stare da solo. Sentiva che quell'atmosfera calorosa, non faceva per lui.
A volte si sentiva fuori luogo, per via del suo carattere chiuso; non riusciva a interagire al meglio con i suoi colleghi, che sembrano sempre così spensierati, soprattutto quando si trattava di festeggiare.
Lui non ci riusciva, non ne aveva mai avuto modo nella vita passata, per cui in quel momento non sapeva come comportarsi.
Era seduto sull'erba, con lo sguardo rivolto al cielo e si chiedeva che cos'avrebbe fatto il giorno successivo, che gli altri aspettavano con trepidazione; soprattutto Tsuzuki.
Per l'appunto, proprio lui fece la sua comparsa nel cortile, dirigendosi verso il silenzioso ragazzino.
"Hisoka, che ci fai qua fuori?" questo rimase per un attimo in silenzio, poi si voltò verso il partner per osservarlo.
"Niente, prendo un po' d'aria." mentì, ma Asato lo capì immediatamente. Aveva imparato a capire quel ragazzo, sapeva quindi che si trovava lì fuori perché in compagnia si sentiva di troppo.
"Hisoka... non mentire. Posso immaginare come ti senti in queste situazioni. Tu non hai mai avuto l'occasione di festeggiare qualcosa e non sai come comportarti, però... beh, c'è sempre una prima volta, no?" disse quest'ultima frase con un sorriso luminoso, cercando di coinvolgere lo Shinigami più piccolo, che spontaneamente gli sorrise a sua volta.
Per quanto spesso considerasse Tsuzuki uno stupido ingordo, non poteva negare che fosse l'unico a sapere come prenderlo. Era sempre gentile e di certo senza di lui, sarebbe stato perduto.
"Lo so, però..." cercò di esprimersi, ma le parole gli si bloccarono in gola, non riuscendo a finire la frase.
"Non hai nulla di cui preoccuparti. Prima o poi ti abituerai a queste novità, abbiamo un'eternità davanti a noi! E ti prometto che farò il possibile per farti sentire a casa." Tsuzuki allungò una mano, sfiorando la calda guancia di Hisoka. Al buio non si notava, ma il ragazzino era inevitabilmente arrossito a causa delle parole e di quel gesto.
"Forza, andiamo dentro." Kurosaki annuì e lo seguì all'interno dell'Enma-Cho, ascoltando gli sproloqui del partner riguardo alla festa e al fatto che avrebbe dovuto attendere il giorno successivo per assaporare i tanto agognati dolci.
Aveva anche aggiunto che un giorno sarebbe riuscito a far apprezzare ad Hisoka i dolci, perché secondo lui era impossibile privarsi di tale piacere.
Il giovane Shinigami pensò che in fondo il compagno avesse ragione nel dire che prima o poi si sarebbe sentito a casa, perché già stava cominciando a provare quella sensazione ed era solo grazie a lui.

[Fine.]


Angolino di Cami:
Seconda Fan Fiction per il "Befana Challenge" di FanWorld.it sfornata! XD
Adoro queste iniziative, è sempre un piacere parteciparvi.
Sono anche soddisfatta di aver concluso la seconda Fan Fiction su Yami no Matsuei! <3
   
 
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