Libri > Amleto
Ricorda la storia  |      
Autore: Rue Meridian    05/01/2010    2 recensioni
Una deathfic sulla morte di Ofelia e sui suoi sentimenti al culmine della sua follia.
Lei profumava di fiori: margherite intrecciate fra i capelli, orchidee e ranuncoli a decorare le sue vesti, le mani sempre intente ad intessere corone. Tanto era satura l'aria, che sembrava impregnata di quell'odore dolce e nauseante, mentre cantava il suo dolore, seduta accanto al ruscello, immersa nell'erba verde, trapunta di viole: la sua voce parlava di perdite e di lacrime, rimembrando forse inconsapevolmente la sua triste vicenda.
Genere: Triste, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Nick autore: Rue Meridian

Fandom scelto: Amleto di Shakespeare

Titolo: The Fair Violet

Tipologie: Triste, Drammatico, Deathfic

Rating: Verde

Note dell'autore:

(Disclaimer) L'Amleto non mi appartiene (purtroppo), ma è tutto di William Shakespeare, così come quei suoi (adorabili e masochisti) personaggi, nonché le citazioni sparse.

Il titolo viene dalla citazione “the fair Ophelia”, dove la protagonista è stata sostituita con la violetta, che ricorre nell'opera nelle scene di Ofelia.



The Fair Violet




"Ecco del rosmarino, questo è per la rimembranza; vi prego, amore, ricordate; ed ecco delle viole, queste per i pensieri." (Ofelia, Atto IV Scena 5)



Una violetta nella giovinezza della natura primaverile, precoce, non permanente, dolce, non duratura

(Laerte, Atto I Scena 3)


Lei profumava di fiori: margherite intrecciate fra i capelli, orchidee e ranuncoli a decorare le sue vesti, le mani sempre intente ad intessere corone.

Tanto era satura l'aria, che sembrava impregnata di quell'odore dolce e nauseante, mentre cantava il suo dolore, seduta accanto al ruscello, immersa nell'erba verde, trapunta di viole: la sua voce parlava di perdite e di lacrime, rimembrando forse inconsapevolmente la sua triste vicenda.

Ahi, Amleto, anche il sangue di lei ti macchierà le mani?

Eppure, il principe di Danimarca pareva esser svanito dalla sua mente: il suo canto nessuno più intendeva, tant'era privo di senno.

Le sue parole erano come quel profumo: altrettanto dolci e tristi.

Così nauseanti e morte.


La chiamavano ancora col suo nome, la figlia di Polonio, ma lei già da tempo aveva abbandonato sè stessa: non più era Ofelia, ma una ninfa, una folle cantatrice, uno spirito smarrito al suo posto vagava fra il palazzo ed i prati.

"C'è un salice che cresce di traverso sul ruscello, specchiando le sue foglie canute nella vitrea corrente..." (Regina Gertrude, Atto IV Scena 7)

Ove erano i fiori, era lei: corone su corone intrecciava e donava a chiunque incontrasse; quelle che teneva in grembo erano destinate ad adornare il salice lì accanto, che sembrava proteso a pianger tristemente sul ruscello.

Si alzò danzando folle e sventurata, abbracciando quella pianta priva di sentimenti umani: se ne avesse avuti, in verità, non avrebbe mai permesso tale disgrazia. Ad avere anche solo un briciolo di pietà, avrebbe impedito al suo ramo di spezzarsi sotto di lei, che arrampicatasi lo adornava a festa.


Cadde come un corpo morto, perché in fondo altro non era; con lei e su di lei, la seguirono i suoi teneri doni, ornandole un'ultima volta le vesti che s'allargavano a corolla.

Era lei l'unico fiore, una bianca calla, che lentamente affondava, continuando a cantare, inconsapevole di ciò che le accadeva.

Dimentica di tutto, Ofelia moriva senza un grido o una lacrima: non pensava alla disperazione di Laerte, al suo affetto fraterno così duramente ferito.

Ad Amleto, poi, mai avrebbe potuto concedere più spazio nel suo cuore: avrebbe potuto soffrire colui che così l'aveva lasciata? Che della Morte l'aveva resa ancella?

Triste Ofelia e sventurata, dell'Amore maestra e vittima: quanto ti piangerà, colui che massimamente amasti e più ancora ti riamò!


Svanì presto nell'acqua fangosa ed in superficie rimasero solo i fiori da lei intrecciati: non permise la gentile Ofelia ad altri di adornare la sua tomba, né lascio ai cari il triste compito di intonare il canto funebre, ma delle lacrime non riuscì a privarli.

"Troppo d'acqua hai tu, povera Ofelia, e perciò io mi vieto le lagrime; ma pure è la nostra maniera; la natura serba il suo costume..." (Laerte, Atto IV Scena 7)









Questa fanfiction si è classificata ottava su diciassette partecipanti al Deathfic Contest “Quando la Morte bussa alla tua porta” indetto da Pagliaccio di Dio.


Ecco qui il giudizio completo:


Aspetto grammaticale e lessicale:

Su questo punto assolutamente nulla da dire. Alcun errore, sia nella grammatica pura sia nella sintassi. -Ho notato però dei puntini al posto delle lettere accentate. O sono io, oppure ti consiglio di scrivere in modo tale che possa essere aperto da tutti i programmi di scrittura-.
Lessicalmente ho molto apprezzato le parole da te usate, che rimandano allo stile di Shakespeare e al teatro in generale.
Punteggiatura a posto.

Punteggio: 9,5 / 10

Stile:

Come già dicevo prima, la tua storia è un esempio di stile che mi è piaciuto parecchio. Innanzitutto l'uso del linguaggio, così simile a quello usato da Shakespeare che in un primo momento mi ha sorpresa.
Senza contare, poi, l'inserimento di citazioni dell'opera all'interno del tuo scritto che, se mi permetti, lo rendono ancora più particolare.

Punteggio: 10 / 10

Originalità dell'opera e delle idee:

Se prima l'inserimento di citazioni giocava a tuo favore, ora invece abbassa di un po' il punteggio sull'originalità. In moltissime storie -annche nelle mie- vi è l'uso di citazioni, spesso tratte dall'opera -che sia libro, fumetto o film- di cui si stà trattando. A rialzarlo invece contribuisce il personaggio usato. Di solito la morte che si descrive è quella dell'Amleto, ma nessuno ha pensato che sono anche altri personaggi a morire, tra cui Ofelia.
Quindi il punteggio non è basso, stà tranquilla.

Punteggio: 8 / 10

IC dei personaggi:

Partiamo dal presupposto che di Ofelia conosco poco ma, per quel poco che so, posso dire che l'hai resa come è lei.
Dolce nella pazzia, una donna forte eppur debole che, comunque, quando vede approssimarsi l'ora della sua morte non ha paura, non vuole rimpianti attorno a sè.
Brava, complimenti davvero.

Punteggio: 10 / 10

Punteggio totale: 37,5 + 3 punti bonus: 40,5 PUNTI

Insomma, tenendo conto che io puntavo alla sufficienza, mi è andata più che bene!



Devo assolutamente ringraziare la mia Beta Lely1441 per l'appoggio e per le correzioni che mi ha indicate da fare.



Personalmente, sono mediamente soddisfatta di questo ingresso in un fandom nuovo!




Ringrazio in anticipo chi avrà la pazienza di leggere e commentare questa fanfiction!

   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Amleto / Vai alla pagina dell'autore: Rue Meridian