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Autore: Clo_death eater    04/01/2010    1 recensioni
Ciò che mi propongo di fare con questa ff è di raccontare la vita di Tom Riddle, conosciuto anche come Lord Voldemort, dal giorno della sua nascita a quello della sua morte, passando attraverso a tutti gli episodi più importanti avvenuti in essa.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tom Riddle/Voldermort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Londra, 31 Dicembre 1926

Nove mesi.
Nove mesi sono passati da quando la mia insulsa e miserabile vita ha smesso di avere senso.
Credevo che anche lui mi amasse.
Credevo che dopo quasi un anno... infondo ci siamo sposati... ma come ho potuto anche solo pensare di valere qualcosa per lui?
Lui così bello, sicuro di se, intelligente. Fantastico. Perfetto.
Come poteva essere interessato a me?
Una nullità, sporca, brutta, senza senso.
Strega mi ha chiamato.
Maganò mi dicono.
Ma cosa sono io in realtà?
Che scopo ho avuto in questa vita?
Solo vent’anni e mi sento già spezzata, vecchia.
 Chissà se mio padre è già tornato a casa, chissà cosa pensa di me, di quello che ho fatto, se infondo, molto molto infondo, è dispiaciuto che me ne sia andata o se pensa che sia solo una sudicia piccola Maganò, che ha tradito il suo sangue.
Il sangue del Grande e Nobile Salazar Serpeverde.
Che valore ho mai avuto per lui?
Che valore avrebbe questo bambino per lui se glielo affidassi?
Sarebbe solo un ulteriore vergogna, un Mezzosangue.
Forse lo ucciderebbe.
Forse lo tratterebbe come un sacco di spazzatura come ha trattato me e sinecramente delle due non so quale sia la peggiore ipotesi.
Ma anche nel mio momento peggiore avevo un motivo per alzarmi al mattino, per non lasciarmi trascinare giù, avevo lui. Anche solo guardarlo da lontano mi rendeva la donna più felice del mondo, sebbene sapessi che per lui non rappresentavo nulla, solo la figlia del vagabondo, la sorella del pazzo.
Una Gaunt.
Feccia.
Ma quando, finalmente, sono rimasta da sola credevo di portercela fare, di farlo diventare mio e non di quella schifosa Babbana, Cecilia. Lei non lo meritava, non si rendeva conto della fortuna di averlo a fianco, lui, Tom Riddle. E alla fine il sogno della mia vita si è realizzato, è diventato sul serio mio.
Mi amava.
Nessuno mi aveva mai guardata con quello sguardo, rivolto quelle parole, stretto a quel modo, baciata e desiderata.
Nessuno.
Sapevo che il mio era una semplice illusione, solo un imbroglio.
 Ma era un inganno così bello e seducente!
 E ho finito per ingannarmi da sola.
Come poteva dirmi quelle parole se davvero non le pensava?
Come poteva baciarmi con quella passione se davvero non la provava?
Come poteva dirmi ti amo se non era ciò che davvero sentiva per me?
Non poteva essere tutta opera dell’Amortentia.
Non poteva.
E invece la splendida illusione è finita, esattamente come è incominciata.
Sparita nel nulla, l’illusione di essere amata.
Per una volta.
Non mi è mai sembrato di chiedere troppo, solo un po’ di amore, di essere apprezzata per ciò che sono.
Ma non sono mai andata bene a nessuno.
Mio padre e mio fratello mi odiano perchè non riesco ad utilizzare la magia.
Maganò.
Tom, il mio unico, grande Amore, la mia ancora di salvezza in questa inutile e buia vita, mi disprezza perché la utilizzo anche troppo, la magia.
Strega.
E cosa sarà questo bambino per il mondo?
Non riesco neanche io ad amarlo... come potrei?
E’colpa sua se Tom non è più con me.
Forse se non fossi rimasta incinta non avrei mai smesso di dargli l’Amortentia.
Forse sarei stata debole ancora per un po’, forse sarei stata felice ancora per qualche attimo.
Ma non riesco neanche ad odiare questo bambino, infondo è una parte di lui.
Non potrei mai ucciderlo.
Mai.
 E’ solo per lui che ancora mi trascino in questa sudicia vita, tra queste strade fredde ed innevate di Londra. Sento che ormai il momento è vicino. Il momento in cui finalmente me ne andrò. In cui smetterò di soffrire.
Finalmente ho deciso dove lasciare questo bambino.
In un Orfanotrofio.
Un Orfanotrofio Babbano, nella speranza che non diventi come mio padre e mio fratello.
Che non odi i Babbani.
Non so neanche se sarà un mago... infondo è figlio di un Babbano e di una Maganò, come potrebbe diventare un mago potente?
Tra i Babbani è il posto migliore per lui, il posto più sicuro.
E poi se Tom lo dovesse venire a cercare, di certo lo cercherebbe fra i Babbani.
 Non ho niente da lasciare a questo bambino, nè amore, nè soldi. Solo una profonda disperazione.
 Vorrei tanto aver tenuto il Medaglione di Serpeverde, dargli qualche cosa di mio... ma ho dovuto venderlo, per salvarlo. Per salvarci.
Finalmete arrivo alla porta dell’orfanotrofio che ormai da mesi ho scelto come casa del bambino.  Busso disperatamente alla porta mentre sento il bambino scalciare, ormai ci siamo.
Vedo una donna all’incirca della mia età sulla soglia e senza una parola mi invita ad entrare.
Ne avranno viste a centinaia di ragazze nelle mie condizioni, ma io mi sento la più miserabile di tutte. Mi fanno stendere su un letto e poi succede tutto così in fretta. Il dolore lancinante e dopo istanti che mi sembrano ore dei vagiti.
<< E’ un bel maschietto >> mi dice la ragazza che mi ha fatto entrare.
<< Spero assomigli al suo papà... >> sussurro, sento le forze abbandonarmi.
Meglio, non voglio vedere il bambino, non voglio tenerlo in braccio.
 Voglio andarmene, ma prima devo fare ancora una cosa. Raccogliendo le ultime forze riesco a mormorare << Si deve chiamare Tom, come il suo papà e Orvoloson, come mio padre... e il cognome deve essere Riddle. Tom Riddle >>.
La fine è arrivata.
  
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